Doppia identità … doppia vita
Era
mattina presto e due ragazze praticamente identiche nell’aspetto si stavano
svegliando ognuna per iniziare la propria giornata ben diversa l’una
dall’altra.
Erano
due ragazze che nonostante avessero lo stesso aspetto non avevano alcun tipo di
parentela né si conoscevano minimamente.
Amita
si voltò e si accoccolò ancora più strettamente al suo ragazzo.
Navi
si voltò e come le capitava tutte le mattine, l’uomo accanto a lei era sempre
diverso.
Amita
controvoglia si alzò e incominciò a vestirsi pronta per dirigersi in
Università.
Navi
si alzò, si vestì velocemente, prese tutti i soldi dal portafoglio del
malcapitato e uscì di soppiatto.
Appena
Amita però fu pronta, il cellulare di Charlie suonò e quest’ultimo si svegliò rispondendo.
“Pronto?”
“Ciao
Charlie, puoi venire all’FBI?”
“Di
cosa hai bisogno?”
“Devo
parlare con Amita!”
Charlie
si voltò verso la ragazza.
“Perché?”
“Non
te ne posso parlare adesso! Vi aspetto!”
E
senza aggiungere altro Don chiuse la chiamata.
“Era
Don?”
Chiese
Amita.
“Sì
vuole vederci e più precisamente vuole parlare con te!”
Le
disse preoccupato.
Amita
e Charlie appena arrivarono alla sede dell’FBI furono accolti con sguardi di
ghiaccio tutti rivolti alla ragazza.
“Cosa
è successo?”
Chiese
preoccupato Charlie.
“Dobbiamo
parlare con Amita!”
“Ok!”
Disse
lei senza capire mentre Don le fece segno di seguirla.
“Megan
mi vuoi dire cosa sta succedendo?”
“Charlie
non posso …”
“Megan
…”
“Stiamo
investigando su un giro di prostituzione e riciclaggio di denaro sporco e …”
“E
Amita cosa c’entra con questo?”
“Vorremmo
capirlo anche noi!”
Appena
entrarono nella sala interrogatorio Amita e Don si sedettero l’uno di fronte
all’altra, mentre Megan, David e Charlie assistevano al di là del vetro.
“Grazie
per essere venuta …”
“Figurati,
ma vorrei capirne il motivo!”
“Devo
porti della domande!”
“Dimmi!”
“C’è
mai stato qualcosa che ci hai tenuto nascosto?”
“No,
qualcosa di che genere?”
“Doppia
identità … doppia vita?”
“Don
no! Ti sembro il tipo? Non capisco queste domande!”
Don
si alzò e inserì un video che mostrava Amita vestita in vestiti succinti che
prendeva dei soldi da un politico facoltoso.
“Oh
mio Dio, ma è identica a me!”
“O
sei tu?”
“Don
ti prego non pensarlo minimamente quella non sono io!”
“Dobbiamo
verificarlo. fino ad allora mi dispiace ma devo trattenerti …”
Don
fu costretto a fare ciò e mentre chiese a Megan di rimanere in sede con Amita e
Charlie, lui uscì con David per verificare se la donna del video fosse
veramente qualcun’altra.
Si
diressero nel posto più logico: la zone più malfamata e ricca di prostituzione
di Los Angeles.
Appena
arrivarono sarebbero stati subito abbordati se non fosse stato che erano
dell’FBI.
“Avete
visto questa donna?”
Chiesero
i due continuamente a tutte le donne che però non gli diedero risposta, fino a
quando una voce alle loro spalle attirò la loro attenzione.
“Cercate
me?”
Improvvisamente
videro di fronte a loro la copia perfetta di Amita se non fosse stato per il
fatto che non era Amita. Indossava dei mini short neri, una maglietta a maniche
lunghe rotte sui lati nera e un cinturino sulla vita scoperta. I capelli erano
lunghi, lisci e neri, mentre il trucco era molto forte con tracce di kajal
molto spesso. Le labbra poi erano carnose e color rame.
“Chi
sei?”
“Navi,
chi mi cerca?”
Disse
lei sensualmente avvicinandosi all’uomo.
“Sembra
che qui tutte abbiamo paura di te?”
Disse
David mentre lei però continuava a guardare solamente Don.
“Già
… questa è giurisdizione mia, tutte fanno capo a me!”
Disse
lei sprezzante.
“Devi
seguirci …”
“Assomiglio
a qualcuno che conosci vero?”
Chiese
lei guardandolo negli occhi a pochi centimetri da lui.
“Ti
dobbiamo fare delle domande …”
“E
io se avrò voglia risponderò …”
“Non
sei nella posizione di decidere …”
“Ne
sei sicuro?”
Improvvisamente
tutte le prostitute del quartiere tirarono fuori le loro pistole puntandole
contro i due uomini.
“Voglio
che le mie ragazze si possano difendere …”
Entrambi
erano molto stupiti da quella situazione.
“Cosa
vuoi?”
“Uhm
vediamo …”
La
donna appoggiò una mano sul petto dell’uomo e avvicinandosi a lui gli sfiorò le
labbra, era un tocco leggero, ma molto eccitante.
“Forse
avrai le tue risposte …”
Gli
disse tra le labbra e poi senza aggiungere altro si allontanò, mentre tutte
depositavano le loro armi lasciandoli andare.
Appena
tornarono alla sede dell’FBI la prima cosa che fece Don fu proprio dirigersi da
Amita che nel frattempo era stata trattenuta.
“Perdonami,
ma dovevo assicurarmene …”
Disse
solamente mentre le si avvicinava e le toglieva le manette.
La
ragazza si massaggiò i polsi per poi voltarsi verso l’uomo e guardarlo negli
occhi.
“Sai
ci sono rimasta un po’ male …”
Disse
delusa con un filo di voce.
“E’
la prassi, dovevo accertarmi di …”
“Non
mi devi nessuna spiegazione Don, solo che mi fa un po’ male il pensiero che tu
abbia dubitato di me …”
Disse
lei guardandolo profondamente., mentre a lui venne istintivo il gesto di
prenderle il mento tra le mani.
“Se
puoi perdonami …”
Gli
disse lui dolcemente, ma proprio in quel momento arrivò Charlie e loro
riuscirono ad uscire da quella situazione un secondo prima che lui entrasse.
“E’
tutto apposto, non preoccuparti! Ovviamente non sono io colei che cercano!”
Disse
la ragazza con un debole sorriso mentre si dirigeva verso il proprio fidanzato.
“Io
non avevo dubbi fin dall’inizio, quindi possiamo andare?”
“Certo!
Scusatemi entrambi ancora per l’equivoco!”
Il
fratello gli fece un accenno e uscì dall’ufficio mano nella mano con la sua
ragazza che prima di abbassare lo sguardo guardò in un attimo sfuggente di
nuovo quell’uomo che poco prima l’aveva trattata in modo così “strano”.
Quella
sera Don appena uscito dall’ufficio girò parecchio in macchina prima di
dirigersi a casa. Sapeva cosa c’era nella sua mente che da tempo lo tormentava,
ma cercava disperatamente di non pensarci … di non permettere mai che ciò
uscisse e proprio nel giorno che si stava per concludersi ciò era stato vicino
ad accadere.
Quasi
poi come se il destino lo avesse fatto apposta nel suo vagare senza meta passò
vicino proprio al famoso quartiere “Sin” di Los Angeles.
Per
una frazione di secondo il suo cervello incominciò a parlare, quella parte di
lui razionale che però solo per quella notte decise di spegnere e di non
seguire.
Si
addentrò in una strada e accostandosi al marciapiede osservò fuori dal
finestrino cercando una persona in particolare.
Improvvisamente
la vide e lì fermò la sua macchina.
Navi
che stava parlando con alcune delle sue ragazze, appena vide una macchina
accostarsi gli si avvicinò immediatamente. I suoi capelli corvini erano
perfettamente stirati lisci, indossava una paio di short neri e degli stivali
dello stesso colore con il tacco a spillo, mentre sopra portava un reggiseno
semplice con sopra una bella maglia lunga con il collo sfasato e trasparente in
pizzo il tutto sempre nero.
La
ragazza si avvicinò alla macchina con passo sicuro, ma appena si abbassò sul
finestrino rimase colpita da chi vide.
“Ah
sei tu …”
Disse
vedendolo.
“I
clienti non si trattano tutti allo stesso modo?”
Chiese
lui osservandola, lasciandola molto stupita dalla sua affermazione.
“Perché
vorresti dirmi che tu l’agente tutto impettito e professionale si considera un
mio cliente?”
Chiese
lei beffarda.
“Non
lo so, tu mi vuoi considerare così?”
Lei
sorrise e dopo aver fatto un cenno alle sue ragazze salì sulla macchina.
“Fregami
e sei un uomo morto …”
Le
disse la ragazza guardandolo altezzosa.
Appena
arrivarono a casa, non ci furono parola, ma solo fatti. Subito Navi si ritrovò
contro la porta d’entrata appena chiusa mentre Don la baciava avidamente.
Ovviamente la ragazza non perse tempo e gli tolse la camicia mentre per lei non
ci volle molto a rimanere in completo intimo.
In
un continuo gioco di baci e di carezze fugaci i due si ritrovarono in camera da
letto. Lui si sedette sulla sponda del letto mentre lei compiaciuta gli stava
di fronte.
Lui
l’attirò a sé e ben presto si ritrovarono l’uno dentro l’altra.
I
loro sospiri riempirono la stanza quando poco dopo, sempre a cavalcioni sopra
di lui lo guardò.
“Devo
ammetterlo mi ha stupito …”
Ma
lui non le rispose la spostò da una parte e si alzò dal letto rivestendosi,
appena fatto si diresse in cucina e si preparò un caffé.
Presto
anche Navi si alzò, dirigendosi alla porta d’entrata.
“Credo
che ora risponderò alle tue domande, ma non credo che tu l’abbia fatto solo per
l’onere della causa … comunque sia ci vediamo domani, ah prima che dimenticavo
non preoccuparti per il prezzo mi sono già presa quello che mi spetta!”
La
ragazza beffarda uscì dall’appartamento, mentre l’uomo pensava a che cosa aveva
fatto e perché lo aveva fatto. In realtà la risposta alla seconda domanda già
l’aveva, ma preferiva ignorarla.