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Autore: Ray08    28/09/2012    1 recensioni
[I tre Caballeros]
[José/Donald/Panchito gijinka, no!furry]
Minuscola one-shot, spin-off di Adelante {and they ride again} di Feel Good Inc
In teoria stava dormendo, ma per qualche assurdo motivo si era svegliato – forse perché la trecentotredici non era proprio comoda come si aspettava o forse, e sa che questa è la vera spiegazione, perché loro erano fuori dall'auto, così lontani da lui - e aveva aperto un occhio.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Posto felicità

Adelante {un posto chiamato felicità}


In teoria stava dormendo, ma per qualche assurdo motivo si era svegliato – forse perché la trecentotredici non era proprio comoda come si aspettava o forse, e sa che questa è la vera spiegazione, perché loro erano fuori dall'auto, così lontani da lui - e aveva aperto un occhio.
Ci aveva messo un po' per focalizzare bene le due figure che in quei giorni gli erano diventate così familiari - le stelle erano poche e lui aveva esagerato con quella cosa portata da José - ma poi finalmente li aveva visti, così tanto, troppo vicini tra di loro.

Panchito li aveva visti guardarsi e aveva tremato, non perché la sua ridicola giacchetta rossa fosse troppo leggera per una notte sotto le stelle, ma perché c'erano così tante cose nei loro occhi – desiderio, sorpresa, paura, domande, incertezze, comprensione – che era davvero impossibile rimanerne distaccati e tornare semplicemente a dormire.

Panchito li aveva visti guardarsi e li aveva odiati profondamente, perché in quegli sguardi non c'era neanche un angolo di spazio per lui, e per la prima volta in tutta la sua rocambolesca e colorata vita si era sentito terribilmente solo. Si era girato su un fianco, e aveva cercato solo di dormire e non pensare a niente.

Durante tutta la notte, tra il sogno e la realtà, fa l'amore con gli occhi di Donald pieni di José, e con quelli di José pieni di Donald: poi spara due colpi ai loro cuori, mentre l'alba tinge piano l'orizzonte.


Si è svegliato di soprassalto, preoccupato per quei pensieri così strani e un po' inquietanti.
Non appena ha aperto gli occhi il suo campo visivo è stato invaso dal profilo di José, che sta appoggiato con i gomiti sulla trecentotredici, quasi appollaiato sulla portiera destra dell'auto.


«Non canti stamattina?»

«Non ne ho voglia» risponde Panchito, ed è strano che non abbia davvero voglia di cantare, ma è ancora più strano il fatto che sia stato José a chiederglielo – durante il viaggio ha continuamente cercato di farlo smettere, minacciando anche di tagliarlo a fettine con un'ascia o di bruciarlo vivo.

«Peccato» continua, e aspira profondamente dal suo sigaro «Mi piaceva molto quella che cantavi ieri. Come è che faceva? Felices amigos siempre vamos juntos. Donde va el primero van siempre los otros. »


Panchito trattiene il fiato per un secondo e José lo guarda di rimando: sarà stato il troppo buio, l'alcool o una stupida e inutile gelosia a non farglielo vedere, e invece era proprio lì lo spazio per lui, sempre stato lì il suo posto nel mondo, ampio e luminoso negli occhi di José – un posto per trovarsi, un posto dove essere se stessi, un posto per cui valga la pena viaggiare e poi tornare, un posto chiamato felicità.

E ora ha voglia di cantare di nuovo, perché José ha un modo tutto suo per dire le cose, parla con i silenzi e gli sguardi - ed è così diverso da lui - ma va bene, va davvero bene, va davvero tutto bene.

Il suo acuto pieno di gioia sveglia Donald ancora mezzo sbronzo e sonnecchiante, e José scoppia a ridere anche con gli occhi. Panchito fruga nella trecentotredici, ondeggiando al vento la zazzera rosso fuoco, e tira fuori due sombreros; li studia per mezzo secondo, non un millesimo di più, così impulsivo in tutto, e poi li lancia ai due amici, iniziando a cantare.

Sono pronti a ripartire, il futuro li attende e non c'è tempo per essere tristi - non c'è mai stato, non con loro, non si può star male quando si ha un posto per trovarsi, un posto dove essere se stessi, un posto per cui valga la pena viaggiare e poi tornare, un posto chiamato felicità.

Adelante.


Note autrice:

Fermatemi ora o non riuscirò ad uscirne mai più; i Tre Caballeros è diventata un'ossessione, non faccio altro che pensare a questi adorabili pennuti. Mi sono resa conto di essermi focalizzata sempre sul Donald/José, tralasciando un po' Panchito – personaggio che in realtà adoro moltissimo. Ulteriore spin-off della notte del terzo giorno – capitemi, ho zero originalità – della storia che è colpevole di tutto questo fangirlamento. Forse c'è un pizzico di José/Panchito in più rispetto al Donald/Panchito, ma la colpa in questo caso è tutta di quel pappagallo che è José. E boh, spero piaccia a quella bellezza che è mia Moglia, dato che lei sforna meraviglie dal nulla e io non riuscirò mai a ricompensarla a dovere. <3

  
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