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Autore: Emmy_Nerisse    29/09/2012    4 recensioni
Eccomi qui^^ Inizialmente questa doveva essere una One-Shot, ma dato che mi sono accorta che verrà lunghissima ho deciso di trasformarla in una FanFiction. Ma questo a voi non interesserà... Quindi arrivo al sodo.
Questa è una storia, la storia, di Farfalà e Blumiere. L'ho costruita riavvolgendo la pellicola del videogioco "Super Paper Mario", risalendo a tutti i Ricordi che compaiono tra le varie Porte della Torre di Svoltadilà e sviluppando una mia versione dei fatti sul tempo che hanno trascorso insieme, prima di quel giorno...
Spero vi piacerà e vi annuncio subito che ci saranno particolari... particolari, che nella vera storia non vengono citati e che probabilmente neanche esistono, ma... chi lo sa?
Inoltre cercherò di andare a fondo su alcuni punti, per esempio... Oh, ma che sto qui ad annoiarvi! Leggete la storia e lo saprete, no? ^^
Genere: Drammatico, Fluff, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo IX - La Biblioteca Sotterranea E Il Profeticus Tenebræ

Il sole fece lentamente capolino da dietro gli alberi frondosi alle spalle del Villaggio, illuminando la collina e i due giovani che stavano pacatamente dormendo ai piedi del grande albero.

Blumiere strizzò gli occhi ancora chiusi nel sonno. Non era abituato a tanta luce, specialmente al mattino. Al Castello una luminosità simile neanche riuscivano ad immaginarla, sempre oscurato dalle pesanti nubi che coprivano il cielo.
Lentamente sollevò le palpebre. Quella fu la prima alba che vide in tutta la sua vita. Rimase per un attimo incantato a osservarla: Farfalà una volta aveva provato a descrivergliela, ma non era riuscito a comprendere quale spettacolo stupefacente fosse in realtà e finalmente poteva ammirarla in tutto il suo splendore con i suoi stessi occhi.
Dopo alcuni istanti, quando i suoi sensi ancora intorpiditi si acutizzarono, si accorse che nella mano destra stringeva delicatamente qualcosa. Girò cautamente il capo in direzione del Castello e rimase sorpreso quando si ritrovò a meno di un palmo di distanza dal viso delicato e ancora assopito di Farfalà. Era accovacciata accanto a lui, le gambe al petto e un braccio che le cingeva. Dalla sua posizione ipotizzò che quella notte avesse avuto freddo."Credevo fosse rientrata al Villaggio" pensò"Invece... è qui. Nonostante questa notte non sia stata proprio tanto mite."
Si riprese da quel fatto un po' inaspettato e si stupì non poco quando vide la sua mano intrecciata a quella della giovane. Riportò lo sguardo al suo viso, poi lo spostò nuovamente alle loro mani. Dapprima provò a sottrarsi alle dita della ragazza, ma presto capì che non ci sarebbe riuscito dato che lei sembrava stringerla leggermente ad ogni suo movimento. Si tirò su seduto contro il tronco dell'albero, facendo attenzione a non svegliarla ma continuando a tenere gli occhi su di lei. Sorrise teneramente e gli venne istintivo carezzarle piano la mano.
Passò una mezz'ora buona prima che Farfalà si svegliasse. La prima cosa che provò fu un piacevole tepore alla mano e quando capì che era stretta attorno a quella di Blumiere sgranò gli occhi, meravigliata. Sollevò lo sguardo fino ad incontrare gli occhi dell'Obscurio che le sorrideva. Con le gote imporporate tornò a guardare le loro mani.
- Perché... Perché mi stai tenendo la mano? - domandò timida.
Lui si limitò a sorriderle ancora - Sei tu che non me la vuoi mollare. - le rispose, facendola arrossire ancora di più.
Farfalà lasciò subito la presa e si mise anche lei seduta con la schiena addossata al tronco. - S-scusa... - balbettò.
- E di cosa? Ci siamo avvicinati e stretti reciprocamente la mano mentre dormivamo. Non è colpa di nessuno. - disse Blumiere, spostando di nuovo lo sguardo l'alba - Anche se in realtà... Io l'avrei voluto da tempo... - sussurrò quasi impercettibilmente.
Farfalà rimase un momento in silenzio. Era sicura che avesse pronunciato qualcosa dopo essersi voltato, ma non era riuscita a capire. Si avvicinò un po' per cercare di guardarlo in viso e notò che sorrideva. Capì subito cosa significasse quell'espressione e appoggiò sicura una mano sulla sua. Lui la guardò piacevolmente sorpreso e Farfalà si accorse che, per la prima volta, non era arrossita incontrando i suoi occhi. Bensì il contrario.
- Sei diventato rosso. - gli fece notare.
Blumiere inarcò un sopracciglio - Ma che dici? E' solo il riflesso del sole. - s'inventò sul momento, mentre lentamente le sue guance tornavano al loro colorito naturale.
La giovane Antiqua rise serenamente e presto anche l'Obscurio venne contagiato, lasciandosi andare e ricambiando quel gesto intrecciando le proprie dita con le sue.
Avrebbero segretamente voluto rimanere mano nella mano ancora un po', pur sapendo di aver trascorso così tutta la notte.
- E' meglio se ora ritorni al Villaggio, Far. Potrebbero essere preoccupati. - le ricordò Blumiere.
Lei fece un cenno di assenso - Già. In più alle dieci devo andare ad un allenamento sul controllo dell'Aria e sarà meglio che mi sbrighi.
- fece per alzarsi, poi però si voltò verso di lui - Ma... tu che farai? - gli domandò.

Blumiere sorrise - Mi metterò a cercare un modo per ritornare al Castello senza farmi vedere, altrimenti scoppia il finimondo là dentro. - scherzò, alzandosi e venendo imitato dalla ragazza.
Presero a camminare verso il cratere.
- Comunque, ti va bene se rimandiamo l'incontro di questo pomeriggio a domani? Perché oggi preferirei trascorrere una... come dire... giornata tranquilla. Per non attirare troppo l'attenzione, sai. - propose lei sperando che Blumiere fosse d'accordo, anche se dentro di sé avrebbe voluto anticiparlo anziché ritardarlo. Poi saltò dentro al buco nella collina.
Il ragazzo la seguì e, in fondo in fondo un po' dispiaciuto, annuì - Va bene. -
Farfalà sorrise - D'accordo, allora. A domani! -
Stava per entrare nella breve galleria che portava al passaggio verso il Villaggio quando Blumiere le afferrò il braccio.
- Aspetta. - le sussurrò.
Lei si voltò e lo guardò senza capire. Si fissarono intensamente, lui negli occhi verde smeraldo di lei e lei nei rosso fiamma di lui.
- Perché stanotte non sei tornata a casa ma sei rimasta con me? - le domandò, serio.
Farfalà venne scossa da un brivido che non fu in grado di descrivere e avvampò istantaneamente - E-ecco, io... - deglutì - Mi sentivo in dovere di farti compagnia... -
L'Obscurio sospirò dentro di sé, poi la lasciò andare - Sì sì. Era solo... una curiosità. - farfugliò sperando che la sua voce non risentisse di quella tenue delusione che l'aveva attraversato da cima a fondo. - Ciao! - la salutò sorridendo lo stesso.
Lei si diresse verso il passaggio, ma prima di addentrarsi si girò verso il giovane. - In realtà sono rimasta con te perché... - mormorò, lo sguardo chino. Doveva dire la verità, perché quella di prima non era altro che un'immensa bugia - In realtà... - ripeté come per evidenziarlo più a se stessa che all'Obscurio di fronte a lei, poi si costrinse a vincere quel nodo alla gola che l'aveva assalita e lo fissò dritto negli occhi - Lo volevo, Blumiere. Più di qualsiasi altra cosa. - confessò.
A ognuno sembrò che il battito del proprio cuore fosse al culmine. Tremavano, Farfalà per ciò che era riuscita a dire proprio a lui e Blumiere per ciò che aveva appena sentito proprio da lei. Qualcosa che per entrambi significava molto. Davvero molto.
Farfalà non riuscì più a sostenere gli occhi penetranti di Blumiere, nei quali vedeva riflesso uno stupore al limite della gioia. Si voltò e corse nella breve galleria. - C-ciao... - sussurrò, poi mutò in acqua e scomparve dentro la fessura sulla parete della collina.
Una volta fuori, si appoggiò alla parete di roccia e si lasciò scivolare a terra"Luvbì aveva ragione..." pensò riportando alla mente le parole dell'amica"Io provo per Blumiere qualcosa che va oltre ad una forte amicizia... Ora ne sono sicura." si disse certa, tirando un sospiro.
Blumiere rimase un attimo fermo, a guardare il punto dove Farfalà era uscita. Scattò verso l'alto sfruttando per quel minimo secondo il controllo del Buio per volare, fortunatamente un tempo troppo breve e in quegli ultimi mesi abituale per creare conseguenze, e tornò sul pianoro della collina. Camminò verso l'albero e vi appoggiò la fronte"L-lei è restata per sua volontà... Ti prego, dimmi che era vero quello che ti si poteva leggere negli occhi, Farfalà." si scongiurò in testa, ripensando a quelle ultime parole che aveva udito e allo sguardo sincero che le aveva accompagnate.
Sorrise in fondo al suo cuore, poi si concentrò sulle mura del Castello, squadrandole da cima a fondo"Ora è meglio se studio una soluzione per rincasare senza essere visto, ci sono troppe cose importanti dentro la biblioteca che devo assolutamente recuperare. Allora, non posso né volare né rendermi invisibile perché di sicuro mio padre non ha tolto la Barriera. Figurarsi se lo facesse! E poi non riuscirei nemmeno a resistere per un tempo sufficientemente lungo, tutto per questa stupidissima alterazione dei controlli. Comunque a piedi non se ne parla, verrei subito assalito. Aspetta, forse potrei..." bloccò lo scorrere dei suoi pensieri e puntò lo sguardo sul ceppo di un albero abbattuto tempo addietro, non troppo lontano dalla collina e neppure troppo prossimo alla città composta da torri."Speriamo funzioni ancora..." si augurò saltando nel cratere.
Quando arrivò vicino alle radici ancora ben affondate nel terreno tirò un sospiro di sollievo: il penultimo anello del tronco sporgeva leggermente verso l'esterno.

- Ehi Brack, per caso sai che fine ha fatto Blu? - domandò il ragazzo dai capelli viola al custode della biblioteca, sistemandosi il codino dietro il capo.
Il bibliotecario scosse il capo - No, mi dispiace, ma ho l'impressione che sia andato a rifugiarsi sulla collina. Spero solo che non gli sia accaduto nulla. Hai sentito anche tu le grida del Conte Arishot ieri sera, no? -
Kozì annuì - Chissà che ha combinato da farlo inferocire tanto da alzare addirittura questa "Barriera". - provò a scagliare un fulmine contro uno scaffale, senza alcun risultato - Mi sento diviso senza il mio dominio - mugugnò sedendosi su una sedia e appoggiando la testa sui pugni delle mani. Poi guardò il custode - Comunque tu hai una vaga idea sul perché Blu continui a filarsela su quell'altura? - chiese sperando di ricavare qualche informazione utile per smascherare il suo segreto.
- A riguardo ne so quanto ne sai tu - si limitò a rispondere l'altro.
L'Obscurio del Fulmine sospirò - Sta cominciando a diventare noioso. -
Brack si voltò verso il giovane - Stai attento con quella sedia. E' un pochino difettosa. - lo avvisò.
Kozì inarcò un sopracciglio - Difettosa? - chiese sospettoso. Si distese di peso sullo schienale, ma questo cedette sotto la pressione della schiena e si ruppe, facendolo ruzzolare all'indietro.
Il custode trattenne un risolino - Io ti avevo avvertito. - gli ricordò.
Un ciuffo ribelle scivolò sugli occhi del ragazzo che lo scostò con uno sbuffo - Molto... divertente... - scandì dolorante, rimettendosi in piedi - Stavi meno a dire "alzati che la sedia è rotta".-
- In effetti avrei anche potuto farlo, già. - disse facendo finta di pensarci su e guardandolo furbo.
Kozìkozì lasciò scivolare le braccia lungo i fianchi - Brack! Ti sembrano scherzi da fare?! Tu l'avevi preparato apposta! - gli gridò contro.
Il bibliotecario fece spallucce - E' la mia vendetta su di te per avermi dato del cadavere ambulante. - si giustificò.
- Quella era solo una battuta innocente. Questo è un pessimo scherzo. - puntualizzò il viola.
- D'accordo... bebè. -
- BRACK! -
- Era solo una battuta innocente. -
Dei rumori strani provenienti da sotto uno scaffale interruppero il sereno scambio di chiacchiere tra i due. Sembrava un suono sordo di colpi buttati a casaccio. Brack spostò piano uno scaffale fortunatamente non troppo pesante e sotto di esso si rivelò esserci una specie di incisione circolare nel pavimento. A intervalli irregolari, questo si sollevava di pochi millimetri per poi riscendere.
- Che sia un ratto? - ipotizzò vagamente Brack.
- Un topo di biblioteca, piuttosto. - gli fece eco Kozì, specificando il termine.
Un colpo ben assestato sollevò la parte di pavimento circolare che si spostò, lasciando far capolino a dei capelli blu notte e degli occhi rosso fiamma che li guardavano scocciati.
- La prossima volta che mi darete del topo vi fulmino. Tutti e due. - li minacciò. - Sperando che 'sta Barriera se ne vada. - aggiunse poi.
Brack e Kozì sbatterono le palpebre - Blu, c-che ci fai in un buco nel pavimento...? - gli domandò l'amico, confuso.
Blumiere si issò fuori dall'apertura - Ma come, Kozì? Non dirmi che ti sei già dimenticato delle gallerie segrete! -
Kozì sgranò gli occhi - Le gallerie?! Proprio quelle che usavamo per sgattaiolare fuori dalle mura quando eravamo bambini? - domandò felicemente sorpreso.
- Proprio quelle. - confermò l'Obscurio del Buio e Fulmine.
- Non credevo ce ne fosse una anche per arrivare in biblioteca! - esclamò. - Questa sì che è una notiziona! -
Brack, però, sembrava sospettoso - Aspettate un attimo. Di quali gallerie state parlando? -
- Sono dei cunicoli nascosti sotto terra che percorrono ogni metro di tutto il Castello. Quando avevamo circa sette anni li usavamo per andare ad allenarci fuori dalle mura senza essere visti. Sappiamo che ci sono molte uscite, tipo una nelle caldaie della Torre Conteica, un'altra ancora poco distante casa di Kozì e una fuori dalle mura mimetizzata dentro il ceppo di un albero abbattuto. E ora ho scoperto anche questa. - spiegò preciso Blumiere.
Brack perse un battito "Non... No, non è possibile... Quelli sono i Sotterranei del Castello! Io e Arishot avevamo cercato in ogni modo di far scomparire tutte le vie per accedervi una volta nato Blumiere, in modo che rimanessero segreti. Invece loro le hanno trovate comunque e per di più quando erano soltanto dei ragazzini! Blumiere più di tutti non avrebbe mai dovuto scoprirli: in una stanza, là sotto, c'è la nostra fine. No, non doveva assolutamente!"
- Brack? Stai bene? - gli domandò il giovane dai capelli blu.
- Hai una faccia stravolta! - evidenziò Kozì.
Il custode scosse il capo - Sto... bene, grazie. E' solo che non mi aspettavo voi conosceste così tanto a fondo il Castello... - improvvisò.
- Se lo dici tu... Ehi, Kozì, qui sotto c'è una stanza enorme, sembra proprio una biblioteca. Vieni a curiosare un po' con me? - gli chiese Blumiere, eccitato.
Il ragazzo scosse il capo in segno di assenso - Volentieri! -
Accettò più per approfittare di ritagliarsi un po' di tempo con l'amico che per interesse verso i sotterranei.
Brack si paralizzò"Una stanza simile a una... Oh no!"
- Aspettate! - li richiamò, prima che potessero scendere di nuovo nella galleria. I due lo guardarono - Non potet... Vengo con voi. - disse per sviare i sospetti.
- Uffi! Così rovini tutta l'avventura! Ah, sei proprio un guastafeste! - protestò Kozìkozì, saltando dentro all'apertura senza però contestare oltre.
Blumiere lo seguì e Brack entrò per ultimo. Proseguirono per un breve tratto lungo uno stretto cunicolo finché non s'imbatterono in un'apertura nella parete, dove fino a poco prima doveva esserci stata una porta di legno ammuffito dal tempo che Blumiere aveva sfondato con un calcio senza pensarci due volte. Oltre non videro che il buio.
Blumiere strinse la mano in un pugno, si concentrò un attimo e l'aprì: nel palmo galleggiò una piccola sfera azzurrina che ogni tanto lasciava udire dei piccoli schiocchi lampanti.
- Ma come...? - gli chiese Kozì, stupito.
Blumiere fece l'occhiolino e lanciò la piccola sfera verso l'alto, che rischiarì buona parte della grande sala sotterranea - In questa stanza i domini non sono annullati, per fortuna, altrimenti sarebbe impossibile procedere. Almeno così possiamo farci un po' di luce. Solo mi domando perché qui la Barriera non agisca... -
"Perché questa stanza risente della sua influenza." realizzò Brack nella sua testa, imitando Blumiere creando un globo luminoso e lanciandolo verso il soffitto, accanto all'altro.
Kozì fece lo stesso poco dopo. - Che forza! Finalmente ho di nuovo il mio dominio! - esclamò eccitato seguendo con lo sguardo il suo Lumino Fulmineo.
- Non vuol dire che tu debba disintegrare questa stanza a suon di fulminate - lo avvisò il blu.
Il viola si trattenne dal folgorarlo sul posto - Ma va', non lo sapevo! - concluse facendo seguire una pernacchia.
Blumiere sorrise - Comunque, questo luogo è davvero il regno dei libri! Non è fantastico? - domandò retorico. Prese il primo libro che gli capitò sotto mano e gli diede una rapida sfogliata, rivelando comuni pagine bianche "Proibiti, a quanto sembra."
- Torno un momento di sopra, vado a prendere il monocolo. Aspettatemi qui, non muovetevi. - li avvertì correndo verso l'uscita.
- Ehi Blu, ti ricordi di quando a sentire nominare la parola "biblioteca" ti veniva il voltastomaco? - lo canzonò Kozì.
L'Obscurio dai capelli blu ridacchiò - Ah! Non avevo idea di quale universo vi fosse nascosto all'interno! - poi inforcò il cunicolo per tornare al piano superiore. Appena risalì, quella sensazione che gli incuteva disagio ma allo stesso tempo sembrava terribilmente ammaliante che provava all'interno di quella biblioteca nascosta scomparve nel nulla. Non rimase tanto ad indagarvi e si diresse allo stanzino.
Intanto, più in basso, Kozì gironzolò tra le varie librerie, stracolme di Libri Proibiti"Però non è giusto che solamente Blu li possa leggere! Uffa..."
Il custode intanto ne prendeva alcuni tra le mani e li sfogliava assente riordinandoli subito. Il suo vero obbiettivo lì sotto era ben diverso: doveva tenere sotto controllo quei due e assicurarsi che non trovassero il...
- E questo? - sentì dire in lontananza da Kozì.
Brack lo raggiunse di corsa e rischiò di svenire. Proprio davanti a loro c'era la teca che racchiudeva quel libro da centenni, mai più violata dopo la sua sigillatura.
Il ragazzo si abbassò per cercare di leggere la scritta incisa e rovinata su una targhetta dorata. - Ma che cavolo c'è scritto?! Questi sono solo disegnini, non si capisce niente! -
"Gli ideogrammi che stanno a significare 'Kurai Yogen-sha' in Antiquo Antico. Per noi ora quel tomo lì... è... il Profeticus Tenebræ" pensò Brack, paralizzato dalla paura.
- Kozìkozì, non toccare quella teca. - disse tremante - Allontanati immediatamente! - gli intimò subito dopo.
Il ragazzo, spaventato da quella reazione del custode, obbedì. L'uomo lo trascinò per il braccio, lontano da lì, vicino all'entrata.
- Brack, ma... Perché? - gli domandò scombussolato.
- Lui. Non deve assolutamente vedere quel libro o le conseguenze saranno catastrofiche. - tagliò corto, senza schiarire troppo le idee al ragazzo che continuava a guardarlo stravolto.
Stava per chiedergli di chi stesse parlando, quando dall'entrata fece capolino Blumiere con il monocolo indosso.
- Eccomi qui. Allora, scoperto qualcosa? - domandò ignaro di tutto l'accaduto, ma venendo nuovamente avvolto da quella misteriosa percezione più marcata di prima, tanto da sembrargli quasi inebriante.
Kozì non sapeva cosa rispondere, ma con la coda dell'occhio vide Brack lanciargli uno sguardo supplichevole. - Mah... Nulla di che. Solo e soltanto Libri Proibiti. - mentì.
- D'accordo. Be', vorrà dire che ci darò una letta. - disse tranquillo il blu prendendo un libro a caso."'Pixl della Tribù dell'Oscurità'..." pensò sedendosi a terra, incrociando le gambe.
Quando Blumiere fu immerso nella lettura, Brack appoggiò una mano alla spalla del viola. - Grazie. - gli sussurrò. Il giovane però continuava a non capirci nulla e si limitò a far spallucce.
Dopo un paio di minuti di continue ricerche di un libro comunemente leggibile, Kozì si arrese e si avvicinò all'amico, completamente preso dallo scritto.
- Che leggi? - lo interruppe.
L'altro non staccò gli occhi dal foglio - Curiosità su un certo Pixl che secondo quanto c'è scritto abbiamo creato noi Obscuri su insegnamento degli Antiquos. - tagliò breve, sperando di tornare a leggere senza altre interruzioni.
- Vuoi dire che un tempo le nostre popolazioni erano... amiche?! - gli chiese stupito il giovane accanto a lui.
Blumiere si voltò a guardarlo abbandonando l'idea di una lettura tranquilla - Certo. Anzi, all'epoca erano molto legate l'una all'altra. - gli fece un breve resoconto di tutto quello che era riuscito a capire riguardo al passato misterioso delle due Tribù e dell'origine dei Pixl mentre Kozì ascoltava attento.
- Tutto questo è così strano da sentire... Però è davvero interessante. Allora, mi leggi anche questo pezzettino sui Pixl Oscuri, già che ci sei? - gli chiese l'Obscurio del Fulmine notevolemente incuriosito riguardo all'argomento.- E va bene. Dunque... - cominciò a raccontargli il giovane Lord tenendo sotto agli occhi un foglio apparentemente vuoto ma in realtà ricco di schizzi e descrizioni.

"Prima della Ribellione dei Pixl e quindi della comparsa della Regina dei Pixl, circa 2500 anni orsono, quando le due Tribù erano ancora alleate, alcuni Antiquos che avevano rubato il segreto della creazione di quelle creature magiche lo insegnarono a un paio di Obscuri per via di sotterfugi, dando vita come dimostrazione ad un Pixl simile agli originali dodici in quanto la formula utilizzata non era perfetta. Era in grado di assumere le sembianze e i poteri di chiunque incontrasse e lo adoperarono come modello. Quei membri della Tribù dell'Oscurità, però, rubarono il Pixl nascondendolo all'interno del Castello e lo nominarono Ombroso. Dopo aver imparato come crearli, gli Obscuri ne inventarono tra i più svariati tipi dalle più inimmaginabili capacità e li sfruttarono per esercitare e rafforzare al massimo i controlli e la resistenza dei dominatori più abili ed efficaci del Castello, tutto ciò in gran privato.
Come tutti gli altri, anche Ombroso venne assoggettato dalla Regina dei Pixl, rivelando a entrambe le popolazioni la sua ignorata esistenza, e si unì contro la sua volontà alla rivolta verso la Tribù degli Antichi. A ribellione terminata venne esiliato per decisione del Saggio degli Antiquos, che lo ritenne un falso assieme a tutti i Pixl definiti 'Oscuri', in un luogo chiamato 'Labirinto dei 100 Livelli' celato tra le Dimensioni di cui col tempo rimase l'unico superstite ereditando di conseguenza tutte le capacità degli altri. Quegli Antiquos e gli Obscuri venuti a conoscenza del segreto della creazione dei Pixl vennero condannati a morte per "Violazione delle Norme sull'Origine dei Pixl" stabilite da entrambe le Tribù, ma alcuni di loro riuscirono a fuggire e si rifugiarono in una città in un altro Mondo. Ora non si è in grado di dire se Ombroso sia ancora vivo o sia scomparso per sempre."

Kozì si grattò il capo - Be'... Un fitto intreccio di conseguenze, insomma. -
- Questo Pixl Oscuro chiamato Ombroso imprigionato in un Labirinto misterioso situato in un luogo sconosciuto... Degli Antiquos e degli Obscuri scappati in gruppo in una città in un altro Mondo... Non so spiegarmi il perché, ma qualcosa mi dice che questi due posti siano collegati l'uno all'altro. Inoltre parla di molti Mondi e Dimensioni differenti da questo, quindi ci dev'essere un modo per raggiungerli, ma quale? E' tutto così... complicato! - esclamò il blu chiudendo il libro, sollevando una nuvoletta di polvere.
- Però devi ammettere che Ombroso era proprio un gran tipo. Certo, solo un Pixl per di più non perfetto, ma fortissimo! Ti immagini se ci fosse ancora? Saremmo tutti molto più potenti! - commentò Kozì, ridendo.
Blumiere ripose il tomo nello scaffale e si avviò verso la fine del corridoio per cercare altri libri - Potrà anche essere vero, ma se così fosse ora saremmo tutti perseguitati. - gli ricordò.
L'altro lo guardò di sbieco - Sempre a cercare il lato negativo, tu. - borbottò.
Il giovane dai capelli blu ridacchiò - E' solo una questione di prudenza, per il resto... - s'interruppe preso da un forte capogiro e per rimanere in piedi fu costretto ad appoggiarsi allo scaffale.
- Blu... va tutto bene? - gli domandò l'Obscurio del Fulmine, preoccupato da quel mancamento.
Blumiere si portò una mano alla fronte. La sensazione indescrivibile era aumentata a dismisura in quell'arco di tempo ed era diventata insopportabile. Nella sua testa albergava una confusione quasi totale, lo confondeva, faceva difficoltà a muovere anche semplicemente le dita delle mani. Era come se non riuscisse più a percepire il suo corpo. Come se pian piano lo stesse perdendo. Esitava non poco a sopportare quel rimbombo di rumori sempre più profondi e penetranti, non ce la faceva più ad ignorarli. Gli sembrava che secondo dopo secondo tutti quei ronzii stessero mutando in suoni, vocaboli indistinti, attorcigliati l'uno all'altro e questo lo disorientava maggiormente. Avrebbe voluto rispondere alla domanda dell'amico, ma si sentiva come paralizzato, non riusciva a fare nulla.
Il colpo fatale, quello che lo stordì appieno, indebolendolo completamente e permettendo a qualcosa, qualcuno, di prendere possesso delle sue azioni, fu un'improvvisa e fortissima fitta al capo. Sentì cedere le gambe sotto di lui e fu costretto ad accucciarsi per non cadere a terra. Stava cercando di opporsi con tutte le sue forze a quell'entità estranea, ma ormai era allo stremo. Chiuse gli occhi, respirando con affanno. Poi tutto tornò normale, troppo normale. Si alzò lento e guardò fisso davanti a sé. Il monocolo all'occhio sinistro si illuminò di una luce biancastra. Questo significava solamente una cosa: quello che ora controllava il suo corpo non era lui.
Kozì si era lentamente avvicinato da dietro al giovane, un po' spaventato e allo stesso tempo con le idee a dir poco confuse. Fece per parlargli, ma l'altro cominciò a camminare spedito lungo la libreria, come se sapesse ciò che cercava, ma senza fermarsi a curiosare in nessun ripiano.
- Blu? - provò a chiamarlo, senza ottenere risposta - Blumiere...? -
Alla reazione nulla dell'amico, decise di raggiungerlo e lo afferrò per una spalla, fermandolo - Ehi, che ti prende? - gli domandò.
Ancora nessuna risposta. Poi Blumiere riprese a camminare come se nulla fosse. A quel punto il ragazzo dai capelli viola perse la pazienza e gli si piazzò davanti, bloccandolo con le braccia. - Rispondimi, cavolo! Che cosa diamine ti succede? - gli domandò contro gridando e guardandolo negli occhi. Improvvisamente la sua espressione di impazienza si tramutò in una spaventata. Perché era esattamente questo ciò che provò quando incrociò lo sguardo dell'amico: paura.
- B-Brack! - chiamò tremando e spostandosi dalla traiettoria di Blumiere, che ricominciò la sua strada.
Il custode lo raggiunse subito e non ebbe bisogno di essere informato su quanto stava accadendo. Gli bastò addocchiare le iridi rosse del ragazzo dai capelli blu: vuote. Il monocolo avvolto di luce propria risplendeva di un pallido bianco latteo, a cadenza regolare più e meno intensamente. Era come ipnotizzato, la bocca socchiusa, senza rendersi minimamente conto di quanto accadeva attorno a lui. Non era in sé.
- Dobbiamo seguirlo - sussurrò l'uomo all'orecchio di Kozì, lo sguardo terribilmente serio - E intervenire se necessario - aggiunse dopo aver capito verso dove Blumiere si stava dirigendo. La teca.
Ormai l'Obscurio era a pochi passi dal grande contenitore fatto di un materiale sconosciuto e indistruttibile. Procedeva lento, senza né diminuire né aumentare quell'andatura ripetitiva.
Brack si era fermato dietro le ultime scaffalature, mentre l'altro aveva continuato a stare accanto all'amico e osservava attento ogni suo movimento.
Blumiere si bloccò appena giunto in prossimità della teca. La guardava con occhi spenti mentre la luce creata dal monocolo era sempre più luminosa. Allungò meccanicamente una mano verso la superficie piatta che racchiudeva il Profeticus Tenebræ e questo sembrò rilucere di una sinistra luminescenza azzurrina che accresceva a poco a poco. Le sue dita stavano per sfiorare il contenitore e sembrava stessero iniziando a ricoprirsi di una sorta di pellicola, come se un guanto candido si stesse lentamente creando dal nulla addosso a lui.
Kozìkozì lo guardò in viso: quell'espressione persa e nulla stava pian piano tramutando, la bocca tirata in un ghigno sempre più malvagio.
Non ce la faceva più a vederlo in quello stato, privo del controllo su se stesso. - Dannazione, riprenditi!! - gridò spingendolo con forza lontano dalla teca, pochi decimi di secondo prima che ne toccasse il coperchio. Il tomo tornò buio e quel tessuto apparso sulla mano dell'Obscurio si dissolse, così come una strana pietra rossa trasparente che si stava formando all'altezza del petto.
Blumiere cadde a terra, picchiando forte la testa contro il pavimento, in viso l'espressione nuovamente vuota con il monocolo spento e di nuovo trasparente. Kozìkozì e Brack gli si avvicinarono.
Non avrebbero mai potuto avere idea di quale caos si era creato nella sua mente in quegli istanti: voci sovrapposte, urla, gemiti di sofferenza, toni suadenti, allegri, seri, disperati, rabbiosi. Non ce la faceva più. Tutto quel baccano lo aveva fatto cadere in una sorta di trance mentale, come se lo avesse rinchiuso in una gabbia dentro se stesso che lo aveva isolato da tutto il resto, senza più nemmeno riuscire a percepire lontanamente il suo corpo. Poco a poco quei lamenti si erano fatti sempre più nitidi, fino a quando non era arrivato a distinguere due parole precise, ma con un significato a lui totalmente sconosciuto. Appena sentì quella mente estranea alla propria abbandonarlo, riuscì a tornare.
Sbatté le palpebre un paio di volte e riprese il controllo di sé, ritrovandosi disteso al suolo. Era intorpidito, ma era di nuovo presente. Tutte le voci e i ronzii magicamente scomparsi nel nulla.
- Ehi Blu! Blu, mi senti? - gli chiese Kozì, appena notò che il nulla nelle sue iridi era scomparso, lasciando rivedere la pupilla accuminata.
Il ragazzo si sollevò faticosamente, tenendosi la testa con una mano e venendo sorretto da Brack. - Come stai? - gli domandò il custode.
Blumiere però non rispose. Nella sua testa risuonavano ancora quelle misteriose parole - Ha...Hak... S... - farfugliò.
Il bibliotecario lo guardò - Cosa...? -
Il giovane deglutì, non riusciva a capire perché quella frase tanto semplice gli costasse così tanta fatica pronunciarla - Hakai... Suru... - riuscì finalmente a dire con uno sforzo immane.
Fu un'istante: dalla schiena, all'altezza del tatuaggio, partirono scosse violentissime che lo percossero da cima a fondo, provocandogli un dolore atroce, costringendolo gridare. Svenne quasi subito accasciandosi contro il braccio del custode che non aveva smesso di sorreggerlo.
- Che è successo? - domandò Kozì al bibliotecario, notevolmente preoccupato.
Questi scosse il capo - Non ne ho idea. - rispose. - Portiamolo di sopra, qui non è il miglior luogo per fermarsi. -
Coricò in spalla il ragazzo e si avviò verso l'uscita. Il giovane dai capelli viola si fermò ancora un attimo a osservare la teca, poi lo seguì. I due Limini Fulminei, quello di Blumiere già spento quando era svenuto, scomparvero, riavvolgendo la sala in un buio denso e fitto.

Dopo qualche minuto di silenzio, appena i due furono ormai lontani, nella sala riecheggiò il tonfo sordo di un pugno tirato contro il legno di un mobile, accompagnato da un agitato tintinnio di campanelli.
- Dannazione! Ce l'avevo quasi fatta, ero così vicino alla vittoria! Quel pappamolle si era lasciato prendere con grandissima facilità, ero a un passo dal mettere le mani sul Profeticus Tenebræ e ci si mette quell'altro babbeo a rovinarmi i piani! - tirò un altro paio di cazzotti contro lo scaffale, poi scoppiò in una risata malvagia - Ah ah ah ah ah! Ma tanto non cambierà nulla! Niente di niente! Prima o poi tornerà di sua volontà da quel tomo e in quel momento il mio piano di scorta avrà inizio! - fu costretto a tenersi la pancia dal tanto ridere - Già! Caro il mio principino, non avrai scampo, il tuo destino è segnato! E se anche in futuro sarai così scarso, un povero idiota che si lascia possedere come bere un bicchier d'acqua, allora sì, per me il trionfo è assicurato! Ah ah ah ah ah! - tornò improvvisamente serio, ma mantenne quel ghigno beffardo sulla maschera, gli occhi ridotti a due fessure, l'unica fonte luminosa in tutta quell'oscurità - E per far sì che tutto questo si avveri sono costretto a donarti i Frammenti del Codice, che non sono mica cosa da regalare alla prima persona che capita, sai? Devi ritenerti privilegiato, Lord Blumiere, molto privilegiato. Ma ti manca ancora molto prima di ottenerli tutti, e tu dovrai soffrire. Questo immenso e implacabile dolore presente e futuro diventerà parte irrimediabile della tua vita, e tu dovrai soffrire. E io riderò alle tue spalle in eterno mentre tu soffrirai! - esclamò crudelmente, un'espressione pervertita in volto.
Si avvicinò alla teca contenente il Profeticus Tenebrae, facendovi scorrere sopra la mano e illuminando di un colorito scarlatto l'oculo al centro del libro - Oh, io adoro veder star male le altre persone, soprattutto la reincarnazione Obscuria di quell'Antiquo, quel maledettissimo che mi ha rubato l'opera. - ghignò - Probabilmente ti starai chiedendo a chi mi riferisco, non è forse così? Ebbene, sto parlando di te, caro il mio Blumiere. O forse dovrei chiamarti come chi in realtà sei,Cenere? Ah ah ah ah! -
Levitò in aria, le gambe incrociate, senza distogliere lo sguardo dal tomo. - Tu lo volevi usare e tu lo hai spacciato alla storia come una tua creazione, per questo io non posso nemmeno sfiorarlo. Nessuno ha una memoria abbastanza duratura da rammentare tutto il tempo che il sottoscritto, un povero Antiquo Normale stanco persino della propria esistenza, ha trascorso seduto su una scrivania con la penna in mano a tracciare ogni ideogrammo presente in ciascuna pagina il Profeticus Tenebræ... Il tuo "Kurai Yogen-sha". Per fortuna che dopo la tua morte sono almeno riuscito a restituirgli il nome originale scelto da me.Tzh! Stai procurando solamente una sacco di guai alla tua reincarnazione, non sei poi tanto intelligente, dovresti sapere perfettamente che il ciclo si ripete sempre. Però ci ho pensato io a fermarti, allora, non eri la persona adatta, non c'era un motivo valido nelle tue azioni, mentre questa volta si compirà fino all'ultima sillaba. Mi hai costretto a imparare la Magia Nera, quella che mi ha permesso di rimanere in vita per tutti questi anni e grazie a cui potrò procurare infine la mia vendetta, povero sciocco. Pensa, sono persino stato in grado di rifarmi la faccia, letteralmente. - sorrise maligno, prendendo a buffetti la maschera.
Tornò a ridere come un pazzo, ribaltandosi addirittura a testa in giù - AH AH AH AH AH! Mi divertirò come non ho mai fatto in tutta la mia millenaria esistenza vedendo la tua vita sfracellarsi pezzo dopo pezzo sotto i tuoi stessi occhi! E non sai quanto mi dispiacerà! Sarà un semplice quanto fantastico intrattenimento prima di dare vita al più GRANDE, ECCEZIONALE E DIMENSIONALE SPETTACOLO DI TUTTI I TEMPI!! -
Schioccò le dita e scomparve in un vuoto d'aria, mentre le sue ultime risa maligne aleggiavano ancora nella biblioteca sotterranea accompagnate dal tintinnio continuo e snervante dei sonagli sul copricapo del giullare.

Il campanello alla porta del negozio trillò.
- C'è nessuno...? - domandò la giovane dai capelli rossi guardandosi intorno - Cannella? - chiamò.
- Arrivo, arrivo - disse canticchiando allegra una signora facendo capolino dal ripostiglio con un pacco di farina tra le braccia - Oh, ciao, Farfalà cara. - la salutò.
La giovane sorrise - Salve. Per caso sai dov'è Luvbì? - chiese.
Cannella annuì - Dev'essere a casa con Tippi, oppure è andata al parchetto. Comunque da qualche parte la trovi - la informò con un sorriso radioso in volto.
Farfalà, dopo aver ringraziato l'abilissima pasticcera, si teletrasportò a casa dell'amica e la trovò seduta a terra a giocare serena con la sorellina più piccola. Quando la vide, Tippi le saltò addosso rischiando di farla ribaltare all'indietro.
- Fafalà! Taooo! - ridacchiò circondandole le gambe.
Luvbì prese in braccio la piccola, che riluttante mollò la presa, poi diresse un'occhiata tra il sollevato e l'arrabbiato all'altra Antiqua. - Si può sapere che fine hai fatto ieri notte? Ero venuta a cercarti e non ti ho trovata, mi hai fatto prendere un colpo! -
Farfalà arrossì - Scusa... Ma ti prego, mi devi aiutare! -
La biondina inarcò un sopracciglio - Cioè? -
- Ecco, come hai visto, ieri non ho passato la sera a casa e non vorrei attirare i sospetti dei miei genitori. Puoi coprirmi, per favore? - la implorò.
L'altra sospirò - Far, abbiamo diciannove anni. Cosa vuoi che interessi ai nostri genitori di una notte fuori casa? -
- Gli importa, invece, soprattutto a mio padre! Sarebbe in grado di interrogare l'intero Villaggio per scoprire dove mi ero ficcata. Ti prego, Luv! - insité la rossa.
Luvbì ci pensò su, poi annuì - E va bene... Dirò a tuo padre che ti sei fermata a dormire da me. -
Farfalà stava per riempirla di ringraziamenti quando l'Antiqua degli Alberi la fermò con un gesto della mano - Però... - alzò allusivamente le sopracciglia - Tu mi racconti tutto! -
L'Antiqua dell'Acqua e Aria sbatté la mano sulla fronte - Ecco, lo sapevo. - si ripeté.
L'altra ridacchiò - Dài, se non proprio tutto almeno metà. - le abbuonò.
La rossa ci pensò a lungo, facendo vari ragionamenti nella sua testa per non rischiare di rivelare qualcosa di troppo, poi sorrise - D'accordo, hai vinto. Allora, da dove comincio? -
Mezz'ora dopo Farfalà finì di mettere al corrente l'amica sulle sue scappatoie sulla collina e Luvbì continuò a guardarla con la stessa espressione indecifrabile che aveva assunto sin dall'inizio del racconto.
- Aspetta, aspetta, fammi capire bene... - la fermò - Tu hai incontrato un Pixl che ti ha insegnato come arrivare sulla collina, hai continuato a visitarla puntualmente tutti i giorni per tre mesi, e fin qui ci sono. Temo solo di essermi persa per strada il motivo di tutte queste tue "fughe" pomeridiane. - ricapitolò la biondina.
La rossa fece spallucce - Non l'ho mai detto. -
Luvbì inarcò un sopracciglio - E perché, quindi? -
L'altra scosse il capo - Mi dispiace, ma questo proprio non posso rivelartelo, veramente. -
- Sicura? -
- Sì -
- Sicura sicura?
- Sì sì -
- Sicura sicura sicura?
- La smetti? -
- Va bene. -
Un attimo di misterioso silenzio scese nella stanza. Perfino Tippi, rimasta per tutto quel tempo tra le braccia della sorella, se ne stava zitta. Poi Luvbì lo ruppe con una semplice, banalissima domanda. Una domanda sufficiente ad incastrare qualcuno non troppo attento.
- L'hai promesso? -
- Be', sì... - si tappò la bocca solo dopo essersi accorta di aver compiuto un errore madornale e la conferma fu il sorrisino furbo sul viso dell'amica.
- Sai che questa risposta sta a significare che non ci sei solamente tu, là sopra, ma anche qualcun'altro? - le canzonò.
Farfalà arrossì violentemente - No no no! Non pensare cose strane! -
- La tua faccia mi dice l'esatto contrario. -
La giovane non ce la faceva più"Non vorrei mentirti Luv, ma sono obbligata" pensò, ma scosse subito il capo.
- Luvbì, lassù ci posso andare solamente io, non c'è nessun'altro. Te l'assicuro! - insité.
La biondina distese le labbra in un sorriso calmo - Se incontri in segreto una "persona misteriosa" sono affari tuoi e non c'è nulla di male. Io non ho nessun motivo di intromettermi. -
Per un momento Farfalà credette di trovarsi di fronte a un clone dell'amica d'infanzia. Una frase simile non era da una curiosona come lei - Stai... dicendo sul serio? - domandò sospettosa.
L'altra rise - Ma certo! Se non vuoi dirmelo ne hai tutto il diritto, davvero - le disse serena.
La rossa rimase per un momento spiazzata, poi si riscosse - Comunque io ora vado, altrimenti rischio di arrivare tardi a lezione. Ciao
Luv! - la salutò e si avviò verso la porta - Posso fidarmi di te, non è vero? Cioè, non lo dirai a nessuno? - chiese senza voltarsi.

Luvbì annuì sicura - Naturale, Far, il tuo segreto è al sicuro con me. -
L'Antiqua dell'Acqua e Aria uscì dalla porta, leggermente dubbiosa - Ci si vede in giro! -
Appena Farfalà uscì dal campo visivo degli occhi azzurri della biondina, questa rise divertita e anche un po' sinistramente. - Ah ah ah! Certo, tu non me lo dirai. Ma io lo scoprirò da sola! Ah... EHI! - la sorellina più piccola le aveva afferrato una ciocca di capelli.
- Non ti tpia le atre pertone! Non fare la torella cattiva! - protestò Tippi.
- Ora la cattiva sei tu! Mollami i capelli, razza di...! AHIA! Mi stai facendo male, Tippi! Lasciami andare! - ribatté Luvbì, ma la sorellina non demordeva.
Hart entrò nella stanza e quando vide la scena scoppiò a ridere fragorosamente - Non ci credo! Luv, te le fai dare da una nanerottola come Tippi! Impossibile! AH AH AH! -
Se la diciannov'enne avesse posseduto il controllo del Fuoco di sicuro avrebbe già incenerito il fratello, ma per fortuna del ragazzino non era così.
- Sto un secondo a prepararti un cappio, sai? - lo ammutolì.

Trascorse quelle tre ore di noia passate ad ascoltare la lezione sul controllo dell'Aria, Farfalà uscì dalla stanza e si stiracchiò.
Alixah, una sua compagna di corso, la accostò - Questo allenamento mi ha fatto davvero venire il latte alle ginocchia... Tu che ne pensi? - chiese all'amica.
- Che mi sono fatta una bella dormita. - disse sbadigliando.
L'altra ridacchiò - Ti ho vista, il prof. spiegava e tu ti schiacciavi un bel pisolino sul banco. Che scena! -
- Non so che cosa tu ci trovi di tanto divertente, avevo sonno. - si scusò Farfalà.
- Ma sì, Far, sai che scherzo. E' solo che non è da te addormentarsi durante una lezione, di solito sei sempre attenta. A che pensavi? - le domandò.
La rossa guardò a terra - A nulla... -
In realtà le era risuonata in mente per tutto il tempo la domanda che Blumiere le aveva posto la sera prima.
[- Far... Per caso sai se esiste un libro sulle malattie Antique? -
- Non lo so, mi dispiace. Comunque posso provare ad informarmi se esiste qualcosa di simile. Perché ti serve, se posso chiedere? -
- Per mia madre... -
Le aveva raccontato tutta la storia del DNA e della infermità della Contessa Noreii, aggiungendo le notti insonne vane trascorse a frugare tra i Libri Proibiti e tutto questo, assieme all'ingiustizia di Arishot nei confronti della donna, l'aveva colpita molto.
- Farò il possibile per poterla aiutare, Blu, te lo prometto. Da domani comincerò a cercare una cura per un malanno simile al suo. -
- Grazie. -]
Si voltò verso Alixah - Sai se per caso nel Villaggio c'è una libreria? -
La ricciolina ci pensò su - Forse, ma non è proprio una libreria... E' piuttosto un negozietto verso le Mura Est. Non so che articoli venda, di preciso, ma credo che qualche libro possa avercelo. -
Un sorriso speranzoso si dipinse sulle labbra dell'Antiqua dell'Acqua e Aria - Oh, grazie Lix! Mi potresti dire come ci si arriva? Sai, non frequento molto le Mura Est e quindi non conosco la strada. -
La compagna le diede chiare indicazioni e Farfalà si mise subito per strada.
Sbirciava agli angoli del quartiere ogni cartello col nome delle vie cercando quella che le serviva, addentrandosi nelle Mura Est.
"Dov'è Viale del Mulino? Dov'è, dov'è?" aguzzò la vista in cerca della segnaletica. Scorse in lontananza un cartello molto rovinato che citava la carreggiata."Certo che avrebbero potuto anche metterlo a posto..." cercò di raddrizzarlo come poté, poi si diresse verso il negozio in bella vista piazzato proprio al limite del quartiere, chiamato Di Koin.
Entrò titubante, imbattendosi in scaffali stracolmi di carabattole di ogni genere, da foglie particolari a strani vezzi appesi qua e là.
- Buongiorno - la salutò qualcuno, facendola sussultare. Era un uomo piuttosto alto e mingherlino seduto su uno sgabello dietro al bancone della cassa - Posso aiutarvi? - chiese cordiale.
Farfalà si avvicinò - Ehm... Sì, grazie. Lei per caso possiede libri in vendita? -
L'altro ci pensò su - Mhmm... Sì, dovrebbero essercene un paio nel quindicesimo mobile nell'angolo in fondo, quinto ripiano, sezione venticinque, reparto tre, scatola centomilaquarantanove, mucchio quattrocentomiliardesimo. -
Vedendo che la ragazza lo guardava con la faccia di chi pensa "Ma che cavolo ha detto?", si alzò dalla sua comoda postura, nascondendo rapido nel cassetto una strana scatolina rosso metallico con un adesivo incollato sul coperchio.
- Meglio se ti accompagno - le disse.
La guidò alla zona indicata - Non sei di queste parti, vero? L'ho capito dalla tua espressione di poco fa, non avevi alba di cosa stessi parlando, non è così? - le chiese a bruciapelo.
- In effetti vengo dalle Mura Sud-Ovest e... - cercò di spiegare, ma venne nuovamente interrotta.
- Allora molto piacere, io sono Koin, anche se molti mi chiamano Shīfukoin ma non capisco bene il perché... - si presentò il tipo, stringendole la mano. - Ma non m'importa chi sei tu, tanto dimenticherei subito il tuo nome, non ha senso che tu me lo dica, è già tanto se ricordo il mio. Libri, dicevi? - formulò tutto d'un fiato.
- S-sì... - confermò la rossa, guardandolo in modo sempre più strano.
- Allora, vediamo un po'... - cominciò a cercare tra le mensole - Tartafoglie, Funghi Shake, Fantafunghi, ciotole di Brodo Nero, Funghi Secchi a valanga, Gelatine, Fiori Velocità, Lentezza, Felicità, Blocchi POW, Malfatti che non so che tengo a fare, Carte-Cattura, Carte-Cattura SP, Rossopica, Dolcina... Oh, ecco qua! Libri, tanti libri! Prego, cerca quello che t'interessa di più. - annunciò lasciando cadere a terra una bella pila di una ventina di volumi spessi spessi - Solo non posso assicurarti il loro contenuto, né il loro valore. Sai, alcuni me li portano, altri li trovo camminando in giro, tra i campi fuori dalle mura oppure nei boschi. Hanno una larga fascia di provenienza, insomma. E a dir la verità non li sfoglio nemmeno, non mi piace leggere, li raccolgo soprattutto per i miei clienti. -
- Ah... Be', grazie... - disse Farfalà, sorridendo.
Quando Shīfukoin si fu allontanato, la ragazza cominciò a rovistare tra i titoli"Se la provenienza è così varia, non oso immaginare il prezzo... Aiuto..."
Prima, mentre il venditore stava spostando i vari articoli per trovare ciò che le serviva, l'Antiqua aveva sbirciato quanto circa costavano. Era a dir poco rimasta schockata quando aveva visto il valore della Dolcina: 48 Monete per un sacco di farina?! E 180 per un Rossopica, una semplicissima salsa piccante! Per non parlare delle 15 Monete che si andrebbero a spendere per un Malfatto, quei pastrocci disgustosi saltati fuori da chissà dove. Se quello era il costo per degli articoli comuni, figurarsi per dei libri.
"Ora ho capito perché 'Shīfukoin'... E' uno scrocca soldi come non ne ho mai visti!" pensò sospirando.
Passò sopra e cominciò a dare una sbirciata ai titoli dei libri"'Il Mondodigiù e la Regina Infernia', 'Il Mondodisu e il Re Granbì', 'I Segreti delle Svolta-Città Gemelle'... Ecco, 'Le Malattie Antique: Sintomi e Cure'!"
- Eureka! - gridò felice saltando in piedi e sollevando il libro in aria, urtando per sbaglio un sacco di Dolcina che le si rovesciò addosso, ricoprendola di farina. Tossicchiò sommersa da quel polverone bianco, ma il sorriso non le scomparve dal volto."Ce l'ho fatta! E chissene importa del prezzo, io lo compro qualunque esso sia!"
Stava per correre alla cassa per compiere il suo acquisto quando un altro tomo a terra, anch'esso nascosto sotto uno spesso strato di farina, attirò la sua attenzione. Prese anche quello.
Quando si affacciò al bancone le parve che Koin non si fosse nemmeno accorto di lei.
- Ehm... Mi scusi? - gli disse, facendolo sussultare e chiudere di scatto lo schermo della piccola scatolina rosso metallico, dove fino a un secondo prima la ragazza riusciva a intravedere uno strano omino che saltava qua e là ammazzando degli strani mostriciattoli e raccogliendo piccole monetine. Nascose in fretta lo strano aggeggino da cui era uscita una buffa musichetta di quelle che danno sui nervi, con sul coperchio un bell'adesivo sfavillante che diceva Nintendo 3DS, e la guardò.
- Ha... trovato ciò che cercava, signorina? - le chiese.
Farfalà appoggiò sul bancone ciò che desiderava. Lui esaminò in fretta i due libri di fronte a lui.
- In totale... 50 Monete. - disse infine.
La ragazza sgranò gli occhi. Tutto quel sapere che costava meno della metà di un Rossopica, l'ultimo di valore materiale decisamente inferiore. Quel tipo era strano, si capiva perfettamente che non sopportava i libri se li vendeva per così poco pur di levarseli di torno.
Sorpresa, pagò il conto e uscì - Grazie mille. - disse chiudendosi la porta alle spalle.
Appena sparì alla vista del negoziante, quello tornò a tirare fuori la scatolina scarlatta bofonchiando nervoso - Maledizione, quella ragazza mi ha fatto finire al Game Over! Ero lì e lì per vincere e poter salvare alla Torre e quella mi distrae. Ora devo ricominciare il Mondo 6 tutto daccapo! - mugugnò rimettendosi subito all'opera maneggiando svelto tra i tastini.

Farfalà si teletrasportò a casa e appoggiò i libri sulla scrivania. Prese tra le mani il secondo tomo che aveva trovato, con una grande stella in rilievo al centro. Percorse coi polpastrelli gli ideogrammi incisi a lato - Hikari Yogen-sha... Profeticus Lucis... E' un nome così simile a quello citato in quel Libro Proibito sui Pixl, ma completamente opposto. Chissà cosa starà a significare... -
Guardò fuori dalla finestra. Stava iniziando a pentirsi di aver rimandato il loro incontro, voleva assolutamente vedere Blumiere e non solo per dargli il libro sulle malattie per la Contessa Noreii. Poi ripensò a ciò che aveva gli confessato quella mattina. No, aveva paura di quello che avrebbe potuto dirle, dopo aver parlato se ne era andata di corsa e non aveva visto come aveva reagito. Almeno fino al giorno seguente avrebbe avuto il tempo per calmarsi.
"Blumi... Probabilmente questa è solo un'utopia ma ti prego, dimmi che tu provi lo stesso per me..." pensò guardando il grande albero frondoso che si stagliava rigoglioso sul pianoro della collina, le foglie agitate da una leggera brezza.

Kozì camminava su e giù per lo stanzino, lanciando occhiate preoccupate all'amico che dall'episodio di quella mattina non aveva ancora ripreso conoscenza. Quando gli capitava addocchiava con la coda dell'occhio il monocolo appoggiato su un mobile ben distante da loro imprecava a bassa voce contro di esso.
Il custode entrò a guardare, cogliendo un attimo in cui non c'erano clienti in biblioteca - Ci sono novità? - domandò al viola.
Lui scosse il capo, abbattuto - No, nessuna purtroppo. Non ha accennato a muoversi, sembra in coma. - sospirò.
Brack si avvicinò al tavolo su cui era disteso Blumiere, la testa poggiata sopra un cuscino. Respirava regolarmente, come stesse semplicemente dormendo. Il bibliotecario gli tastò la fronte per controllare che non avesse febbre, poi lo sguardo gli cadde sul collo, dietro la nuca. Si poteva scorgere uno strano colorito scuro. Era sicuro che quella mattina in quel luogo sotterraneo non ci fosse. Gli girò cautamente il capo per poter osservare meglio quella strana chiazza e ciò che vide lo lasciò sconcertato.
Kozì intanto continuava a parlare - Insomma, prima è come posseduto da chissà cosa, forse dal monocolo stesso. Hai visto come luccicava, no? Si avvicina al libro nella teca e s'illumina pure quello. Poi, tu eri lontanto e non so se te ne sei accorto, ma c'era come una pellicola che si formava attorno alla sua mano e una sorta di pietra rossiccia piuttosto grande qui, al centro dello sterno. E appena Blu si riprende dice due parole totalmente senza senso e poi mi sviene a causa del tatuaggio! Io non ci capisco più niente! -
Il custode però non aveva ascoltato una sola parola - Kozìkozì, aiutami a tirargli via la maglia. - gli disse serio.
- C-che?! T-togliergli la m-maglia? - balbettò incerto su quanto il custode gli avesse chiesto.
L'altro lo guardò severo - Senti, lo devi solo tenere sollevato. Ora aiutami. - gli intimò."Ma perché tutti i giovani al giorno d'oggi devono sempre associare certe banalissime e alcune quotidiane azioni ad altre? Non li riesco proprio a capire..." pensò infastidito.
Il viola annuì e si avvicinò all'Obscurio assopito, tenendolo sollevato per le spalle mentre Brack gli sfilava la maglia. Kozì lo ridistese sul tavolo e arretrò di un paio di passi.
Il custode alzò una spalla a Blumiere mettendolo di fianco per riuscire finalmente a ispezionargli il tatuaggio, o almeno quello che ne rimaneva: era diventato irriconoscibile, aveva perso totalmente i contorni e si era esteso e diramato lungo tutta la schiena, la zona attorno al fulcro praticamente uniforme, di un blu cobalto molto scuro. Una propaggine di una delle spirali si era spinta fino alla nuca, colorando la pelle di quel colore intenso. Brack osservava allibito ogni millimetro di quell'espansione così fuori controllo nonostante il giovane ricorresse ormai di rado al dominio del Buio.
Kozì si avvicinò e rimase totalmente privo di parole di fronte a quel fatto. Blumiere aveva la schiena completamente... blu. I tratti violacei che evidenziavano il controllo del Fulmine erano stati come integrati, scurendo quella coloritura.
- Brack... Cosa sta succedendo? Cosa vuol dire tutto questo? -
- Questo, Kozìkozì Occangitram... Non è altro che l'inizio. L'inizio della fine. -
Non era un semplice disequilibrio dei controlli, non era mai accaduto nulla di simile. C'entrava qualcos'altro, c'entrava il monocolo, c'entrava il Profeticus Tenebræ, c'entrava lui, Lord Blumiere Iligriv. Ma soprattutto c'entrava il vero lui: Cenere.




Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeccoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! *finisce a sbattere contro la sedia*
Ahi, che botta... Ehehe... ^^'
Comunque, finalmente (e anche direi miracolosamente) ce l'ho fatta! Dopo un centinaio d'anni posto il chappy 9!! xD Contenti?^^
"No..." nd Blumiere
"Tu sei ancora in coma, fila nel letto" nd Me
"Ma perché mi tratti sempre così male?!" nd Blumiere
"Perché la mia situazione da rottame è passata, quindi sono tornata perfettamente in forma! Ergo: un paio di libri in testa per pranzo, Blu-kun?^^" nd Me
"... Vabbe', ho capito, me ne torno a dormire... -.-" nd Blumiere
"Ecco, bravo il mio Cen... ehm... Blu^^" nd Me

Eheheh... Allora, dopo questa breve interruzione torno da voi^^
Dunque, spero di non aver corso troppo con questo capitolo. Cioè, sto iniziando ad aggiungere sempre più elementi del videogioco originale e per chi non ce l'ha non vorrei avervi sommerso di informazioni troppo incomprensibili. Ho esagerto? Ditemi, per favore^^
Lallallà, cos'altro dovevo dirvi? Ahhhhh sì!^^
Punto primo - "Kurai Yogen-sha" e "Hikari Yogen-sha": in ordine altro non sono che i nomi originali giapponesi (probabili) del Profeticus Tenebrae e del Profeticus Lucis. Eheheh, non pensate che ora mi metta pure ad inventare l'Antiquo Antico, eh! xD
Punto secondo - le parole che ha detto Blumiere, "Hakai suru", è sempre giapponese (ma va'), ma non vi dico il significato^^ E se casomai lo sappiate *addocchia un'altra fanatica del giapponese*... ZITTI!
Punto terzo - Shīfukoin (che appunto vuol dire, sempre in giapponese, "scrocca soldi" xD) è ispirato ad un certo barista chiacchierone che ti chiede 5 Monete per raccontarti una bella storiellina di una riga^^''. Vabbeh, continuando, e tutti gli articoli che ho elencato (appartenenti a Super Paper Mario) sono esattamente tutti quelli che ho trovato girando nell'ultimo livello a cui ho giocato xD E gli ho persino dato il 3DS, ma sono pazza? o.O Eheheh, fortuna che non è il mio (che è blu xD)
... Bon, mi sono svuotata^^
Credo di aver detto tutto... Bene^^
Beh, spero che il capitolo vi sia piaciuto, che non sia una pappardella da tanto fumo e poco arrosto e che sia scritta bene (Amy e Rori, tenetemi controllata che in questi giorni sto sclerando con la grammatica)
Ah, e ringrazio tantissimo  Il GRANDE Ladro Fantasma , il MITICO christhebest, Koopafreak (che ringrazio, ora che ne ho l'occasione, anche perché segue I Diademi di Cristallo^^), Barbie-neesan e Amy Dickinson (finalmente tornata^^)
Oh, ora tolgo il disturbo^^
Recensite, mi raccomando, eh!
Ciao ciao, a tra non-so-quanti-miliardi-di-milioni-di-secoli! xD

Emmy_Nerisse

P.S. Si prega cortesemente in ginocchio e con tutta l'anima chi sa di non fare assolutamente e per nessun motivo spoiler riguardo a quel nome che inizia con la C sbucato fuori dal nulla e nemmeno sullo strano tizio pazzoide che prende a cazzotti il mobile, ok? Grazie^^

P.P.S. Forse non ci sarebbe bisogno che lo dica, dato che di sicuro i ragazzi lo hanno capito, ma l'inizio di questo chappy è una parte dedicata più che altro alle ragazze, eheh^^ Già! E ho solo deciso di risparmiarvi per questo capitolo, dal prossimo dovrete iniziare a fare una cura per il diabete! :P:P:P Scheeeeerzoooooo! xD

P.P.P.S. Rompo con 'sti Post Scriptum, eh? Pazienza, leggere questo spero ne varrà la pena^^ Prima di recensire, o dopo aver lasciato la recensione o quando vi pare, andate a curiosare una piccola sorpresina nel Capitolo 1^^ xD Poi andate a leggere nel commento in fondo ;)

  
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