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Autore: Junna    28/09/2012    6 recensioni
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
Ce la stava mettendo tutta eppure, nonostante gli sforzi, era sempre un passo indietro e arrancava, ormai scoraggiata. Sapeva di essere a metà strada, ma rischiava di affogare, tirata giù dalle proprie insicurezze che si facevano sempre più grandi.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ok, non so davvero come definire questa shot da poco più di 1300 parole. Probabilmente uno sfogo. Alcune scene sono estremamente “autobiografiche” e se Lucy vi sembra OOC... beh, è per il fatto che in realtà, i pensieri sono i miei. Junna travestita da Lucy. Devo dire, che scrivendo, mi sono sentita decisamente meglio, nonostante questo ultimo periodo sia stata sotto un treno.

Ringrazio le meravigliose commentatrici di “Cacciatori di Draghi” - anche per gli auguri :D – vi risponderò quanto prima, ora che l'inferno è finito.

Il messaggio di questa... cosa è riassunto nel titolo. Mai arrendersi. Non ho idea se queste 1300 parole possano piacervi o comunicarvi qualcosa, ma lo spero ;)

Dedicato a coloro che stanno passando una crisi scolastica-universitaria. Alle mie amiche e ai miei – senza di loro, davvero non saprei come fare <3

 

 

 

Never Surrender

 

 

 

 

Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.

Mai proverbio era sembrato a Lucy più azzeccato di quello, mentre scendeva di corsa le scale, fuggendo disperata dal dipartimento di Biochimica. “Ce la posso fare” si era ripetuta a cena con i suoi, mentalmente, sbocconcellando di malavoglia la cena, lo stomaco chiuso dall'ansia. “Vado lì, mi siedo, rispondo alle domande se le so, non rispondo se non le so. Chiudo le orecchie ad eventuali insulti e mi prendo qualsiasi voto mi daranno – non posso permettermi di fare la schizzinosa con questo esame!”. E così si era detta, persino sul treno, mentre le tornavano alla mente nomi di composti astrusi e che non ricordava nemmeno in quale pagina di quel dannato libro li avesse letti.

Ammesso che li avesse letti sul serio e che non fossero assurdità partorite dalla sua mente, offuscata dalle centinaia di pagine con cui si era guastata le vacanze.

Ma poi era arrivata nell'aula, tra volti sconosciuti, e l'aria aveva iniziato a mancarle. Il cuore premeva nel petto e le lacrime spingevano per uscire, come un fiume in piena. Aveva paura. Una fottutissima paura.

Quando sentì il proprio nome scivolare dalle labbra della professoressa, era ormai pietrificata, priva della voce per rispondere alla presenza.

Per cui era risultata assente.

A quel punto aveva raccattato borsa, ombrello – quella mattina aveva piovuto a dirotto – e si era chiusa la porta alle spalle, prima di gettarsi di corsa per le scale.

Complimenti Heartphilia” si canzonò, quasi disgustata, mentre tirava il portone principale dell'università. Scese i gradoni, sedendosi all'ultimo, nell'angolo più buio, nascondendo la testa fra le ginocchia e piangendo, per la delusione, per la sconfitta, per la rabbia di quella paura insensata che le stava facendo perdere tempo prezioso.

Lucy... sei... davvero patetica”ridacchiò fra le lacrime, gli occhi appannati e il petto scosso dai singhiozzi.

Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.

Ce la stava mettendo tutta eppure, nonostante gli sforzi, era sempre un passo indietro e arrancava, ormai scoraggiata. Sapeva di essere a metà strada, ma rischiava di affogare, tirata giù dalle proprie insicurezze che si facevano sempre più grandi.

Non era mai stata molto sicura di sé, ma le vittorie ottenute negli anni di liceo, i bei voti, la media perfetta, le soddisfazione, l'avevano davvero illusa di potercela fare, di poter continuare a nuotare senza pensieri anche all'università.

Invece se ne stava lì, patetica, in lacrime a buttare al vento la sessione perché aveva paura.

Erza l'avrebbe certamente presa a schiaffi – prima di abbracciarla – e Levy si sarebbe dispiaciuta quanto lei e quanto i suoi genitori.

Non si era mai sentita un fallimento come quel giorno, per questo le lacrime non volevano saperne di fermarsi.

 

Natsu sospirò sconsolato, mentre spingeva il portone invece che tirarlo, tentando di uscire. La malefica prof di Numismatica l'aveva bocciato – di nuovo. Ok, magari era anche colpa della sua esposizione, lontana dall'essere eccelsa, e del fatto che quella materia da un orecchio gli entrava e dall'altro gli usciva. Ma la bastarda l'aveva bocciato per vendicarsi, ne era certo: si era addormentato a lezione – ripetutamente – ed era stato sgamato – ogni volta.

Che ci posso fare se quella è coooosì noiosaaa!

Igneel l'avrebbe strigliato per bene! - a questo pensava, piagnucolando interiormente, mentre si strascicava lungo i gradoni di pietra, il pensiero del pranzo come unica consolazione.

Un bel piatto di carbonara e passa la paura!” sorrise, pregustando già il sapore penetrante della pancetta esaltato da una deliziosa cascata di pepe – anzi, una valanga!

Unico problema: la sera stessa doveva vedersi con Gray e Gajil... che sicuramente l'avrebbero deriso di brutto per quella sua ennesima bocciatura a Numismatica.

Facciamo due piatti di carbonara!”.

Saltò gli ultimi tre gradoni a piè pari, fece per avviarsi verso il cancello dell'università quando il suono di un singhiozzò catturò la sua attenzione. Si voltò, per trovare una testolina bionda poco più in là e si avvicinò, cauto, senza la minima idea di cosa fare o dire.

Schiarì la gola, cercando di catturare l'attenzione della ragazza e quella alzò lo sguardo, solo un attimo, prima di nasconderlo di nuovo tra le gambe.

« Ehi... va... tutto bene? ».

Quella scosse la testa, singhiozzando, senza una parola.

« Stai male? ».

Altro cenno di diniego.

Sospirò, grattandosi la testa e guardando il cielo, pensando a qualcosa di simpatico da dire per tirare su di morale la sconosciuta.

« Emh... sai, oggi sono stato bocciato. Per la seconda volta allo stesso esame. E scommetto che i miei due amici cazzoni non vedono l'ora di deridermi. Stasera sarò il loro unico argomento! ».

La biondina alzò la testa, stropicciò gli occhi e lo guardò di sottecchi, mentre si asciugava il naso rosso. « Almeno te ci hai provato a fare l'esame... » sussurrò abbattuta nella voce e nello sguardo.

Natsu sedette vicino a lei. « Vuoi parlarne? ».

« Non ti conosco nemmeno » esclamò sbalordita, mordendo il labbro gonfio per il pianto.

« Appunto » fece lui, vispo « Spesso è più facile parlare con uno sconosciuto, non credi? ».

Lei gli restituì un'occhiata perplessa, ma l'aspirante archeologo non si scompose. « Ti assicuro che sono uno sconosciuto simpatico! ».

 

 

Lucy lo guardo a metà fra lo stranito e il sorpreso. Parlava a malapena con alcuni suoi compagni di corso, di certo non aveva intenzione di spifferare i suoi problemi ad un ragazzo che aveva intravisto si e no due volte a mensa.

Però, ecco... c'era qualcosa nel suo sorriso, che le diceva che poteva fidarsi, lasciarsi andare, perché seppur non l'avesse capita, di certo non l'avrebbe mai giudicata.

Allora decise di buttarsi e , come una bufera di neve, lo sommerse delle sue paure, dei suoi dubbi e di tutte le sue incertezze, sulla facoltà, gli esami arretrati... persino sul suo futuro.

« Ascolta » prese lui la parola, dopo averla ascoltata. « Capita a tutti di sentirsi smarriti e... e incerti alle volte. Fa parte della vita. Ma... tu... forse... ».

« Forse? ».

« Il tuo problema è che chiedi troppo a te stessa. Non puoi pretendere di essere sempre perfetta, di conoscere ogni parola del libro... perché ci sono cose che si apprendono veramente con l'esperienza e con anni e anni di studio. Se continui così... non ti rimarrà un bel ricordo dell'università. Ed è triste perché abbiamo vent'anni e questa è l'età per divertirsi! ». Lo disse con un trasporto e un'allegria tale, che Lucy non poté che essere contagiata dal suo entusiasmo.

Forse, nonostante tutto, quella giornata non sarebbe stata completamente da buttar via.

« Hai... ragione » fece, annuendo sempre più convinta.

« Mh, bene. Perché è la prima volta che qualcuno me lo dice... che emozione! » esclamò regalandole un sorriso a trentadue denti.

« Ormai questa sessione è andata, però ».

« Vorrà dire che darai il massimo alla prossima » la rassicurò, le labbra sempre arricciate verso l'alto.

« Si. Basta... scappare! ».

« E se, per caso, ti dovesse tornare la voglia di farlo... beh, ci sarò io a placcarti. Promesso! ».

« Sul serio? » .

« Io mantengo sempre le promesse! ».

Lucy arrossì, distogliendo la sguardo dal suo confidente sconosciuto e si aggiustò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

« Ti va un boccone? » chiese lui, su di giri. « Igneel, il mio padrino, fa la carbonara più buona di tuuutta Fiore. Non che io ne abbia assaggiate altre.... ma sono convinto che sia la più buona! ».

Lucy ridacchiò. « Non so nemmeno come ti chiami! ».

« Natsu, Natsu Dragneel. Sono di Archeologia, terzo anno da iniziare » rispose, porgendole la mano.

Lei la strinse con piacere. « Lucy Heartphilia. Biotech... anche io devo iniziare il terzo! ».

Natsu si alzò in piedi e le porse nuovamente la mano. « Pronta per la carbonara più buona della tua vita? ».

Lei sorrise, lasciandosi tirare su da lui.

« Ehi Natsu... ma non è che ci stai provando con me? » chiese, con l'espressione furba.

Il ragazzo la guardò altrettanto furbescamente.

« Chissà ».

 

 

Note di una studentessa qualcunque.

 

Niente da dire. A voi giudizi, critiche, insulti, tutto ciò che volete ;) Mi sto riprendendo piano piano dalla delusione di questa sessione autunnale e... decisamente, scrivere questa shot – così come le parole di persone speciali – mi ha ridato un po' di coraggio.

Quindi... mai guardare indietro, mai piangere sul latte versato. Andare avanti e mettercela tutta :D

A prestisstimo :*

 

Ps. Natsu riesco ad immaginarmelo solo ed esclusivamente come studente di Archeologia (Preistorica) – che tra l'altro era la mia seconda scelta come facoltà *-*. Dubito che nel curriculum sulla preistoria ci sia l'esame di Numismatica (studio delle monete)... ma ecco, il nome mi piaceva troppo e quindi l'ho usato xD

Lucy la pensavo come studentessa di astrofisica in principio... ma poi ho optato per la mia stessa facoltà ovvero Biotecnologie :). 

   
 
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