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Autore: valli    27/09/2012    8 recensioni
Inizi del '900, Chicago (Illinois). Un matrimonio combinato, la finzione di un amore, il dolore di una donna. Finirà tutto così? Le cose si possono sistemare?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Old loves they die hard;
Old lies they die harder.


Capitolo XIX: affetti.
 
A mio padre.
Come sempre, un capitolo è dedicato solo a te.
Il modo più semplice per ringraziarti nonostante tu non sia più qui.

Giuro che cercherò di farcela.
 
 
Regina

 
«Alexander è tornato...»
Ci volle un secondo prima che mia madre riprendesse controllo di sè e si prodigasse per farmi entrare e sedere.
«Tornato? In che senso tornato?!»
«Nel senso letterale del termine, mamma!» la rimproverai, istericamente. «Me lo sono trovato a casa, perfettamente a suo agio, perfettamente tranquillo con...» mi fermai per prendere un respiro profondo per calmarmi e cercare di non scoppiare in lacrime.
Mia madre posò una mano sul mio braccio, per ricordarmi la sua vicinanza.
Non ero sola.
«Regie... tesoro, adesso faccio chiamare tuo padre, va bene? Risolveremo la situazione...»
«Aveva ragione...» mormorai, «Aveva ragione papà. È tornato e vuole rinsediarsi nella mia vita come se nulla fosse successo. Vuole vivere in casa mia, vuole che faccia da balia al suo bambino, vuole che faccia la moglie sottomessa, un'altra volta!» gridai sbattendo un pugno sul cuscino del divano per sfogare la mia frustrazione.
«Che cosa?! Ti ha davvero chiesto quelle cose?» domandò mamma esterrefatta.
«Sì, come se fossero le più naturali del mondo. Mamma, oltre a dover abitare sotto lo stesso tetto, come potrò mai fingermi la madre di quel bambino?! Non ha colpe, lo so, è innocente, ma il solo pensiero mi ripugna. È il ricordo costante del suo tradimento, di tutto il dolore che non ho mai smesso di provare. Perchè è tornato? Perchè, proprio oggi che è il giorno del nostro anniversario? Perchè, proprio adesso, che iniziavo a... a stare un po' meglio?» domandai, forse a mia madre, forse a me stessa, mentre dai miei occhi iniziarono a scendere lacrime.
Mamma sospirò abbracciandomi, «non lo so, figlia mia, non lo so.».
 
~
 
Restai tutto il pomeriggio con mia madre, fino all'ora di cena, quando mio padre fece ritorno.
Mamma gli spiegò la situazione, mentre io me ne stavo seduta zitta al tavolo della sala da pranzo.
«Diavolo! Che sia maledetto, quello sciagurato!» imprecò con voce dura, facendo sobbalzare mia madre che non amava quel linguaggio.
«Cosa possiamo fare, Gregory? Non ho intenzione di far tornare Regina in quella casa!» esclamò mamma.
«Purtroppo credo non ci siano soluzioni. Ho cercato molto in queste settimane, ma non ho trovato casi simili!» sospirò.
«Quindi devo...» iniziai a parlare, venendo interrotta dal campanello.
I miei si scambiarono un'occhiata, poi mio padre si alzò e andò alla porta.
Io e mamma ci scambiammo un'occhiata, non riuscendo a capire chi fosse l'ospite.
Solo quando mio padre iniziò ad alzare la voce potemmo farci un'idea.
«Non so con che coraggio voi vi permettiate di mettere piede nella mia proprietà! Sono stato fin troppo caritatevole con voi, ma le condizioni erano chiare: non vi vogliamo più vedere! Quindi tornatevene a casa vostra e portatevi con voi vostro figlio e vostro nipote: non permetterò mai che la mia Regina soffri ancora a causa vostra!» disse infervorato.
«Per favore, Gregory, per favore, dacci due minuti!» replicò quello che mi sembrò essere il padre di Alexander.
«Due minuti?! Per fare che cosa, pregare mia figlia di dimenticare il passato e tornare a casa? Non lo permetterò mai!» esclamò.
Mentre mio padre rispondeva, io e mamma andammo all'ingresso: ormai era inutile origliare da lontano.
«Gregory, capisco le tue intenzioni, ma lo sai bene che noi donne nella società abbiamo ben poco conto. Se solo parlassimo ad un giudice di questa situazione, Regina non avrebbe la possibilità di fare niente se non tornare a casa. Perchè non farlo evitando simili procedimenti?» intervenne Mrs Woods.
«Fuori!» urlò mio padre seriamente arrabbiato. Indicò loro il cancello e ripeté: «fuori, andatevene da qui! Come osate minacciarmi dopo quello che avete fatto alla mia famiglia?! Come osate, dopo che vi ho salvati dalla fame?! Mi fate schifo, famiglia Woods, e dovrete passare sul mio corpo prima di riportare la mia Regina tra le braccia di quel disperato di vostro figlio!» concluse, prima di chiedere loro la porta in faccia.
Mio padre si prese qualche secondo per sé, per respirare profondamente e riprendere il controllo, prima di voltarsi a guardarci.
Poi si avvicinò a me, posò le mani sulle mie spalle e disse: «te lo giuro, Regina, farò di tutto perchè tu non sia obbligata a tornare da loro. Non lo permetterò mai!».
Annuii ripetutamente con il capo, abbracciandolo e finendo per piangere sulla sua spalla. «Grazie, papà. Grazie.»

 
§§§
 

Vi prego di scusare l'esagerata brevità del capitolo, ma in queste settimane sono presa male.

Tra raffreddore e mal di gola, tra scuola e tradizioni paesane per i diciottenni da rispettare ho avuto poco tempo.
Anzi, spero davvero di riuscire ad aggiornare come sempre la prossima settimana, ma metto già le mani avanti e vi avviso che potrebbe esserci un ritardo se non una settimana buca.
Mi dispiace davvero tanto, spero di riuscire a fare tutto come sempre!
Spero non mi lascerete ma cercherete di capirmi e di aspettarmi.
Un bacio a tutte ed un grande grazie.
A presto!
   
 
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