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Autore: Claudia_Styles    27/09/2012    0 recensioni
Amore, odio, una stravagante teenager, con la sua stravagante vita. Un sogno, una delusione,una speranza e un amore.
Genere: Dark, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non partirò con la mia presentazione perché é una cosa monotona che fanno tutti, scoprirete me, il mio carattere e la mia vita continuando a leggere. Questa é la mia storia. Una luce illuminò il mio volto, un raggio di sole che passava attraverso le tende. Un raggio fastidioso che interruppe il mio sogno facendomi svegliare e dando inizio così a un'altra giornata di scuola, una noiosa e monotona giornata di scuola. Sempre le stesse facce sempre le solite rotture. Svogliatamente spostai il lenzuolo e appoggiai i piedi a terra. Seduta sul letto dando le spalle alla finestra e osservando la mensola con le mie foto, sbadigliai e mi stiracchiai. Lanciai un'occhiata alla sveglia per vedere che ora era e mi accorsi di essere in ritardo. "cazzo! É tardissimo!" mi alzai di scatto dal letto, spalancai l'armadio e ne tirai fuori una maglia larga,la maglia che mi aveva lasciato mio fratello prima di partire, e in fine un paio di jeans bianchi un po' strappati all'altezza delle ginocchia e delle cosce. Corsi in bagno, mi lavai velocemente il viso, mi sfilai il pigiama e velocemente mi vestii. Detti una spazzolata ai miei lunghi capelli neri. Mi truccai appena, giusto una passata di mascara.uscii dal bagno e afferrai le converse da sotto il letto, me le misi e andai verso la porta, la aprii e di corsa scesi le scale. Mia madre e mio padre, come sempre, erano già al lavoro. Presi un biscotto dal vassoio sul tavolo in cucina, me lo misi in bocca, poi dal divano presi lo zaino, le chiavi di casa e corsi fuori. Chiusi la porta alle mie spalle e mi incamminai verso la scuola. Faceva un caldo boia, in più ero di fretta e quindi camminavo velocemente. Le strade di Londra erano piene di gente, per lo più ragazzi che come me si dirigevano verso la scuola. Ebbene si, vivo a Londra, una città che amo e ho sempre amato, la mia città. Finii mi mangiare il mio biscotto e affrettai il passo. Arrivai davanti alla scuola, quel grande stabilimento di mattoni che tanto odiavo. Vicino al cancello come sempre ad aspettarmi c'era la mia migliore amica Wendy. Mi vide e mi corse in contro abbracciandomi. "pft.. Bleee!" disssi o meglio farfugliai io dopo aver mangiato metà dei suoi capelli dopo quel grande abbraccio. "tutto bene Debby?" mi chiese lei. Si mi chiamo Debby. "si Wendy..." "ti vedo stanca" "mi sono svegliata tardi e quindi sto ancora dormendo" "oh, capisco... Beh ora entriamo altrimenti la Stoppler si incavola." Salimmo la scalinata ed entrammo dentro la scuola. All'interno il caos era assoluto. Ognuno si faceva i cavoli proprio, chi era al bar, chi parlava con i compagni... La Campanella suonò e ognuno si diresse verso la proprio classe. Io e Wendy ci incamminammo verso il lungo corridoio che portava alla nostra classe. Entrammo e dentro c'erano già i nostri compagni di classe. Ci andammo a sedere ai nostri posti e aspettammo la prof parlando del più e del meno fra di noi. Ora parlo un po' di me, come avrete capito mi chiamo Debby. Frequento la 4 liceo e ho 17 anni. Sono una ragazza solitaria, riesco a parlare apertamente solo con Wendy,la mia migliore amica. Sono stata innamorata solo una volta, é stata una grande delusione e per questo mi sono chiusa ancora di più in me stessa. Non si può certo dire che sono una delle ragazze popolari della scuola, anzi, rimango sempre nell'ombra, però non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno.l'anno passato avevo avuto 5 giorni di sospensione perché avevo picchiato una ragazza. Si non sono una tipo da cui prendete esempio ecco. I miei genitori sono sempre stati molto occupati per colpa del lavoro quindi io sono stata cresciuta da mio fratello maggiore, William, ma poi lui si é dovuto trasferire in una città abbastanza lontana da Londra, anche lui per colpa del lavoro, quindi la situazione é andata di male in peggio, per fortuna c'é Wendy che cerca di mettermi sulla buona strada. Beh che altro dire, io mi fermerei qui per andare avanti con la storia anche perché non vi voglio annoiare. Entrò la prof. Tutti si alzarono. "buon giorno." disse la Stoppler con la solita voce da megera acida. " buon giorno." dicemmo noi svogliatamente. Lei si andò a sedere dietro la cattedra e poi ci fece cenno di accomodarci. "Colt! Vedo che oggi é arrivata in orario, strano, di solito quando ci sono le mie ore lei arriva sempre quando più le aggrada." disse con aria da simpaticona rivolgendosi a me. " e si, oggi ho fatto la brava." risposi io sgarbatamente. "forse prima della fine dell'anno riuscirò a vederti di nuovo già in classe quando entro la prima ora." " ci può provare però non le garantisco niente." dissi io rimanendo impassibile. La prof mi guardava facendo no con la testa. Tutti gli occhi della classe erano puntati su di me, ma io facevo finta di niente,poi Wendy mi tirò una gomitata per farmi capire di smetterla. Così io mi sedetti più composta. "posso iniziare la lezione signorina Colt?" mi chiese la Stoppler. "certo." dissi io accennando un sorriso. La prof iniziò a parlare, ed ecco l'inizio di un'altra noiosissima ora di Storia. Stavo per prendere sonno, non avevo ascoltato una sola parola di tutta la lezione, poi, finalmente, suonò la tanto amata Campanella. Raccolsi le mie cose, le infilai nello zaino e insieme a Wendy uscii dall'aula. Il corridoio si era nuovamente riempito di persone. "Wendy io ora ho scienze tu cos'hai?" "io ho fisica..." "ok, allora ci vediamo durante l'intervallo, fuori, vicino al leone di pietra, sulle scalinate" "perfetto." ci salutammo e poi ognuno andò per la sua strada. Arrivai davanti alla classe, dentro non c'era ancora nessuno così mi andai a sedete infondo sull'angolino più remoto dell'aula così avrei potuto dormire senza che il prof mi vedesse. Appoggiai lo zaino sopra il banco e aspettai che arrivassero altri compagni. " oh! Ciao Colt! Così ci si rivede, come sta Steven? Oh, giusto non lo sai perché lui ti ha lasciata per me. Ops!" perfetto! La Troia della scuola ,Lola, la persona che odiavo di più, colei che potevo definire la mia nemica, era entrata. Una bionda tutta tette e culo senza cervello, un'oca di quelle da allevamento. Ebbene si, Steven l'unico ragazzo che amavo, mi aveva lasciato per lei e quindi io non sapevo più se odiare più lei o lui. Dopo la sua battutina stupida, si mise a ridere insieme a quelle due gallinelle che la seguivano ovunque facendole da leccaculo. Io feci ciao con la mano senza darci troppo peso. Loro si sedettero sui banchi dalla parte opposta da dove ero io. Arrivò anche il prof e iniziò subito la lezione. Io mi misi lo zaino davanti, appoggiai la testa sul banco e iniziai a dormire. A un certo punto sentii suonare la campanella così mi svegliai. Uscii dalla classe e immergendomi fra la folla nel corridoio mi diressi verso l'uscita. Arrivai vicino al leone di pietra. Wendy non era ancora arrivata così mi sedetti su uno dei gradini della scalinata e mi accesi una sigaretta. Vedevo passare le ragazze, tutte belle, perfette, capelli perfetti, gambe perfette, si insomma delle barbie e poi pensavo a me e piú ci pensavo più mi facevo schifo.perché non potevo essere bella come loro? Dopo la partenza di mio fratello iniziai a trascurarmi, iniziai a saltare i pasti perdendo così molti chili ma sembrando incredibilmente un cadavere, se prima ero una ragazzina,bella e ben curata ora facevo letteralmente schifo. Pallida come una bambola di porcellana, un bianco compatto che faceva davvero impressione, le gambe lunghe e magre, troppo magra, il seno che a mala pena si scorgeva sul mio petto, più che due tette sembravano e sembrano due mandarini striminziti. A salvarsi erano solo i capelli e gli occhi. I miei occhi, l'unica parte di me che amo, di quel blu intenso con delle venature azzurre.beh ora basta parlare di me,del mio aspetto e di quanto io mi faccia schifo. Finii la sigaretta e buttai il mozzicone a terra. Wendy non era ancora arrivata così presi il cellulare e le mandai un messaggio. Aspettai la risposta e mentre aspettavo giocherellavo con i miei capelli. Sentii un 'blin' e capii che mi era arrivato un messaggio, lo aprii e ovviamente era di Wendy: "uff...mi farai diventare matta." dissi io parlando da sola. Stavo scrivendo il messaggio da inviare a Wendy quando sentii una voce dietro di me dirmi:" ehi ma che parli da sola?" Non riuscivo a riconoscere la voce, non era una voce familiare, però aveva un suono dolce e mmm...caloroso (?). Decisi di girarmi per vedere a chi apparteneva la voce, quel di cui ero sicura é che era di un ragazzo. Mi giari e... -------------------------------------------------- Spazio autrice Spero che lo legga qualcuno. Sarei felice di continuare questa storia. Spero che chiunque lo legga ne rimanga colpito o comunque che piaccia a qualcuno. Se magari mi lasciate una recensione ve ne sarei grata anche per sapere un po' i pareri.
  
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