PROLOGO
I
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l mio
nome è Elyon. A prima vista potevo sembrare una ragazza
comune, ma non lo ero.
A cinque
anni, a differenza delle mie due sorelle minori, Erin ed Evelyn, i miei
genitori mi mandarono in una palestra per apprendere le arti marziali,
dove
rimasi per otto anni. In vista della conclusione del mio addestramento,
nel
giorno del mio tredicesimo compleanno, tornai a casa. Non molto tempo
dopo,
ricevetti una lettera dal mio maestro che mi informava di essersi
trasferito
con Ryan, l’unico altro suo allievo, nella Città
della Notte – così
soprannominata per via delle sue pochissime ore di luce - e mi chiedeva
di non
cercarli più…Ma perché?
Decisi, così,
di passare un po’ di tempo con le mie sorelle ma, nonostante
tentassi di
reprimere ciò che provavo, le vedevo sempre distanti come
fossero estranee e mi
sentivo a disagio, costretta in un luogo nuovo e
in una vita che non
sopportavo.
Poi un
giorno, mentre eravamo in città per delle compere, sentimmo
qualcuno chiamare
forte: "Erin, Evelyn!"
Le mie
sorelle si voltarono e, qualche secondo dopo, le imitai
anch’io e subito notai
due grandi sorrisi imporsi sui loro volti. All’unisono
gridarono, piene di
gioia: "Arget!" e corsero tra la folla. Faticai molto a seguirle
perché le perdevo sempre di vista ma, dopo lunghissimi
secondi, si fermarono e
le raggiunsi.
"Ciao
Arget!" esclamarono.
"Ciao!"
rispose il ragazzo davanti a noi, alzando una mano. Aveva i capelli
biondi a
caschetto, gli occhi del colore del ghiaccio, socchiusi alla vista del
sole,
una tunica scura e dei pantaloni beige. Una lieve brezza, per un
attimo, mandò
indietro i suoi capelli, mostrando come uno strano tatuaggio, una
specie di
cristallo di neve, sul lato destro del collo.
"Che
strano…" pensai.
"Non
credevamo di vederti ancora qui…" disse Evelyn.
"Già"
seguì Erin "pensavamo fossi ripartito!"
"Beh…ho
deciso di fermarmi ancora un po’: questa città
è così bella!" rispose il
ragazzo. Mi chiesi come poteva dire qualcosa del genere.
"Non
ho ancora capito dov’è che devi andare…
" incalzò Erin, ma Arget si
limitò ad alzare le spalle, poi cominciò a
fissarmi, ma sembrava fosse
distratto. Dopo poco mi chiese scusa per non essersi presentato e
disse,
semplicemente, di chiamarsi Arget. Sorrisi e, dosando le parole,
risposi con un
unico "Elyon". Il ragazzo si lasciò sfuggire una risata,
divertito, e lo guardai curiosa "Cosa c’è?"
chiesi.
Rise di nuovo
poi, scuotendo il capo, disse: "Sembrate proprio sorelle voi
tre!"
"Lo
siamo!" esclamarono all’unisono Erin ed Evelyn.
"Già"
dissi, annuendo leggermente.
Lui
rimase alquanto sorpreso dalla rivelazione e,
per i molti attimi di silenzio che seguirono, continuò a
sorridere
impercettibilmente mentre ci osservava. Guardò il cielo e il
sole che
tramontava dietro gli insormontabili e lontani monti che facevano da
sfondo
alla città. "Oh, com’è tardi!" disse,
tornando a fissarci "scusatemi, ragazze, ma devo proprio
andare… spero di rivedervi
presto." E si congedò con un piccolo inchino. Mentre si
allontanava, le
mie sorelle rimasero immobili a fissare la sua figura, scura nelle
ultime ombre
della giornata, come incantate dai suoi modi cortesi. Chiusi gli
occhi…chissà
come facevano le mie sorelle a conoscerlo…