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Autore: shesunbroken    26/09/2012    4 recensioni
“Non ti conviene metterti contro di me, taci e cancella il suo numero dalla tua rubrica!” detto questo chiusi il telefono ed andai in cucina a preparare qualcosa da mangiare per me e Jeremy.
Cosa poteva trovarci di interessante in quella? Io ero mille volte meglio! I miei capelli color platino ed i miei occhi azzurro ghiaccio se li poteva solo sognare la notte quella sfigata.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo essermi rivestita lo guardai negli occhi con uno sguardo agghiacciante.

“Prova a dire qualcosa in giro e ti taglio la gola.” feci segno con la mano e continuai “il mio ragazzo non gradirebbe!” e finii la frase baciandolo per un ultima volta.

Mi voltai ed iniziai ad incamminarmi. I bagni di quel pub era davvero orrendi, non avrei voluto passare un secondo di più lì dentro! Poi sentii dei passi veloci raggiungermi.

“Posso farti una domanda?” la sua voce, appena conosciuta mi mise curiosità.

“Muoviti!” gli risposi noncurante.

“Perché fai tutto questo se stai con il ragazzo più popolare della scuola?”

Rimasi perplessa ed anche offesa dalla sua domanda. Perché mettevo un sacco di corna al ragazzo più desiderato di tutto la città?

“Ma gli affari tuoi?!” replicai indignata.

Poi mi resi conto che non mi conveniva per niente trattarlo così. Poteva risultare innocuo, ma avevo comunque paura che spezzasse il mio sogno.

“Senti, non lo so. Quanto vuoi per il tuo silenzio?” lo squadrai infilando le mani nella mia borsa.

“Da quelle come te nulla, ora ho capito chi sei.” e facendo un sorrisetto indisponente se ne andò.

“Pft, ragazzi...” e tirai fuori l'iPhone per rispondere alla chiamata del mio ragazzo.

“Ehii!” sapevo recitare molto bene.

“Amore, che fai? Che ne dici se passo da te tra mezz'ora?” mi chiese con il suo solito tono da ragazzetto felice.

Guardai l'orologio, avrei dovuto farcela in mezz'ora.

“Certo, ti aspetto! Ti amo!” e chiusi velocemente la telefonata.

Poi vidi il cinnetto che prima aveva alzato la voce con me vicino ad uno scooter che stava per mettersi il casco...avrebbe dovuto farsi perdonare in qualche modo. Così lo raggiunsi correndo.

“Se non mi aiuti, sarà la tua parola contro la mia!” e gli levai il casco di mano, fregandomene dell'odore che avrebbe potuto avere o dei capelli che si sarebbero rovinati.

“Non hai ancora finito di sfruttarmi?”

Dopo avermi guardata a lungo continuò “Aspettami lì!” ed indicò un punto vicino sul marciapiede.

Feci come mi disse e dopo essermi messa il casco lo osservai salire sulla moto ed avvicinarsi. Salii.

“Casa mia, vicino...”

“So dove abiti, tutti lo sanno. Tieniti a me e stai zitta.”

Feci finta di niente ed appoggiai le mie braccia alle sue spalle.

Dopo più o meno 5 minuti arrivammo a casa mia, gli restituii il casco e corsi in casa.

Appena entrata mi catapultai in bagno per struccarmi e mettermi una tuta per stare in casa, non avrei potuto far capire a Jeremy che ero uscita. Tanto i miei, come al solito, erano via per lavoro e non avrebbero potuto fiatare sulla mia seconda vita. Poi sentii suonare alla porta. Mi fiondai ad aprire per baciare il ragazzo più figo di tutta Liverpool. Lui ricambiò, ma più distaccato del solito.

“Che c'è? Partita dura 'sta sera?” gli chiesi dopo averlo fatto sedere sul divano.

“Beh, sì. Abbiamo vinto per miracolo!”

Stava mentendo.

“Fai così, 'sta sera dormi da me. Vai a farti una doccia, io penso a metterti a posto il borsone!” indicai quella sacca puzzolente e sporca che era entrata in casa mia.

Lui annuì e salì al piano di sopra. Non c'era bisogno che salissi anche io, ormai era come se fosse casa sua e sapeva esattamente dove erano le cose che gli sarebbero servite. ...a meno che non voleva fare l'amore con me. Ma non lo vedevo proprio in vena.

Dopo un minuto dalla sua assenza, mi fiondai sul borsone alla ricerca del suo cellulare. Lì avrei trovato tutte le risposte! Scorrevo lentamente i messaggi quando ne trovai alcuni di...Charlotte.

Charlie la sfigata? Oh mio Dio. Non volevo crederci. Diedi un'occhiata alle loro conversazioni...si sentivano, scherzavano come due grandi amici...o come due che si stavano frequentando. Non persi tempo e schiacciai il verde.

Una vocina mi rispose.

“Ehi, Jeremy! Come va?”

“Senti, sfigata! Non avvicinarti al mio ragazzo, okey?” andai dritta al punto.

“Ma tu...” mi rispose intimidita.

“Sì, sono Alyssa, la sua ragazza! Ti è tutto chiaro?”

Lei provò a contestare ma io le troncai la frase.

“Non ti conviene metterti contro di me, taci e cancella il suo numero dalla tua rubrica!” detto questo chiusi il telefono ed andai in cucina a preparare qualcosa da mangiare per me e Jeremy.

Cosa poteva trovarci di interessante in quella? Io ero mille volte meglio! I miei capelli color platino ed i miei occhi azzurro ghiaccio se li poteva solo sognare la notte quella sfigata.

Ecco perché era strano. Che avesse intenzione di mollarmi per quella? O magari aveva scoperto qualcosa?

Io era la ragazza più figa, lui il ragazzo più figo. Dovevamo stare insieme, punto.

Dopo aver preparato due bistecche, apparecchiai il tavolo e lui scese in boxer dalle scale.

“Pronto!” gli dissi con un sorrisone.

“E brava la mia donna!” mi baciò dolcemente.

Forse era davvero stanco e aveva bisogno di rilassarsi, lei o io non c'entravamo nulla. Meno male. Tirai un sospiro di sollievo e provai a convincermi ancora di più mandando avanti il mio piano.

Ci sedemmo a tavola.

“Sai amore. Hai presente quella che viene in classe con te? Quella dai capelli ricci e castani?”

“Charlotte?” mi chiese incuriosito.

“Sì, quella sfigata. Al compito mi ha passato tutte le risposte sbagliate e l'ho sentita parlare male di noi.” gli dissi facendo finta di nulla.

“Sarà gelosa.”

Solo questo? E beh, ovvio. Se davvero si sentivano non avrebbe mai dato una risposta del tipo “Oh, che stronza!” Per l'amor del cielo.

“Gelosa? E di cosa? Cioè, lo so che tutte ti vogliono, ma facendo così non risolve nulla.” replicai turbata. Vedendo che non rispondeva continuai “Tu che ne dici?”

Provai a far incontrare i miei occhi gelidi con i suoi verde prato.

“Non lo so, è una ragazza normale, come tutte le altre, che insegue un sogno.”

“Un sogno irrealizzabile, giusto?” provai a tranquillizzarmi.

Silenzio.

Non ci potevo credere.

Mi alzai dal tavolo. “Vado a dormire, buona notte!”

Sbattei i pugni sul tavolo e mi buttai nel mio lettone, sperando fosse tutto un sogno. Magari mi sarei svegliata con lui vicino a coccolarmi e mi sarebbe passato tutto.

 

-

 

“Brittany, mi ascolti?” le chiesi impaziente.

“Sì, ma non ho capito bene!”

“Hai presente quando una settimana fa l'ho beccato che messaggiava con Charlotte? Nonostante il mio avviso, si sentono ancora. E oltretutto ieri mi ha beccata con un altro.”

“Chi? La sfigata?” chiese lei incuriosita.

“Prima le ho infilato un biglietto nell'armadietto firmato Jeremy in cui le ho chiesto di incontrarci in palestra alla seconda ricreazione.” spiegai.

“Woo, bella mossa sorella!” mi guardò e continuò “Oh, già! Muoviti e fagliela vedere!”

Dopo aver salutato Brittany corsi in palestra appena 30 secondi prima che arrivasse lei.

Pantaloni a zampa di elefante, cardigan di tessuto sintetico, mocassini ed enormi occhiali da vista che incorniciavano i suoi occhi blu impauriti alla mia vista.

Mi avvicinai con passo fermo.

“Non ti è bastato, vero? Ti avevo detto di stargli lontano e non l'hai fatto!”

“S-sei tu che lo allontani comportandoti c-come ieri sera.” la sua vocina fioca mi rispose, sorprendendomi.

“Non fiatare o te la faccio pagare, sai di cosa sono capace!” la fissai nei suoi occhietti piccoli piccoli.

“E' per questo che...”

“Non un'altra parola!” le urlai contro. Poi sentii arrivare i suoi passi. Sì, quelli di Jeremy.

“Che succede?” la sua espressione era pressoché sorpresa.

“Le stavo spiegando che non è carino passare le risposte sbagliate al compito, giusto Charlie?” la fulminai con lo sguardo.

“Non lo farà più, giusto Charlie?” Jeremy, dopo averla scrutata si girò verso di me “Ora può bastare.”

Per tutta risposta lo baciai in un modo a dir poco che ispirava sesso fissando la sfigata negli occhi e facendola rodere. Non contenta presi le sue mani e gli feci percorrere la mia schiena perfetta facendolo arrivare fino in fondo. Quando ci staccammo lui non sapeva cosa dire. Già, ogni cosa poteva essere usata contro di lui. Guardò Charlie in modo dispiaciuto, mi prese la mano e ci incamminammo per i corridoi.

“L'hai spaventata!” mi sgridò.

“Così impara! Tu la difendi pure?”

Offesa, gli mollai la mano e me ne andai di fretta verso la mia aula.

“Robe da pazzi...” pensai.

Dovevo mollarlo, ma non potevo.

Suonò la campanella, segno che dovevo tornare alle lezioni.

Mi incamminai verso la mia aula, pensando tutte le tre ore di spiegazione a quella situazione di merda.

Le 4.00. Finalmente potevo uscire, potevo chiarire con Jeremy e sentirmi dire che ero l'unica per lui. Così lo aspettai in cortile.

5 minuti.

Che nervosismo, ci incontravamo sempre per tornare a casa insieme, quindi lo sapeva che ero lì ad aspettarlo.

10 minuti.

Okey, avevo perso le speranze, mi stavo trattenendo dal piangere davanti a tutti.

15 minuti.

Non potevo resistere. Decisi di alzarmi ma una voce decisa mi bloccò.

“Fermati, dobbiamo parlare.”

Oh, i suoi mocassini. Alzai lo sguardo e quasi non ci potevo credere che lei aveva avuto il coraggio di parlarmi in quel modo.

“Sei contenta ora?” iniziai a piangere davanti a tutti.

“No, andiamo da un'altra parte!” mi prese per mano e mi portò in un vicoletto lì vicino con una panchina, la lasciai fare. Poi ci sedemmo.

“Lasciami parlare, senza interrompermi o darmi della sfigata o della puttana.”

Annuii.

“Bene. Lui ti ama. Ed anche tanto. Ma non te, la ragazza che eri prima. Ora non lo prendi più e quasi non ci crede che non sei più la stessa, non riesce ad accettarlo. Quando gli hai detto quella cazzata, è venuto da me chiedendomi perché l'avevo fatto. Gli interessa di te, ma è ingenuo. Non sa che sei davvero tutt'altra persona, o per lo meno...lo sei diventata. E' vero, ci sentivamo e so di essermi comportata da vera puttana ma non posso farci nulla perché l'hai spinto tu a fare questo. E' per questo motivo che sono venuta a parlarti. Lui ti vuole mollare. Sì, per me, per la sfigata di turno. Ma io voglio farmi perdonare: ti posso aiutare a ritornare quella di prima, a riconquistarlo. Rinuncio a lui, te lo meriti di più tu nonostante tutte le corna, perché è ora che ti stai rendendo conto di amarlo davvero, no? Lasciati aiutare.”

Mi si formò un nodo alla gola. In quegli occhi blu, in quelle parole, ci trovavo la mia vecchia me. Aveva ragione. La fama a scuola mi aveva cambiata. E non mi ero nemmeno resa conto che la relazione con Jeremy era cambiata completamente. E lei era così carina da volermi aiutare, nonostante il mio comportamento passato nei suoi confronti.

“Senti, te lo meriti di più tu. Digli che sono contenta per lui...e a te do un consiglio.”

Lei provò a replicare ma la fermai. “Non insistere. Gli piaci così come sei, non diventare come me.”

Mi alzai asciugandomi gli occhi con la manica della mia felpa, lasciandola da sola, sulla panchina.

Poi mi arrivò la chiamata di Jeremy.

Risposi.

“Ehi, non c'è bisogno che tu parla. Vai tranquillo, non ti farò più perdere tempo.” e senza nemmeno ascoltare la sua risposta, chiusi il telefono.

Non potevo più perdere altro tempo, dovevo pensare a trovare me stessa e basta.

   
 
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