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Autore: Calipso__    27/09/2012    3 recensioni
SPOILER DA HEROES OF OLYMPUS
Ambientato agli inizi di Mark of Athena.
Credo che il titolo sia chiaro: ho tentato di immedesimarmi nei vari personaggi e far esprimere i pensieri che questi hanno durante il primo incontro tra greci e romani.
Non è stato facile per me, ma ammetto che è stato dolce e divertente allo stesso tempo!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Annabeth Chase, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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MoA

Fulmini e saette, ecco lo spazio dell'autrice!

Erano mesi che avevo iniziato questa one-short, ma mi ero dimenticata di portarla a termine a causa degli impegni estivi; poi ho letto la fanfiction
"Forever United Here, Somehow" di Sissi_SeaweedBrain (che a questo proposito vi consiglio di leggere perchè fa sbellicare dalle risate!)
e mi sono ricordata che dovevo postare questa mia creazione prima dell'uscita di Mark of Athena.
Ho provato a descrivere il primo incontro tra greci e romani tentando di immedesimarmi nei vari personaggi...
sinceramente non so se ci sono riuscita, ciò che so è che mi sono divertita un sacco a entrare nella mente di tutti!
Mi sembrava carino non mettere il nome di chi aveva questi pensieri all'inizio di ogni paragrafo perché trovo che sia simpatico che a capirlo sia il lettore. 

Detto questo buona lettura, fatemi sapere cosa ne pensate!

 

Incrociai il suo sguardo. I suoi occhi verdi intensi sembravano scrutarmi fino a volermi leggere dentro. Sentivo solo un guazzabuglio di sentimenti nel mio petto: delusione, gelosia e rabbia. Quel Percy si era preso quello che un tempo era mio… non potevo sopportare di vederlo indossare la toga da pretore, la stessa toga da pretore che in quel momento indossavo io, pronto a riprendere il mio posto al Campo Giove. Sarei mai tornato alla mia vita di prima? Percy sembrava così disinvolto e a suo agio al Campo che un tempo era casa mia… invece io non ero mai stato in grado di sentirmi a mio agio al Campo Mezzosangue; non che non mi fossi trovato bene, ma non mi ero mai sentito a casa. Non era il titolo che m’interessava… era la stessa sensazione che credo abbia qualunque figlio nel scoprire di essere stato rimpiazzato da un nuovo componente nella propria famiglia. Incrociai lo sguardo di Reyna dietro di lui. Reyna… come avevo fatto a dimenticarmi di lei? Il suo sguardo sempre fiero e sostenuto era un po’ inclinato, non riusciva a trattenere l’emozione. Poi mi voltai subito verso Piper: anche lei mi fissava, e mi sentivo in colpa a ricambiare il suo sguardo. Mi voltai nuovamente verso quelli che un tempo erano i miei compagni, campeggiati da Percy Jackson. Sentii qualcuno che mi strinse la mano all'improvviso e seppi, senza voltarmi a guardare, che si trattava di Piper. Deglutii nervoso e le strinsi forte la mano, riconoscente, sebbene fossi ancora confuso.
Non avevo più un posto a casa mia.
Non sapevo più di chi fossi veramente innamorato.
Avevo recuperato la memoria ma non sapevo più che cosa ne sarebbe stato di me.

Il mio cuore fece una capriola. Eccola, era arrivata. Non era stato un sogno, lei era qui per me. Annabeth. Non riuscivo veramente a non sorridere, non ero felice di vederla: di più. I suoi occhi grigi erano accesi, e sentivo di non riuscire a trattenere un enorme sorriso. Avrei voluto correre da lei, chiederle scusa, spiegarle che non ero sparito di mia volontà, abbracciarla, stringerla forte tra le mie braccia, come se tutti questi mesi non fossero esistiti… ma qualcosa mi frenò. I miei compagni del Campo Mezzosangue di fronte a me e quelli del Campo Giove dietro di me. Contegno. Anche se non era successo di mia volontà ero diventato pretore, dovevo essere un esempio per tutto il Campo Giove, e i romani erano così severi rispetto ai greci… ma io non riuscivo a smetterla di sorridere, il cuore in gola e le gambe che mi tremavano. Spostai lo sguardo di poco e incrociai lo sguardo di un ragazzo biondo: doveva essere Jason Grace. I suoi occhi blu elettrici mi osservavano come persi nel vuoto e mi accorsi solo dopo che indossava una toga e un mantello viola da pretore sopra la maglia arancio del Campo Mezzosangue. Mi morsi il labbro inferiore pensieroso: probabilmente stava pensando che gli avevo rubato il suo posto al Campo Giove… mi sentivo in colpa per lui. Portai nuovamente il mio sguardo su Annabeth, e tutte le insicurezze sparirono nuovamente: finalmente ci eravamo ritrovati e, per me, era questo l’importante.

Percy. Il mio Testa d’Alga. Finalmente ce l’avevo di fronte a me. Tutte le paure che avevo gli scorsi mesi, la paura di non essere rinconosciuta, la paura che qualcosa fosse cambiato... erano svanite nell'istante stesso in cui i nostri occhi s'incrociarono.  E mi sorrideva come faceva sempre. Forse anche più del solito. Ed io pure non riuscivo a trattenermi dal sorridere. Gli stessi capelli neri, gli stessi occhi verdi e sinceri... un paio di centimetri in più forse. Avevo la gola secca e il cuore che batteva a mille. Avrei voluto semplicemente fregarmene di tutti e correre da lui per rifarmi di tutti quei baci che non mi aveva dato in quei mesi. Avrei voluto gridare al mondo la mia gioia e urlare quanto mi era mancato quello stupido. Ma tornai immediatamente sul pianeta terra: eravamo in un campo di romani, e a parte un paio in prima fila, tutti gli altri non sembravano molto contenti del nostro arrivo. Percy poi indossava una divisa da pretore come quella di Jason... Mi preoccupai immediatamente: forse preferiva il Campo Giove al Campo Mezzosangue, sembrava essere così a suo agio in mezzo a quei romani... Lo sguardo di Percy si spostò per un attimo alla mia destra, su Jason; anch'io lo guardai, e solo allora mi accorsi che doveva essere uno shock per Jason vedere Percy in veste da pretore. Ritornai a guardare Percy, e mi accorsi che sembrava condividere le mie stesse preoccupazioni: mi rassicurò all'istante tornando a guardarmi con un sorriso, che ricambiai come una stupida.

Non sopportavo vedere Jason così preoccupato. Fissava il ragazzo di fronte a noi (Percy Jackson, il ragazzo di Annabeth) con lo sguardo vacuo e perso in mille pensieri. Non preoccuparti, Jason... pensai fissandolo intensemente, come se potessi trasmettergli il mio pensiero. Vedrai che tutto andrà bene... io ti starò sempre accanto... All'improvviso lo vidi volgere lo sguardo verso una ragazza che stava dietro Percy: era vestita esattamente come Jason ad eccezione della maglia viola sotto la toga, teneva lo sguardo alto e fiero, aveva dei lunghi capelli neri legati in un'unica treccia e gli occhi altrettanto neri, ma spalancati dallo stupore e dall'emozione fissi su Jason. Ebbi paura: chi era quella ragazza? Perchè lei sembrava così convolta da Jason? E perchè Jason la fissava con uno sguardo preoccupato? Dopo di che lui si voltò verso di me. Il suo sguardo era diverso dal solito: non era quello sguardo gentile e deciso, era più... uno sguardo serio, piano di dubbi e gelido. Sapevo che la storia tra me e lui era stata tutta un'illusione, ma non avrei immaginato che fosse in grado di rivolgermi un simile sguardo: era come conficcarmi un pugnale dritto nel cuore. Quando tornò a guardare Percy, non resistetti alla tentanzione di fare un passo avanti e tenergli la mano: dovevo avere un contatto con lui in quel momento, ne andava della mia vita... sentivo che io avevo bisogno di lui, e lui aveva bisogno di qualcuno che gli desse la forza di affrontare quel momento. Quando sentii che lui ricambiava la stretta di mano con vigore, sorrisi: la sua stretta mi dava forza, e la mia doveva fare altrettanto nei suoi confronti. Doveva farlo. Perchè era il ragazzo che amavo e quello che volevo era vederlo felice.

Jason. Sei tornato. pensai con il cuore in gola. Contegno continuavo a ripetermi. Datti un contegno. Sei pretore del Campo, non puoi permetterti di cedere di fronte alle emozioni. Ma i miei occhi probabilmente mi tradivano. Non era da me: ero sempre stata in grado di contenermi. Sempre. In ogni occasione. Ad eccezione di quando ero con Jason. Guardai Percy: forse non avevo fatto una buona cosa facendolo nominare pretore. Non dubitavo delle sue capacità, affatto, ma ora mi sentivo in colpa sia nei confronti di Jason che in quelli di Percy. Forse per colpa di una mia decisione affrettata avevo messo a rischio una possibile alleanza tra greci e romani. Io non avrei mai potuto scegliere tra Percy o Jason come pretori. Avrei piuttosto preferito lasciare la mia carica e cedere il posto a loro. Forse però erano troppo simili per essere al capo del Campo insieme. Percy probabilmente avrebbe voluto tornare a far parte del Campo Mezzosangue il prima possibile, si vedeva da come guardava Annabeth... ma non avrebbe potuto farlo. Octavian avrebbe convinto tutti al Campo che il suo era un atto di alto tradimento. Forse però stavo affrettando gli eventi. Dovevamo scongiurare il ritorno di Gaia, romani e greci insieme. I miei pensieri sui vari campi s'interruppero improvvisamente quando vidi una ragazza greca allungare il braccio e stringere la mano a Jason. Sentii qualcosa premermi nel petto: chi era quella ragazza? Perchè aveva tutta quella confidenza con Jason? E perchè Jason non lasciava la sua mano? Deglutii nervosa: mi sentivo gelosa come non mi era mai capitato in vita mia. Jason... scusami per aver pensato che non saresti più tornato. Scusami per aver dubitato in te. Scusami per non essere venuta a cercarti come ha fatto Annabeth. Scusami, scusami... ti giuro che non volevo...

Sammy! pensai con il cuore che batteva a mille e faceva su e giù per la gola. Era Sammy! Ora che lo vedevo di persona era lui! Non ci somigliava, lui era identico! Ma come poteva essere ancora vivo? Beh, in effetti pure tu non dovresti essere viva... pensò una parte di me. Mi morsi un labbro con le lacrime agli occhi. Chissà se si ricordava di me... Era come essere scagliata improvvisamente nel passato. Tutti i fantasmi, tutti i rimpianti che avevo erano tornati a farsi largo nel presente. Poi... poi c'era Frank. Di fianco a me. Certo che Frank era importante per me. Ma anche Sammy lo era. Cioè, lo era stato. E lo era ancora. Quando Sammy mi fece l'occhiolino mi sembrò di trattenere il respiro. Solo dopo aver passato parecchio tempo a fissarlo mi resi conto che lui non era Sammy: lui si era presentato come Leo. Abbassai lo sguardo a terra: non riuscivo a guardarlo ancora, sostenere lo sguardo significava piangere. E io non volevo farlo: non di fronte a tutti, non di fronte a lui e non di fronte a Frank... non potevo, no...

Hazel sembrava turbata. Continuava a fissare un ragazzo greco appena arrivato, Leo. Si conoscevano? Lei sembrava proprio conoscerlo, mentre lui la osservava incuriosito, fino a quando il suo volto non si aprì in un sorriso e le fece l'occhiolino. Mi sentii surriscaldare: ci stava provando con Hazel? Probabilmente no, perchè questo Leo dopo averle fatto l'occhiolino sembrò analizzare con interesse l'intero scenario: osservò Percy, la ragazza di Percy, Reyna, Jason e Piper, l'altra ragazza greca. Mi sentii improvvisamente insicuro: e se poi Hazel avrebbe preferito quel ragazzo greco a me? Insomma, ammettiamolo... io non sono mai stato sicuro di me stesso, Hazel aveva una personalità molto più forte della mia, forse aveva bisogno di una persona come quel Leo, sembrava sicuro e spigliato. Mi sentii sprofondare a questi pensieri, e abbassai lo sguardo a terra, pregando gli dei che non mi fosse portata via la cosa a cui tenevo di più al mondo...

Wow, che tensione... pensai rabbrividendo; e io che credevo che i romani ci avrebbero accolti con una bella festicciola, coriandoli e tante cose da mangiare e bere! In fin dei conti li avevamo avvisati del nostro arrivo, sottolineando che la nostra sarebbe stata una semplice visita di piacere e non una dichiarazione di guerra... questi romani sembravano non conoscere le buone maniere... all'improvviso notai che una ragazza tra i romani mi fissava a bocca aperta. Era carina,  carnagione scura, lunghi ricci castani e occhi che sembravano dorati. E continuava a guardarmi. Avevo fatto conquiste in due secondi di permanenza al campo romano! Cosa devo fare? pensai. Solitamente andava così: ci provavo con una ragazza carina e questa mi dava buca, ormai era nella routine. Forse era il mio approccio con le ragazze ad essere sbagliato. Cosa potevo fare quella volta? Forse avrei dovuto atteggiarmi alla Fonzie di Happy Days: avrei potuto sfoderare un sorriso vincente, sistemarmi la giacca, fare un giro su me stesso, indicarla con pollici e indici alzati e dire: "Hey bambola, come va?". L'idea era molto stile anni cinquanta. Dopo un'accurata riflessione mi resi conto che forse non era il caso visto che tutti se ne stavano in un tetro silenzio... allora le sorrisi e le feci l'occhiolino. Questa arrossì a abbassò subito lo sguardo. Hey, aveva funzionato! Solo dopo notai che di fianco a lei un altro ragazzo: era grande e grosso, ma con un volto da bambino e i lineamenti orientali. Il tipo osservava prima me e poi la ragazza con il volto preoccupato. Cavoli, forse quello era il suo ragazzo! Uff, ma tutte a me dovevano capitare le sfortune?! Beh, anche se così fosse stato, la ragazza era senza alcun ombra di dubbio cotta di me tanto da non riuscire a sostenere lo sguardo senza arrossire. Leo: 1, sconosciuto: 0.
Decisi di analizzare l'attuale situazione: non era decisamente delle migliori. 
Annabeth e il suo ragazzo, Percy, si mangiavano praticamente con gli occhi. 
Un'altra ragazza dietro Percy fissava in modo strano Jason. 
Jason fissava Percy con lo sguardo perso nel vuoto.
Piper teneva preoccupata la mano a Jason.
Oddio, quasi meglio di una telenovela argentina!
- Non vorrei disturbare... - intervenii ad alta voce tanto per rompere il ghiaccio. - Ma qui noi abbiamo fatto un lungo viaggio e per quanto sia piacevole stare in silenzio in vostra compagnia, sarebbe cosa gradita trovare un posto dove parlare con calma della distruzione del mondo e di tutto il resto... -
Improvvisamente tutti, greci e romani sembrarono riprendersi di fronte alle mie parole.
- Ha ragione il ragazzo. - disse seria la ragazza che prima stava fissando Jason. - L'ospitalità prima di tutto; dovremmo avviarci tutti insieme alla Casa del Senato per discutere meglio sul da farsi... concordi con me, Percy? - chiese conferma la ragazza. Percy si voltò verso di lei, scuotendo la testa come sceso dalle nuvole. - Hem... come? Oh, sì, certo...! -
Fissai nuovamente Annabeth e Percy: quei due erano un impiastro, non volevano fare la prima mossa, dovevo intervenire...
- E voi due! - esclamai indicando Percy e Annabeth. - Lo sappiamo tutti che non vedete l'ora di baciarvi, quindi perchè non lo fate subito e vi togliete il pensiero?! -
Percy s'immobilizzò e arrossì fino alla punta dei capelli, mentre sul volto di Annabeth si aprì un enorme sorriso: questa senza farselo ripetere due volte di fila, corse da Percy cancellando in pochi balzi la distanza che li divideva e lo baciò con ardore, avvolgendolo in un abbraccio e fregandosene che tutti li stessero guardando.
Qualcuno ridacchiò di fronte a quella scena, ma i due sembravano persi nel loro mondo per dar retta al resto del mondo. Io sorrisi soddisfatto della mia buona azione e m'incamminai verso dove i romani ci stavano portando, canticchiando allegramente il motivetto di "All You Need Is Love".

  
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