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Autore: Etie    26/09/2012    1 recensioni
"Non starai parlando dei guardiani degli elementi?"
"Beh...io credo nella loro esistenza e sono certo che siano da qualche parte, nel mondo. Chissà, forse sono proprio accanto a noi, ma non ce ne accorgiamo…"
Le sue parole divennero un sussurro e il suo sguardo si fece più vivo, come se l’argomento lo toccasse molto. Che fossi incappata in un altro di quegli accaniti devoti pagani? Eppure il ragazzo sembrava essere troppo intelligente per lasciarsi abbindolare da certe sciocchezze…Scossi la testa, chiedendomi come si potesse solo pensare che certe favole fossero vere.
Circolano strane leggende su esseri in grado di controllare i poteri degli elementi della natura, in un mondo che teme tutto ciò che non conosce. Qui Elyon, una ragazzina con coraggio da vendere, parte alla ricerca dei suoi cari, accompagnata nel suo viaggio da un misterioso ragazzo dal passato tormentato.
Uno scenario fantasy in cui si incrociano storie d'amore, intrighi politici, poteri soprannaturali e spiriti guida dal pessimo carattere.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

 

 

I

l mio nome è Elyon. A prima vista potevo sembrare una ragazza comune, ma non lo ero.

A cinque anni, a differenza delle mie due sorelle minori, Erin ed Evelyn, i miei genitori mi mandarono in una palestra per apprendere le arti marziali, dove rimasi per otto anni. In vista della conclusione del mio addestramento, nel giorno del mio tredicesimo compleanno, tornai a casa. Non molto tempo dopo, ricevetti una lettera dal mio maestro che mi informava di essersi trasferito con Ryan, l’unico altro suo allievo, nella Città della Notte – così soprannominata per via delle sue pochissime ore di luce - e mi chiedeva di non cercarli più…Ma perché?

Decisi, così, di passare un po’ di tempo con le mie sorelle ma, nonostante tentassi di reprimere ciò che provavo, le vedevo sempre distanti come fossero estranee e mi sentivo a disagio, costretta in un luogo nuovo e in una vita che non sopportavo.

Poi un giorno, mentre eravamo in città per delle compere, sentimmo qualcuno chiamare forte: "Erin, Evelyn!"

Le mie sorelle si voltarono e, qualche secondo dopo, le imitai anch’io e subito notai due grandi sorrisi imporsi sui loro volti. All’unisono gridarono, piene di gioia: "Arget!" e corsero tra la folla. Faticai molto a seguirle perché le perdevo sempre di vista ma, dopo lunghissimi secondi, si fermarono e le raggiunsi.

"Ciao Arget!" esclamarono.

"Ciao!" rispose il ragazzo davanti a noi, alzando una mano. Aveva i capelli biondi a caschetto, gli occhi del colore del ghiaccio, socchiusi alla vista del sole, una tunica scura e dei pantaloni beige. Una lieve brezza, per un attimo, mandò indietro i suoi capelli, mostrando come uno strano tatuaggio, una specie di cristallo di neve, sul lato destro del collo.

"Che strano…" pensai.

"Non credevamo di vederti ancora qui…" disse Evelyn. 

"Già" seguì Erin "pensavamo fossi ripartito!"

"Beh…ho deciso di fermarmi ancora un po’: questa città è così bella!" rispose il ragazzo. Mi chiesi come poteva dire qualcosa del genere.

"Non ho ancora capito dov’è che devi andare… " incalzò Erin, ma Arget si limitò ad alzare le spalle, poi cominciò a fissarmi, ma sembrava fosse distratto. Dopo poco mi chiese scusa per non essersi presentato e disse, semplicemente, di chiamarsi Arget. Sorrisi e, dosando le parole, risposi con un unico "Elyon". Il ragazzo si lasciò sfuggire una risata, divertito, e lo guardai curiosa "Cosa c’è?" chiesi.

Rise di nuovo poi, scuotendo il capo, disse: "Sembrate proprio sorelle voi tre!"                    

"Lo siamo!" esclamarono all’unisono Erin ed Evelyn.

"Già" dissi, annuendo leggermente.

Lui rimase alquanto sorpreso dalla rivelazione e, per i molti attimi di silenzio che seguirono, continuò a sorridere impercettibilmente mentre ci osservava. Guardò il cielo e il sole che tramontava dietro gli insormontabili e lontani monti che facevano da sfondo alla città. "Oh, com’è tardi!" disse, tornando a fissarci "scusatemi, ragazze, ma devo proprio andare… spero di rivedervi presto." E si congedò con un piccolo inchino. Mentre si allontanava, le mie sorelle rimasero immobili a fissare la sua figura, scura nelle ultime ombre della giornata, come incantate dai suoi modi cortesi. Chiusi gli occhi…chissà come facevano le mie sorelle a conoscerlo…

   
 
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