26/09/2012
4 recensioni
Se avessi avuto una casa quella avrebbe
di certo avuto il tuo profumo.
Le stelle brillavano giocosamente nel cielo riflettendosi sulla terra che veloce sfrecciava sotto i loro piedi come se si trovassero su di un fiume. A Yoite sembrò il minimo mimare con le labbra un piccolo ringraziamento a chiunque gli avesse concesso in dono uno spettacolo tanto bello, che fosse stato Dio o meno a renderlo possibile al giovane non importava affatto.
Non vedeva più come aveva visto fino a pochi giorni prima, doveva aver perduto svariati gradi perché tutto agli occhi di Yoite aveva finito col ridursi ad un ammassarsi sfocato di ombre sinistre di cui il giovane era terribilimente spaventato. Yoite aveva di nuovo paura come quando era appena un bambino e le ombre che offuscavano i suoi occhi erano quelle di uomini che tra le mani stringevano coltelli affilati.
Miharu, accorgendosi del nervosismo provocato da tali ricordi in Yoite, tentò di richiamare la sua attenzione con lievi carezze che vennero però ignorate dal giovane al suo fianco. Quando Yoite, dopo aver percepito un debole buffetto sul suo avambraccio, finalmente si voltò verso Miharu questi lo stava già guardando con quei suoi grandi occhi verdi come il fondo d'una bottiglia e gli sorrideva amabilmente, rassicurandolo.
Non pronunciò una sola parola Miharu Rokujou ma la stretta della mano che avvolse la sua, per quanto lieve la percepisse, scaldò Yoite piacevolmente fin dentro le sue ossa carezzando con cura e dedizione quelle che erano divenute niente di più che le rovine del suo corpo, facendo pulsare freneticamente contro la cassa toracica quel cuore che aveva finito per dimenticare di possedere.
A Miharu non interessava delle terribili azioni che Yoite aveva compiuto negli anni o se quello aveva deciso di non volere essere più niente, non era importante per lui chi fosse stato Sora e ne tanto meno lo erano quei segreti che dalla sua vita precedente aveva sempre gelosamente custodito fino al momento in cui lo aveva incontrato.
Miharu guardandolo non vedeva in lui nient'altro che Yoite e Yoite sapeva bene che mai avrebbe potuto ringraziare abbastanza il buon Dio per quella gioia tanto grande, sapeva perfettamente che avrebbe potuto continuare a sorridere fin quando l'ultima scintilla di vita non lo avesse abbandonato sapendo che il ragazzino seduto al suo fianco avrebbe stretto la sua mano, forse ancora più forte di quanto già non facesse, anche se Yoite avesse finito con il confessargli della volta in cui avrebbe desiderato vederlo morire.
Come il vento della sera Yoite scompigliò con la mano libera i capelli sottili di Miharu regalandogli poi un delicato bacio sulla fronte della quale percepì meravigliato la consistenza, prolungò allora il contatto beandosi della sensazione regalategli dalla pelle fresca sulle sue labbra cocenti. Si imbarazzò Yoite tanto quanto lo fu Miharu le cui gote immediatamente si infiammarono e i suoi occhi si spalancarono stupiti davanti a quelle inaspettate attenzioni.
«Dormi ora, sarai stanco. Stanotte penserò io a vegliare su i tuoi sogni»
Yoite si paralizzò nell'udire quelle parole quando le sue labbra erano ancora intente ad accarezzare con reverenza il volto dell'altro, lasciò che un gemito basso sfuggisse maldestramente alla sua bocca e si infrangesse sulla pelle di Miharu. Miharu di cui già si immaginava il sorriso pudico scatenato da parole pronunciate di getto che erano per entrambi estranee a causa della loro inusuale dolcezza.
Neanche da quelle persone che da bambino si supponeva dovessero amarlo Yoite aveva ricevuto questo genere di attenzioni accorto e mai invadente.
Piangendo silenziosamente lacrime che non aveva saputo arginare, Yoite si gettò sfinito contro il corpo di Miharu piegandosi un poco per nascondere il proprio volto nell'incavo del suo collo, Miharu a quel contatto inaspettato fremette impercettibilmente prima di riscuotersi per stringere con forza le braccia intorno al corpo esile del compagno. Le pose proprio dove avrebbero sempre dovuto essere, attorno al più grande affinchè lo proteggessero.
"Non più voglio morire" pensò Yoite stremato un momento prima di addormentarsi, accoccolandosi nel caldo rifugio che era il corpo dell'altro, quel corpo che sprigionava un fragante profumo di cannella e di casa. Il treno continuava intanto,insensibile ai problemi dei suoi giovani occupanti, a sferragliare veloce alla volta del villaggio di Banten in un viaggio durante il quale un sentimento gemello all'amore aveva inaspettatamente finito con il legarli in maniera indissolubile l'uno all'altro.
ANGOLO DELL'AUTRICE
Ho scritto questo piccola oneshot dopo aver concluso la lettura del nono volume del manga quindi si ispira alla scena finale dove i due protagonisti sono in viaggio per Banten dopo essere fuggiti dai Kairoshu.
Spero possa piacervi,è un esperimento che progettavo da tempo,è senza pretese ma ci tengo molto quindi una vostra parola per recensire mi farebbe felicissima c:
A presto,
yoursbaka