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Autore: PalombellaFossa    25/09/2012    0 recensioni
Alucard sta disfando il povero Luke Valentine, mentre Seras e Walter organizzano una difesa per difendere i membri della tavola rotonda... ma cosa stanno passando i soldati dell'organizzazione Hellsing mentre combattono i ghoul?
Genere: Azione, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non va bene. Non va bene per niente. Tutto ciò non sarebbe assolutamente dovuto succedere. Un attacco diretto alla sede Hellsing? L'idea era fino a ieri risibile... e ora siamo qui, mentre cerchiamo di sopravvivere il più a lungo possibile sparando inutili raffiche di colpi contro un esercito che non muore. Siamo addestrati ad uccidere ghoul, è ormai da una vita che lo facciamo, a tutti noi sembra di non aver mai fatto altro... ma come possiamo fronteggiare un esercito? Come possiamo fermare un fottuto esercito che marcia senza fermarsi, che continua a sparare anche sotto il nostro fuoco, che nulla teme e nulla cerca se non la nostra morte?

Comunque, chi per senso del dovere verso l'Organizzazione, chi per rabbia, chi per puro istinto di conservazione, continuiamo a sparare, sparare ed arretrare nel corridoio, quasi a intervalli regolari, come un orologio che batte i nostri ultimi istanti.

Io mi faccio forza: arriverà un aiuto, lady Integra non ci lascerà soccombere così. Abbiamo due vampiri e un assassino professionista, qualcuno arriverà a salvarci... o almeno di questo cerco di convincermi. So bene che al momento si sta tenendo un'importante riunione della tavola rotonda, e non possono permettersi di lasciare morire le persone più importanti di questo paese... mentre noi, noi siamo sacrificabili.

Presto urla inumane coprono questi pensieri e mi riportano alla realtà. I ghoul sono vicini, troppo vicini. Dobbiamo arretrare anc...

Sento il muro alle mie spalle, mi guardo indietro. Porco mondo, non mi ero accorto di essere già arrivato alla fine del corridoio! Anche i miei compagni (siamo rimasti in sette ancora vivi, di ventisei che eravamo) sono spaesati, non sanno cosa fare.

Do un'occhiata in giro e vedo una porta alla mia destra. Dove conduce? Non ricordo... ma è l'unica possibile via di fuga. La spalanco con la spalla e ordino a tutti di entrare (ormai sono rimasto il più alto in grado). Loro non ci avrebbero neppure pensato: la ragione era stata soffocata dalla paura e un ordine diretto era l'unico stimolo che li avrebbe potuti risvegliare da quello stato di agitazione che annebbiava la loro mente.

Una mano mi afferra da dietro, la raffica di colpi parte involontariamente. Siamo rimasti sei. Non mi fermo neppure per controllare a chi ho sparato ne' per chiedermi cosa mi volesse dire. Entro nella porta e piazzo l'ultima claymore che mi è rimasta davanti all'uscio. Solo adesso mi accorgo che siamo finiti in una stanzetta del personale. In tre rovesciamo tavolo, sedie, armadi e tutto quanto ci capita a tiro davanti all'ingresso. A che scopo? Tanto prima o poi entreranno e ci uccideranno tutti... ma uno dei basilari istinti dell'uomo è quello di prolungare il più possibile la propria vita, anche se di poche ore, pochi minuti o anche solo una manciata di secondi. E questo è quello che voglio provare a fare.

Fuori dalla stanza sento la claymore esplodere: ormai sono qui davanti. Non possiamo più fare nulla. Noi tutti, istintivamente, ci appiattiamo contro il muro opposto alla porta. Sento due scoppi, alla mia sinistra. Siamo rimasti in quattro.

Il suicidio è un ottimo modo per sfuggire alla paura. E per non trasformasti in ghoul, ovvio.

Ormai sono stanco di stare in piedi, mi siedo per terra e tento di chiudermi in me stesso, ma gli urli e i colpi contro la nostra barricata mi tengono ancorato alla realtà. Morirò. Moriremo tutti quanti. Però... non così...

La disperazione cede per un attimo il passo all'odio e alla rabbia. Impugno il fucile e scarico tutto il caricatore attraverso un piccolo spazio aperto dai ghoul nella barricata, poi lo cambio e svuoto anche il secondo. Faccio per caricare una terza volta ma non ho più colpi. Scaglio l'arma contro la barricata in un gesto di sprezzo e violenza, poi impugno la pistola, la punto e...

No, meglio tenere qualche proiettile. Tenere gli ultimi colpi per sé stessi, è una delle prime regole che insegnano a noi soldati scelti.

Mi siedo di nuovo a terra, chiudo gli occhi e ascolto. I ghoul continuano a urlare e i miei compagni piangono. Chissà, forse lo sto facendo anch'io.

Poi sento quella voce. Quello stupido nosferatu ricoperto di anelle di metallo. Sta gridando qualcosa ai mostri che controlla, dice loro di farsi da parte. La sua voce mi giunge irritante, è sfrontato, ignorante, stupido e spaccone... vorrei proprio infilargli un paletto nel cuore e guardare i suoi occhi mentre quell'imitazione di vita da non-morto esce dal suo corpo lasciandosi dietro una salma esanime. Però so che è troppo forte, anche se fosse da solo, in quattro non riusciremo mai a fermarlo.
Un'altro sparo. E siamo in tre. I colpi del vampiro sono molto forti, entro poco sfonderà la barricata. L'unica cosa da fare, adesso, è impedire loro di trasformarci in ghoul. Impugno il mio revolver, lo punto alla testa del soldato che mi sta vicino e senza pensare faccio fuoco. L'altro se ne accorge, mi guarda. I suoi occhi pieni di lacrime non esprimono disapprovazione, solo una grande malinconia e (forse è solo una mia impressione, ma sono sicuro che sia così) una lieve gratitudine. Sa che sparerò anche a lui; ne è felice, perché grazie a me non si trasformerà in un mostro. Mi avvicino con passo lento, vorrei non doverlo fare... appoggio la canna dell'arma alla sua fronte, mentre mi continua a guardare con quello sguardo... per premere il grilletto devo chiudere gli occhi.

Ora non resto che io. La barricata reggerà ancora pochi istanti. Mi inginocchio e mi punto la pistola alla tempia... la mano trema, il dito sul grilletto si fa debole... non ci riesco... non...

Faccio appena in tempo a vedere quel vampiro squilibrato, poi parte il colpo e tutto si fa nero. Sento il mio corpo accasciarsi sotto il suo stesso peso.

Da adesso, penso nell'istante fra la vita e la morte, solo buio e silenzio.

“Ciao bello mio!”

La voce del vampiro. Che è successo? Perché ci sento ancora?

“Sembra che la tua mano tremasse parecchio... avevi paura, eh?”

Non capisco. Ho un proiettile in testa, come è possibile che...

“Sono spiacente di informarti che il tuo delizioso cervello è sano e salvo, ti sei fatto saltare in aria solo gli occhi.”

No. Non doveva andare così. Dovrei essere morto. Ora... ora...

“Bene, amico mio... sei pronto ad unirti alla festa? Ci divertiremo un mondo insieme!”

  
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