Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: Chico chan 95    28/09/2012    2 recensioni
- Dolce candida neve scendeva lentamente e il mondo s’imbianco come se ci fossero tanti coniglietti insieme.-
Questa è una storia d'amore con dei protagonisti forse un poco bizzarri ma fatta con il cuore.Scritta per alcune persone importanti,spero che riesca almeno a farvi sorridere e forse anche un poco emozionare.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono tornata >3< Spero che questa storiella vi piaccia e giuro che continuerò l'altra.Ve lo prometto,avrete presto mie notizie...Buona lettura



Nevicava da poche ore e ogni cosa era già stata abilmente imbiancata da un sottile strato nevoso. Da quella casa apparentemente abbandonata, nella quale aveva trovato da poco rifugio alle intemperie di quei giorni, si aveva una vista magnifica del paese, in cui era stato abbandonato dopo la maledizione.
Gli faceva male ricordare il modo in cui era vissuto per così tanto tempo, ma se li rievocava era per un motivo preciso: commemorare la sua salvatrice.
Ma per avere una panoramica di tutta la sua vita, dobbiamo forzatamente tornare indietro nel tempo,prima della sua nascita,all’incontro dei suoi genitori.
I suoi erano da sempre state delle persone comuni con il pregio di essere molto più aperti della gente del proprio tempo. Si erano sposati dopo un lungo corteggiamento da parte di suo padre e non dopo molto proteste il padre di sua madre aveva acconsentito a concedere la mano. Il loro matrimonio si svolse secondo le usanze dell’epoca e fu un matrimonio felice come pochi; ma l’ombra dell’infelicità e del tradimento si abbattè su di loro dopo poco più di tre anni gioiosi.
Stavano provando ad avere un bambino eppure i tentativi fallivano e questo provocava litigi continui,fino a quando stanchi di quell’ incresciosa situazione,decisero di rivolgersi all’unica capace di aiutarli.
Non la conoscevano molto bene eppure le storie a loro raccontate, la descrivevano come una folle anziana che millantava poteri curativi e capacità straordinarie,cose che effettivamente si ritrovava a possedere, ma a cui pochi credevano realmente. I due sposini si diressero pieni di speranze e preparati all’incontro, solo che fu leggermente diverso da come se lo erano immaginati. Appena arrivati alla casetta dall’aspetto lugubre, si sentirono delle voci e si diffuse una dolce malia, che li fece rabbrividire e poi cadere addormentati.
Quando si svegliarono si ritrovarono di fronte una ragazzina che sorrideva in maniera inquietante e con voce troppo infantile, iniziò un discorso all’apparenza insensato per quello che credevano: << Mi dispiace di aver fatto quello che ho fatto. Questa è una proprietà sacra, il profano deve essere allontanato e voi rappresentate un pericolo per l’integrità di questo luogo. Riferitemi il motivo della vostra presenza, prima che decida di eliminarvi personalmente >>.
I due certamente non pensavano di trovarsi dinnanzi la strega e quindi diedero poco conto alle loro parole e il marito rispose alla sua richiesta:<< Siamo venuti qui per chiedere l’aiuto alla grande Guaritrice, lei è l’unica in grado di poterci aiutare>>. Il tono che usò fu arrogante e la strega si offese per quella mancanza di rispetto, malgrado l’avesse anche lusingata, quindi decise di accontentarli con solo una piccola variante e celando lo stesso la sua vera identità e proclamò sempre con la stessa cadenza fintamente infantile:<>. Mentre gli sposi sorrisero grati, la ragazza si volatilizzò e tornò nella forma tanto decantata nel paese. L’altezza era la stessa e anche la corporatura, tante rughe ricoprivano i suoi tratti ma gli occhi erano rimasti uguali,con la medesima luce e i suoi bei capelli erano ingrigiti fino ad assumere il candore della tanto amata neve. La vecchietta si avvicinò alla sposina e accarezzandole il ventre sussurrò alcune parole incomprensibili e mormorò all’orecchio della donna:<< Sarà un adorabile maschietto ma una maledizione penderà sulla sua vita da ora>> i suoi occhi a confermarlo si illuminarono e la donna si sentì come appesantita e insieme al marito perse i sensi. L’anziana, tornata nelle sue solite e infantili vesti, li fece svanire e ghignò pensando alla sorte avversa del bambino.
I genitori si svegliarono nei loro letti e ripresero a vivere, contenti per la piccola creaturina, che cresceva nel ventre, ma anche angustiati per la malasorte destinata. I mesi passarono in fretta ed ebbero tutti i problemi di una normale gravidanza, tranne per un insolita voglia di ortaggi in particolare carote. Quando partorì non fu particolarmente doloroso e nacque un bambino molto bello,ma solo quando i giorni avanzarono la maledizione si rese nota. Mentre i genitori erano impegnati, il piccolo mutava inconsapevolmente, ma quando la presenza genitoriale si avvicinava, tutto tornava nella norma. Non lo scoprirono fino ai due anni e quando avvenne, lo abbandonarono nel paese più lontano, per evitare l’onta di disonore che derivava dal fatto di aver fatto nascere e crescere un mostro.
Il suddetto mostro crebbe con la convinzione di esserlo anche se si trasformava semplicemente in un coniglietto con un musetto adorabile e gli occhietti neri lucidi e il pelo candido.
I secoli passarono e ai giorni nostri lui era ancora un coniglio, la maledizione l’aveva reso immortale anche se non gliene importava molto e ormai da un po’ non si trasformava nemmeno più in umano.
Ma poi un giorno ci fu un cambiamento.
Una macchina passò dal boschetto in cui viveva e sopravviveva a tutto e a tutti e da quella macchina scese una bimbetta dai capelli rossi,che stringeva tra le sue braccia un fagotto. Il coniglietto sapeva che di solito in quel bosco seppellivano di tutto, ma in quel momento si sentiva particolarmente attratto e si avvicinò per la prima volta dopo secoli a un’umana. La bimba quasi non si accorse della sua presenza,era troppo impegnata a piangere per la sua amica e quando si accorse del coniglietto disse con voce triste: << Coniglietto ti vuoi prendere cura della mia bambola? Lei c’è sempre stata ma ora la devo lasciare. Ti voglio bene >>. E fuggì senza aspettare. Il coniglietto allora si avvicinò al fagotto e solo a quel punto la bambola emise un lamento facendolo spaventare e saltellare indietro. <> disse con una vocina incredibilmente fastidiosa ma che dopo qualche colpo di tosse divenne melodiosa e continuò mormorando: << La mia padroncina mi ha abbandonato con un coniglio>> e il suddetto leggermente offeso esclamò: << Il coniglio sa parlare e si infastidisce, smettila di parlare come se non fossi presente>> e lei esclamò:<< Oh sterco di ornitorinco parli... oh sterco di bufalo mi capisci>> e si disse a se stessa altre cose del genere, rabbrividendo. Il coniglio a quel punto tacque per non scatenare ulteriori deliri o scenate e si mise a fissarla. Era veramente una deliziosa bambolina con la pelle bianca come la porcellana tutta da leccare, i lunghi capelli neri come il carbone da accarezzare e gli occhi uguali e poi quelle labbra da baciare e il suo corpo che lo faceva impazzire. Sì il coniglio caro era in piena crisi ormonale (di fronte a cotanta bellezza si può ndA) e non sapeva come reagire quindi le si riavvicino e con la lingua le leccò le labbra e ciò la fece sbiancare.
La sua reazione successiva fu baciarlo e non vi chiedete come ci riuscì, non lo seppero nemmeno i due protagonisti.
Quel bacio fu solo uno dei primi e la loro convivenza, malgrado le prime reazioni fu veramente bella e movimentata e soprattutto piena d’amore. Ma il tempo passa e anche per una bambola è così, ma prima della sua distruzione era felice, infatti la sua maledizione si era conclusa e lo avvisò che sarebbe tornata per riprenderselo.
 
Siamo tornati al punto di partenza, il nostro coniglietto non credeva nel ritorno della sua amata e la commemorava, credendo che fosse ormai perduta. La maledizione dopo la sua scomparsa si era rotta ma trovava inutile vivere senza la sua ragione di vita, infatti tutto era ormai distrutto e non aveva più identità.
Mentre si crogiolava nella sua tristezza tre ragazze si avvicinavano a quella casa lugubre, una ridacchiante e le altre due  perse negli occhi loro. Quando sentì le loro presenze rimase scioccato, non potevano essere loro, non dopo tutto questo tempo eppure erano proprio le loro voci e si beava soprattutto della sua che in quel momento lo stava chiamando. << Gabriel!!!>> tossicchiò e la voce da fastidiosa ridivenne melodiosa << Amore sono tornata>>: Solo a quel punto Gabriel uscì allo scoperto, solo la sua amata poteva sapere il suo nome e quando la vide tremò dalla gioia. Era rimasta la stessa bellezza di prima e i due innamorati si abbracciarono, ripromettendosi di non lasciarsi mai più. Le altre due ragazze rimasero mute ma la brunetta somigliante a qualcuno di nostra conoscenza si avvicinò a Gabriel e con voce sommessa esclamò:<< Perdonami dopotutto sono stata io la causa tua sventura>> Sì, era la strega mentre la rossa era colei che aveva abbandonato Abby (la bambola) nei boschi. Gabriel a quella dichiarazione iniziò a boccheggiare,aveva sognato da tanto il momento in cui si sarebbe preso una vendetta nei confronti del suo infausto destino e ora che si ritrovava davanti la fautrice della maledizione non sapeva più che fare e fece quello che ritenne più istintivo:la ringraziò ,dopotutto era solo grazie al suo intervento che era vivo e che aveva Abby. La ragazza si stupì di fronte alla sua reazione, si aspettava di tutto ma non quello che era appena accaduto ma non ci rimase male,anzi sorrise in maniera inquietante ma pacifica e ritorno tra le braccia della rossa. Insieme giunsero alla terrazza della casa e si misero ad ammirare quel bellissimo spettacolo che la natura gli stava offrendo. Dolce candida neve scendeva lentamente e il mondo s’imbianco come se ci fossero tanti coniglietti insieme.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Chico chan 95