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Autore: Vis    27/09/2012    4 recensioni
Poi, sentì di nuovo quella lieve risata. Si voltò, come attratto dalla voce e finalmente vide sua madre: si era fermata, e li guardava con un sorriso, divertita. Gli occhi cremisi li guardavano pieni d’amore e le sue labbra rosee erano stese in un sorriso.
Gli occhi del ragazzo, inevitabilmente si riempirono di lacrime, e piano il ragazzo sussurrò:-Mamma…-
[...]
Iniziò a camminare lentamente, poi, mentre la distanza fra loro due si accorciava, iniziò a correre, mentre le lacrime gli scorrevano sulle guance. Le si buttò addosso, travolgendola, e lei non cadde perché le forti braccia del figlio già la cingevano. Ace teneva la testa sulla spalla, affondata fra i capelli rosati e le spalle si abbassavano e si rialzavano velocemente.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gold D. Roger
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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After death, a new life

 




Esalò il suo ultimo respiro, poi il buio.
 
Spalancò gli occhi e una forte luce lo acceccò, costringendolo a richiuderli velocemente. Sta volta, più lentamente li aprì, guardandosi intorno.
Non c’era niente intorno a lui. Niente. Solo bianco. Sopra, sotto, di lato. Bianco, immacolato ed accecante.
Si mise a sedere e si portò una mano al petto. Si sorprese di sentire la sua pelle, i suoi muscoli sotto il palmo. Non c’era più il buco dovuto al pugno di Akainu, non c’era più il sangue.
Si alzò, e mettendosi le mani sui fianchi pensò sul da fare. Era morto. Lo sapeva.
Ma non si era mai chiesto cosa ci fosse dopo la morte, e non sapeva cosa fare. Decise di iniziare a camminare.
Non seppe per quanto camminò, ma iniziò a sentire una voce leggera, acuta e melodiosa. Rideva. Subito dopo, però, una voce forte, bassa, che rideva a gran voce. Si fermò e scrutò intorno a sé. Iniziava a scorgere qualcosa. Dei lunghi capelli; un corpo piccolo; un vestito. Poi, accanto alla prima figura ne comparve un’altra: alta, grande quanto un armadio.
Fece qualche passo. Fece per parlare, ma prima che potesse muovere un solo muscolo sentì delle forti braccia afferrarlo per le spalle, si sentì sollevare da terra e iniziò a girare tutto. Chi aveva così tanta forza da prenderlo e farlo girare come un bambino di pochi anni?
-Ah! Ma quant’è cresciuto il mio bambino!- sentiva, intanto, dalla stessa voce alta.
Un presentimento gli nacque dentro e cercò di fermare lo sconosciuto. Quando finalmente i suoi piedi toccarono terra, corrugando le sopracciglia guardò suò padre: aveva quegli strani baffi sopra le labbra, un sorriso raggiante sul volto e gli occhi neri lo fissavano.
-Cosa vuoi, eh?- chiese, sgarbatamente.
-Ma Ace-chan, non abbracci tuo padre?- Roger mise su un broncio da bambino e gli si avvicinò, cercando di abbracciarlo.
-Stai lontano, vecchio! E non mi chiamare “Ace-chan", non lo fanno da quando avevo un anno!- Ace fece qualche passo indietro, cercando di tenere lontano da sé Roger.
Poi, sentì di nuovo quella lieve risata. Si voltò, come attratto dalla voce e finalmente vide sua madre: si era fermata, e li guardava con un sorriso, divertita. Gli occhi cremisi li guardavano pieni d’amore e le sue labbra rosee erano stese in un sorriso.
Gli occhi del ragazzo, inevitabilmente si riempirono di lacrime, e piano il ragazzo sussurrò:-Mamma…-
Ma subito dopo si sentì di nuovo abbracciare e stringere da suo padre.
-Ah, ma che muscoli che ha il mio Ace-Chan! Tutto suo padre!- rideva l’uomo stringendo affettuosamente il figlio.
Il moro cercò di liberarsi dalla sua presa e appena fu ad una distanza di sicurezza da lui tornò a guardare sua madre. Iniziò a camminare lentamente, poi, mentre la distanza fra loro due si accorciava, iniziò a correre, mentre le lacrime gli scorrevano sulle guance. Le si buttò addosso, travolgendola, e lei non cadde perché le forti braccia del figlio già la cingevano. Ace teneva la testa sulla spalla, affondata fra i capelli rosati e le spalle si abbassavano e si rialzavano velocemente. Rouge gli baciò la testa e lo abbracciò a sua volta, mentre anche le sue guance spruzzate di lentiggini venivano rigate dalle lacrime.
Roger, poco più in là, osservava sorridendo la scena e si avvicinò. Scompigliò con una mano i capelli neri del figlio, che con una mano, infastidito lo scacciò.
Sia lui che la donna scoppiarono a ridere, mentre Ace ancora si stringeva alla madre.
 
 

 

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Nda:
Ciao! Ispirazione venuta all’ultimo secondo, poco prima di iniziare i compiti (:P)
Beh, spero di avervi fatto ridere o sorridere, non so, ditemi voi :)
Vi allego quest’immagine che trovo bellissima :D
Ps: se ci sono degli errori ditemelo; lo scritta subito, poiché dovevo correre a fare i compiti! >.<
Baci, Temari.

   
 
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