Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Julia_Fred Weasley    28/09/2012    4 recensioni
Questa storia parla di me (nella storia Julia Gray) che al 6° anno va a Hogwarts insieme a suo fratello Victor, all'inizio sembra andare tutto liscio come l'olio ma all'improvviso arriverà un mistero che scombussolerà la vita dei personaggi, oltre a Julia un altro personaggio importante è Fred Weasley che aiuterà la ragazza a risolvere il mistero, ma più avanti si innamoreranno facendo sorgere così altri problemi, all'inizio si sà la storia risulta banale ma leggendola più a fondo spero che vi appassionerete :-)
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 38
Salvami dalle Tenebre





Image and video hosting by TinyPic


Lo stesso giorno all’alba eravamo tutti svegli e in infermeria, però Madama Chips non voleva che entrassimo ridotti in quel modo quindi fummo costretti a lavarci, e in tutta la mia vita non avevo mai visto un’acqua così sporca che scendeva all’interno della doccia. Mio padre era disteso su uno dei numerosi letti che riempivano quella sala con mia madre che gli teneva la mano bagnata per tutte le sue lacrime versate, io guardavo la scena mentre Madama Chips mi fasciava tutte le ferite soprattutto quella sulla caviglia che aumentò di dolore a causa del masso e poi quel taglio profondo che il Mangiamorte mi aveva procurato, e infine mi mise della pomata per chiudere le ferite sul viso. Fred non era in condizioni migliori: anche lui era ricoperto di graffi su tutto il corpo e aveva un’enorme macchia sanguinante che gli copriva il ginocchio e il labbro inferiore incrostato di sangue, Ron e Hermione per fortuna non avevano lesioni gravi quindi la loro visita durò veramente poco con piccole fasciature e cerotti a differenza di Harry che tra fasciature, punti e pomate era messo nella mia stessa condizione. Cominciavo a sentirmi un po’ sollevata vedendo che nessuno si era fatto gravemente male o addirittura morto ma questa piccola soddisfazione di aver portato bene a termine almeno qualcosa scemò completamente quando Madama Chips indicò una piccola figura esile distesa in fondo alla stanza con una maglietta rossa a maniche lunghe che erano in contrasto con le lenzuola azzurre dell’infermeria, teneva il braccio a penzoloni che fuori usciva dal letto, mi avvicinai a lei a passo lento seguita da Fred, George e Ron, quando fui abbastanza vicina la guardai come si guarda a una bambola di pezza, gli misi il braccio sotto le lenzuola e anche quei piccoli movimenti mi recarono un dolore lancinante per tutto il corpo, vidi la fasciatura sporca di sangue che aveva sotto il seno, continuai a guardarla e non potei non pensare che era stata colpa mia che Ginny era ridotta in quello stato, inerme, sentii una mano calda e accogliente prendermi la spalla
- Lo so a cosa stai pensando, ma non è stata colpa tua – disse Fred, mi tremò il labbro cercando di mantenere le lacrime
- Per niente – ripetè George
- Si invece! – annuì con voce roca – Se non era per me lei adesso non starebbe su questo letto con una macchia di sangue che gli copre il ventre
- Ti ripeto che non è stata colpa tua, se Voldemort non fosse stato uno psicopatico che vuole conquistare il mondo non avrebbe un esercito di Mangiamorte e Ginny non sarebbe stata colpita da uno di loro e cosa più importante non avrebbe creato degli Horcrux di cui uno è entrato in possesso tuo padre che poi ci ha portato in questa lunga storia, quindi la colpa non è tua – sentendo le parole di Fred guardandolo dritta negli occhi mi arresi alla convinzione di quello aveva detto per poi fare un piccolo cenno con la testa
- Si riprenderà? – fu l’unica cosa che dissi, Madama Chips passò in quell’istante con una brocca d’acqua sporca di sangue
- Si, ma ci vorrà del tempo – spiegò – Per fortuna l’incantesimo era solo una fattura e non una maledizione che però gli ha sfiorato le costole di cui una è rotta quindi bisogna solo aspettare che guarisca – disse l’infermiera, noi la guardammo mentre se ne andava quando Harry arrivò tutto dolorante vicino a noi
- Allora? – domandò, noi non parlammo credevamo che era più semplice che vedesse con i propri occhi quindi ci scansammo, mentre Harry guardava Ginny lì impalato, noi ce ne andammo
- Andiamo – proposi – Lasciamoli soli – misi una mano dietro la schiena di Fred accompagnandolo al punto di prima, vicino al suo letto
- E la McGranitt? – domandai a Fred, l’infermiera passò in quel momento, ritornata con la brocca di acqua pulita che posò sopra al comodino di mio padre
- Ah! Quella donna – sbottò la Chips – Ha voluto che fasciassi in fretta la ferita senza neanche ci passassi la pomata diceva che “Aveva troppe cose da fare e non poteva perdere tempo!” – un debole sorriso balenò sul volto mio e di Fred
- Mio padre? – gli domandai mentre Madama gli lavava le ferite
- Quel demente ha cruciato così tante volta tuo padre tanto da sfinirlo e per non parlare del posto in cui lo teneva prigioniero, sapete quante infezioni e malattie si possono prendere restando solo un minuto in quel posto?! – sbottò la Chips
- Come lo ha chiamato?! Demente? – in quel momento a spalcare le porte dell’infermeria fu il professor Silente seguito dalla McGranitt
- Io lo chiamo come mi pare – ringhiò l’infermiera
- Potrei parlare un’attimo con la signorina Gray? – domandò Silente alla Chips
- Si, certo preside ma dopo la riporti qui deve ancora finire di bere la sua medicina – già! La medicina… da tanto che era disgustosa l’avevo appoggiata sul comodino per poi abbandonarla, Albus Silente mi fece cenno con la mano di avvicinarmi a lui, fuori dall’infermieria, una volta che chiuse le porte cominciò a parlare
- Allora signorina Gray…
- Non si preoccupi so già tutto, Voldemort mi ha detto tutto: mi ha detto cos’è un Horcrux, il perché c’è l’aveva mio padre e quali poteri ha – spiegai velocemente
- Oh bene! Così non dovrò dilungarmi molto – rispose con un sorriso Albus
- Ma io potevo ucciderlo – affermai sicura – Potevo ancora sparargli – continuai
- E invece no – mi negò il professore
- È perché? – domandai esasperata
- Beh… come ti ha detto lui in persona, gli Horcrux conservono l’anima e quindi da farlo diventare immortale
- Si ma io l’ho distrutto – affermai
- Si è vero ma solo uno dei sette – mi contratò con voce pacata
- Che cosa?! Voldemort ha diviso l’anima in sette parti?! – il professore rise come se avessi detto una battuta
- Per fortuna noi abbiamo distrutto gli altri cinque
- Cinque? Ha detto cinque?! Quindi ce ne manca uno – il professore annuì – E lei sa qual è il prossimo?
- Ahimè… no – disse scoraggiato – Ma cercherò di scoprirlo presto – continuò deciso – Ora vada… credo che i suoi amici la stanno aspettando – e fu così che il professore mi voltò le spalle e se ne andò lasciandomi col dubbio.

Era passata una settimana ormai e stavo cercando di dimenticare, mio padre si era ripreso a parte le ferite adesso riusciva a stare in piedi, mia madre continuava a prendersi cura di lui, anche se papà faceva delle battute macabre che mamma non capiva, lei era così: odiava l’umorismo perciò è un po’ ostile nei confronti di Fred, dopo quello che è successo, i signori Weasley ci hanno ospitato a casa loro per tutta l’estate e questo per me era un fattore positivo, l’unico negativo però era vedere Ginny che camminava per casa con la stampella per mantenersi in equilibrio anche se non si era fatta alcun male alla gamba non riusciva lo stesso a mantenersi in equilibrio tanto dal dolore che provava. Tutti mi dicono che non è stata colpa mia ma ogni volta che la guardo non posso non provare un senso di colpa, anche Ginny continuava a dirmi che dovevo stare tranquilla e che finalmente ci voleva qualcun altro a portare un po’ d’azione, tutto quello che riuscivo a rispondergli era un piccolo sorriso amaro. Io e le famiglie Gray e Weasley eravamo nel giardino della Tana a guardare il tramonto che si nascondeva dietro una collina, il vento ci spazzava i capelli, era appena primavera e l’estate era sempre più vicina ma quel bel momento non riuscì a farmi dimenticare tutto quel sangue, le ferite si erano rimarginate disegnandomi delle lineette bianche, delle cicatrici, che avevo su tutto il corpo più un’enorme benda che dovevo ancora portare sul ventre per quella odiosa coltellata ma il dolore andava a diminuirsi giorno dopo giorno. In quel momento arrivo Harry che si sedette sulla roccia vicino a me, restammo per un po’ in silenzio guardando ancora il sole
- Cosa pensi? – mi chiese
- A tutto quello che è successo, sto cercando di dimenticare – feci concentrata sul tramonto
- Non è mai facile… dimenticare, forse è meglio che non cerchi di farlo, ti fa solo ricordare – disse lui, ed era vero
- E tu come fai? – gli domandai
- Io… ci passo sopra, ormai sono abituato e non posso farci niente – si alzò e poi se ne andò, feci lo stesso anch’io rientrando in casa, non sapevo che fare dopo quello che era successo. Madama Chips ci aveva detto di rimanere a riposo per un bel po’ ma era così noioso che dopo quella lunga lotta, combattere con un drago sembrava la cosa più banale che esistesse in tutto il mondo magico, quando entrai in cucina e attraversai la porta che portava al soggiorno mi fermai davanti al camino dove sopra di esso c’erano molti libri messi alla rinfusa, passai il dito sopra i titoli dei libri quando scorsi uno piccolo e vecchio, con la copertina rovinata con sopra un disegno indistinto ma il titolo era ancora leggibile: Le Favole di Beda il Bardo, cominciai a sfogliarlo quando lessi un titolo di una favola, La Fonte della Buona Sorte, lessi la favola per poi non staccare più gli occhi dal libro, passò un’ora quando finalmente alzai gli occhi leggendo l’ultima parola del racconto e in quel momento mi dimenticai di tutto era come se ci fossimo solo io e il libro. Qualcuno si sedette al mio fianco sul divano, tirandomi il libro di mano
- Ehi, che fai? Sei come la Granger adesso, ti metti a leggere?! – Era Fred che con sguardo sbilenco mi guardava, io ricambiai il sorriso
- Che leggi? – mi chiese
- Perché non guardi tu stesso – gli dissi, Fred guardò la copertina per poi rivolgere al libro un sorriso quasi imbarazzato
- C’è le leggeva mamma ogni sera – ammise
- Qual è la tua preferita? – gli chiesi
- Baba Raba e il Ceppo Ghignante – rise soddisfatto
- Me l’ero immaginata sai? – ammisi – Quella vecchia strega sapeva il fatto suo
- E la tua? – domandò lui
- La Fonte della Buona Sorte
- C’era da aspettarselo, come ogni ragazza, ti piace la storia d’amore tra i due vero? – mi fece una smorfia
- No – risposi sicura prendendo il libro dalle sue mani per metterlo a posto, raggiunsi il camino e lo posai su di esso – Mi piace per le prove che devono affrontare – alzai lo sguardo e vidi che l’ombra che il sole rifletteva sulla parete divenne più alta, mi girai e vidi Fred di fronte a me che mi sorrise, aveva ancora delle costricine di sangue che gli disegnavano il labbro inferiore, alzai la testa di un bel po’ per guardarlo negli occhi, mi prese il viso fra le mani, adoravo quando lo faceva, mi cresceva un calore in tutto corpo poi mi baciò sentendo il sapore del sale, il gusto forte della pelle contusa e tenera nei punti in cui il labbro era ferito*, mi tirò più a sé prendendomi per la vita, io gli abbracciai il collo, alzai le punte dei piedi per sentirlo più vicino, sentire il suo respiro. Il bacio diventò più impetuoso e vorace, mi mordicchiò il labbro inferiore chiedendomi di aprire le labbra così che le nostre lingue si incontrarono, quando ci staccammo eravamo ancora vicini, le nostre fronti si toccavano, ci guardammo ad occhi socchiusi, Fred mi rise sulle labbra per poi aprirle e ricominciare a baciarci come se non lo faccessimo da una vita, le sue mani si muovevano sul mio corpo impossessandosi di me, quando esse si fermarono sul didietro cercai di interrompere il bacio ma fu troppo difficile che per una volta glielo concessi, all’improvviso mi sollevò prendendomi in braccio, le mie gambe gli abbracciarono la vita e infine mi fece appoggiare la schiena al muro. Gli presi il viso fra le mani continuando a baciare le sue labbra così accoglienti, la sua lingua che esplorava la mia bocca, poi le sue labbra scesero baciandomi il collo, io lo tirai ancora più a me assaporando quel momento di piacere, ritornò a baciarmi le labbra per poi staccarsi
- Mi sei mancata Gray – ansimò a bassa voce con quel suo sorriso sghembo e furbo come una volpe, io mi morsi il labbro
- Anche tu – risposi per poi sporgermi in avanti continuando a baciarlo, si sentii la porta sbattere ma Fred sembrò non accorgesene perché le sue labbra erano troppe impegnate, si sentirono dei passi che poi si fermarono di botto
- Volete che mandi una lettera ai Tre Manici di Scopa, al Piede di Porco o al Paiolo Magico? Ho sentito che hanno delle stenze niente male potrei prenotarvene una – Era George che da come si era capito ci stava guardando, Fred fece un sospiro irritato per poi farmi scendere coi piedi a terra, guardò suo fratello con un’ira che non gli avevo mai visto per poi dire:
- Vaffanculo George! – mi prese per mano e ce ne andammo con il mio viso rosso pieno di imbarazzo, sentii le risate fragorose di George che provenivano ancora dal soggiorno per poi assuefarsi quando cambiò stanza.

Dopo cena, visto che dovevamo stare per molto lì, decisi di sistemare la mia stanza, cosa veramente strana visto che amo il disordine, era uno di quei momenti in cui in camera tua c’è un silenzio assordante e cacci tutti i tuoi vestiti ricordandoti ogni momento speciale e in quale momento speciale li hai indossati, per esempio non mi dimenticherò delle mie converse viola che indossai al Ballo del Ceppo e di certo non mi dimenticai di quando Fred… anzi io lo avevo baciato per la prima volta, non mi dimenticherò mai la mia felpa grigia con sopra “I love NY” che la indossai quando Fred mi ha insegnato a giocare a Quidditch, non mi dimenticherei mai di questa maglia viola extralarge con cui ho baciato Fred poco prima e di certo non mi dimenticherei mai di quella giacca di pelle marrone con cui ho fatto quella lunga battaglia, è quello si… che non me lo sarei mai dimenticata. La luce soffusa nella stanza perché fulminata cominciava a darmi fastidio e il caldo si faceva sentire in quella casa da tanto che era soffocante, misi l’ultima maglia nell’armadio per poi chiuderlo, appena lo feci si spensero le luci, Fantastico, pensai mentre appoggiavo la fronte all’armadio, Adesso si è fulminata completamente!Mi girai per uscire dalla stanza ma qualcosa mi bloccò e gli andai a sbattere contro
- Ehi, dove credi di andare?! – Fred mi bloccò all’armadio senza via d’uscita che mi ricordò il giorno in cui mi aveva invitato al ballo
- Non lo so, dimmelo tu – risposi, vidi che dietro le sue spalle la porta era aperta e feceva entrare uno spiraglio di luce, Fred ricominciò a baciarmi trasportandomi al centro della stanza, mi passò le mani nei capelli poi sulla schiena, sulla vita, io gli tenevo stretta la maglietta tenendolo vicino, e poi con la sua solita puntualità nel corridoio fuori passò George che ci intravide dallo spiraglio della porta fecendo finta di avere carta e piuma
- Gentile proprietario del Piede di Porco… beh siamo già in tema… volevo prenotare una stan… - ma la voce di George si attenuò perché Fred gli chiuse la porta in faccia per poi chiuderla a chiave, le mie guance erano di nuovo rosse, lui se ne accorse prendendomi il viso fra le mani per poi ridere sulle mie labbra, ci sfiorammo il labbro superiore per poi ricominciare a baciarci finchè non ci serviva aria per respirare, mi prese in braccio come aveva fatto prima per poi adagiarmi sul letto stando sotto il suo peso. Cominciò a sfiorarmi la spalla togliendomi la maglia io feci lo stesso con la sua camicia, poi mi sfiorò la vita dove finiva la maglietta per alzamerla e io feci lo stesso con la sua, mi biaciò il collo, io con occhi chiusi assaporavo quel momento, le nostre labbra si sfiorarono di nuovo per poi passare ai jeans che io mi tolsi rapidamente, mentre lui mi baciava io gli sfioravo la fibbia della cintura quando ci fu soltanto quel piccolo strato di vestiti a dividerci, la biancheria. Le sue mani mi accarezzavano il collo, le sue labbra mi erano così familiari quanto casa mia
- Ehi – mi sussurrò, io annuì semplicemente facendo un sorriso, quando anche quel piccolo centimetro di stoffa non riuscì a dividerci, lui mi entrò dolcemente assaporando i miei gemiti di piacere, i baci erano più impetuosi e voraci, i sopsiri più veloci, eravamo una sola cosa in quel profondo buio della stanza.





P.S - Allora credo che questo sia il penultimo capitolo... spero che vi piaccia e se è il contrario posso capire, non sono molto brava a scrivere scene di questo tipo (io smancerie 0 XD) spero che vi piaccia il disegno anche se non è mio io l'ho solo colorato col photoshop, spero che alcuni di voi avranno letto il primo capitolo della mia nuova storia, grazie di nuovo a tutti quelli che hanno recensito, preferito, seguito... RECENSITO la mia storia e...beh... alla prossima :D


* = Una frase del libro Shadowhunters di Cassandra Clare
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Julia_Fred Weasley