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Autore: Mari_Vilardi_99    28/09/2012    0 recensioni
"Sono sempre stata convinta che sognare fosse un arte di pochi.C'è chi sogna futuri lontani,futuri previsti e infine chi sogna e basta!"
Questa storia vi insegnerà come si sogna,e che tutto si può sognare ma soprattutto che tutti i sogni si possono realizzare!Si affiderà al pensiero di Mari,la nostra protagonista,alle sue indecisioni,le sue confusioni,le sue emozioni e i suoi stati d'animo!Vi insegnerà cosa vuol dire amare e cosa vuol dire farlo davvero e infine vi farà ridere e divertire!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ strano dire che questi esami sono finiti,questi duri esami sono finalmente finiti.

Salve a tutti,mi presento,il mio nome è Marianna Vilardi,M o Mari per gli amici e una specie di Maria storpiato per mia madre,una tredicenne in continuo conflitto col mondo e con un piccolo grande sogno nel cassetto.
Era una giornata come tante,con la misera differenza che non la passai sui libri ma a subirmi le domande stupide e inopportune della mia devastante interrogazione orale,ma,a parte questo minimo particolare,un giorno come tanti.
Appena mi alzai da quella sedia,e salutai con garbo e gentilezza i professori che mi avevano fatto soffrire le pene dell’inferno per la bellezza di tre lunghi anni,ricordo di averli maledetti tutti,uno dopo l’altro compresa la presidente di commissione.
Non sono mai stata un alunna modello e questo spiega la loro ira nei miei confronti ma mettermi in difficoltà in momenti simili era da persone veramente maligne!
Non gli diedi la soddisfazione di vedermi piangere,di vedermi soffrire e immalinconirmi,avrei solo soddisfatto le loro più malvagie aspettative ,al contrario,me ne andai sculettandogli amorevolmente in faccia.In segno di riconoscenza,si intende!
Solo appena uscii dal quel posto una lacrima rigò il mio viso ma la fortuna di avere amici tanto speciali da abbracciarti tutti insieme appassionatamente mi rallegrò il pomeriggio facendo dileguare quella insignificante gocciolina d’acqua tra le piaghe del mio sorriso.
Oh Dio,diciamo che non ero andata poi così tanto male ma,me l’avrebbero pagata comunque,ed era una promessa anche perché prima o poi uno su nove sortilegi di quelle megere con la sfera di cristallo avrebbe dovuto pure funzionare,no?!
La mia scuola di passaggio era terminata,mi aspettava un estate da passare in completo ozio sul telo da spiaggia e poi,in seguito,si sarebbe incominciato a parlare di liceo classico,solo dopo due mesi di bagni senza sosta ben accompagnati da cuffiette e One Direction a palla sotto i raggi del sole.
E già,gli One Direction,il sogno del cassetto di cui stavamo parlando all’inizio erano loro ma,per essere un tantino più realisti,come predicava sempre mamma,in quel cassetto chiuso ermeticamente con ogni tipo di lucchetto anti scasso e allarme di sicurezza,erano conservati con cura i soldi per il loro concerto!
Forse,l’unica cosa che mi cambiò veramente fu conoscerli!Un anno fa,non assomigliavo neanche lontanamente a quella che sono e,la me attuale,sicura e spensierata,mi piace molto!
Le loro voci all’unisono o prese singolarmente riuscivano a farmi provare emozioni brevi,bellissime e,soprattutto,inspiegabili anche utilizzando le migliori leggi di fisica.Come nell’amore!
A proposito di amore,ora che vi ho raccontato vita e miracoli ,i peccati non possono di certo mancare,sono la ciliegina sulla torta e,malauguratamente,avendo una testolina troppo bacata,di torte ne mangiavo in quantità industriale!
Avevo chiuso con questo genere di cose,ero arrivata alla definitiva conclusione che non fossero fatte per me,o almeno,che non le sapessi gestire come andavano gestite.
L’unico amore che continuavo a coltivare ogni monotono mattino era quello per i miei idoli,affiancato alla speranza,attenzione a questo vocabolo perché sarà molto importante,di poter un giorno sfiorare le loro mani e,se la fortuna è dalla mia parte,ottenere una firma su un misero foglio di carta stropicciato in memoria dei cinque minuti più belli e speciali di tutta la mia esistenza.
Volevo andare a Londra,volevo andare a un loro concerto,vedere Harry Styles,incontrarli e confessargli apertamente che erano diventati l’unica ragione per la quale il mio broncio si trasformava automaticamente in un sorriso.L'unico motivo per cui ero cambiata,ero migliorata!Lo facevo per loro,perchè non volevo che mi vedessero con il viso sporcato la lacrime lontane e ormai cancellate.

Ma sarebbe mai successo?!Sarebbe mai capitato?!

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Presi la borsa,abbracciai tutti i miei compagni in segno di ringraziamento per essere venuti a sostenermi e mi incamminai fuori dalla porta centrale pronta a mandare tutto all’aria.
Il mio istinto più animalesco sarebbe stato decisamente infilargli tante carote nel naso fino a fargliele starnutire ma dato che sono sempre stata istruita con lo scopo di non seguire questi istinti,mi trattenni e incominciai a pensare ai prati di margherite fresche e al denaro che avrei ricevuto dai miei parenti al racconto di quella traumatizzante esperienza.
Mia mamma era girata verso la strada,picchiettava contro una carpetta che teneva tra le braccia e ballava il tip-tap utilizzando un solo piede!Che professionista!
Forse era solo una mia impressione ma si notava che fosse impaziente e,anche sperando che dentro quella carpetta ormai bucarellata,si trovasse un bel cornetto alla marmellata appena sfornato non mi illusi più di tanto!Non volevo rimanere delusa anche dal cibo!

M:Ehi,Ma-Dissi avvicinandomi a lei-perché durante la mia ben riuscita interrogazione di Inglese sei uscita via?

Mamma:Mi ha chiamato papà!

M:E che voleva?!Per caso inventare un ennesima scusa per la quale non è potuto venire?!

Mamma:Marianna,è pur sempre tuo padre,non mi piace che parli in questo modo di lui!Cerca di accettarlo,fa molto per voi!

M:Vabbè,certo,come vuoi tu!Cosa ha detto allora se non questo?

Mamma:Beh,ha portato un regalo per sua figlia!

M:Ma dai!Un altro oggettino per comprare il mio affetto?!Oh,che dolce!-Dissi disgustata.

Mamma:Amore,prima che io perda la pazienza,vogliamo parlare di tuo padre o ti do il suo “oggettino”,come lo chiami tu?!

M:Scusa mamma,sono un po’ arrabbiata e nervosa!

Mamma:Ehi,se è per quello che è successo dentro,sei stata formidabile e non sono loro a dovermelo confermare,capito?!

M:Alla perfezione!

Mamma:Ora chiudi gli occhi e porgimi la mano!

M:Una cosa meno misteriosa no?!

Mamma:Senza fare discussioni!

Abbassai le palpebre e procedei come mi era stato ordinato dal mio tenente preferito.
Per un po’ di minuti sentii il vuoto totale,al punto che fui più volte tentata a ritirarmi ma,tre cartucce rigide appoggiate sul mio palmo mi batterono sul tempo.
Le solite scuse,i soliti regali,le solite ricariche a sorpresa che,però,accettavo sempre e comunque anche se con un po’ di insofferenza!Mai rifiutare i regali,no?!
Aprii gli occhi con velocità e scatto.Non mi aspettavo di trovare niente di nuovo ma,se quelle schedine erano di cinque euro l’una,mi sarei assicurata Internet sull’iPhone per ben due settimane piene e non avevo intenzione di privarmene.
Non avrei mai pensato di poterlo dire e,infatti,non dissi assolutamente nulla.Mi limitai a guardarla con gli occhi lucidi e balbettare qualche insulso “Io…ecco…beh…”.

M:Oddio,oddio,oddio!Mamma non sto sognando vero?!Cioè,ho tre biglietti per Londra in mano,non lo sto immaginando vero?!

Mamma:Ehm,mi sa tanto che siamo nella realtà.

Mi buttai addosso a lei e la abbracciai fortissimo,mantenendo un sorriso splendente sulle labbra.

M:Grazie,non so come ringraziarti!Sul serio!

Mamma:Tutto merito di tuo padre!Forse dovresti ringraziare lui,non cerdi?!

M:Sisi,certamente!Anzi,guarda dammi il telefono che lo faccio subito!-Dissi entusiasta.

Mamma:No,aspetta un attimo!

M:Dimmi!

Mamma:Ho visto che in questo ultimo mese hai lavorato sodo e,anche io ho voluto premiarti!-Disse mettendo una mano nella borsa.

M:Mamma,non ce n’è bisogno!-Inziai,ma dopo aver visto cosa stava uscendo da lì mi si formò un nodo allo stomaco-Che mi venga un colpo,ma quelli sono,quelli sono…

Mamma:Questi sono i biglietti per il concerto del 14 luglio,ore 18:00,all’Hyde Park,degli One Diirection!Sono tuoi,te li sei meritati!

Non so precisamente cosa ho provato in quel momento,commozione,felicità,amore eterno verso mia mamma,verso mio padre,perfino un leggero affetto verso quelle serpi velenose dei bidelli,oppure ero solo ansiosa che il giorno segnato in quel biglietto arrivasse!
Non avevo mai viaggiato,e quando dico mai intendo che l’unico aereo che presi da quando sono nata fu quello delle giostrine volanti,che,per la cronaca,non andava nemmeno così in alto come mi aveva assicurato il tizio dei gettoni.Ho sempre voluto girare il mondo,la mia tentazione più profonda era quella di percorrerlo tutto in ottanta giorni contanti,caso mai con la compagnia di Phileas Fogg e il suo fedele amico Passepartout.Forse,questa mia fervida e irrealizzabile idea era legata al fatto di non conoscerlo minimamente ed era proprio per codesto motivo che continuavo a ripetere all’universo contrastante che,una volta diventata grande mi sarei andata a trasferire in Inghilterra.Era una delle mie maggiori ambizioni raggiungere i livelli massimi come scrittrice,giornalista e sceneggiatrice ma,non mi sarei mai accontentata di rimanere a lavorare nel punto più basso dell’italia e,visto che dovevo raggiungere il massimo,perché non andare anche oltre!?
Non so se era per le continue foto che vedevo,per la tentazione di parlare inglese o solo per autocostringermi a ficcarmelo in testa ma,Londra era sempre stata e sempre sarà una delle città più belle avessi mai sognato.
Ripensandoci,però,i biglietti non erano equivalenti al numero di passeggeri che in realtà eravamo e,a meno che mia mamma non fosse ingrassata di qualche dieci chili e avesse richiesto un sedile in più,non capivo perché i biglietti erano tre invece di due,forse non le piacevano i numeri pari?!

M:Mi togli una curiosità,come mai sono tre?

Mamma: Ah si,hai ragione,dimenticavo di dirti che hai la possibilità di portare un’amica con te!

Le sensazioni della prima sorpresa si ripeterono ma stavolta erano leggermente sovrastate dall’indecisione e la confusione su chi portare.Avevo immaginato per tanto tempo di andare a Londra con Fra,la mia migliore amica,ma non avevo mai preso in considerazione realmente che questa opportunità si potesse presentare.
Decisi di farmi coraggio e digitai il suo numero sul telefonino.Tremavo dall’emozione,non vedevo l’ora di dirglielo e soprattutto di conoscere la sua risposta.
Non avevo mai conosciuto persone come F e volevo condividere con lei,non solo la gioia di quel singolo momento ma tutte quelle che mi sarebbero potute capitare durante l’intero viaggio.
Non era da tutti i giorni,per delle adolescenti calabresi aver servito su un piatto d’argento due biglietti per Londra.Ci sono alcuni che dicono “vado a Londra per prendere un snak,torno stasera”come se fosse dietro l’angolo,al contrario io potevo dire “Scendo al Carrefour per comprarmi un paio di Jeans,torno stasera”,ma non lo facevo a prescindere.

F:Pronto M!Che mi racconti?-Disse lei naturalmente.

M:F!Non puoi nemmeno immaginare quello che è successo meno di dieci minuti fa!

F:Parla!

M:Non riesco!

F:Fai come ti ho insegnato io!Conta fino a due,il numero dei tuoi neuroni e poi butta tutto d’un colpo!Dai su!

M:Ok!Londra…aereo…biglietti…tre… AAAAAA!

F:Non mi dire?! Hai tre biglietti per Londra?!

M:Hai capito bene Fra! Ho tre biglietti per Londra!

F:WOW!Potevi avvertirmi che era tanto scottante la notizia!

M:Stop,stop,stop!Non mi fare distrarre ulteriormente!Uno..Due….Vuoi venire a Londra con me?

F:Sono domande da fare queste?!Logico che voglio venire!

M:Evviva!Non vedo l’ora!

F:Non ti esaltare troppo carotina in calore!Aspetta giusto due secondi che lo chiedo a mia mamma,devo sentire il suo parere prima di tutto!

M:Aspetto,tranquilla,ma fai in fretta che fremo dalla voglia di sapere la sua risposta!

F:Faccio subito!Augurami buona fortuna!

M:Buona fortuna F!

Fra non impiegò molto,sentii dall’altro lato del telefono,lei supplicare sua madre,ma le parole non si capivano bene,il segnale era un po’ disturbato dal vento,era in macchina evidentemente.

F:Marii!

M:Cosa?

F:Non riesco a dirtelo!

M:Daii provaci!

F: …mia mamma…

M:Ha detto di no vero?!-Dissi un po' delusa.

F:Ehm,No! Ha detto di si! Non ci posso credere!

M:Sherzi?

F:Ti sembro per caso una che scherza?!

M:Quindi mi vuoi veramente dire che io e te c’è ne andremo a Londra?

F:E tua mamma! Senza di lei non sarebbe possibile!

M:Già,Santa mamma!

F:Santa veramente!

M:Dammi un pizzico virtuale!Please!

F:Un pizzico virtuale?!Non ti mino virtualmente solo perché sono troppo felice!

M:Ti dovrei presentare queste occasioni più spesso!

Rimanemmo qualche istante in silenzio,giusto il tempo di renderci conto della fortuna che ci era capitata,giusto il tempo per capacitarci del fatto che tra meno di due settimana ci saremmo ritrovate in quella città così aspettata e sognata.

F:Chiariamo una cosa però,puoi scordarti che ci metteremo a pedinare gli One Direction per tutta la capitale!

M:Non c’è ne sarà bisogno!Ho i biglietti per il loro concerto!

F:Eh?!Scusa devo aver sentito male!

M:Hai sentito benissimo!

F:Troppe emozioni in un solo giorno!Mi devo riprendere!

M:Siamo in due!Pensa che per la felicità della signora Antonella,poco fa stavo letteralmente collassando!

F:Ma,quindi ciò vuol dire che,che andremo al concerto degli One Direction?Spiegami!

M:Esatto,proprio così!Andremo al concerto degli One Direction!


 

  
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