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Autore: pescioletta    25/09/2012    7 recensioni
"Io l'avrei fatto. Per quella giusta, quella che amo, l'avrei fatto." Le parole di Spike continuavano a vorticarle nella testa mentre correva sperando di fare in tempo. Poco lontano, Willow aveva già attaccato Glory
Missing moment della 5 serie, puntata 5x19.
Questa fanfic partecipa al contest "Saving Buffy" di NightLady
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Buffy Anne Summers, William Spike
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction partecipa al contest “Saving Buffy” indetto da Nightlady su EFP: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10353064

Candles







"Io l'avrei fatto. Per quella giusta, quella che amo, l'avrei fatto."

Le parole di Spike continuavano a vorticarle nella testa mentre correva sperando di fare in tempo.

Poco lontano, Willow aveva già attaccato Glory e la dea era a un passo dall'avere la meglio.

Buffy entrò nell'edificio come una furia, sentendo subito il rumore di vetri rotti al piano di sopra.

Si catapultò nella stanza, fermando Glory appena in tempo.

"Ah-ah!" esclamò la dea, felice che al suo party si fosse aggiunta la sua nemica.

"Ti avevo detto che ti conveniva consegnarmi la chiave, bellezza, ma entrare nella testa di quella strega è stato così appagante che sono felice che tu non l'abbia ancora fatto. La rossa sarà la prossima!"

Buffy l'atterrò con una serie di pugni e un calcio, ma Glory riattaccò.

Era forte, Buffy lo sapeva. E sapeva che non avrebbe avuto chances.

Afferrò il divano e glielo gettò addosso.

Nel tempo che impiegò a rialzarsi, afferrò Willow, che fu lesta a gettare un veloce incantesimo contro la dea, e scappò dalla stanza.

"Non è finita, mi senti? Non è finita!" gridò Glory, inascoltata.

*****

Una volta a casa Buffy accompagnò Willow nella sua camera.

La strega entrò in silenzio.

Non riusciva a guardarla negli occhi, non riusciva a parlarle.

Buffy le aveva appena salvato la vita, ma forse lei preferiva che non l'avesse fatto.

Si sedette sul letto, ben sapendo che da lì a pochi secondi la sua amica avrebbe lasciato la stanza.

Si sbagliava.

"Non puoi permetterti di morire ora, lei ha bisogno di te…" disse

Willow si voltò.

Buffy la guardava negli occhi, con una nuova consapevolezza nello sguardo.

"Glory deve pagare…" sussurrò la rossa "e io sono la sola che ha il potere di affrontarla."

"Lo so" annuì Buffy abbassando la testa "ma lo faremo al momento giusto, quando ne avremo la possibilità. Se tu ora muori, Tara morirà con te… non posso proteggerla…"

Willow la fissò un attimo, aggrottando la fronte.

"Dobbiamo essere sicuri che Glory muoia, trovare un punto debole." continuò "a quel punto nulla potrà più fermarti. Tara sarà salva e tu avrai la tua vendetta. Te lo posso giurare."

Willow rimase alcuni minuti in silenzio, persa nei suoi pensieri.

Buffy poteva quasi vedere la sua rabbia e l'amore che nutriva per Tara combattere tra loro, azzuffarsi, quietarsi e poi riprendere a torturarla.

"So che non è facile…" aggiunse, per farle capire la sua vicinanza "ma devi promettermi che penserai a questo quando ti verrà di nuovo voglia di combatterla"

Finalmente, la rossa si voltò e annuì.

Buffy aveva ragione. Lei era potente, ed era l'unica in grado di fermare Glory.

Avrebbe atteso il momento giusto e poi l'avrebbe uccisa.

*****

Nel tornare a casa Buffy sentì il cellulare squillare.

Afferrò l'apparecchio e lesse il mittente sul display.

"Cos'è successo?" chiese, preoccupata

Dall'altra parte, Spike sbuffò irritato.

"Calmati. Volevo solo sapere com'era andata…"

Buffy sospirò di sollievo.

"Sto arrivando, sarò da te fra cinque minuti" disse e affrettò il passo.

*****

Non appena giunse alle caverne dell'iniziativa, Buffy tirò un lungo sospiro per riprendere coraggio.

Odiava ammetterlo, ma mai come allora si era sentita impotente e stanca.

Tutti dipendevano da lei. Tutti contavano su di lei.

Sua sorella, Giles… e adesso anche Willow.

Era stanca di dover essere forte per tutti. Di dover correre continuamente a salvare tutti.

E, quando tornava a casa, di dover essere dolce e rassicurante con sua sorella.

Non ne poteva più.

Ma non aveva scelta.

Si fece coraggio ed entrò nella grotta.

"Spike?" gridò, senza ottenere risposta.

Il cuore iniziò a martellarle nel petto.

Perché non rispondeva?!

"Dawn?" provò di nuovo.

In lontananza, alcuni riflessi rossastri proiettavano ombre scure sulle pareti.

Con il cuore in gola, la cacciatrice si mise a correre, fermandosi all'improvviso davanti a un moccolo ormai quasi consumato. La candela era rossa. Buffy fremette.
A pochi passi, un'altra candela proiettava luce e calore nell'oscurità.
Le candele proseguivano, entrando più in profondità nella caverna.

Con il cuore in gola, iniziò a seguirle, pregando che non fosse uno strano messaggio alla Angelus, fino a uno stretto tunnel, un passaggio che svoltava a sinistra e poi scendeva ancora di più nel sottosuolo.

"Dawn!" gridò ancora lei, senza ottenere risposta.

S'inoltrò nel passaggio, quasi correndo. Temendo cosa potesse trovare alla fine.

E quello che trovò le fece avere un colpo al cuore.

Lì, sistemati in bella mostra su un tavolo recuperato chissà dove, stavano una marea di dolci. Torte, pasticcini, bignè alla crema. Alla sua sinistra, una pentola si scaldava su un piccolo fuoco da campeggio e su un altro tavolo esagonale, coperto da una tovaglia bianca, un vassoio profumava squisitamente di pasta ai funghi.

"Ma… che diavolo?" chiese senza parole

Come in risposta alle sue domande, uno Spike in jeans e maglietta nera le appoggiò una mano sulla spalla.

"Ho pensato che avessi bisogno di una… pausa…" disse, enfatizzando quella parola "di… lasciarti un attimo andare…"

Buffy si voltò senza parole.

"Dawn?" chiese, incontrando gli occhi azzurri di lui, tumefatti ma mai così brillanti.

"Da Willow" rispose il biondo. Poi, come a precedere un eventuale pugno di Buffy, aggiunse "Aveva bisogno di stare con qualcuno che la capisse e di capire qualcosa in più su sé stessa…" spiegò, ricordando lo scambio di confidenze avuto poco prima con la ragazzina.

"Quello che mi spaventa di più… sono io. La chiave sono io. Sono come un parafulmini… per dolore e sofferenza… chi sono io, Spike?"

"E tu hai pensato che Willow potesse aiutarla?" chiese la cacciatrice, cercando di mantenere la calma.

Spike la fissò.

Eccola lì: la Buffy fragile, che aveva paura di concedersi anche solo un attimo di pausa per paura che tutto le scappasse di mano…

"Sì." Disse, risoluto.

Buffy lo fissò per un attimo, poi sentenziò: "Ti si deve essere fuso il cervello!"

"Per niente! Pensaci!" esclamò invece lui, afferrandola per un polso prima che abbandonasse la grotta. "Glory ha appena sconfitto Willow, non andrà di nuovo a cercarla, e Dawn ha bisogno di sapere qualcosa di più sulla sua natura di chiave e sappiamo entrambi che con Tara fuori gioco, Willow è l'unica che la può aiutare. Inoltre non la si può lasciare da sola neanche 5 minuti ed è molto affezionata a Dawn. Sono sicuro che l'aiuterà a trovare informazioni su sè stessa e che le farà bene avere qualcosa di cui occuparsi mentre aspetta che dimettano Tara."

Ok, Buffy doveva ammettere che detta così non faceva una piega.

"E se Glory dovesse attaccare?" chiese, allarmata

"Hanno tutti il tuo numero di cellulare, sanno dove rintracciarti."

"E se Giles avesse scoperto qualcosa?"

"Idem come sopra."

"E se Xander-"

"Buffy…" la interruppe lui afferrandole i polsi e perdendosi nel suo sguardo.

"Non accadrà nulla…" sussurrò "il mondo può resistere senza di te per un paio d'ore. Ti chiedo soltanto questo: due misere ore. Poi sarai libera di tornare da tua sorella e cenare con lei e con la strega, sempre ammesso che ti sia rimasta ancora fame."

Buffy sorrise.

"Da quando conosci il sarcasmo?"

"Temo tu mi stia confondendo con il tuo ex: io sono molto più divertente." Scherzò lui, riuscendo a strapparle un sorriso.

"Andata?" chiese poi, indicandole il tavolo

"Ok" accettò infine "Ma fra due ore tornerò a casa"

*****

Doveva ammetterlo: Spike aveva ragione.

Quelle due ore l'avevano rinvigorita.

Era stremata e aveva proprio bisogno di una pausa.

E poi William era un intrattenitore eccezionale e un compagno di confidenze molto dolce.

In quelle due ore avevano parlato di tutto.

Le sue ansie, le sue paure, persino i suoi piani su come sconfiggere Glory, tanto era certa che non glieli avrebbe mai riferiti: i lividi sulla sua faccia ne erano un inequivocabile vessillo.

Alla fine prese un bignè alla crema e si accinse a lasciare il tavolo.

"Non vorrai già andare via?" chiese Spike, alzandosi spiazzato.

Buffy addentò il dolce.

"Devo andare da Dawn, ma ti ringrazio per la bella serata, sei stato davvero molto carino… e ok, avevo un disperato bisogno di staccare la spina."

Il biondo la guardò, alzando un sopracciglio.

"Che c'è?" chiese Buffy, lanciandogli un'occhiata.

Spike si avvicinò d'un passo. La cacciatrice non poté fare a meno di ricordarsi di quanto i suoi occhi fossero blu e di quanto le sue labbra fossero invitanti.

"Posso farti una domanda?" chiese, continuando a fissarla.

Buffy deglutì. Il tono di Spike era incredibilmente serio.

"Spara…" concesse infine.

"Ieri, nella mia cripta. Perché mi hai baciato?"

La ragazza restò un attimo sorpresa. Poi, alzò gli occhi verso quelli del vampiro e capì il vero motivo di quella domanda.

Spike era terrorizzato.

Anche se lo dissimulava bene, era terrorizzato.

Ricordò quando le aveva raccontato della sua vita, prima di Sunnydale.

William aveva amato Cecily incondizionatamente e lo stesso aveva fatto Spike con Drusilla.

Due donne che gli avevano preso tutto lasciandolo senza niente.

E poi, la dichiarazione

"Io ti amo…"

"Oddio…"
aveva risposto lei schifata.

Ma era passato del tempo e loro avevano continuato a vedersi, a combattere fianco a fianco, a 'sopportarsi' a vicenda.

Finchè erano nemici andava tutto bene, non c'erano problemi.

Ma ora che lui aveva rischiato la vita per lei e lei lo aveva baciato…

Quindi Spike era terrorizzato.

Era terrorizzato d'illudersi…

Di gettare via di nuovo la sua intera esistenza…

Di dedicarsi anima e corpo a una ragazza che, al pari di Drusilla e Cecily, l'avrebbe solamente usato.

Perché Spike non sapeva amare in altra maniera se non totalmente.

E, alla fine, era lui quello che restava annientato.

Davanti a lei, il vampiro biondo aspettava ancora la sua risposta, fissandola negli occhi. Quegli occhi verdi che ormai lo accompagnavano tutte le notti. Quegli occhi verdi che erano la sua condanna.

"Ti sei dato la risposta da solo, poche ore fa" sussurrò lei infine, avvicinandosi d'un passo.

"Io l'avrei fatto. Per quella giusta, quella che amo, l'avrei fatto."

Ripetè, quasi come se quelle parole le fossero rimaste impresse a fuoco nella mente e, forse, era proprio così.

Vide il vampiro rimanere stupito e poi aprire di nuovo la bocca, ma lei lo precedette.

"Sei sempre al mio fianco…" disse, facendo un altro passo avanti "posso fidarmi di te… e in un qualche strano modo riesci sempre a capire ciò di cui avrei desiderio o bisogno…" elencò, indicando la tavola su cui avevano cenato.

"L'avrebbe fatto chiunque…" cercò di obiettare lui.

Per tutta risposta, Buffy lo fissò negli occhi e gli prese le mani nelle proprie.

"No" disse infine, sancendo la sua definitiva condanna "ma se mi lascio andare… se Glory capisce che per me tu sei importante, verrà a prenderti e io non potrò mai perdonarmelo. Lo capisci questo, vero?"

Spike rimase per un attimo senza fiato.

Aveva capito bene?

Buffy gli aveva davvero detto… che aveva paura per lui?

"Ho bisogno di te…" disse infine, accarezzandole una guancia.

"E io di te… non posso rischiare di perderti…"

"Lo capisco…"

Le bocche, ormai a pochi centimetri di distanza, si mossero all'unisono colmando il vuoto che c'era tra loro. Spike l'avvolse tra le braccia, accarezzandole i capelli, le spalle, la schiena.

Il bacio divenne più profondo, appassionato.

In un solo bacio, la cacciatrice e il vampiro cercarono di trasmettere all'altro tutto ciò che provavano. Tutto ciò che per il momento non potevano ammettere.

I sentimenti, le insicurezze, l'amore…

Sì, l'amore. Perché se Spike si era accorto di amare Buffy, Buffy si era accorta che non riusciva più a pensare a nulla senza includervi anche Spike.

Ormai lo includeva nei suoi piani, nella ronda, nella protezione dei suoi amici.

Solo la paura di fidarsi di nuovo d'un vampiro che l'avrebbe potuta tradire di fronte alle minacce di una dea, la bloccava dal fidarsi ciecamente di lui, ma quella prova Spike l'aveva brillantemente superata e quindi finalmente a Buffy non restavano più scuse.

Lentamente, si staccarono continuando però a guardarsi. Perdendosi l'uno negli occhi dell'altro.

"Devo andare…" sussurrò poco convinta Buffy, facendo leva su tutta la sua forza di volontà

"Sì…" annuì Spike, allontanandosi.

"Ne riparleremo…" promise Buffy, ancora col fiato corto "appena Glory sarà un lontano ricordo, riprenderemo il discorso…"

"Certo…" annuì il vampiro accarezzandole i lunghi capelli biondi e posando ancora un istante le labbra sulle sue.

Poi, lentamente la lasciò andare.

"Ci sarà tempo per tutto…" gli promise, ancora.

Buffy lo guardò ancora una volta, imprimendosi nella mente ogni istante di quelle poche ore rubate. Il tavolo imbandito, il fornello da campeggio e le candele che rischiaravano la grotta.

Poi corse via.

Non le era concesso di restare di più.

Non ora.

Ora doveva pensare a sua sorella, a Tara, al mondo.



Rimasto solo Spike sussurrò.

"Sarò sempre al tuo fianco, cacciatrice…"
  
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