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Autore: AngelOfSnow    29/09/2012    4 recensioni
Questa storia partecipa al concest: "La notte degli Oscar" di Lely1441 e di Rowizyx, indetto sul Forum di EFP.
E poi, se ci pensava bene, Will, qualcuno di chiassoso c’era.
Qualcosa che anelava intimamente, ma che non pensava di poter mai toccare. Qualcosa che animava quella solitudine più o meno forzata.
Qualcosa o qualcuno che apparteneva al proprio acerrimo nemico.
-“Wiiill!”- la voce di Grell squarciò il silenzio di quella stanza.
Il diretto interessato non fiatò, ma la mano – intenta a firmare un rapporto – tremò appena.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Grell Sutcliff, Ronald Knox, Sebastian Michaelis, William T. Spears
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ridi Pagliaccio

Nota: Questa storia partecipa al contest: La notte degli Oscar

Ridi Pagliaccio.

 

 William amava restare solo.

Gli piaceva immergersi nel silenzio ovattato della propria mente.

Gli piaceva anche farlo con della buona musica in sottofondo.

Eppure – la maggior parte delle volte – era sempre interrotto sul più bello.

Amava anche l’ordine; non un ordine qualunque ma ordine nel vero senso della parola.

Infatti, lui era ordinato anche nell’ordinazione cromatica dei vestiti.

Non che avesse vestiti particolarmente colorati, s’intende.

Amava se stesso fino a sentirsi particolarmente superire a determinate pulsioni animalesche.

Chiunque lo conoscesse, poteva dire di aver visto un lavoratore eccellente, un uomo di ghiaccio e una figura inafferrabile.

No, decisamente, Will era allontanato da tutti a causa della superbia con cui si muoveva in mezzo ai propri simili.

Questo termine, invece, dai più era sopravvalutato sulla persona del moro.

Lui non s’atteggiava in mezzo agli altri perché voleva, no di certo, ma perché poteva;

Poteva vantare di una schedina lavorativa perfetta ed immacolata; poteva vantare di giorni feriali quadruplicati – visto che questi si accumulavano – e vantava della seconda scheda con più orari di lavoro extra di tutto il Dipartimento.

Nemmeno i loro superiori arrivavano a fare tanto e quindi dai più era considerato come un qualcosa di strano e – a causa del carattere stesso di Will – gli attribuivano strani aggettivi, del tutto dissonanti con il suo stile.

Ovviamente William T.Spears non diceva nulla.

A lui andava bene così.

Tutti lo allontanavano? Bene, delle seccature in meno da gestire e più tempo per il lavoro.

E poi, se ci pensava bene, Will, qualcuno di chiassoso c’era.

Qualcosa che anelava intimamente, ma che non pensava di poter mai toccare. Qualcosa che animava quella solitudine più o meno forzata.

Qualcosa o qualcuno che apparteneva al proprio acerrimo nemico.

-“Wiiill!”- la voce di Grell squarciò il silenzio di quella stanza.

Il diretto interessato non fiatò, ma la mano – intenta a firmare un rapporto – tremò appena.

-“W.i.l.l.i.a.m!”- scandì bene questa volta il rosso.

William alzò appena gli occhi dal foglio e dalle parole, per ascoltare cosa avesse da dire.

 

Recitar!

 Mentre preso dal delirio,

 non so più quel che dico e quel che faccio!

 

 

-“Mh?”- mugugnò facendo finta di essere infastidito, mentre interiormente sperava che quella visita non fosse esclusivamente di lavoro.

Erano passati due mesi da quando Grell lavorava più o meno diligentemente, e usciva ad orari normali – senza aspettarlo – per andare non si sa bene dove e con chi.

 

Eppur è d’uopo, sforzati!

 

 -“Qui ci sono i rapporti che mi avevi chiesto!”-

Dicendo così, consegnò al moro un plico di carta, vergato con lettere sinuose ed eleganti.

Proprio come il possessore di quella calligrafia.

Possessore, che adesso stava per andarsene come se nulla fosse.

 

Bah! Sei tu forse un uom?

 

Come se tutte le attenzioni e le emozioni verso il moro fossero scomparse.

Come se la loro relazione, fosse divenuta un ricordo troppo sbiadito per essere preso in considerazione.

William si riprese dallo stato in tralice e si esibì in una smorfia di amarezza, non biasimando di certo il rosso per quella situazione.

In fondo...” si disse. “mi aspettavo una situazione del genere.

Non appena fu sul punto di chiamarlo, Grell si chiuse la porta alle spalle.

E William si era riseduto, come se quella mano protesa in avanti non fosse la propria, ignorando del tutto il proprio desiderio di rincorrerlo e chiedergli perché.

Tu se’ Pagliaccio!

 

Ma da persona orgogliosa e solitaria quale William era, rimase stoicamente seduto, a firmare e bollare decine e decine di fogli.

 

*****

 

 Vesti la Giubba,

Grell avrebbe dato oro pur di sentire un sussurro, appena flebile e palpabile, che gli chiedesse di rimanere.

Forse si stava solo illudendo che l’amore nutrito in tanti anni per il moro, l’avesse finalmente raggiunto, eppure...

 

la faccia infarina.

 

Eppure adesso – che formavano coppia fissa – veniva trattato più glacialmente di prima.

Veniva percorso con più forza e ignorato con più insistenza.

 

La gente paga, e rider vuole qua.

 

Ragion per cui si stava concedendo con estrema sicurezza a Sebas-chan, pur non desiderandolo del tutto.

 

E se Arlecchin t’invola Colombina,

 

Stava lasciandosi possedere famelicamente, mentre le proprie gambe erano aperte in qualcosa di osceno.

 

Ridi, Pagliaccio, e ognun applaudirà!

 

Mentre il gusto del sangue si mescolava a quello del piacere e le proprie labbra – lasciate libere e in balia di se stesse – lasciavano scappare gemiti acuti di pura estasi.

Eppure, adesso che sentiva il seme di Sebas-chan colare lentamente dal proprio corpo, non provava quel senso di appagamento che William gli lasciava in corpo per ore intere.

-“Sai...”- aveva sentito il sussurro provenire dalle labbra del corvino. –“Sembrate proprio due Pagliacci.”- finì, chiudendosi la porta alle spalle senza voltarsi.

Grell sospirò, poggiando la guancia rosata sul guanciale.

A differenza di Sebastian, William restava con lui fino all’alba.

Un singhiozzo gli squarciò il petto per una, due, tre volte e più...

 

Tramuta in lazzi lo spasmo ed il pianto,

 

Gli Shinigami non piangevano;

Non avrebbe mai pianto, mai, neppure se sotto tortura.

Non avrebbe potuto nemmeno volendolo: uno shinigami non piangeva.

Per la morte, bastava ricordare i Rovi della Morte per ricredersi.

-“Quindi non ho scelta..? Ne, Sebas-chan?”-

 

in una smorfia il singhiozzo e ‘l dolor.

 

 
*****

 

William non era di molte parole, non era loquace, nemmeno romantico o espansivo, tutt’altro!

Ma era un uomo d’onore, di parola, di fiducia – facilmente irritabile, per carità – ma estremamente meticoloso e fedele.

Mai si era immaginato a possedere altri corpi, se non quello di Grell, e mai avrebbe fatto qualcosa di estremamente grave per farlo scappare, eppure...

 

Ah, ridi, Pagliaccio,

 

-“TI ODIO!”-

Aveva mandato all’aria – come al solito – i tentativi rumorosi e discutibili di Grell d’approccio e s’era trovato a dover fare fronte a tutta la frustrazione del rosso, ma lui sapeva delle notti passate con quel verme e l’aveva colpito.

Così, solo per dimostrargli a gesti tutta la propria rabbia.

Non sarebbe stato capace di lasciarlo andare, però, fargli capire quanto dolore gli avesse procurato, si.

-“Non hai il diritto! Tu! Tu... tu che sei un Pagliaccio, tu... Aaarh! Al diavolo! Me ne vado!”-

Me ne vado” quante volte aveva sentito utilizzare a Grell quei vocaboli?

In un secolo di conoscenza, quell’opera teatrale, si ripeteva ogni volta che William andava giù pesante o con i gesti, o con le parole; anche se questa volta aveva ragione.

Questa volta era testimone anche Ronald.

-“Sempai... cioè...”- il ragazzo guardava i due shinigami, facendo scivolare gli sguardi su entrambi, scettico sulla risoluzione del problema.

-“STANNE FUORI, Ronnie...”- aveva sfuriato in una volta Grell, fendendo l’aria con il braccio destro e macchiando di sangue i vestiti dello stesso. –“Questa volta è davvero finita.”- sputò fra i denti, con gli occhi lucidi.

William sentì incrinarsi qualcosa nel loro rapporto.

Qualcosa di importante e lo sguardo gli cadde su quello che aveva combinato: se non sarebbe morto, il rosso, avrebbe vissuto con una cicatrice abbastanza grande.

 

sul tuo amore infranto!

 

Provò con tutte le proprie forze a rimanere fermo e impassibile alla cosa.

-“Se è quello che vuoi, Ronald, and...”-

Ma una quarta figura apparve dall’ombra, portando al naso del moro una zaffata d'aria sgradevole: odore di peccato.

I tacchi del demone stridettero sull’asfalto, mentre l’espressione di Grell andava via via ad oscurarsi.

Quella sensazione di rottura, divenne lacerante e William capì – non era poi così difficile – che Grell non sarebbe tornato.

A meno che non si fosse apertamente mostrato interessato alla cosa, almeno.

-“Sera.”- mormorò il demone. –“Riunione straordinaria?”- mormorò ancora, pacato, mentre assumeva una posa plastica e le labbra sottili si piegavano in un sorriso.

Sebastian era sadicamente divertito.

William si mosse per andare via, ma le proprie gambe rimanevano fedeli a quella posizione, in cui riusciva a vedere il viso spigoloso del rosso e l’espressione disperata negli occhi smeraldini.

Lo stava supplicando di dirgli qualcosa.

Qualsiasi cosa.

E lui lo fece, sentendo la bile e una voragine nel petto ingrandirsi lentamente al posto del cuore.

-“Knox, andiamo, non ho più nulla da dire ad un... traditore.”-

Si girò, sentendo i singhiozzi di Grell.

Il cuore del moro s’atrofizzò, agonizzante.

-“Pagliaccio...”- si sentì sussurrare alle spalle, ma non si girò: l’avrebbe lasciato andare, se fosse stata la cosa migliore e avrebbe continuato a recitare il ruolo di William T.Spears, a discapito di tutto.

 

Ridi del duol che t’avvelena il cor!

 

 
Angolo dell’autrice.

 

Ok, partendo dal presupposto che Amo l’opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, vi spiego: quest’aria rappresenta il concetto di “Clown Tragico” , che non presenta alcun turbamento ma invece è frustrato. 

[ *IWiki* ].

Visto e considerato che, proprio in questa parte di Rappresentazione, si parla del tradimento di Nedda ( moglie di Canio, alias Pagliaccio ) mi son detta: “Visto e considerato che mi sono fissata con questa parte – ma fissata male, male, male! xD – perché non scriverci su?” – originale come pensiero! :’D -

E, udite, udite, la scelta della mia mente è caduta sulla separazione di William e
Grell... cattiva che sono! *A*

A parte i miei sproloqui da autrice, cosa ve ne sembra?

Ho sforato nell’OOC con William? Con Grell?

Spero di no, ma non ho la più pallida idea di cosa pensare, visto e considerato che è una one-shot - lapsus su un punto fisso in testa;

Intimamente sono soddisfatta, se devo essere sincera!

Spero che per voi sia stata una lettura piacevole.

Con affetto,

_Loveless_

 

   
 
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