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Autore: babykit87l    25/09/2012    5 recensioni
Una piccola flash su Bulma e Vegeta e una nuova scoperta del principe sulla Terra
Note: vincitrice del merito "storia più originale" nel Contest "Tutti Siamo Vincitori-Winner" di Nede. Non ci sarà nessuna classifica ma ognuno avrà un merito speciale in base alla sua storia
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Babykit87l
Personaggi: Vegeta, Bulma
Genere: Romantico
Rating: Verde
Contest partecipante: Vincitrice del merito "Storia più originale" nel Contest "Tutti Siamo Vincitori-Winner" di Nede. Non ci sarà nessuna classifica ma ognuno avrà un merito speciale in base alla sua storia partecipa anche al contest la speranza vive in una creativa realtà di HopeGiugi
Note: avrei voluto fare un qualcosa di diverso ma come al solito l’ispirazione è finita sulla coppia reale, che posso farci se adoro Vegeta/Bulma?? Vabbè speriamo sia un buon lavoro ^.^ Buona lettura!

Un piccolo fiocco bianco

Erano già alcuni mesi che Vegeta si trovava sulla Terra, per allenarsi in attesa dell’arrivo dei cyborg e molte cose, abitudini, tradizioni e costumi di quell’insulso pianeta dove era costretto a rimanere gli erano ancora sconosciuti. O almeno fino a quel giorno. Come suo solito si alzò dal letto e scese in cucina per fare colazione, dopodiché, con la tuta già indosso, si diresse altezzoso e con cipiglio regale verso la Gravity Room. Fuori alla porta del giardino, dove l’apparecchiatura si trovava, vide Bulma assorta nei suoi pensieri, incantata dal panorama che aveva di fronte a lei. Fece un passo e ciò che vide lo lasciò stupito e senza parole. Piccoli batuffoli bianchi cadevano leggeri e sparpagliati su ogni cosa e tutto era ricoperto da un manto bianco che rendeva il paesaggio suggestivo e meraviglioso. Rimase così Vegeta, fermo sulla porta, con accanto la scienziata, in silenzio, come se quella vista l’avesse condotto all’estasi. Lei si girò verso il principe, sorridendo dell’espressione di stupore dipinta sul suo viso.
- Ti piace?- Chiese incuriosita. Mai, fino a quel momento, Vegeta gli era sembrato così umano.
- Cos’è?- Domandò lui in un sussurro.
- Neve- Gli rispose con calma, come se anche solo parlare potesse rompere quel momento di quiete creatasi- Non l’avevi mai vista?- Volle sapere, per conoscere un po’ di più quel burbero ospite. Lui denegò con la testa, senza parlare.
Rimasero così per un tempo indefinibile, poi in un moto di coraggio Bulma gli prese la mano e lo condusse al centro del giardino, dove la neve imperterrita continuava a scendere. Vegeta si lasciò condurre, incuriosito da quei piccoli pallini bianchi, così particolari per lui, che mai aveva conosciuto tanta meraviglia.
Chiusero entrambi gli occhi, lasciandosi cullare dai fiocchi freddi, che si posavano leggeri sui loro volti. Quando i loro sguardi si incrociarono di nuovo, fu come se si fossero risvegliati da un sogno.
- Non è bellissimo?- Chiese lei ancora incantata.
- No- Fu la secca risposta del principe. Vegeta lasciò la mano della scienziata e senza dire altro entrò nella Gravity room, sconcertato da quel momento di semi-intimità vissuto con la ragazza. Lei, dal canto suo, prese un po’ di quella neve e la portò in casa. Ora sapeva che in quel saiyan  c’era qualcosa di più di ciò che mostrava agli altri.

Due giorni dopo, al termine del suo allenamento quotidiano, Vegeta si diresse nella sua camera, pronto per una doccia rigenerante, aprì la porta e lentamente si spogliò. Camminando per la stanza, verso il piccolo bagno interno, si rese conto di qualcosa di luminoso e luccicante poggiato sul comodino, si avvicinò, lo prese in mano e lo guardò attentamente. Sembrava una lastra trasparente, ma all’interno vi era una specie di cristallo bianco, incastrato di proposito in quella posizione. Vide che sul comodino vi era anche un biglietto. Lo lesse:

“Un piccolo fiocco bianco per ricordarti che la bellezza esiste e a volte ci stupisce. B.”

Diede ancora uno sguardo a quell’oggetto, lo posò sul comodino e andò a farsi una doccia. Quella terrestre sapeva stupirlo, ancor più che quell’insulso pianeta. Non sarebbe stato facile vivere lì, ancora per tre anni.

   
 
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