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Autore: Kosmos    26/09/2012    2 recensioni
«Potesti dirmi, a bassa voce, quanto ancora mi ossessionerai? Puoi aiutarmi, stringimi. Vieni da me ora, lentamente. Accarezzami, senza problemi, calma le mie paure e rasserenami. Muovi le tue mani su di me, porta via le mie preoccupazioni da me. Io sacrificherò tutto quello che ho nella vita per liberare la mia coscienza.»
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Il materassino gonfiabile, scricchiolò per l'ennesima volta sotto il suo peso , costringendo Julia ad aprire gli occhi. Avevano gonfiato i due materassini, subito dopo il ritorno dei genitori di Aleksandra, e benchè quest'ultima fosse completamente andata a causa dell'alcool, lei e Lena erano riuscite a convincere i suoi genitori, che aveva bevuto soltanto una birra allungata con della gazzosa. Lasciò scorrere lo sguardo nel buio, per alcuni secondi, poi si spostò su un fianco, rivolta verso la sagoma di una Lena profondamente addormentata, e rimase ad ascoltare il suo respiro regolare. Si ritrovò a sorridere appena mentre le accarezzava i capelli, scostandoli dal suo viso rilassato. Non riusciva a smettere di pensare a ciò che era accaduto poche ore prima, si sentiva spaventata e allo stesso tempo eccitata, era completamente succube di un vortice di emozioni che le provocava una tale confusione da farle dolere la testa. Continuava a chiedersi se fosse stato l'effetto dell'alcool a donare a Lena quell'audacia e quel coraggio che non erano tipici di lei. Forse si trattava invece di qualcosa di più serio, si trattava di un sintomo, un segnale, di un qualche tipo di sentimento che lei non riusciva ad afferrare, non in quel momento. Era attrazione fisica? Affetto incondizionato? Ammirazione? Oppure era amore? Aleksandra grugnì nel sonno facendola sobbalzare, scostando quindi, velocemente la mano dal viso di Lena, come un ladro che, sentendo la sirena della polizia, lascia andare il suo bottino. Colpevole. Era così che doveva sentirsi? 

-Mh..Jul? Sei sveglia?- Mormorò Lena assonnata, tastando il materassino in cerca del corpo della mora. -Sì, sono sveglia- Mormorò quest'ultima di rimando e accostò lentamente il corpo al suo, la rossa fece scorrere le dita lungo il braccio dell'altra, fino ad arrivare al suo viso e le sfiorò il labbro inferiore con i polpastrelli. Julia sentì un pizzico di eccitazione solleticarle il basso ventre e cercò inutilmente di scacciare quella sensazione, non poteva negarlo aveva voglia di prenderle il viso e baciarla. Davvero la sua migliore amica le provocava un simile impulso?

-Cosa sta succedendo?-Pensò allarmata -Ho fatto qualcosa di male?- Sussurrò Lena. Ecco, si era tradita con lo sguardo, ma Lena non poteva vederla al buio, quindi aveva pensato ad alta voce? -No, figurati, va tutto bene- Mentì -Mi piacciono le tue labbra- Mormorò subito dopo Lena, con un filo di voce, come se parlasse tra se e se, quindi seguì il contorno delle labbra dell'altra con un dito e, quando quest'ultima le baciò il polpastrello, lei sussultò e sorrise poi avvicinò nuovamente il viso al suo e Julia, sentendo il suo respiro solleticarle le labbra, non potè fare a meno di premerle contro quelle di lei. La rossa chiuse gli occhi e lasciò scorrere la mano tra i capelli corti di Julia, stringendone alcune ciocche corvine tra le dita, mentre le baciava più volte le labbra. Le loro lingue si scontrarono ancora, ma stavolta più intensamente, le loro bocche erano quasi fameliche, come se entrambe non avessero desiderato altro che questo e i loro corpi erano intrecciati tra loro, come se fossero i due unici pezzi dello stesso puzzle. I vari schiocchi provocati dalle loro bocche e dalle loro lingue, rimbombavano nel silenzio della piccola stanza da letto della loro amica, che dormiva profondamente senza accorgersi di quel che stava accadendo. 
-Ti amo.-

I loro baci vennero interrotti solo da queste due parole, sussurrate con dolcezza e innocenza, dalle labbra di Lena. Julia perse un battito e socchiuse gli occhi, valutando attentamente le parole da dire, ma l'unica cosa che uscì dalla sua bocca fu:-Ne sei sicura?- A quella domanda, Lena rispose senza esitazione:-Sì, ti amo-


×××


La madre di Aleksandra spalancò la porta della stanza e con voce melodiosa mormorò:-Ragazze, è ora di alzarsi! La scuola vi attende- Aleksandra grugnì:-Allora può continuare ad attendere- E nascose nuovamente il viso tra le coperte. Lena al contrario, si alzò immediatamente e si spogliò del pigiama, per indossare i vestiti del giorno precedente poi si avvicinò al letto di Aleksandra e le tolse la coperta di dosso, per incitarla ad alzarsi, ma quest'ultima non volle saperne e rimase impassibile, rannicchiata su se stessa -Topolino, c'è la cioccolata calda con panna e i biscotti per colazione- Mormorò sua madre attirando immediatamente l'attenzione della ragazza, che spalancò gli occhi e si alzò finalmente, dal letto e si vestì in tutta fretta. L'unica che era ancora profondamente addormentata, o quasi, era Julia. Quindi Lena si avvicinò al materassino e si sedette sul bordo, accarezzandole il viso per svegliarla dolcemente, infatti la mora aprì gli occhi e sorrise sorniona -Buongiorno- Mormorò la rossa, accarezzandole i capelli -‘Giorno- fu la risposta di Julia, seguita da uno sbadiglio e da un'occhiata all'ora indicata sul display del cellulare, quindi si alzò a sedere e, con un'andatura sbilenca, si mosse verso la sedia su cui erano disordinatamente posate le sue cose. Si sfilò la maglia e i pantaloni, del pesante pigiama di plaid, e percepì immediatamente lo sguardo di Lena su di lei, si voltò appena e la osservò con un sorriso dopodiché indossò la divisa scolastica e uscì dalla stanza, seguita da Lena. A guidarle fino alla cucina fu il profumo di cioccolata calda e biscotti appena sfornati, si sedettero sugli sgabelli e Julia avvicinò la propria tazza, addolcendo ulteriormente la cioccolata con due bustine di zucchero. -Ehi, ragazze, cos'è successo ieri sera? Non ricordo assolutamente nulla, a parte il fatto che ad un certo punto ho iniziato a vedere Dylan Dog dappertutto, seduto sul divano, sdraiato sul pavimento...- Bisbigliò mentre faceva guizzare gli occhi da una parte all'altra della cucina, controllando che sua madre fosse abbastanza lontana da non sentire ciò che stava dicendo. Julia per tutta risposta scoppiò a ridere, ricevendo subito dopo, un calcio da parte dell'amica -Ahi! Non è successo nulla d'importante, sta' tranquilla.- Lena si sentì inspiegabilmente ferita da quella frase, o forse una motivazione c'era ed era che se per Julia ciò che era successo era di poca importanza, per lei invece, era importante eccome. Era per questo quindi, che la notte precedente, quando lei le aveva confessato i suoi sentimenti, la mora si era limitata a sorriderle e ad augurarle la buonanotte, coricandosi subito dopo e lasciandola sola con le sue domande e i suoi "perché"? Sì, probabilmente era stata troppo precipitosa e di conseguenza l'aveva spaventata. Ma allora perché le era sembrata così coinvolta, in quei baci e in quelle strette così appassionate? Non poteva di certo essersi immaginata una cosa così concreta, come quella che aveva provato. -Len, dobbiamo andare, altrimenti faremo tardi- Mormorò Julia, facendole notare così che la sua tazza era ancora piena e che la sua mano stava ancora girando il cucchiaino nel cioccolato ormai quasi freddo. Quindi si affrettò ad avvicinare la tazza alle labbra, bevendo tutto d'un fiato e procurandosi così, dei deliziosi baffi di cioccolato che Julia si offrì di pulire, avvicinando le dita al suo viso, ma la sua mano venne bruscamente scansata da quella di Lena che la fulminò con lo sguardo -Lascia stare, a quanto pare, non è nulla d'importante- Sentenziò, apprestandosi a pulirsi il labbro superiore, con la manica della maglietta. Ovviamente nessuno all'interno della stanza poteva aver capito il senso di quella frase, nessuno tranne Julia, che invece l'aveva capito perfettamente e si era sentita immediatamente attanagliata dal senso di colpa. Non aveva avuto intenzione di ferirla con la risposta che aveva dato ad Aleksandra, aveva solo cercato la risposta più efficace per nasconderle i particolari della sera precedente. 
Il viaggio in macchina, fu snervante per entrambe, nessuna delle due osava guardare l'altra, nemmeno di sfuggita, l'una si sentiva troppo offesa, ferita nell'orgoglio e l'altra si sentiva tremendamente colpevole. La tensione veniva spezzata soltanto dalle domande della signora Rachminova riguardo alla scuola, ai famigliari e qualcosa anche riguardo ai bagni pubblici e ai semafori troppo lenti. Aleksandra al contrario, non era affatto di aiuto, dal momento che le uniche frasi che riusciva a biascicare erano riferite a Dylan Dog, oltretutto spezzate assiduamente da lunghi grugniti, mentre la sua testa penzolava tra il sedile e il freno a mano. -Grazie del passaggio, signora- Mormorò cortesemente Lena, scendendo dall'automobile e issandosi lo zaino in spalla. Aveva intenzione di non rivolgere la parola a Julia per l'intera giornata, ma non sapeva se ci sarebbe riuscita.

«È troppo tardi, non c'è niente da recuperare. Guardi altrove per limitare il danno

 

Fine secondo capitolo.

  
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