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Autore: Ary Shine    27/09/2012    2 recensioni
Basta un istante per sconvolgere un'esistenza.
Grace pensava di sapere tutto riguardo alla sua amica Jessie, ma, in quei dieci anni che si conoscevano, non aveva mai fatto attenzione a dei dettagli, che una volta presi in considerazione la portano a scoprire la vera natura dell'amica...
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PARTICOLARI... 



GRACE

 
-Ecco, sediamo ci qui!-disse Jessie lanciando il suo zaino sul sedile del treno e lasciandosi cadere su quello accanto.
Mi sedetti anche io allo stesso modo solo che mi misi dal lato del finestrino.
Mentre il treno sfrecciava guardavo fuori dal finestrino con aria maliconica e come ogni volta che ero triste ascoltavo musica triste.
-Oddio, così mi fai venire una depressione! Dai smetti di ascoltare quella roba...-
La guardai torva –Come fai a sapere cio che sto ascoltando?- chiesi non capendo, non era la prima volta che accadeva.
-La tua faccia e poi ti conosco troppo bene, di solito quando stai triste ascolti musica triste...-mi rispose con una scrollata di spalle.
Sbuffai e scossi la testa.
 
Dopo tre, interminabili, ore il treno si fermò. Spensi la musica e misi cuffie e Ipod dentro allo zaino.
Scendemmo dal treno e ci dirigemmo all’uscita della stazione, dove ci sarebbe dovuto essere Alex, mio fratello.
Mentre camminavamo verso la macchina continuavo a chiedermi che avevo fatto di male per dover passare tutta l’estate in mezzo al nulla.
-Ehi sorellina che è quella faccia? Vedrai che ti divertirai- disse Alexabbraccindomi –e poi ci sono tanti ragazzi... ragazze.- aggiunse ridendo e prendendomi zaino e trolley.
-Se lo dici tu...- salii in macchina e mi accorsi che al posto del passeggero c’era un ragazzo. Lo guardai alzando un sopracciglio. –mmm...tu sei?- chiesi forse un po’ troppo diretta e scortese.
-Dario, Dario Rosh- disse sorridendomi e mostrando i denti bianchissimi. Appena voltò il viso verso di me rimasi incantata in quegl’occhi grigi e azzurri allo stesso tempo, sembravano fatti di ghiaccio e risaltavano magnificamente in mezzo ai capelli neri. Scossi la testa per riprendermi e cercai di ricambiare il sorriso. –Tu devi essere Grace, la sorella di Alex...mi aveva detto che eri rossa...- disse allarando ancor più il sorriso. Annuii senza dire niente, per fortuna quella scena imbarazzante fu interrotta dalla voce di mio fratello che diceva di salire in macchina.
Durante tutto il viaggio vidi Jessie guardare Dario con aria minacciosa, non aveva staccato gli occhi da lui neanche per un secondo e ciò mi dava un po’ fastidio.
La macchina si fermò, eravamo arrivati e adesso avrei scoperto il “nulla” il che consisteva...
 
-Quindi questo sarebbe il nulla...- dissi guardandomi intorno.
C’erano albrei, prati pieni di fiori e una decina di casette di legno stile bungalow distanziate tra loro di una trentina di metri. Infondo ad una discesa c’era un punto fuoco: dei sassi messi in circolo e dentro c’era del legno bruciato.
-Woow...è fantastico!- disse Jes iniziando a correre di qua e di la e rotolandosi per terra. Iniziaia ridere per la sua reazione e anche io mi buttai in mezzo al prato.
-Direi che le piace.- affermò Dario guardando mio fratello.
 
-Ecco questa è la vostra casetta!- disse più tardi Alex davanti ad un bungalow di legno. Era rialzato e per arrivare alla porta bisognava salire tre gradini, sulla veranda c’era un tavolino con due sedie, tutto in legno. Sulla porta c’era una targhetta rossa con scritto “wolfs”. –Che sta a significare?- chiesi indicando curiosa la targhetta e guardando Alex. –Uh si, è una specie di gioco che stiamo organizzando, voi siete le Lupe del gruppo- disse sorridendo.
-E perchè proprio noi due i lupi?- chiese Jessie seria e serrando i pugni.
-Perchè siete arrivate per ultime e le altre ragazze si sono gia prese le altre stanze...- disse Dario apparendo da dietro il bungalow –Non ditemi che non vi piacciono i lupi?!- aggiunse con un mezzo sorriso salendo veloce i tre gradini e aprendo la porta –Prego...- disse facendoci accomodare.
Jessie e Dario rimasero sulla porta a guardarsi dritti negli occhi per diversi minuti senza sbattere le palpebre. Era una scena piuttosto strana, ma in quel momento notai la somiglianza tra i due. Entrambi avevano gli occhi color ghiaccio, anche se Jes ce li aveva più sull’azzurro e Dario sul grigio. Avevano li stessi capelli del colore della pece ed entrambi avevano una carnaggione piuttosto chiara. Per il resto erano del tutto differenti: lui alto circa 1.85, slanciato e atletico, aveva un dilatatore all’orecchi sinistro e un piercing, all’oreccio destro invece aveva tre buchi adornati con degli anellini neri. Jessie a differenza sua era minuta, come me, era magra ma non era muscolosa, aveva solo due buchi all’orecchio sinistro e un tatuaggio con un simbolo strano dietro al collo. Da quando se l’era fatto erano passati tre o quattro anni e non mi aveva mai voluto svelare il suo significato. Scossi la testa ritornando alla realtà –Che fate? Entrate?- chiesi scocciata. –Si, subito!- disse Dario distogliendo quello sguardo così intenso da Jes ed entrando nella casetta.
 
Appena restammo sole mi sdraiai sul letto. –Cosa c’è o c’è stato tra te e Dario?- chiesi a Jes senza guardarla negli occhi.
-Niente...perché?-
-Sembra che vi conosciate, non vi siete rivolti neanche una parola ma vi guardavate come se gia vi conosceste, inoltre quando c’è lui hai un’aria piuttosto inquietante...-
-Non c’è e non c’è stato niente tra noi...l’ho visto oggi per la prima volta proprio come te!- ribbatté lei scocciata.
-Ma perché lo guardavi così? Io non lo guardo come se volessi staccargli la testa!-
-Non lo so...mi è venuto spontaneo, neanche me ne sono resa conto-
-Vabbeh...-dissi sospirando e affondando la testa nel cuscino. Mi alzai per prendere le cuffie e l’ipod e mi ributtai sul letto. Meglio svuotare per un po’ la testa... pensai indossando le cuffie e selezionando Angel degli Aerosmith, poco pochi secondi che la canzone era partita Jessie iniziò a lamentarsi –Oddio, ti prego toglili, lo sai che non li sopporto!- disse frustrata.
-Ma come cavolo fai a sentirli se li sento a malapena io??- chiesi ancora più arrabbiata. Erano anni che facevo finta di niente quandi diceva cose di questo genere, ma quel giorno mi erano iniziati a sorgere alcuni dubbi riguardo a Jes.
Lei senza rispondermi si alzò dal suo letto e uscì a passo deciso fuori dal bungalow. Mi affrettai alla finestra ma lei non c’era, non era da nessuna parte, ne fuori alla veranda ne nei dintorni. Mi rimisi sul letto e con la musica che mi cullava mi addormentai.
 
Correvo, era buio, c’erano rami ovunque, degl’occhi gialli mi inseguivano.
Il mio cuore era a mille eppure non smettevo di correre.
-Grace!- mi chiamò una voce maschile. Mi voltai e nei rami notai i due occhi color ghiaccio –Perchè corri?- mi chiesero quegl’occhi. Mi fermai e andai verso di lui, gli occhi gialli che mi inseguivano da dietro erano scomparsi.
-Stai lontano da lei!- urlò una voce famigliare, era Jessie. Intravidi il suo corpo in mezzo ai rami e anche quello di dario, quei due si stavano di nuovo fissando, ma questa volta mentre di fissavano il loro corpo iniziò a mutare, adesso erano due lupi che combattevano mordendosi e graffiandosi. Crollai in ginocchio iniziando a piangere e urlare...
 
-Calma...ehi, era solo un incubo...Grace tutto ok?- fui svegliata da Jessie che mi scuoteva, appena misi a fuoco la sua faccia feci un balzo indiero e caddi dal letto, continuavo a tremare spaventata.
Jes mi guardava preoccupata ma non per me, era un altro tipo di preoccupazione, come se avessi scoperto un segreto.
-Ho avuto un incubo...scusa, mi vado a sciacquare la faccia...- dissi correndo in bagno e chiudendomi a chiave.
-Grace, ti devo parlare...- disse da dietro la porta. 
Aprii e insieme uscimmo in veranda...
 
  
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