Fumetti/Cartoni americani > Avatar
Segui la storia  |       
Autore: AmhranNaFarraige    28/09/2012    2 recensioni
[Tokka: Toph x Sokka]
[Avatar: The Last Airbender + Avatar: The Legend Of Korra]
La guerra del Fuoco è finita e nel mondo è tornata la pace, così almeno pare. Il gruppo dell'Avatar si divide momentaneamente per presto ricongiungersi e creare Republic City. La più grande dominatrice della terra di sempre, Toph, si troverà così e dover far fronte ad un sentimento estraneo che fatica a comprendere. Anno dopo anno, tuttavia, imparerà a conviverci ed a scoprire i veri valori della vita.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Sokka, Toph
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Dal passato al futuro

1. Dopo la fine, un nuovo inizio

Alla fine la pace era tornata nel mondo. Fantastico, nessuno desiderava altro. La nazione del Fuoco si era redenta sotto il comando di Zuko che stringeva stretta al suo fianco Mai. Sembrava che Katara avesse superato questa situazione, visto che i battiti del suo cuore, lo si sentiva, cambiavano ritmo alla presenza dell’Avatar. Che dire di Sokka e Suki… Loro erano davvero felici, finita la guerra potevano passare un po’ di tempo insieme tranquillamente.

Toph.

I suoi amici avevano trovato il tanto cantato amore.

A lei, non lo poteva nascondere, era capitato qualche volta di sentirsi riscaldare il petto in presenza di una certa persona, ma mai aveva capito bene che cosa volesse dire realmente e sinceramente nemmeno le interessava più di tanto. In fondo lei era la più grande dominatrice della terra di tutti i tempi! Lei aveva inventato il dominio del metallo! Lei era la bandita cieca! La fuggitiva! Beh, chiaro che avesse svariati altri interessi.

Pertanto, una volta finita la guerra, il gruppo dell’Avatar si divise temporaneamente: c’era chi aveva una nazione da governare, chi doveva ristabilire un altro po’ di equilibrio, chi voleva farsi una bevuta a base di succo di cactus… Chi sentiva semplicemente il bisogno di stare il più lontano possibile da casa. Dunque Toph si mise in viaggio, scivolando sulle rocce a lei tanto care correva come il vento. Sempre sia praticato con onore il dominio della terra! Arrivò a Ba Sing Se in pochi giorni di viaggio. Perché tale meta, vi chiederete. Ebbene, in quel momento la più grande dominatrice della terra di tutto il mondo sentiva un gran bisogno di consigli e di un bel tè caldo.

Quando Iroh aprì la porta la accolse con un sorriso immenso.

-Buon giorno! Gradisci una tazza di tè, mia cara amica?

-Sono qui proprio per quello, vecchietto. E c’è anche dell’altro di cui vorrei parlare con te.

-Per parlare non c’è niente di meglio di un buon tè al gelsomino. E’ il mio preferito, sai? Ma se non viene preparato con amore allora tanto vale non annusarlo nemmeno... Accomodati pure al tavolo con i fiori rossi, intanto che prepare.

-Anche tu! Ma che problema avete tutti quanti?! Sono cieca. CIECA! Capisci che vuol dire?!

Toph si tirò le palpebre come a far vedere l’azzurro troppo chiaro dei suoi occhi, che però le si stavano arrossando.

-Ohohoho, hai ragione, mia cara! Allora permettimi di accompagnarti, sono un galantuomo, sai?

Iroh la prese sottobraccio (questo genere di cose apparentemente non le piacevano) e si avviò verso il tavolino più bello di tutta la sala da tè, anche se questo particolare Toph non lo poteva notare. Notava però la calda fresca brezza di inizio autunno che entrava dalla finestra e le accarezzava il viso. Solo in situazioni del genere poteva farsi una grossolana idea del suo aspetto. Avrebbe anche potuto pucciare la faccia nel fango e “vedere” tramite il suo dominio… E qualche volta l’aveva anche fatto. Ma per lo più aveva imparato che l’aspetto non conta. Aveva dovuto impararlo. Quello che non sapeva era che lei era graziosa davvero.

-Ecco due tazze di delizioso tè al gelsomino fimanti, posso quindi sedermi accanto a te?

-Noto che non c’è molta gente nel locale, quindi suppongo di sì.

-Beh, a dirla tutta la sala a quest’ora è chiusa. Però un buon tè ad un’amica che ne ha bisogno non lo si nega mai! Ora dimmi pure cos’è che ti turba tanto da venire a cercare un vecchio grasso.

-Le tue parole riscaldano il cuore quanto il tuo tè. Ed è di questo di cui volevo parlare. Vedi…- Toph si sentì avvampare le gote, come quella volta… -E’ ciò che riguarda il cuore che non capisco.

-Oh, l’amore! Ma è l’amore che non capisci, o è qualcuno in particolare che non capisce te?

Lo sguardo della ragazza era, se possibile, più perso del solito (si tenga conto della sua ciecità). In quel momento non si trovava più nella sala da tè di Iroh a Ba Sing Se - i suoi piedi fallarono per la prima volta – ma percepì la presenza di Sokka dietro di se, come quel giorno che lui aveva ottenuto la sua nuova spada, nera di meteorite… E che lei aveva sentito tanto la sua mancanza. Parlò senza rendersene conto.

-Qualcuno che aveva già trovato una persona cara prima ancora di incontrare me…



Iroh sapeva far bene molte cose ed una di queste era dare consigli. Già una volta l’aveva aiutata a risolvere i suoi problemi e questa volta sarebbe andata allo stesso modo. Se lo diceva lui che era così vecchio… Toph si strinse i pugni ricordando le parole di Iroh e ripeteva a se stessa che era forte, in continuazione. Che non si sarebbe lasciata sopraffare da strani sentimenti sdolcinati da ragazzina ingenua. Era andata a sdraiarsi su di una piccola collina dietro il quartiere residenziale di Ba Sing Se, dopo aver accettato la proposta di dare una mano nella sala da tè. In realtà non capiva come avrebbe potuto essere d’aiuto, ma d’altra parte non aveva nulla da fare e questa era una buona occasione per distrarsi un po’.

Non passò molto tempo prima che il vecchio gruppo dell’Avatar si riunisse.

-La guerra del Fuoco è finita, questo è vero, ma non possiamo stare tranquilli, non ancora.- Le aveva detto Zuko, una volta che era andato a trovare suo zio –Io ed Aang ci stiamo dando da fare, ma le differenze tra i vari popoli si fanno sentire. La gente del Regno della Terra fatica a credere che la Nazione del Fuoco abbia una seria intenzione di redimersi. Qui ne va del mio onore, non lo posso sopportare! Le Tribù dell’Acqua sembrano disposte a collaborare, soprattutto per merito di Katara e Sokka, ma c’è ancora chi nutre rancore. Toph, la nostra intenzione è quella di mettere assieme le forze del gruppo dell’Avatar e cercare di trovare una soluzione. Sei dei nostri?

Il cuore della ragazza si riempì dei ricordi del loro viaggio, li rimpiangeva così tanto che a volte si scopriva desiderare che la guerra non si fosse mai conclusa per poter continuare a vagabondare con i suoi amici. I sentimenti che il tempo aveva sopito erano ricomparsi più forti di prima, e più dolorosi, ma Toph non si scomponeva mai. E finalmente i vecchi giorni potevano tornare.

-Beh, in verità qui ho parecchio da fare, non vedi? Il tè del vecchio ha davvero un successo esagerato! Però capisco che senza di me, la grande e potente Toph, voi non riuscireste a far nulla. Mi sacrificherò per il bene dell’umanità. Addio momenti di pace!

-Bene. Zio, avremo anche bisogno del sostegno del Loto Bianco, una volta che ci sarà chiara la situazione.

-In effetti è da un po’ che non faccio una partita seria a Pai Sho!

-Ci incontreremo nella Nazione del Fuoco tra una settimana, ci conviene metterci subito in viaggio, ho parecchio lavoro da fare, lì. Nel frattempo puoi stare nel palazzo, Toph, finché non arriveranno tutti quanti. Zio, ti manderò un messaggero appena sappiamo meglio come dobbiamo agire. Mi ha fatto piacere rivederti.

Zio e nipote si abbracciarono. Scene di questo tipo erano man mano diventate più rare da quando Zuko aveva ottenuto il comando della Nazione del Fuoco ed Iroh si era trasferito a Ba Sing Se, tuttavia ogni volta era possibile notare quanto il giovane signore del Fuoco sentisse il bisogno di dimostrare a quell’uomo tutta la sua gratitudine. Se Toph avesse potuto vederli magari si sarebbe commossa, ma pensando che si trattava di Toph, probabilmente avrebbe nascosto i suoi sentimenti ed avrebbe preferito mostrare solo disgusto.



Il palazzo del fuoco era immenso, ma Toph era in grado di vederlo tutto restando in piedi nella sua stanza, percepiva dai suoi piedi i movimenti di chiunque vi viveva e vi lavorava, e quando, il secondo giorno che passava lì dentro, si accorse che la routine non cambiava di un secondo iniziò ad annoiarsi. Era svaccata sul letto disfatto con i capelli scompigliati con la faccia annegata nel cuscino, quando due vecchie signore entrarono senza nemmeno bussare. Normalmente le avrebbe sentite camminare per il corridoio, ma, tra il fatto che era semi-addormentata e soprattutto il materasso che attutiva le vibrazioni, non se ne accorse e quasi saltò per aria quando la chiamarono.

-Il signore del Fuoco Zuko la invita a raggiungere lui ed i vostri amici nella sala del Fuoco… Sembra che dopo il pisolino delle tre abbiate bisogno di una mano, diciamo bene?

Avevano parlato in sincrono in maniera quasi inquietante, Toph già non le sopportava più.

-Hey, io non ho bisogno di nessuno, me la cavo benissimo da sola, ok? E dormo quando mi pare. Ora sparite! Uh, e dite a Zuko che arrivo tra un attimo.

Si preparò in fretta e furia, com’era solita fare a causa del dormire il più possibile, e in tre minuti si trovava già a precipitare per le scale, giù verso l’immensa porta che dava sulla sala del Fuco, ci entrò in un baleno e… Inciampò.

-Dannato Piedi Rapidi, l’hai fatto apposta! Tu e quel tuo gioco scemo di volartene chissà dove basta che Toph non lo veda! Oh, ma te la farò pagare molto cara!

-Hey, nemmeno ci saluti? Dopo tutto questo tempo…

La ragazzina cieca si voltò con lo sguardo perso ma comunque pieno di emozione, come se avesse udito parlare un amico d’infanzia, una persona che non vedeva da moltissimo tempo. Era passato un anno da quando aveva sentito il tonfo del suo passo maldestro l’ultima volta e sentirlo avvicinarsi sempre più le lanciò il cuore pulsante in gola. Aveva cercato di mascherarlo per troppo tempo, ma ora l’aveva capito. Si era innamorata di Sokka dal primo momento che lo aveva insultato. Avrebbe voluto gridarlo, fregandosene della ragazza che stava abbracciando, di Suki. Ma subito tentò di dissimulare.

-Oddio, vi siete portati dietro anche Sokka, che gioia…- Il tono della voce era carico del suo classico sarcasmo.

-Dai, Toph, non ci vediamo da più di un anno! Non sei cambiata affatto, sempre scontrosa e cinica.

- Tono di voce da mestrina: Katara. -Katara, nemmeno tu sei cambiata di una virgola, sempre a dire a tutti cosa devono fare, come e perché.

-Ragazze, adesso basta, ho chiesto a Zuko di incontrarci per una faccenda molto importante.- Aang era riuscito a prendere il controllo della situazione attirando l’attenzione di tutti –Il mondo è ancora pieno di odio e dolore. Il popolo non si fida della Nazione del Fuoco ed io ho il dovere di mantenere l’equilibrio, ma non ce la posso fare senza l’aiuto di voi, del gruppo dell’Avatar. Dobbiamo ridare credibilità al signore del Fuoco, creare un mondo in cui gente proveniente da ogni luogo possa vivere in pace ed in armonia con altra gente di ogni etnia e di ogni provenienza. Voglio creare un luogo dove questo sia possibile e che possa diventare un esempio per il resto del mondo!

-La Repubblica delle Nazioni Unite prenderà posto nel territorio del Regno della Terra, ma diventerà uno stato a se. Io ed il re della Terra abbiamo stretto un accordo per cui io diventerò il protettore del nuovo paese ed avrò l’incarico di mantenere la connessione con i territori stranieri. Republic City sorgerà come un faro di libertà per tutti i popoli, non esisterà più alcun tipo di distinzione tra essere umano ed essere umano. Ora vi chiedo, siete voi disposti a condurre con me, signore del Fuoco, e con l’Avatar questa impresa?

Il consenso era stato generale. Zuko aveva già dimostrato di essere degno di fiducia ed Aang non ne aveva nemmeno mai avuto bisogno. Il loro progetto era immenso, ma il Loto Bianco avrebbe collaborato alla sua realizzazione. Katara, Sokka, Suki e Toph ne erano entusiasti, anche se forse incideva in parte anche il desiderio di tornare a far squadra come prima, di non perdersi mai più per strada.

I lavori sarebbero cominciati a breve ed ognuno aveva bisogno del suo tempo per prepararsi. Si divisero per l’ultima volta.

Ma nella voce di Suki c’era una nota di dispiacere –Sokka, ho paura che non potrò abbandonare l’isola Kyoshi, ho giurato che l’avrei protetta da qualunque pericolo assieme alle sue guerriere. Già una volta ho fallito, non posso permettere che accada di nuovo. Sokka, tu però devi aiutare Aang e Zuko a far si che questo sogno diventi realtà, tu devi andare con loro…

-Suki, lo sai che non ti posso abbandonare. Ho già perso troppe persone che amavo! Non posso…

-Fallo per me, così che una volta che la vera pace sarà tornata le guerriere Kyoshi non dovranno più esistere perché la guerra e la sofferenza saranno solo un vecchio ricordo.- Una lacrima le solcò il viso –Questo non vuol dire che non ci vedremo più, solo che dovremo vivere lontani. Verrò a trovarti spesso, voglio vedere che cosa diventerai. Sokka, questo non è un addio, non essere triste. Ti amo.

In quel momento Toph non capì se il brivido che le ronzava nel petto era causato dalla tristezza o dalla gioia.

Amava anche lei Sokka, per questo motivo non lo voleva vedere soffrire. Per questo motivo capiva come dovesse sentirsi Suki, come si era sentita lei stessa per un anno intero a preparare intrugli di foglie secche nel tentativo di dimenticare i dolorosi sentimenti. Per questo motivo faticava a nascondere la felicità che la inondava da quando avevano accettato di vivere e lavorare assieme per un’altra volta. Un’altra volta con lui, e questa volta sarebbe durato molto più a lungo.

Republic City sarebbe sorta e con essa le speranze ed i sogni di una giovane ragazza cieca.




N.d.A.: Perdonatemi di aver così stuprato il mio amatissimo Avatar, ma davvero, lo amo. Ed amo Toph. E potrei continuare a fare un elenco delle cose che amo di Avatar che faticherei a fermarmi, quindi procedo col commento e pace.

L’idea iniziale era quella di scrivere una fiction che colmasse il vuoto tra Avatar: The Last Airbender ed Avatar: The Legend Of Korra (e qui dovrei dire che non ho letto The Promise Trilogy, cosa che tuttavia ho intenzione di fare, quindi avviso chiunque l’avesse letto che ciò che ho scritto e la storia del fumetto saranno in totale contrasto, sappiate essere clementi). Successivamente mi sono accorta di adorare un particolare “tema” che gira tra gli avatard, ovvero l’amore materno di Toph (che è il mio personaggio preferito, l’ho già detto?) nei confronti di Lin, così ho realizzato che avrei usato loro come connessione tra le due epoche. A questo punto mi sono posta un nuovo problema che tuttavia non vi svelerò ora per evitare spoiler (anche se sono convinta che tutti capirete in un attimo).

Volevo inoltre aggiungere un po’ di romanticismo (amo le storie zuccherine e smielose, lo ammetto), ma prima di adesso non avevo mai pensato al Tokka, sono una grande sostenitrice dello Zutara che tuttavia qui sarà presente in maniera lievissima. Dopo averci pensato su un po’ però devo dire che lo shipping Toph x Sokka inizia a piacermi ed ha parecchio senso. Sia chiaro, non ho nulla contro Suki, lei mi piace molto anche in pairing con Sokka, solo ho tentato un azzardo e spero possa uscirne qualcosa di decente.

Mi pare di aver spiegato tutto ciò che c’era da spiegare, per adesso. Non vorrei davvero aver parlato troppo perché ho molto altro da dire anche nei seguenti capitoli. A proposito, andrò un po’ a rilento perché mi sto impegnando più del solito a fare capitoli un attimo corposi, vi ho avvisati. Detto questo mi congedo davvero.

AmhranNaFarraige
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Avatar / Vai alla pagina dell'autore: AmhranNaFarraige