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Autore: Ella90    10/04/2007    5 recensioni
Dolce sogno nascente (NONO capitolo)
Deglutì rumorosamente. Non era possibile. Lo sguardo non era terrorizzato, soltanto palesemente sorpreso. Incredulo ed esitante. James Potter era un lupo mannaro. Rimase per qualche altro secondo interminabilmente lungo a fissarlo. La gola secca, gli impediva di parlare. Come se ce ne fosse stato bisogno. Un ruggito e poi più nulla. Più nulla...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo

Capitolo primo: Tutto iniziò da qui

La Sala Grande pullulava di studenti che, con ancora indosso delle enormi occhiaie dovute al festino che si era svolto la sera prima, facevano colazione, ignari del fatto che si sarebbero ritrovati involontari testimoni di una spettacolo noioso quanto conosciuto.

Le facce assonnate non si distinguevano le une dalle altre, tutti sembravano calati in uno stato vegetativo, incapaci di intendere e di volere. Dei ragazzi addirittura non toccarono cibo, semplicemente per il fatto di aver fatto già una lauta scorpacciata di merendine e schifezze varie la sera prima.

Il lento scorrere dei minuti veniva scandito ogni tanto da qualche testa, che assonnata, cadeva vivacemente nel piatto che le stava di fronte.

Solo tre figure sembravano immuni al clima sonnacchioso disperso nella stanza. Loro, abili ideatori della festa che aveva visto partecipe mezza scuola, se ne stavano tranquillamente seduti chiacchierando del più e del meno. Tuttavia la sala, non aveva il privilegio di sfoggiare uno dei due ragazzi più popolari e corteggiati della scuola: uno di loro, mancava all'appello.

Il gruppo, infatti, era composto non da tre, ma bensì da quattro elementi. Due figure portanti, uno spettatore, e quello che doveva essere l' eforo. Infatti, il suo compito primario era quello di far rispettare le regole agli altri tre. Peccato che il suo dovere veniva leggermente compromesso a causa dai numerosi, disperati (soprattutto disperati) e tuttavia inutili tentativi di uno dei suoi amici di farsi notare da una delle più belle e orgogliose ragazze della sua Casa: il Prefetto Lily Evans.

La ragazza in questione era seduta poco lontano da loro, il viso immerso nella sua ciotola semivuota, gli occhi apparentemente chiusi. Al contrario di quello che pareva confermare il suo volto, lei non aveva partecipato al festino, svoltosi tra l'altro, nel dormitorio di fronte al suo. La ragazza infatti, non era famosa per il suo amore verso feste, festini ed eventi mondani in generale. A dire la verità non era molto popolare in generale, dato che la sua unica passione, era quella di leggere o di sorprendere innocenti ragazzini compiere atti vandalici, tanto per avere una scusa per metterli in punizione. Hogwartz non aveva mai ospitato una ragazza così dedita alle regole quanto alle pagine dei vecchi volumi custoditi nelle biblioteche. A questo, andava aggiunto il suo odio smisurato verso un ragazzo in particolare, che guarda caso andava famoso per la sua noncuranza della normativa. Fortunatamente, egli non era presente quella mattina. O almeno non ancora.

Il tavolo dei Grifondoro, in effetti, non era mai stato silenzioso come quel giorno, ma era faticoso capire se quello era un bene o un male. Gli studenti più anziani, infatti, non vedendo quella figura ormai conosciuta a memoria implorare la ragazza sopra citata di uscire con lui, iniziarono ad insospettirsi; mentre quelli nuovi non davano segni di preoccupazione. Ingenui.

Il quartetto, ormai ridotto a tre componenti, stava ben attento a scrutare porte e finestre, nella speranza di non scorgere alcuna figura familiare farvi capolino. Il loro amico, ormai dato per disperso, era estremamente conosciuto per i suoi modi alquanto strani di presentarsi, non solo a colazione, ma in qualsiasi altro evento; destando oltre all'attenzione ormai regolare di tutta la scuola e soprattutto quella della ragazza succube dei suoi continui avvicinamenti, quella dei professori, che non tardavano a dimezzare i punti della sua Casa.

- A questo punto, possiamo aspettarci di tutto... -

A parlare era stato un ragazzo piuttosto basso, grassoccio, che rispondeva al nome di Peter Minus. Era amico del disperso e degli altri membri della loro compagnia, ovvero Sirius Black e Remus Lupin. Ma al contrario di loro, non era ne bello ne particolarmente intelligente. Era solo un ragazzino poco cresciuto, grassoccio, basso e informe.

Quello che distingueva gli altri due, infatti, era la bellezza, l'eleganza e lo charm per Sirius Black, e l'intelligenza, ma soprattutto la bontà per Remus Lupin. Tuttavia, i tre (o per meglio dire quattro) erano molto amici.

Forse vi starete chiedendo chi sia il disperso, e magari che vi elenchi anche per lui qualche caratteristica, tanto per farvi un'immagine di questo misterioso personaggio. No no no, non ho nessuna intenzione di parlarvi di James Potter e delle sue malefatte, anche perché l'elenco di caratteristiche sarebbe così lungo e noioso che rischiereste di addormentarvi lì sulla sedia.

- Peter, non portare sfiga... A questo ci pensa già abbastanza Remus. -

Sirius Black sembrava nervoso forse per la prima volta in vita sua. Abituato com'era ad essere protagonista di sogni e preoccupazioni di adolescenti confuse, non sopportava di dover essere lui a farsi mille pensieri su quello che doveva essere il suo migliore amico. Infatti, i suoi capelli neri che cascavano distrattamente sugli occhi, così come gli occhi blu incredibilmente profondi, avevano fatto impazzire circa un migliaio di ragazzine. Era dannatamente elegante, e il guaio era che lo sapeva bene. 

- Peter, finiscila di essere così paranoico. Sirius, io non porto sfiga, e comunque potresti anche finirla di scrutare ogni angolo del castello. James mi ha detto di stare male e l'ho lasciato in dormitorio. Non succederà niente. Assolutamente niente!

Remus Lupin aveva pronunciato il tutto con estremo autocontrollo nella voce, anche se era perfettamente consapevole che sarebbe successo per forza di cose qualcosa di lì a poco. Al contrario dell'amico Black, Lupin, non possedeva armi di conquista così all'avanguardia: i suoi capelli biondicci e l'aria perennemente assorta nei suoi pensieri non sembrava stuzzicare la fantasia di molte ragazze. Inoltre, era dotato di una straordinaria timidezza, che lo lasciava spesso a corto di parole. Era molto alto e magro, certo, e i suoi occhi erano veramente incredibili, ma non avrebbe mai potuto eguagliare i suoi due amici.

- Remus ti avverto, se Potter ne combina una delle sue, e scopro che tu lo sapevi, ti farò sospendere. E' chiaro?

Lily Evans, la ragazza che aveva fatto innamorare il nostro bel disperso, si era momentaneamente protesa verso uno dei suoi unici amici maschi, Remus Lupin appunto. Ella godeva di una forte influenza sulle persone, tranne che per Potter e Black. Tutte erano invidiose di quei bellissimi capelli lucenti tinti di un rosso fuoco e di quegli occhi a mandorla, di un verde scuro incredibilmente espressivi. Il corpo slanciato e curato le assicurava un posto d'onore nel cuore del famoso Potter. Posto che lei non teneva affatto ad avere. Aveva odiato Potter da sempre, e questo non sarebbe di certo cambiato. Il suo carattere era costantemente in collisione con i doveri da prefetto che la ragazza doveva esercitare.

- Non preoccuparti Lily -

Fu la sola risposta che ricevette, accompagnata da un rumoroso deglutire del ragazzo, preoccupato per la sua incolumità.

Il momento che tutti aspettavano arrivò poco dopo. La porta si era spalancata con un secco "sbeng", lasciando entrare un ragazzo che a passo svelto raggiunse i suoi amici. Tutta la sala al completo si era zittita di botto, chi dormiva era stato svegliato da una gentile gomitata del compagno, perfino i professori avevano alzato lo sguardo su quella sagoma che avanzava velocemente tra i tavoli. Alcuni, tra cui la professoressa McGrannit si sbatterono una mano in fronte, chiudendo gli occhi e pregando in silenzio.

Ma al ragazzo tutto questo non sembrava importare.  Continuava ad avanzare, con un sorriso strafottente dipinto sul viso. L'attenzione di tutti era rivolta al modo in cui era vestito. Aveva indosso, al posto della divisa, una maglietta bianca a maniche corte e un paio di jeans scuri. Sulla maglietta era ricamata la scritta "Evans, esci con me?". Arrivato di fronte a Evans, si era messo ad intonare un allegro motivetto. La "canzone" ( e fidatevi, ci vuole coraggio a chiamarla tale) parlava di una ragazza, dagli occhi verdi e i capelli di fuoco, che aveva fatto innamorare perdutamente il protagonista. Quando tutto questo teatrino finì, fece un profondo inchino e urlò a una Lily in procinto di avere una crisi respiratoria "Ti amo!". 

L'intera sala si era ora voltata ad osservare la ragazza, aspettando una sua reazione devastante e distruttiva, per cui l'intero castello ne avrebbe risentito. 

Lentamente si alzò e continuò a fissare la maglietta di Potter, iniziando a respirare pesantemente. Molto pesantemente. Decisamente troppo.  I più furbi strizzarono gli occhi e si tapparono le orecchie con le mani. Gli studenti del primo anno invece, passavano lo sguardo da uno all'altra, con occhi spalancati e bocche aperte. E la reazione di Evans venne.

- TOGLITI SUBITO QUEL COSO DI DOSSO, POTTER.  -

La sua voce rimbombava nella sala. I capelli infuocati le ricaddero sul viso, dandole la tipica espressione Satanica. La bella rossa, si trovava in balia di due forti emozioni: una che le suggeriva di uccidere il suo interlocutore seduta stante, e l'altra che le diceva saggiamente di sotterrarsi. La vergogna era troppa, ma alla fine, la prima ebbe la meglio. I professori ormai rassegnati, si limitavano ad alzare gli occhi esasperati. Potter si esibì in un leggero inchino e lentamente si sfilò la maglietta.

La sala si esibì in un boato assordante. Tutte, e dico tutte, le ragazze della scuola presenti, cacciarono un'urletto eccitate. Alcune si erano anche alzate, mentre altre gli rivolgevano occhiate languide e maliziosamente fastidiose. L'unica che non sembrava apprezzare tutta questa messa in scena era la ragazza che gli stava di fronte. Cominciò a tremare, mentre il suo labbro superiore si esibiva in una smorfia di disgusto. Piano piano alzò il capo, continuando a fissare il suo interlocutore con schifo.

-Contenta, dolcezza? allora passo a prenderti Sabato. -

Gli addominali scolpiti del Cercatore sommati ai bicipiti da paura, come qualcuno diceva, causarono qualche mancamento, del tutto giustificato secondo il diretto interessato. Sfoggiando uno dei suoi sorrisi più accattivanti alla sola protagonista delle sue fantasie più recondite, se ne andò così com'era venuto.

-Io non uscirò mai con te, Potter. -

Queste le ultime parole di Lily, dette con estrema noncuranza davanti a quel corpo divino, e soprattutto fregandosene degli sguardi di tutte quelle ochette che la osservavano con disprezzo, sperando invano di aver sognato tutto.

La sala ricadde in un religioso ed innocuo silenzio, rotto solo dalla campanella che avvisava i ragazzi che le lezioni dovevano cominciare.

 

Il passo spedito di lei non lo fermava, anzi, sembrava  lo incitasse a continuare a seguirla. Non accortasi di averlo alle calcagna, continuò il suo discorso per nulla articolato con la sua compagna di banco, Pam Enderssen. Non le stava un gran che simpatica, ma era decisamente meglio che stare in compagnia di Potter. Vedendola girovagare da sola, sicuramente avrebbe colto la palla al balzo, provandoci fin quando lei, pur di non sentire un'altra parola, avrebbe accettato il suo invito.

Le ragazze stavano discutendo come al solito sulle lezioni che si sarebbero svolte di li a poco. Il discorso fu quasi subito deviato andando a parare, almeno per quanto riguardava la rossa, su Potter e i vari modi per farlo fuori. Era estremamente fastidioso, per non dire peggio, dover portare avanti la sua giovane vita da studente, trovandosi ogni tre per due lui e i suoi incomparabili amici tra i piedi.

- Hey Evans! Bella camicia, è nuova?... Pronta per Sabato? Dovrebbe essere... domani? -

Lily scoprì solo allora che l'essere più odioso del mondo le stava dietro. Il suo sopracciglio destro andò a incurvarsi, formando una curiosa espressione, forse troppo conosciuta su quel volto. Inutile dire che le prole di quel depravato di Potter erano state dette con notevole sarcasmo, alludendo prima alla camicia della divisa, poi alla proprietaria di quest'ultima. Queste brevi informazioni si trasformarono, nel cervello della bella ragazza, in un'accusa, sul fatto che lei prediligeva capi sobri ed elegantemente comodi a minigonne e top striminziti, ospiti fissi dei corpi delle ragazze che si "offrivano" al Cercatore.

- Siamo simpatici, stamattina! Si, non ti preoccupare, sono prontissima per sabato, quando uscirò con quel ragazzo di Corvonero... quel certo Finnigan, perché nel caso uscissi con te, non mi basterebbe un anno intero a prepararmi psicologicamente! -

Fu la volta di Potter di alzare il sopracciglio, evidentemente divertito da tale scena. Non capitava tutti i giorni di trovarsi a discutere con una creatura come Lily Evans. Tranne per lui, ovviamente.

- Chi sarebbe quel Finnigan?

Chiese, non molto interessato, a dir la verità. Il Cercatore, infatti, era davvero convinto di aver fatto breccia nel cuore della bella. Infatti, secondo lui, la sua, era solo una scenata di gelosia; perché non c'era Finnigan che teneva. Lui era la perfezione fatta a persona, e non si poteva che adorarlo.

- Nessuno che ti interessi Potter. Ed ora ti lascio, non vorrei rischiare di trovarmi coinvolta involontariamente in un'altra scenata come quella di stamattina. A proposito, non farlo mai più o giuro che te ne pentirai seriamente.

- Eddai, Evans... Dillo che ti sono più che piaciuto... No, no, no... Non devi ringraziarmi. Questo e altro per te, tesoro. -

Sfoggiando un'altro dei suoi sorrisi strafottenti che la rossa tanto odiava, prese la borsa dei libri amati di lei, e fece per incamminarsi a lezione. La sua mano andò subito a cercare quella della ragazza che le stava di fronte, sul volto ancora un'espressione di profondo odio. Ma non la trovò mai. In cambio, Lily gli sferrò un ceffone da manuale, con fare indignato.

- Vaffanculo Potter. -

E il moro la vide allontanarsi, mentre sul suo viso si faceva strada una strana macchia a cinque punte.

#

Erano soltanto le otto di mattina, ma nella stanza dei famigerati malandrini regnava il caos...

- Remus, ti sarebbe dispiaciuto bussare? James mi ha già abbastanza rovinato la vita, grazie. -

Remus non ebbe ne il tempo ne la voglia di riflettere su quanto detto dall'amico. Sembrava piuttosto sconvolto.

- Remus era ora che facessi finta di star male per disertare le lezioni! -

- Sirius io non diserto le lezioni ne ho intenzione di farlo. Comunque... -

- E perché quella faccia? -

- Sai com'è... stasera ci sarà la luna piena... -

Con occhi vacui guardò malinconicamente il suo amico. Sapeva che non avrebbe mai potuto capirlo. Certo, gli era vicino, ma non era la stessa cosa. Durante le notti di luna piena, anche la sua mente raggiungeva i raggi lunari. Sirius si esibì in una lieve risatina, senza senso, simile ad un latrato. Come volevasi dimostrare.

- Che cazzo fai sveglio a quest'ora Sir? -

Un James piuttosto assonnato si era improvvisamente tirato su, stropicciandosi insistentemente gli occhi. Dopo un attimo passato a contemplare le coperte assorto nei suoi illogici pensieri, alzò velocemente la testa, fissando i suoi amici. Un sorriso spontaneamente euforico gli si stampò in faccia. Sirius fece per rispondere, sistemandosi con involontario charm i capelli nerissimi lontani dagli occhi, ma fa interrotto da Potter, che aveva iniziato a dimenarsi sul letto, come una scimmia impazzita.

- Ragazzi... Sapete che giorno è, vero? -

Chiese retorico, con occhi sognanti continuando a fissare i suoi amici, sperando che capissero al volo il suo messaggio. Con un respiro profondo si accasciò lievemente, alzando gli occhi al cielo a contemplare chissà quale Dio.

- James, scusa ma non mi sono ancora ripreso dalla scenetta pietosa a cui ho dovuto assistere ieri. Come cazzo ti è venuto in mente di metterti in ridicolo davanti a tutta la scuola per una stupida donna! Sei anche amico mio cazzo! La figura di merda la faccio anche io, sai?!

Ma a Potter non sembrava molto interessato ai monologhi paranoici dell'amico. 

- E' Sabato razza di idioti! Sabato! OGGIESCOCONEVANSSSSSS!

Pronunciando le ultime parole con un nuovo brillio negli occhi, si era messo a saltellare per tutta la stanza, facendo volare i pochi vestiti che aveva indosso, rimanendo solo in boxer. La sua danza di vittoria, vagamente tribale, venne interrotta da Sirius che gli aveva sbattuto una delle sue simpatiche riviste in faccia.

- Finiscila, troglodita... Evans non uscirà mai con te... E comunque porca troia... -

Ma non fece in tempo a finire. 

- Non ho tempo di pensare a questi dettagli, Sir. Remus, Peter... almeno voi, avete capito l'importanza di questa giornata per me, vero? Insomma... Ho un appuntamento con Evans! -

Speranzoso si era volto verso gli altri due amici, che lo guardavano silenziosi, con una strana smorfia dipinta sul volto.

- Lo prendo per un sì. Beh, io vado allora... Non vorrei farmi trovare impreparato... Lily è una ragazza con una certa classe... -

- Credi davvero che uscirà con te, ramoso? Insomma, guarda in faccia la realtà... -

- Finiscila Peter. Andrò ad Hogsmead con Lily, e se necessario andrò a prenderla di peso. -

Finì il suo discorso con noncuranza e finta innocenza, uscendo, dirigendosi verso la Sala Grande. Nella sua testa aveva già preso forma la piacevole serata che avrebbe passato con lei. I suoi sogni peccaminosi persero importanza quando vide la protagonista di quest'ultimi in carne ed ossa sbucare da dietro l'angolo. I pensieri corsero veloci, e dato che le carrozze di Hogsmead sarebbero arrivate di lì a poco, scelse di prendere l'occasione al balzo. Si stava avvicinando con disinteresse alla rossa, ovviamente seguito da un corteo di oche da cortile, che starnazzanti lo seguivano eccitate ad ogni sua mossa.

Lei, sembrava non essersi accorta del Pericolo Potter, e continuava imperterrita a percorrere il corridoio. Purtroppo per lei, capì cosa stava per succedere davvero troppo tardi. Ormai il Cercatore aveva agito.

-POTTER! METTIMI GIU'!!!

La ragazza si trovava in balia delle braccia di Potter, che l'aveva appena presa in braccio. Non si preoccupava minimamente dei suoi lamenti e delle sue (incredibile ma vero) bestemmie e anzi, cercò di darle un bacio. Lei, purtroppo se ne accorse (di nuovo) troppo tardi, quando ormai le labbra del Cercatore si erano posizionate sulle sue. L'incastro, purtroppo, non riuscì affatto. Evans, dopo un secondo di smarrimento strabuzzò gli occhi e tirò un ceffone abbastanza forte al ragazzo, da fargli voltare la testa.

Questo, invece, era rimasto basito, ma non tanto per il ceffone, che non si accorse neppure di aver ricevuto, ma per il bacio che era riuscito a strappare a Evans. Era stato un semplicissimo contatto ma non si ritrovava ancora del tutto preparato a un'eventualità del genere. Ebbe un'impellente bisogno di avventurarsi meglio tra le lebbra della rossa. La prese ancora più saldamente e la portò sulla carrozza, seguito dallo sguardo piuttosto incuriosito della McGrannit. La ragazza a forza di dimenarsi, si era trovata a testa in giù, con la gonna pericolosamente abbassata, ma non ancora abbastanza per far sfoggiare le sue favolose mutandine di pizzo.

- Potter, cazzo! Mettimi giù! -

- Non puoi scappare, piccola. - 

Il ragazzo chiuse la porta e adagiò delicatamente la bella Lily sul sedile di fronte al suo, sorridendole. Lei, una volta capito dove si trovava, cercò inutilmente di uscire. Una giornata con Potter equivaleva a morte.

 

 

 

Allora... come vi sembra? A me è piaciuto un sacco scriverlo... ditemi voi, adesso... Cosa combineranno Potter ed Evans da soli ad Hogsmead? Ce ne saranno delle belle, e rischieranno anche di... Eh, vabè non voglio rovinarvi la sorpresa... Recensite!

  
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