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Autore: Leyton_Nenny    27/09/2012    0 recensioni
26 Settembre 2012.
Una data come mille altre, un giorno come mille ce ne sono stati e mille ce ne saranno.
27 Settembre 2010.
Quella sì che è una data importante.
A vent'anni di vita, Simone inizia a vivere.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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26 Settembre 2010
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
26 Settembre 2012.
Una data come mille altre, un giorno come mille ce ne sono stati e mille ce ne saranno.
27 Settembre 2010.
Quella sì che è una data importante.
A vent'anni di vita, Simone inizia a vivere.
E' bastata una mail, un messaggio da qualcuno nascosto chissà dove.
“Buon Compleanno, anche se con un giorno di ritardo”
Due parole, eppure lui si è sentito vivo.
Una ragazza da chissà dove, gli ha mandato una mail. Una ragazza da chissà dove, nascosta dietro un profilo su un forum dove però tiene una propria foto, ha fatto caso a una banalissima data.
E gli ha fatto gli auguri.
Simone rilegge quelle poche parole e ricarica la pagina più volte, convinto di aver letto male, di essersi illuso.
Le volte successive la casella non brilla, il messaggio ormai è stato letto. Ma per tutte le centonovantasei volte in cui la apre, le sue parole brillano sullo sfondo nero.
Buon Compleanno, anche se con un giorno di ritardo
Simone sorride, il suo cuore ha cominciato a battere forte ogni volta che la sua casella brilla, perché da qualche parte, qualcuno dietro un nick e con un volto, tiene alla sua opinione. E forse tiene anche alla sua amicizia.
26 Settembre 2011.
Quella è una data da dimenticare.
In quell'anno costellato da mail ed sms, la mail tanto attesa non arriva.
E lui resta “come un coglione” tutto il giorno davanti al pc, controllando “quella cazzo di posta e quel fottutissimo telefono” mentre mangia tiramisù e, a tempo alterno, rilegge il messaggio che aveva segnato l'inizio di tutto.
Ma la mail non arriva.
Quella ragazza, con una memoria pari a quella di Dori, o forse anche meno, non si è ricordata del suo compleanno.
27 Settembre 2011.
La mail non è arrivata.
Simone spegne il cellulare e stacca l'elettricità al proprio computer.
Ha fatto confusione, forse i suoi si sveglieranno. Ma non gli importa.
Non gli importa di niente se non della ragazza che si è dimenticata di quella data.
Ti odio.
Gli fa male anche solo pensarlo.
Lui non la odia, non ci riuscirebbe mai.
In fondo le vuole bene, anche se lei, per una qualche ragione nel suo cavolo di cervello che non funziona come dovrebbe, non riesce a ricordare quella data. E un'infinità di altre cose. Ma quella data, quella data così importante per lui.
Ma non perché è il suo compleanno, di quello non gli importa, è importante solo perché è l'epifania della data in cui lei è entrata nella sua vita.

26 Settembre 2012.
Ne sono successe di cose.
Hanno litigato, hanno fatto pace.
Hanno sorriso e hanno pianto, hanno guardato film restando al telefono per colmare tutti quei chilometri che li separano.
E lui ha immaginato di averla vicina, di vederla nascondersi tra i cuscini di quel divano in cui lui stava in disparte, come se lei potesse stargli vicino nelle scene più spaventose.
Sì, perché, tra tutti i film che potevano vedere, avevano scelto un horror.
“Pingu, non ti farò mai più scegliere un film” lo apostrofava lei offesa. E lui la immaginava incrociare le braccia al petto e gonfiare le guance quasi indignata.
Probabilmente a quel punto lui avrebbe finto di non curarsene, rubando dei popcorn dal sacchetto, sempre osservandola con la coda dell'occhio, finendo poi per tirargliene uno addosso per farla ridere.
Come da copione, la fine del film faceva schivo.
“Che finale del cazzo” aveva detto lei “Hai talento per beccare roba che ha finali di merda, sempre che si possano considerare finali”
“Tranne Shana” aveva provato a difendersi lui.
“Grazie al cazzo, quello te l'ho consigliato io”
E lui era rimasto in silenzio.
“Buonanotte Orsa” aveva detto dopo un po'.
“Notte Pingu”
Lei aveva riagganciato, e lui era rimasto un po' in attesa, con il ricevitore accanto all'orecchio per sentire il “Bip” che annunciava la fine della chiamata.

E ora si ritrovava “come un coglione” davanti a quel computer, in attesa di quella maledetta mail, a ingozzarsi di gelato – per il tiramisù doveva aspettare la cena.
Un altro compleanno di merda.
Aveva pensato di non connettersi proprio, di spegnere il telefono così da evitare quell'inutile masochismo.
Ma alla fine non era riuscito a farlo: l'orologio sul pc gli annunciava che erano passate ben due ore da quando l'aveva acceso.
E lui aveva caricato la pagina almeno duemila volte, aveva perso il conto a ottocentosettantatre.
E anche il telefono non suonava, Simone stava resistendo all'impulso di farlo volare contro la parete e porre fine alla sua inutile vita dato che, da due anni, suonava solo quando lei aveva soldi per contattarlo. O tempo per usare il pay for me.
“Vaffanculo” si ripeté caricando per l'ennesima volta la mail e constatando che il gelato era finito.
Si alzò e si sgranchì le gambe, fermandosi a osservare il peluche che lei gli aveva regalato a Natale.
 

“Cazzo, mi sa che si è rotto” aveva constatato durante una telefonata con lei mentre con le dita toccava il pacco cercando di indovinare cosa contenesse.
Lei probabilmente era sbiancata “Vaffanculo alle poste” aveva sbottato.
Erano rimasti in silenzio per un po', e lui aveva continuato a toccare il punto che in teoria doveva essere di rottura.
“Fanculo alle poste” si era ripetuto mentalmente per tutto il tempo, tornando a riporre il pacco sotto il cuscino perché nessuno lo vedesse.
“Dai, domani lo aprirò e verificherò”
“Pingu, domani è il 24” gli aveva risposto lei “dovresti aspettare il Natale”
Lui aveva sorriso. “A mezzanotte e un minuto è già Natale”
“Sì, ma...”
“Quindi lo aprirò a mezzanotte e un minuto” l'aveva interrotta con un sorrisetto stampato in faccia.
Lei aveva sbuffato. “Sleale”
E a mezzanotte l'aveva aperto, vedendo uscire un animaletto con una perla sulla fronte e due orecchie lunghe. Una cosa di dubbia natura. Ma l'aveva trovato molto dolce.
Insieme c'era un bigliettino scritto ad un bar, come aveva detto lei, in cui le spiegava perché aveva scelto quell'esserino.
“Lo chiamerò Kuro” le aveva annunciato.
Lei aveva riso.

Avrebbe voluto buttare via quell'esserino che sorrideva con gli occhi chiusi e quella perla blu.
Ma alla fine l'aveva semplicemente abbracciato come ogni notte, in attesa che il suo telefono brillasse.
Poi un suono aveva dissolto quel pensiero.
Lui era sobbalzato afferrando il cellulare per poi riconoscere che in realtà era il campanello.
“Vai tu” aveva urlato alla porta chiusa sperando che qualcuno là fuori decidesse di aprire quella fottutissima porta prima che la persona là fuori decidesse di buttarla giù.
Sembrava anche essersi appiccicato a quel campanello, dato che non la finiva più di suonare. Quel rumore lo stava assordando.
“Simoneee – la voce stridula di sua sorella lo fece alzare dal letto su cui si era sdraiato – c'è posta per teee” dal suo tono era chiaramente intuibile stupore.
Il ragazzo si alzò sbuffando.
Perché il mondo non poteva finire oggi? Almeno avrei trascorso quello che in teoria doveva essere il mio compleanno con lei.
Cappuccino, uno dei suoi gatti, gli si strusciò contro le gambe rischiando di farlo cadere dalle scale. Sospirando lo prese in braccio.
La sorella lo attendeva con un pacco giallognolo.
Simone lo afferrò leggendo il mittente.
Nero su bianco, stavolta non c'erano bagliori.
Stavolta non poteva essere un'illusione.
La sua calligrafia era sempre la stessa.
Si trovò ad accarezzare la busta dolcemente.
“E' morbido” aveva pensato soltanto, prima di ricordare quando lei le aveva detto che avrebbe voluto comprargli l'esserino sponsor delle Olimpiadi.

“Ma è inquietante!” le aveva risposto lui.
“Io lo trovo carino. Sembra così dolce”
“Orsa, ha un occhio solo”
“Lo so, ma sembra così dolce”
“Sei un caso perso” l'aveva quasi rimproverata lui.

E ora si ritrovava ad arrossire violentemente difronte alla sorella che gli chiedeva chi era la ragazza che gli aveva spedito un pacco dove avrebbe trovato un qualcosa di dubbia esistenza. Proprio come Kuro. Sicuramente, anche i genitori avrebbero fatto domande la sera, proprio come a Natale.

“Hai un cognome troppo facile da ricordare, i miei continuano a fare domande”
Lei aveva riso “E tu non rispondere”
“Come se lo facessi”
“Vedi di non fargli trovare il pacco”
“Mi credi scemo? Lo tengo ben nascosto”

Simone si era seduto sul letto con Kuro poggiato sulle gambe e il pacco accanto a lui. Poi si era alzato per tornare a sedersi subito dopo, osservando quella carta gialla come se fosse sul punto di esplodere da un momento all'altro.

“Cosa fai di solito per il tuo compleanno?” gli aveva chiesto lei dopo avergli proposto di andare a vivere a Londra insieme ad un'altra ragazza.
“Mia sorella mi fa il tiramisù”
“Beh, quello posso farlo anche io. E poi?”
“E poi cosa?”
“Non lo so, il compleanno viene una volta all'anno. Di solito si festeggia”
“Cosa si festeggia, l'essere più vecchi?”
“Pingu, si festeggia che siamo vivi” gli aveva risposto lei.
E lui aveva pensato che, da due anni a quella parte, quello era vero.
Da quando lei era entrata nella sua vita lui si sentiva davvero vivo, da quando la sua voce squillante usciva dal ricevitore con il suo accento strano che non era di nessun luogo, la sua vita era più bella. E se pensava che poteva svegliarsi e trovare il suo buongiorno, allora anche la giornata era più allegra.
Ed era sempre primavera o estate con lei, o quando ci sono le vacanze.
Era un misto di sensazioni, quell'amicizia: lei era come la neve che si scioglieva a contatto con l'acqua del mare, oppure a contatto con la sua pelle.
Neve, come il nome con cui lui la chiamava.
“Cosa chiederai per il tuo compleanno?” lei aveva dissolto quel pensiero rompendo la piccola parentesi di silenzio.
“Cos'è, c'è una specie di Babbo Natale versione compleanno?”
Lei aveva riso pensando fosse una specie di battuta ma, sentendo che lui non la seguiva, aveva smesso.
“Non ti hanno mai fatto regali di compleanno?”
“No, perché dovrebbero?”
Lei era rimasta in silenzio “Non lo so” aveva ammesso infine.
E poi avevano cambiato argomento.

E ora, a ventidue anni, si trovava davanti il suo primo regalo di compleanno, regalo che, due anni prima, era certo non avrebbe mai ricevuto.
Buon compleanno, Pingu.










 
 


Salve a tutti lettori capitati per caso.
E ciao a te che oggi compi gli anni, proprio come Simone.
Questa storia l'ho scritta per il mio amico M.
E se non capisci che M sei tu, giuro vengo dovunque tu sia e ti uccido con le mie stesse mani.
E sai che posso essere molto violenta.
Direi che, ad oggi – ovviamente l'ho scritta prima del tuo compleanno, mi pare scontato – ci sono varie teorie su quando postarla. Perché se la posto a mezzanotte del 26 non va bene. Ma mezzanotte è troppo tardi.
Quindi probabilmente la posterò verso le 21:00 del 26, non ne sono troppo sicura.
Perché vorrei che tu la leggessi col regalo tra le mani e boh, il problema è che su quel fronte ci sono dei problemi. Cioè ce ne sono stati vari, ma lasciamo perdere che è meglio.
Cioè volevo fare qualcosa di superfigo, qualcosa che lo apri e dici wooow e l' avevo anche trovato, il problema è che quando sono andata per comprarlo era finito.
Poi sono passata al piano di riserva – piano che non avrei mai voluto attuare – ma anche quello è fallito miseramente.
Sono passata quindi ad un'altra idea: ovviamente ha seguito la stessa sorte delle precedenti dato che non c'è due senza tre.
E arriviamo alla quarta sta per fallire a causa di gente idiota, quindi dovrò correre ai ripari e passare alla quinta idea.
Fortunatamente avevo la scorta.
Cioé prima ero disperata, perché avevo solo l'idea perfetta.
Poi invece è andata meglio del previsto e sono corsa ai ripari inventando mille altre idee.
Comunque prima del 26 Settembre ce la farò, spero.
Mi scuso se le NdA sono solo per il mio amico ma cercate di capirmi, questo compleanno è molto speciale quindi dovevo fare qualcosa di speciale!
Passando agli altri, vi ringrazio per la lettura – una recensione è sempre gradita – nel caso vogliate metterla tra preferite e bla bla bla, vi ringrazio e vi ringrazia anche M., almeno credo.
Quindi, buon compleanno a M e a tutti coloro che compiono gli anni oggi!
Con affetto,
-J

  
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