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Autore: Claer91    11/04/2007    1 recensioni
un Draco che deve scegliere tra il suo destino e i suoi desideri, un'Hermione combattiva come sempre...ciò che è giusto o ciò che facile?
Genere: Romantico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Anche quella sera aveva finito il suo turno con Ron e la attendeva il letto caldo prima di una nuova stressante giornata: era lei a doversi occupare sempre di tutto, l’unica cosa da prefetti che faceva Ron era accompagnarla la sera per fare la ronda e non lo faceva neanche di buon grado. Non mancava mai di lamentarsi della stanchezza o dei troppi compiti o di qualsiasi cosa. Ma lei era troppo stanca per ribattere o fargli notare quanto era infantile… Ormai non ci provava neanche più a farlo stare zitto, almeno non la sera, perché la mattina, quando ancora aveva energie, gli faceva notare quanto fosse più stupido di Taigher e Goil molte volte.
Girarono l’angolo del corridoio al terzo piano e attesero che arrivassero anche gli altri prefetti per poi potersene andare.
<< Io non capisco perché arriviamo sempre noi in orario e dobbiamo fare tutto di corsa mentre gli altri se la prendono con comodo…>> disse Ron sbuffando per l’ennesima vota
<< Ron? >> disse Hermione seduta contro il muro con la testa poggiata sulla spalla e gli occhi chiusi
<< Si Hermione? Che c’è? >>
<< Potresti stare zitto tre secondi?? >>
<< Ma tu non capisci?? Non p un comportamento corretto! Sei caposcuola perché non sistemi un po’ le cose? >>
<< Devo parlare con tutti i caposcuola e poi andare da Silente, ma non posso lamentarmi ogni volta per ogni singola stupida cosa che non ti garba >> disse, questa volta sbuffando lei
<< Ma se ti viene naturale lamentarti per ogni piccola stupida cosa! Lo fai da sei anni! >> esclamò Ron esasperato
Hermione si alzò e stava quasi per rispondere ma qualcuno la precedette, quella voce di ghiaccio che conosceva tanto bene e che, se prima le faceva saltare i nervi e la preparava ad uno scontro, ora la faceva raggelare… Si perché lei sapeva che ormai Draco Malfoy aveva l’età adatta per diventare mangiamorte, e non aveva dubbi sul fatto che già lo fosse.
<< Io ho finito e me ne vado >>
<< E dov’è…>>
<< è già andata a letto e me ne vado anche io >>
<< Non puoi e neanche lei doveva perché dobbiamo aspettare gli altri >> Ribatté Hermione questa volta concludendo la frase
<< Senti Mezzosangue ci starai tu qui ad aspettare gli altri e a bruciarti un intero sabato serata a discutere sulle cretinagini sparate dalla dondola ma io me ne vado >> E senza aggiungere altro si voltò e percorse lentamente il corridoio finché non sparì dalla loro vista
<< Perché non hai continuato a controbattere?? L’hai lasciato andare via così!!!! >> disse Ron con le orbite fuori dagli occhi per la sorpresa
<< Perché non mi andava di litigare >> disse semplicemente rimettendosi a sedere a terra
<< COSA?!?!?!?! >> gridò Ron ancora più sopito. << Ma che diavolo ti succede???? Non ti andava di litigare??? Permetti che trasgredisca una regola perché non ti va di litigare????? >>
<< Senti Ron sono stanca!!!! >> Disse girandosi a guardarlo, il viso rosso per la rabbia <<
Sono tanca di dover litigare con tutti su tutto, di farmi insultare, di non avere un attimo di respiro tra i vari compiti da prefetto, caposcuola, amica ed esami!!! Non ce la faccio a tenere questo ritmo e se per una sera non mi va di litigare o di farmi insultare cerca di capirlo ok???!!!!>>
<< Non è la prima volta Hermione… è da più di un mese che va avanti questa storia ed è dall’inizio dell’anno che non ti metti apertamente contro Malfoy come è tua abitudine… ma che ti succede? Se ti insultano non dici nulla, se ti chiediamo di farci copiare non dici nulla, se trasgrediscono le regole non dici nulla… >>
<< Sono stanca di dire Ron… >> e detto questo con le lacrime agli occhi, lasciò lì il suo migliore amico e fuggì verso il dormitorio. Varcò il dipinto della signora grassa e sempre correndo entrò nella sua stanza, naturalmente vuota di sabato sera e si gettò sul letto piangendo.
- Sono morti – pensò – Sono tutti morti… -
Ed era così… i suoi genitori erano stati uccisi da alcuni mangiamorte mentre si trovavano a Diagon Alley per prenderle un ultimo libro che lei stessa aveva dimenticato di prendere la volta prema insieme ai Weasley… era stata colpa sua… Per colpa sua i suoi genitori erano morti, uccisi insieme ad altre centinaia di persone… Per colpa sua…
Le lacrime avevano già bagnato tutto il cuscino e per il sudore i capelli le si erano attaccati alla faccia e al collo. Quei boccoli castani identici a quelli della madre… Pianse ancora a lungo prima di assopirsi. Ma i suoi incubi la tormentavano anche di notte. Orami non aveva più la forza di combattere… E questo Ron non poteva capirlo perché lei non glielo aveva detto, come neanche a Harry. Non e la sentiva di dirlo a nessuno perché avrebbe significato ammettere che era qualcosa di reale e che non avrebbe rivisto più i suoi genitori. I giornali ne avevano parlato ma siccome erano troppe le vittime non erano riusciti ad identificarle tutte e il cognome dei suoi genitori non era comparso. Era stato Silente a darle la notizia e le aveva promesso che non avrebbe detto a nessuno cosa era successo se lei non voleva. E lei non voleva… non voleva che i suoi amici la trattassero in modo diverso, non voleva che i professori la compatissero e si asciugassero gli occhi ogni volta che la vedevano… non voleva.


Si risvegliò che erano già le otto. La sua compagna di stanza, Lavanda, naturalmente non era tornata ( -sarà stata impegnata a sentire le lamentele di Ron- si ritrovò a pensare ) e si diresse in bagno. Face una lunga doccia calda, si cambiò la divisa, asciugò i capelli che lasciò liberi sulle spalle e scese nella sala grande. Davanti le scale trovò Harry che, appena la vide, le fece un gran sorriso e, senza dire una parola, la prese per mano e la condusse fuori dalla sala fino al lago. Non parlarono per tutta la camminata e appena giunsero al lago si sedettero poggiando la schiena contro un albero.
<< Ti Ho preso una brioche… ti va? >> chiese Harry prendendola dalla tasca del mantello e porgendogliela
<< Non molto… >> ma vedendolo preoccupato decise di prenderla lo stesso e liberandola dal panno la mangiò.
<< Va tutto bene Hermione? >> le chiese Harry con quella voce gentile che la faceva sentire in colpa ogni volta che gli nascondeva qualcosa
<< Si… >> disse senza girarsi a guardarlo perché i suoi occhi l’avrebbero tradita, ma lui le fece delicatamente voltare il viso e una volta e che lei lo ebbe guardato non riuscì a trattenersi dal piangere. Harry la trasse a se e la abbracciò cercando di calmarla, ma i suoi singhiozzi si facevano sempre più grossi e lui non sapeva che fare per farla stare meglio. La abbraccio ancora più forte finché lei pian piano non si calmò e si addormentò tra le sue braccia. Passò circa mezzora prima che lei si risvegliasse. Harry le fece un dolce sorriso e decise di dirgli tutto
<< I miei genitori…. Sono…. Morti… >> riuscì finalmente a dire Hermione, calando gli occhi e abbracciandosi al suo migliore amico.
<< Come… come sarebbe sono morti? >> chiese Harry quasi in un sussurro completamente preso alla provvista dalla situazione. Sapeva che qualcosa non andava ma non avrebbe mai immaginato fosse qualcosa come quella.
<< Erano tra le vittime di Diagon Alley… >> spiegò Hermione e riprese a singhiozzare
<< Calmati adesso, ci sono io… è da due mesi che ti tieni tutto dentro?? Perché non ce l’hai detto?>> chiese Harry basito.
<< Perché tu eri così giù per la morte di Sirius e per tutto ciò che riguarda Voldemort e non volevo caricarti anche dei miei problemi… mi dispiace di averti fatto preoccupare… >>.
Harry la strinse ancora più forte non sapendo più che dire e capendo che qualunque parola di conforto sarebbe stata vana in un momento come quello.
Dopo circa un’ora passata insieme a fissare il lago senza dire nulla Harry si alzò :<< Hermione ho gli allenamenti di Quiddich ma se vuoi posso saltarli e venire a pranzo con te, devi solo dirmelo e lo farò chiaro? Non preoccuparti almeno per una volta di me ma di te… >>
<< No Harry ora sto meglio grazie… Vai agli allenamenti. Oggi pomeriggio avete la partita e ti ho già rubato una mattinata… Io andrò a pranzo e poi leggerò qualcosa in biblioteca prima di venirvi a vedere: tu vai tranquillo ok? >> e detto questo si alzò, gli diede un bacio sulla guancia e si girò per tornare al castello.


Tornò al castello ma non andò a pranzo, non aveva voglia di mangiare. Si diresse direttamente in biblioteca, sicuramente deserta, e preso un libro iniziò a leggerlo nella sala comune dei grifondoro.
Riaprì gli occhi che ormai era buio e si ritrovò con un mantello di sopra e il camino ancora accesso ma non c’era più nessuno nella sala grande. Evidentemente i grifondoro avevano vinto e festeggiato nella sala grande, per lei non essersi svegliata. Guardò l’orologio sopra il camino: mezzanotte.
Non aveva fatto il giro serale, probabilmente l’aveva sostituita Ron… Si alzò e decise di andare a farsi un bagno prima di andare a dormire: aveva le ossa tutte indolenzite e il bagno dei prefetti era il luogo ideale per rilassarsi… soprattutto a quell’ora che non c’era nessuno. Sfogarsi con Harry le aveva fatto bene perché non aveva avuto incubi quel giorno ed era riuscita a dormire per più di tre ore di seguito.
Prese il necessario e andò nel bagno. Come aveva immaginato non c’era nessuno. Aprì l’acqua e si immerse lentamente, sentendo le ossa rilassarsi al contatto con l’acqua calda. Rimase lì dentro per almeno mezzora. Riluttante uscì dalla vasca, si asciugò e si rimise la divisa, senza preoccuparsi di chiudere bene ogni bottone o di legare la cravatta. Diede un’asciugata ai capelli con lo stesso asciugamano, lasciandoli bagnati e liberi: si era fatto tardi e aveva fretta di tornare nel dormitorio prima che Gazza potesse scoprirla e punirla; li avrebbe asciugati di sopra. Prese tutte le sue cose e uscì cauta dalla stanza. Percorse silenziosamente il corridoio ma ad un tratto sentì un rumore di passi e intravide il luccichio di una lanterna: Gazza. Si levò le scarpe e si mise a correre ma all’angolo qualcuno la afferrò e si ritrovò dentro una stanza buia. La sacca contenente le sue cose cadde a terra, senza fortunatamente fare rumore.
Hermione era stretta contro il muro da un braccio sicuramente maschile, mentre l’altra mano del ragazzo le premeva le labbra. Sentiva il corpo del ragazzo schiacciato contro il suo, probabilmente erano in un ripostiglio e poi il suo viso si avvicinò a quello di lei.
<< Ferma e zitta >>
Quella voce… Per un attimo cedette che il suo cuore si fosse fermato.
Quella voce… Non riusciva più a respirare
Quella era la SUA voce… la voce di Draco Lucius Malfoy!
La sua mente era affollata da mille pensieri: i suoi genitori morti, i mangiamorte, Gazza là fuori, LUI…
Non poteva scappare perché Gazza era fuori, Non poteva urlare perché Gazza era fuori, non poteva fare nulla se non rimanere in quella stanza, al buio, stretta da… un mangiamorte


Sembrarono ore quelle trascorse prima che i passi di Gazza non fossero più udibili. Ma Hermione era sempre bloccata dal corpo del ragazzo e la sua bacchetta era nella sacca con il resto delle cose.
Draco si allontanò da lei facendo un ghigno e, estraendolo la bacchetta proferì un incantesimo non verbale accendendo un candelabro messo su uno scaffale vicino a loro. Hermione si era sbagliata. Erano in un’aula vuota e grande con il candelabro poggiato sulla cattedra. Lei fece per aprire di corsa la porta e scappare ma lui la trattenne da un braccio sbattendola al muro dal quale aveva cercato di fuggire.
<< Che c’è Mezzosangue? Non vuoi stare un po’ con me? Dopo tutto ti ho salvata da una bella punizione sai? Dovresti anche ringraziarmi >> disse lui con la solita voce gelida e il solito ghigno sulla labbra.
<< Preferirei morire che ringraziare uno come te! >> disse Hermione con una voce bassa e carica di risentimento
<< è paura quella che vedo nei tuoi occhi Granger? >> disse avvicinandosi di nuovo a lei e incatenandola al muro con le sue bracca a sbarrarle ogni possibile via di fuga << Perché faresti bene ad averne >>disse con voce glaciale.
Hermione era scossa da brividi di paura ma non voleva farsi vedere così vulnerabile da lui, non voleva dargli questa ulteriore soddisfazione. Era una grifondoro, scelta per il suo coraggio e avrebbe dato testa a quel prepotente, lurido, schifoso…
<< Lo stesso terrore negli occhi dei tuoi genitori…>>
MANGIAMORTE!
  
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