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Autore: fers94    29/09/2012    1 recensioni
"Come si può coltivare un sentimento figlio di due mondi differenti che il destino condanna in qualsiasi circostanza? Come si può?" [Cornelia&Caleb]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb, Cornelia Hale
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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1. I fiori del destino

A volte mi chiedo se mi manca il compito di guardiana. E l'unica risposta che riesco a darmi è "Non rischio più la vita ogni giorno". Eppure i brividi e le emozioni che ho vissuto essendo una guardiana non li ho mai più ritrovati. È più di un anno che il mio compito è terminato, che Meridian è finalmente e del tutto al sicuro. Phobos è scomparso per sempre, destinato a precipitare nel vuoto della congrega di Kandrakar per l'eternità. Nerissa anche è stata inesorabilmente sconfitta. Meridian e Kandrakar sono due mondi in pace. Will, Irma, Taranee, Hay Lin ed io abbiamo svolto il pesante incarico a cui eravamo state destinate con il massimo dell'impegno, riuscendo a portare a termine ogni missione. Da più di un anno, siamo tornate ad essere ragazze normali, semplici adolescenti di Heatherfield con le loro vite incasinate. Will ha imparato ad accettare Collins come compagno di sua madre e membro della sua famiglia, nel frattempo è felicemente fidanzata con Matt. Le manca il cuore di Kandrakar, che ormai era diventato una parte di lei, ma ha saputo ritrovare la sua quotidianità pian piano. Irma anche sta benone, soliti problemi con l'invadenza di suo padre e solita resistenza alla corte di Martin. Si frequenta con Darnell, un nuovo ragazzo che ha conosciuto, ma le cose ancora non sono andate del tutto in porto. Taranee si è da poco lasciata con Nigel, ma sembra essersi ripresa bene, anche grazie al suo amore per lo studio. Hay Lin continua il suo lavoro al ristorante e anche la sua relazione con Eric. Quel tipo è un bravo ragazzo, nulla da dire. E poi ci sono io. Sto studiando per andare all'Università di Oxford, coronerei il mio sogno. Ultimamente sto osservando quanto stia crescendo Lilian, e mi sto accorgendo che se non ci fosse lei, la mia vita sarebbe molto più spenta. Non avrei mai immaginato di poterlo dire, ma è la verità, è così. E grazie al cielo, ho una persona al mio fianco che mi accompagna in tutto quello che faccio, che mi ama con tutto se stesso e che io amo con tutta me stessa. Peter mi ha ridato la vita proprio quando non trovavo una sola ragione per continuare a sorridere. Quando Caleb ed io ci siamo detti addio, vedevo tutto nero. Ero a pezzi, non riuscivo neppure a fare la guardiana come era giusto che la facessi. Ogni cosa mi ricordava lui. E poi è arrivato Peter, che un passo alla volta è riuscito a farmi tornare quel sorriso che pensavo aver perduto per sempre. Caleb credo si sia sposato con Elyon, io ero rimasta al fatto che si erano fidanzati, ma la nonna di Hay Lin sembra aver appreso del matrimonio dopo un'informale chiacchierata con l'Oracolo di Kandrakar. Io e lui ci eravamo lasciati perché era impossibile amarsi in simili condizioni, divisi da confini planetari e con la possibilità di vederci solo per combattere il male esercitato su Meridian. L'Oracolo, a suo tempo, ci aveva anche mostrato cosa sarebbe successo qualora lui fosse venuto nel mio mondo o viceversa, ed anche in quel caso, tra noi non avrebbe funzionato. Era destino che io e lui non potevamo amarci, in nessuna circostanza, in nessuna dimensione. Innamorarmi di lui è stato un immane errore, che ha portato solo a farci soffrire. Sia me che lui. Ma sta di fatto che ne conservo un ricordo meraviglioso, che niente potrà mai cancellare. Mi sono innamorata subito di lui, del suo viso puro e deciso, del suo carattere ribelle, del suo cuore temerario, della sua fierezza. L'ho amato anche quando era un insignificante fiore, l'ho amato sempre. Quando ci siamo detti addio, contro le nostre vere volontà ma semplicemente piegandoci alla dura verità, lui mi disse  che avrebbe dedicato tutta la sua vita a Meridian ed al suo popolo, ed effettivamente così ha fatto. Standosene lì, a servire Elyon, ha finito per innamorarsene e così è diventato il fidanzato della regina del suo amato regno, e dunque, in seguito a questo presunto matrimonio, il re. Sono felice che Meridian sia nelle sue mani. È al sicuro, e lo è anche Elyon. La mia vecchia amica che sarà amata per l'eternità dal ragazzo migliore che io abbia mai incontrato nel corso della mia vita, in qualsivoglia mondo e tempo. Non posso negare che penso sempre a come stia Caleb, ma mi sento fortunata ad avere accanto Peter, che mi da tutto l'affetto di cui una ragazza ha bisogno. Peter è stato il primo ragazzo con il quale ho fatto l'amore (il privilegio del mio primo bacio porta il nome di Caleb), è stato il primo ragazzo che ho portato a conoscere i miei. Lui è così perfetto, credo di non rendermi conto di quanto sono fortunata. Alle volte mi rimprovero di rivogere sempre un pensiero al di là di questo cielo, un pensiero per Caleb, per quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Mi rimprovero perché ho accanto un ragazzo splendido che mi tratta da principessa (come ho sempre sognato) e io guardo sempre al passato. Ma Caleb è lontano, è il passato. Peter è qui, con me, è il mio presente e il mio futuro. È il fratello di Taranee, non avrei potuto chiedere di meglio. L'altra sera siamo usciti io e lui insieme a Will e Matt. Siamo stati benissimo, poi Peter mi ha riaccompagnata a casa e mi ha detto di essere seriamente innamorato di me e che i suoi sentimenti sono sinceri. Io mi sono commossa, e ancora  una volta mi sono ripetuta di essere estremamente fortunata. E se cercherò ancora un briciolo di Caleb negli occhi d'amore di Peter, sarò io stessa a punirmi.

Oggi a Heaterfield fa freddo e piove, nonostante sia maggio. Peter ha una partita di basket fuori città, così mi dedico allo studio. Se entro ad Oxford, farò felice me stessa e la mia famiglia. Domani è il mio compleanno e ho il sospetto che Peter oggi non abbia proprio nessuna partita. Credo che si sia portato dietro sua sorella e stia scegliendo un regalo per me chissà dove. Compio diciotto anni, è un traguardo importante. Se potessi chiedere un regalo impossibile, chiederei di provare per un'ultima volta l'ebbrezza dell'essere una guardiana e vedere lo splendore di Meridian al tramonto. Ma è meglio che questo desiderio sia irrealizzabile. Sono una ragazza normale, ora. E resterò tale.

Il mio compleanno è finalmente arrivato. Ci sono tutti; dalla mia famiglia a Peter, dalle ex guardiane agli altri amici di scuola. Sono la protagonista della serata e mi diverto come una matta. Peter mi ha regalato un anello, mi ha detto di non preoccuparmi, che non è per mettermi alle strette o chiedermi il matrimonio; è semplicemente per farmi capire quanto io sia speciale per lui. E so anche quanto lui lo è per me. Non so perché, ma ad un certo punto sento di dover staccare un attimo la spina da tutta l'attenzione che si è creata intorno a me. Vado fuori da sola, chiedo un attimo a tutti gli invitati. Ci sono le stelle, il cielo di questa serata è sereno, bello, puro. Mi sento bene, libera, in pace con me stessa. Fa un po' fresco, mi stringo nelle mie stesse spalle per stare giusto un po' più calda. Penso che la mia vita è bella, che i miei cari mi amano, che sono fortunata. Ma non so perché non riesco a dirmi che sono felice. Forse perché non è così. Forse perché mi manca qualcosa. L'essere guardiana? Forse, ma non credo che sia esattamente quello. Ho paura di capire cosa sia, ma il mio cuore lo sa bene e fa vigliaccamente finta di non saperlo. Noto una rosa giusto ai miei piedi, bellissima. La colgo e la guardo. Sembra sia stata messa lì proprio perché io la vedessi e la prendessi. Un regalo per me. L'elemento naturale della terra lo amo ancora, questo è scontato. La prendo e torno dentro, con il cuore emozionato per una semplice rosa trovata a terra.

La festa finisce, sono stata divinamente. Trascorro la notte sola con Peter, in tenda, sul lago. Mi addormento tra le sue braccia muscolose. Naufrago in sogni che al risveglio non riesco a ricordarmi. Quando mi sveglio, però, è ancora notte fonda. Peter dorme come un bambino, io sento di dover uscire da quella tenda. Lo faccio, guardo il lago riflettere i raggi della luna. C'è una quiete meravigliosa, l'atmosfera è fantastica e il vento culla ogni tipo di pensiero o paura. Ed è quel vento che mi porta un petalo di pesco tra le mani, nonostante di peschi nelle vicinanze non ce ne siano. Questa sera ha molte stranezze, eppure mi piace da morire. È come se qualcuno che non può starmi vicino mi stia mandando i suoi regali per questo mio compleanno. Sospiro e torno in tenda tra le braccia del mio Peter.

All'alba ci svegliamo. Svegliarsi con lui è sempre splendido. Ci coccoliamo, ci stringiamo, ci ripetiamo di amarci. Un bacio tira l'altro, ma non c'è tempo per andare oltre; colazione nella natura e poi Peter mi riaccompagna a casa, o papà gli taglierà la testa. Mi riaccompagna proprio sotto casa, con la sua macchina. Si ferma e lo riempio di baci, lo ringrazio per la fantastica serata e lo saluto. Scendo dall'auto e, con una bustina nella quale conservo la rosa e il fiore di pesco, salgo le scale e rientro a casa, col sorriso sulle labbra.

"Cornelia, un fattorino ha lasciato questi per te questa mattina!" mi dice papà, indicandomi un mazzo di camelie deposto in un vaso sul camino. Sono bellissime.
"Chi le ha mandate?" chiedo, mentre le annuso.
"Non c'è nessun biglietto?" risponde così mio padre, mentre si annoda la cravatta per andare a lavoro.
"No..." rispondo dopo aver controllato.
"Beh, io di certo non lo so, tu dovresti saperlo!" conclude mio padre, salutandomi ed uscendo di casa.
Penso che possa essere stato Peter, ma mi rendo conto che è improbabile. Che senso avrebbe mandarmi a casa delle camelie mentre io sono con lui? E poi mi ha già regalato un anello mozzafiato, di certo dunque non è stato lui. Le ragazze mi hanno regalato delle maglie firmate, e poi si sa che tra di noi non ci regaliamo mica fiori. Non capisco chi possa essere, ma mi piace pensare che sia la stessa persona -o la stessa cosa- che mi ha regalato anche la rosa ed il fiore di pesco. 

Quando racconto dei fiori a Will e le altre, quasi mi ridono in faccia. Pensano che sia ancora suggestionata dal passato di guardiana, che mi faccia prendere da strani pensieri guardando ad un passato che non mi appartiene più. Mi dicono che le camelie saranno state un regalo di qualche sbadato parente che ha dimenticato di firmarsi e che la rosa e il fiore di pesco siano semplici coincidenze. A ragazze semplici succedono cose semplici. Ed io adesso sono una ragazza semplice. Eppure, non so perché, io mi ostino a pensare che dietro quei fiori ci sia qualcosa di ben più importante di semplici coincidenze.
   
 
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