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Autore: Notperfect    29/09/2012    6 recensioni
Samantha è costretta a trasferirsi a casa del compagno della madre, Ron Stlyles, a Holmes Chapel. Qui conoscerà gli amici di Harry, suo fratellastro. Tra chi nascerà amore questa volta?
***
–Sam, semplicemente mi piaci e sono bastati quei cinque difetti, che hai accennato poco fa, a renderti perfetta ai miei occhi.
***
-Preferiresti respirare o...o stare con me?-.
- In realtà non mi interessa perché quando sto con te, mi togli sempre il fiato-.
Lo guardo stravolta.
-Che c'è? Ti ho tolto il respiro?-. Domanda ironico.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jawaad

Sono passati quarantadue giorni, sedici ore e ventidue minuti da quando io e Zayn abbiamo rotto.
Ora diciassette.
Non posso credere a ciò che ci è successo, a ciò che Zayn ha avuto il coraggio di fare e della mia inconsueta reazione.
Se fosse capitato tempo fa, forse avrei reagito d’impulso, ritornando ad Holmes Chapel a riempirlo di botte, anche se dubito che la mia forza riesca a superare quella dei suoi enormi bicipiti, quelli che la maglietta a mezzemaniche mette in risalto, quelli che brillano alla luce del sole, quelli che, bagnati, mi fanno fare pensieri poco decenti, quelli che…
Oh, insomma…avete capito.
Amo le sue braccia, okay?
Nulla di strano o di terrificante perché a chiunque piacerebbero, purtroppo. Io non voglio che Zayn conosca altre ragazze che sicuramente lo troveranno drammaticamente sexy e affascinante.
Eppure, ora che sono cresciuta e maturata, dopo un mese e mezzo, sto frequentando un nuovo ragazzo, Troy Cross.
Il belloccio della scuola, si proprio lui.
Il termine giusto non è proprio ‘frequentare’, più che altro è una sorta di cotta passeggera, da parte sua e mia.
Certo, Troy è molto bello ed ha un fisico da paura, un carattere aperto e allegro ed è molto atletico.
Tuttavia queste caratteristiche non servono a far svanire in me l’amore per Zayn.
Già, è ancora amore ciò che provo nei suoi confronti seppure si sia comportato da emerito stronzo.
Non avrei mai immaginato di chiamarlo con questo nome, ma questo è il risultato se si è comportato da…stronzo, appunto.
-Cucciola..-. Troy si avvicina, accarezzandomi la guancia.
Cucciola? Ma stiamo scherzando?
Per non parlare degli altri nomignoli che mi ha assegnato: micina, gattina, pollastrina, amorina, tesorino del mio cuoricino…. Insomma ha un amore platonico per i diminutivi.
Dio quanto mi stizza quel sorriso da ebete stampata sul suo volto in questo momento, tanto che non riesco a guardarlo negli occhi semplicemente perché non sono quelli in cui voglio specchiarmi, non sono quelli di chi amo per davvero.
-Ciao…-. Saluto con quel pizzico di indifferenza che è sempre presente quando sono in sua compagnia.
-Che ne dici se oggi vieni a casa mia? I miei non ci sono, sono ad un convegno a Leeds-. Mi sussurra, sfiorandomi con le labbra l’orecchio, mordicchiando il lobo.
-Scusami…-. Appoggio le mani sul suo petto per respingerlo. -…Oggi è il compleanno di mio fratello, non vorrei che ci rimanesse male se non mi presentassi alla sua festa-.
Potrebbe sembrare una scusa, ma non è vero, anche se ammetto che mi è stato di grande aiuto.
Oggi Harry compie realmente diciotto anni, me l’ha ricordato giusto questa mattina dicendomi che non devo assolutamente mancare alla festa di stasera.
In realtà non è un vero e proprio party; ha solamente invitato Josh, un amico che ha conosciuto qui a Londra, e i ragazzi.
Già, Niall, Liam, Louis e Zayn verranno qui a Londra questa sera per festeggiare il compleanno del loro migliore amico e rimarranno qui per tutto il fine settimana, a casa mia.
I miei genitori non ci saranno per l’intero weekend in quanto si sono regalati una vacanza alle Maldive.
Beati loro.
Ho davvero detto ‘i miei genitori’?
Da quando considero Ron mio padre?
-Ehi, piccola…cos’hai oggi?-. Domanda avvicinandosi ancora di più, toccando la mia parte più intima.
-Non chiamarmi piccola!-. Sbotto infuriata, divincolandomi dalla sua presa. –Non sono la tua piccola…e non toccarmi mai più, chiaro?-.
Gli volto le spalle uscendo dal vicolo dietro la scuola in cui ci appartiamo di solito.
Non fatevi strane idee, a stento ci siamo baciati.
Non so neanche io il motivo per cui abbia reagito in questo modo. E’ come se abbia avuto il bisogno di avere accanto a me persone che amo davvero e che mi amano realmente. Lui non mi vuole neanche bene, figuriamoci se prova qualcosa in più e se anche me lo dicesse, io non ci crederei mai e poi mai, dovesse cascare il mondo!
Non sono così stupida da non accorgermene: sta con me solo per portarmi a letto.
Tutti se ne sono accorti, esclusa me.
E’ arrivato il momento di svegliarmi e di darmi una mossa, non posso essere così ingenua…un tempo l’avrei anche permesso, ma adesso basta, sono al limite della sopportazione.
-Idiota….-. Farfuglio tra me e me, augurandogli di morire mentalmente.
Come ho fatto a ridurmi a questi livelli?
Una risposta ce l’avrei, ma è così stupida e insensata che me ne vergogno.
Io sono uscita con Troy solo perché volevo considerarmi più figa, più trasgressiva. Volevo convincermi che Zayn è un fottuto idiota che merita di essere dimenticato; eppure, ogni volta che Troy mi bacia, mi tocca o mi parla, io non vedo l’ora che tutto finisca e , anzi, vorrei tanto che sia Zayn a fare e dire tutte quelle cose, che a stento ascolto o ricambio.
Il problema è che ancora non ho accettato la nostra separazione, non ho ancora metabolizzato l’accaduto e penso che ci vorrà ancora un po’ di tempo affinchè ciò accada.
E cosa ancora più grave: Zayn sarà ospite da me questo fine settimana e davvero non so come comportarmi.
Spero vivamente che anche lui si stia facendo questi complessi.
Mi avvio a casa a piedi, troppo nervosa per aspettare Harry.
Sbatto la porta alle mie spalle, gettandomi a peso morto sul divano.
Accendo la tv e metto quelle radio televisive.
Gli argomenti sono la donna e i vari problemi che può avere.  A parlare è una ragazza sulla ventina e mi chiedo come mai non abbiano assegnato il suo ruolo ad una donna con più esperienza.
‘Dovete agire come signorine ma pensare come un uomo, ragazze mie! Apparire come ragazze e lavorare come un boss!’
-Si!-. Urlo, assecondando la presentatrice radiofonica.
 ‘Se indossate una minigonna e il vostro compagno vi chiede se state andando alla fiera della porchetta, questa è la radio adatta a te! I consigli e i suggerimenti più adatti li abbiamo noi’.
Oddio, esiste davvero gente così fallita?
Gliela pago io una visita dallo psichiatra o magari da un dietologo.
Mi lascio scappare una risata rumorosa, tanto da riempire l’intera casa immersa nel silenzio totale.
‘Il vostro ragazzo vi ha lasciate tramite sms e non ne sapete il motivo? Fategli capire che non siete uno zerbino e…’.
Oh, al diavolo!
Spengo la tv, irritata.
Possibile che anche una perfetta sconosciuta conosca la mia situazione? Certo, da una parte è bene perché capisco che ci sono altre ragazze che come me hanno lo stesso problema e…oh Santo Cielo, non pensavo di essere così depressa.
Sembro la protagonista di una delle canzoni di Taylor Swift.
Mi faccio paura.
Ora che si avvicina l’estate, -mancano solo undici giorni a giugno-, vorrei fare una lista di cose da fare.
Si, è un’idea brillante.
Prendo carta e penna e inizio a scrivere.
 

  1. Dimagrire almeno otto chilogrammi, con gusto naturalmente.
  2. Comprare un cane da allevare a sbranare teste di stronzi.
  3. Trovare una migliore amica, degna di questo titolo.
  4. Riuscire a toccare il naso con la lingua. (sono tre anni che ci provo)
  5. Trovare una conchiglia parlante come nella pubblicità della RoyCarrabien che mi faccia trovare biglietti gratis per una vacanza ai Caraibi.
  6. Guardare Titanic senza piangere.
  7. Comprare un nuovo paio di scarpe a Ron.
  8. Imparare a non perdere la metropolitana ogni Santo giorno.
  9. Ritornare a sorridere.
  10. Dimenticare Zayn Malik.
         
Rileggo nuovamente la lista, soffermandomi sui vari punti e riflettendo se posso sostituirli o meno. Alla fine decido di lasciarla invariata, senza apportare nessuna modifica.
Si, tutti gli obbiettivi sono raggiungibili e lo farò entro l’inizio di giugno, o forse alla fine.
Fatto sta che ci riuscirò; riuscirò finalmente a diventare la ragazza che ho sempre sognato di essere, felice e spensierata, senza problemi da gestire o pesi sullo stomaco.
-Sam, i ragazzi sono arrivati!-.
Ecco, appunto.
 
-Ciao Liam, come stai?-. Lo saluto cordialmente abbracciandolo, per poi passare a quello successivo.
Stanno entrando uno alla volta in fila indiana, come se debbano ricevere un riconoscimento per non so cosa.
-Ehi, Sam, che bello rivederti!-. E’ Niall. Lo abbraccio istintivamente; nonostante è un rompipalle madornale e abbia un carattere un po’ infantile e da idiota, mi è mancato, devo ammetterlo.
-Principessa!-.
-Louis!-. Esclamo pimpante, abbracciandolo e sorridendo, non rendendomi conto che subito dietro di lui c’è Zayn.
Mi irrigidisco non appena i nostri sguardi si incontrano.
Rimaniamo fermi sulla porta un istante, poi scuoto la testa e trovo la voce e il coraggio.
-Ciao-. Saluto fredda.
-Ciao, Sam-. Ricambia, sfoggiando un mezzo sorriso.
Ricambio in certa, notando solo dopo alcuni secondi che gli altri stanno assistendo alla scena incuriositi e interessati.
Posso dire che quel minuto in cui ci siamo guardati dritto negli occhi, in cui i nostri occhi erano incollati gli uni agli altri, in cui mi è mancato tragicamente il respiro e che mi ha letteralmente spiazzata ricordandomi quanto era bello farlo con la consapevolezza che mi appartenessero, è stato il tempo determinato più lungo e bello della mia completa esistenza.
Naturalmente, escludendo i momenti in cui io e il poster di Justin Bieber ci fissiamo intensamente.
Con un gesto automatico e improvviso mi giro verso gli altri, andandomi poi ad accomodare in cucina, su uno degli sgabelli.
Da qui sento i loro saluti e le parole che migliori amici si direbbero quando non si vedono da tantissimo tempo.
Solo io so quanto Harry è stato male quando ha dovuto abbandonarli e solo io so quanto Harry vorrebbe ritornare a stare in loro compagnia, ad Holmes Chapel.
Forse lo capisco perché  è proprio ciò che voglio anch’io, sono mie esigenze.
Harry spalanca la porta.
-I ragazzi stanno sistemando le loro cose-. Spiega, prendendo dell’acqua dal frigo. –Perché non ci raggiungi dopo?-.
Sto per rispondere quando, non trattenendomi più, sento una lacrima scorrere sul viso.
Me l’asciugo frettolosamente con la speranza che Harry non faccia domande.
-Ehi, ehi, che fai? Piangi?-. Mi domanda avvicinandosi, accarezzandomi il volto e i capelli.
Troppo tardi.
-Sam, che c’è che non va, cos’è successo? Sai che a me puoi dirlo-. Mi prende il mento con le mani, forzandomi a guardarlo negli occhi.
Questo si che è qualcosa di cui ho bisogno: uno sguardo e una carezza fraterna accompagnati dal bene e l’affetto che ci lega.
E’ questo ciò che amo di Harry, lui è premuroso e protettivo nei miei riguardi perché sa che il suo bene è ricambiato.
-Niente, davvero…è solo che…-. Mi blocco, non sapendo cosa rispondere, cosa dire.
-Cosa?-. Mi incita.
-Vedere i ragazzi mi ha ricordato quanto eri felice quando stavi con loro, perché ti divertivi con persone che volevi bene per davvero ed ora che ci siamo trasferiti qui…-. Prendo una pausa, trovando finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi. –Insomma Harry è tutta colpa mia se ci siamo trasferiti qui!-.
Oh, finalmente.
Lo vedo assumere un’espressione confusa e negatoria al tempo stesso.
-Ma cosa ti salta in mente? Non dirlo neanche per scherzo…!-.
-No, Harry, è così! E’ stata sicuramene un’idea di mia madre questo maledetto trasferimento e quindi la colpa è anche mia perchè…-.
-Basta, ho sentito abbastanza-. Mi interrompe.
Fa un sospiro, si passa una mano tra i capelli per poi accovacciarsi e avvicinarsi ancora di più. –Senti Sam, non riesco ad immaginare come sarebbe ora la mia vita se tu non ci fossi entrata. Sei la sorella che ho sempre voluto, la mia bambina, quella da coccolare, viziare e proteggere ma soprattutto da amare. Io ti voglio un bene indescrivibile, non puoi neanche immaginarlo. Sai che per te farei di tutto, solo per vederti sorridere per davvero. Non devi assolutamente pensare una cosa del genere. Tu non hai la colpa di tutto questo, devi mettertelo in testa. Ci siamo intesi?-.
Annuisco impercettibilmente mentre una lacrima mi scende silenziosa sul volto, penso sia l’ultima.
Il mio viso è ancora intrappolato tra le sue mani, così come i nostri sguardi sono intrappolati gli uni negli altri.
-Grazie-. Sussurro.
Mi sembra il minimo che possa dirgli.
-Non devi dirmi grazie, sono io che devo farlo per essere ciò che sei-.
-Ti voglio bene, non dimenticarlo Harry-.
Ci abbracciamo come mai abbiamo fatto, talmente stretti che riusciamo a sfiorarci le costole e a sentire un battito in meno nei nostri cuori.
-Ehi Harry, abbiamo finito ora…Oh, ho interrotto qualcosa, scusatemi-. Liam sta per richiudere la porta della cucina quando lo blocco.
-No, non fa niente, entra-.
Si avvicina a noi, sedendosi accanto a me.
Dopo un po’ ci raggiungono anche Niall, Louis e Zayn.
Bene, perfetto.
-Allora, come va la vostra vita qui a Londra?-. Chiede Niall allegramente, notando comunque una certa aria formale e distaccata tra noi.
Tutti ormai sanno della rottura tra me e Zayn e tutti ne sono scioccati quanto me, credo.
-Oh, non possiamo lamentarci, vero Sam?-. Risponde Harry, appoggiando una mano sulla mia spalla.
-Già…-. Dico solamente, asciugandomi un po’ il volto in cui traspaiono ancora lacrime versate precedentemente e lo si può dedurre dagli occhi arrossati e le guance bagnate.
I ragazzi parlano un po’ dei loro impegni e delle loro attività in questo periodo mentre io poso costantemente lo sguardo nel vuoto, distrattamente.
Il cellulare suona: qualcuno mi sta chiamando.
Leggo ‘Troy’ sullo schermo e subito attacco, sbuffando.
-Dannazione quell’idiota di Troy ti cerca ancora? Non ha capito che deve starti alla larga!-. Esclama infuriato Harry.
Alcuni giorni fa, Harry ha intimato me e Troy di farla finita con la nostra ‘micro storia’ perché non gli piaceva il suo atteggiamento.
Naturalmente, testarda e cocciuta come sono, io ho continuato a vederlo, anche se Harry sa il contrario.
Annuisco solamente, guardando sottecchi la faccia meravigliata e un po’ infastidita di Zayn, che continua a giocherellare con l’orlo del centrotavola in pizzo.
-Chi è Troy?-. Chiede Louis curioso.
-Nessuno!-. Mi affretto a rispondere.
-Un idiota che la tormenta, è una specie di stolker-.
Grazie Harry, di nuovo.
-Non è vero!-. Contraddico.
-Oh, come lo chiami tu? C’è un altro modo con cui posso definirlo? Non posso credere che tu l’abbia baciato!-.
Santo Cielo, vuole chiudere quella boccaccia o vuole che lo faccia io con una banana?
Vibra nuovamente il cellulare; questa volta è un sms.
 
Troy C. ‘Non abbiamo finito, io e te’.
 
Cosa sarebbe? Un’intimidazione? Una minaccia?
Se vuole spaventarmi…beh, non ci è riuscito affatto, no, senza dubbio.
Roteo gli occhi leggendo il messaggio, sbuffando nuovamente in modo silenzioso.
Alzo gli occhi per accertarmi che nessuno abbia assistito alla mia reazione, vedendo Zayn distogliere velocemente lo sguardo su di me.
Di bene in meglio, si.
-Io vado di sopra-. Annuncio, uscendo dalla stanza sotto gli occhi di tutti i presenti.
 
Dopo una cena silenziosa e molto imbarazzante con la compagnia anche di Josh, l’amico di Harry, esco fuori per buttare la spazzatura.
Sono davvero disgustata dall’atteggiamento di quello stronzo del pakistano che man mano perde il suo ruolo e la sua importanza nei miei sogni.
Mi ha lasciata via sms spezzandomi il cuore ed ora non ha neanche la decenza di parlarmi, di dirmi qualcosa, di spiegarmi ciò che prova realmente nei miei confronti e soprattutto il motivo per cui ha agito in quel modo.
Eppure non faccio altro che vedere solo lui.
C’erano cinque ragazzi in quella stanza pochi minuti fa ed io riuscivo a vedere e sentire solamente lui, percependo addirittura i suoi respiri e il battito irregolare del suo cuore che ora definirei pieno di merda.
-Sam!-. La voce di Troy mi fa trasalire, portandomi alla realtà.
Mi giro in direzione di quella voce, iniziando a preoccuparmi.
Cosa ci fa qui? Avrei dovuto seriamente preoccuparmi quando ho letto quel messaggio, non scherzava.
-Che vuoi? Che sei venuto a fare?-.
-Sono venuto a trovare la mia ragazza e a fare ciò che avrei dovuto fare da tanto tempo-. Risponde strafottente con un ghigno sul volto.
-Mi sembra di essere stata chiara oggi a scuola, non mi sembra di parlare arabo o sei solamente un ebete senza intelletto-.
-No, sono solamente testardo e parecchio stronzo, piccola-. Calca quest’utlima parola, originando un senso di nausea allo stomaco.
Mi giro verso casa che dista solo alcuni passi dai bidoni stradali, ma la stretta di Troy mi trattiene.
Guardo la sua mano incollata al mio braccio, chiedendomi come abbia fatto a raggiungermi così velocemente.
Inizio seriamente ad avere paura.
Troy è alto e muscoloso con una forza tripla alla mia. Potrebbe combattere contro un lottatore di sumo e non sentirne la sconfitta anche perché vincerebbe.
-Lasciami-. Sibilo impaurita, non dandolo a vedere.
Mi guarda solamente, sorridendo maliziosamente.
Che idiota.
-Te l’hanno mai detto che hai un sorriso da ebete?-. Come Ron, aggiungo mentalmente.
-E a te hanno mai detto che sei davvero sexy?-. Mi palpa il sedere, avvicinandomi a sé con una spinta da dietro la schiena.
-Certo-. Lo sfido.
Mannaggia a me e al mio orgoglio che in questo momento potrebbe andare a farsi fottere.
-Allora andiamo-.
Andiamo? Si, è proprio convinto.
-Non sono dell’umore giusto, Troy, lasciami in pace, ho da fare!-. Ribatto convinta e determinata.
-Allora abolisci gli impegni perché ora stai con me-.
Sgrano gli occhi intimorita, cercando di allentare la presa che lui ha sul mio corpo.
Ma Troy è davvero il triplo di me, il quadruplo addirittura e gli anni di nuoto non hanno decisamente migliorato le cose…per me intendo.
Mi trascina per un braccio dietro un vicolo più avanti mentre oppongo resistenza, inutilmente. A quest’ora della sera non c’è mai nessuno in questo quartiere isolato se non degli ubriaconi che non si rendono conto neanche che gli stiamo passando di fianco.
-Troy, smettila, lasciami stare-. Ripeto varie volte invano.
Mi sfiora l’intimità, facendomi gemere. Inizia a toccarmi dappertutto, sfiorandomi il collo con dei baci poco desiderati. Mi incatena al muro quasi a pezzi stringendo i miei polsi così prepotentemente da non farmi sentire addirittura il dolore. Mi tocca, mi bacia, mi umilia in un quartiere popolato solamente dai suoi respiri e dalle mie lamentele, dalle mie imprecazione e dalle mie urla.
Passano minuti, in cui addirittura cerca di spogliarmi, abbassandomi la zip dei jeans.
Vorrei che qualcuno compaia magicamente dietro l’angolo e mi salvi, qualcuno che amo, qualcuno che mi ha promesso di fare qualsiasi cosa per me e che ci sarebbe stato nel momento del bisogno.
Ora dove sei, Zayn, quando ho il disperato bisogno di te?
Suona il suo cellulare, si distrae per un attimo e riesco a dargli un calcio proprio in mezzo alle gambe, arrecandogli molto dolore. Indietreggia ancora con il cellulare in mano e si accovaccia, bestemmiando.
Esco da questo vicolo correndo non riuscendo a credere che sia davvero accaduto.
Mi sento così poco dignitosa che mi seppellirei.
Sento delle lacrime rigarmi il volto e la dignità andare a pezzi.
Sento il collo un po’ umido, lo tocco e subito mi ritrovo delle dita imbevute da sangue.
Quasi perdo il controllo di me stessa vedendo il colore di questo liquido che tanto mi spaventa.
Mi fermo un secondo guardandomi attorno. Sono a circa cinque metri dalla porta di casa quando decido di aspettare lì fuori il tempo necessario di ritornare stabile.
Non voglio che Harry si preoccupi, sarebbe un altro peso per lui e per me.
Apro la porta di scatto, ritrovandomi addosso gli sguardi di tutti i presenti.
Noto che Josh se n’è andato.
Meglio così.
Li guardo stravolta e sul punto di perdere le forze a accasciarmi a terra mentre mi guardano confusi e preoccupati.
-Cosa ti è successo, Sam?-. Harry quasi urla mentre mi si avvicina.
Si vede che i segni di quell’episodio sono ancora visibili sul mio volto e sul resto del corpo.
Scopro solo ora che la mia maglia ha qualche buco in prossimità dell’orlo e il mio reggiseno si vede notevolmente tramite la manica smollata della t-shirt. I capelli spettinati e il mascara sciolto di sicuro non migliorano la situazione e mi sento realmente sul punto di svenire.
-Niente, non è successo niente-.
Mi precipito immediatamente al piano di sopra piangendo, chiudendomi nella camera da letto.
Vedo due valige appoggiate sul letto di Harry. Saranno dei ragazzi.
-Sam! Apri questa porta, maledizione!-. Sento Niall urlare e bussare violentemente la porta, con il rischio che ceda da un momento all’altro.
Sento questa frase ripetuta più volte da Liam, Niall e Louis. Sembrano seriamente preoccupati per me.
-Apri questa maledetta porta, dannazione! Hai incontrato Troy, non è vero? Cosa ti ha fatto, Sam? Dimmi che non ti ha sfiorata!-. Urla Harry esasperato, speranzoso e infuritato al tempo stesso. Prende una pausa durante la qualche ne io ne lui pronunciamo una parola. –Dimmelo!-. Urla con un tono di voce che mi fa sobbalzare, prendendomi un accidenti al cuore.
-Sam…-.
Ho sentito bene? Il mio nome immerso nella voce di…Zayn?
-Sam…-. Ripete cautamente, come se voglia acquietare le cose. –Sam ti prego aprimi…sono solo io, Zayn-.
Un motivo in più per non aprire questa dannata porta.
-Ricordi quando ti ho detto che con te potevo parlare di tutto? Beh, io pensavo che la cosa fosse reciproca quindi…apri la porta e fammi entrare, voglio solamente accertarmi che tu stia bene e giuro che se quel figlio di…-. Si blocca e sento sbattere due pugni sulla porta, come se con quel gesto abbia messo a tacere la sua rabbia, sfogandosi sul pezzo di legno che ha davanti e che ci separa.
Perché dovrei aprirgli la porta? Lui mi ha spezzato il cuore con una frase, nient’altro. Non si è degnato di darmi spiegazioni e neanche io sono costretta a farlo.
Lui ha chiuso il suo cuore a me, che gli ho promesso amore a non finire e lui ha fatto la stessa promessa. Ed io chiudo la porta a lui.
Bilanciato, no?
Eppure c’è qualcosa in me che mi da la forza di alzarmi e di avvicinarmi alla porta, quel briciolo d’amore e di speranza che ancora mi lega a lui ma che è contrastato da un po’ d’orgoglio, di rabbia e di disprezzo.
Mi appoggio distrutta alla porta, respirando affannosamente. Le lacrime scorrono sempre lente e dolenti, calde e prepotenti tanto che inizio a sentire un certo bruciore alle guance rossastre che mettono in risalto i miei due grandi e vispi occhi azzurri.
-Sam apri la porta o giuro che la butto a terra a calci e se…-.
Non gli do il tempo di proseguire la frase che mi ritrovo faccia a faccia con lui, Zayn, che seppure mi abbia fatto stare male lo considero ancora mio.
Quello che mi è mancato come mai nessuno prima d’ora.
Quello che con uno sguardo riusciva a capirmi ed ora mi sembra un estraneo.
Quello che mi sorrideva quando facevo qualcosa di buffo o di stupido.
Quello che mi accarezzava e mi abbracciava quando voleva sentire tra le sue mani il suo tesoro più prezioso.
Quello che mi baciava quando ne aveva l’esigenza.
Lui è la cosa più cara che abbia mai avuto e per cui io abbia mai lottato e sperato, è stato la mia salvezza, la mia ancora, il mio punto di riferimento per quanto è bastato a capire che è uno stronzo…che amo ancora, con tutta me stessa, forse più di prima.
-Sam-. Sussurra quando incrocia il mio sguardo stanco e desolato travolto dalle lacrime.
Gli faccio cenno di entrare mentre lui fa cenno di non entrare agli altri ragazzi. Evito i loro sguardi, soprattutto quello di Harry, mentre mi propago verso l’interno.
Zayn chiude la porta alle sue spalle, voltandosi verso di me incerto e titubante, anche un po’ intimidito.
-Cos’è successo, Sam?-. Mi chiede compassionevole e al tempo stesso allarmato.
Lo guardo per un po’, scrutando ogni centimetro del suo viso e del suo corpo così bello e in forma che quasi mi vien voglia di uccidermi per averlo perso.
Mi avvicino a lui guardandolo incessantemente negli occhi.
Quando sono dritta di fronte a lui, abbasso lo sguardo sulle maniche della mia felpa e scopro i polsi  e le mani, lasciando vedere i lividi e i graffi.
-Chi te li ha fatti?-. Chiede incredulo e agitato.
Gli mostro anche quelli sul collo e sulla pancia.
Vedo i suoi occhi ingrandirsi e farsi pieni di rabbia mentre osservano increduli quei simboli di un episodio che avrei voluto tanto evitare.
-Sam, chi ti ha fatto tutto questo?-. Ripete, ancora più inquieto, mentre ritorna a guardarmi dritto negli occhi.
Mi dimentico del dolore e di ciò che è successo poco fa nel vicolo di fronte casa, perdendomi nell’immensità dei suoi grandi occhi color cioccolato.
Dio solo sa quanto mi sia mancato quello sguardo, quella voce, quella presenza forte e amorevole nei miei confronti.
Il problema è che Zayn non è come una canzone che se ascolti ripetutamente finirai per odiarla…No! Più lo guardi e più ti piace…è l’esatto contrario, purtroppo.
-Troy-. Rispondo in un soffio di voce che addirittura non mi rendo conto di averla detta.
-Troy? Quel bastardo che ti tormenta? -.
Annuisco mentre lo vedo andare avanti e dietro per la stanza con i pungi e la mascella serrata, accumulando rabbia e sdegno nel suo animo. Le vene del suo collo si fanno più sporgenti quando dice qualcosa sotto voce che non riesco ad udire.
Mi siedo sul letto e lui mi imita.
-Si è spinto oltre?-. Chiede poi, guardandomi preoccupato e speranzoso in una risposta negativa.
Sembra essere così affettuoso e protettivo ora nei miei confronti, ora che sono distrutta, ora che ho subìto ciò che nessuno vuole affrontare. Non sono un cagnolino in difficoltà, non voglio un passante amorevole a cui faccio tenerezza o, ancora peggio, pietà.
-No-. Mi limito a sillabare prendendo un grosso respiro.
Si acquieta e questo rende più calma anche me.
-Non meriti tutto questo, Sam…-. Mi prende una mano e la porta sulla sua gamba. -…Mi dispiace che stia passando questo brutto momento, io…-.
-Risparmiami questa scena, per favore-. Lo interrompo brusca, come se lo spavento e il dolore siano spariti.
-Sam, io non capisco. Lo so, sono stato un idiota a lasciarti con quel messaggio, me ne pento ogni volta che lo leggo…è doloroso vederti soffrire in questo modo perché soffro anch’io-.
Lo vedo avvicinarsi a me con un certo desiderio, riconoscibile soprattutto dalle sue labbra.
-Non.avvicinarti-. Sillabo a denti stretti, tenendo basso lo sguardo sul tappeto.
Fa una smorfia confusa, quasi delusa e dispiaciuta. Ma nel suo sguardo c’è anche la rassegnazione e la consapevolezza che ciò che ha fatto è stato davvero ridicolo e insensato e che la mia reazione è totalmente giustificata. Me ne rendo conto anch’io che è lui stavolta ad aver torto, io che ho l’autostima più scarsa al mondo, io che mi creo sempre complessi inutili, io che mi sono sempre sottovalutata e sentita inferiore agli altri.
Sbuffa per poi allontanarsi di qualche centimetro. –Scusami-. Borbotta, intimidito.
-La cosa che più mi sconvolge è come tu riesca ad essere così naturale e disinvolto con me dopo tutto ciò che è successo, o meglio, che tu hai fatto modo che accadesse…-. Sbotto improvvisamente, come se la tristezza e lo sconforto di ciò che è accaduto in quel vicolo con Troy sia stato un brutto sogno, un incubo. -…eppure non ti avrei mai considerato così dannatamente stronzo. Meriti un Oscar degno di un idiota con la faccia tosta di presentarsi in camera mia e dire cose del tipo ‘mi dispiace’ o ‘non meriti tutto questo’…-. Mi azzittisco vedendo l’espressione tormentata e cupa di chi ho davanti.
Eppure, nonostante gli sti rinfacciando tutto ciò che mi ha fatto, tutto il male e il dolore che mi ha procurato, lo sento ancora mio.
Il mio Zayn.
E’ da tanto che non lo consideravo in questo modo.
E, cosa ancora più stupida, io gli voglio un bene che penso non scomparirà mai perché mi rendo conto che il cuore mi batte a mille e lo stomaco ha lasciato entrare il branco di elefanti che ormai erano chiusi in gattabuia.
In effetti con Troy non ho mai sentito le guance andare a fuoco e lo stomaco rovesciato, come invece accadeva e sta accadendo con Zayn.
Possibile che ne sia ancora innamorata?
-Pensavi che avrei iniziato a mangiare chili di gelato al cioccolato, appollaiata sul divano guardando stupide telenovela e fiction argentine? Beh, ti sbagliavi di grosso…-. Lo accuso, senza nemmeno aver sentito la risposta alla mia domanda. -…già, hai calcolato male i conti, Jawaad-.
Sento le ginocchia cedere nonostante stia seduta e quasi una lacrima non inizia nuovamente il suo percorso fino al mento.
Jawaad.
Da quando non pronuncio questo nome? Eppure l’ho articolato con dolcezza e dolore che ha contrastato con il disprezzo e l’odio posto nelle mie precedenti affermazioni.
Al sentire questo nome, anche Zayn alza lo sguardo su di me, come se abbia trovato uno spiffero di luce in quella dimensione nera e buia.
-Sei arrabbiata con me perché ti ho lasciata via sms e non ne sai il motivo-. Constata sicuro ed è come se lui stesso stia elaborando ciò che dirà in seguito.
-Bene, ti dirò ciò che vuoi ascoltare-. Prende un lungo respiro per poi iniziare a parlare, torturandosi il labbro inferiore. –Le relazioni a distanza non sono mai state il mio forte anche perché non mi sono mai ritrovato in situazione del genere e per me era una cosa talmente nuova che ne ero spaventato. Quando te ne sei andata, quando sei partita e mi hai lasciato fuori casa tua, una fitta mi ha trafitto il petto, fino ad arrivare al cuore ed è stato come morire. La tua assenza mi ha ucciso, mi ha spiazzato, capisci? Così ho riflettuto e ho dedotto che l’unica cosa da fare era quella di dividere le nostre strade e lasciare che le cose cambiassero con il tempo perché pensavo che se non fossi stato più dipendente da te a dal mio amore nei tuoi confronti, avrei sofferto di meno. Secondo ciò che immaginavo avrei dovuto dimenticarti in poco più che una settimana, eppure, il tempo non ha fatto altro che peggiorare le cose e…-. Lo vedo sospirare nuovamente e abbassare lo sguardo. -…e non ho badato al fatto che io ti…amavo, e continuo a farlo, e mi sono ritrovato così solo e spaesato che non mi riconoscevo più-.
Lo guardo incredula e stupita ma anche con compassione e un certo luccichio negli occhi mentre stringo la mano in un pugno dalla presa così potente che quasi le unghie mi perforano la pelle.
Dio solo sa quant’è il bene che provo nei suoi confronti, quanto amore mi lega a quest’idiota.
Vedendomi incerta e titubante sul da fare, mi precede nel parlare. –Non sei costretta a dirmi nulla, non ora, non in questo stato. Voglio solo che tu ci rifletta e che quando ti sentirai pronta a parlarmi di nuovo come la Sam che ho conosciuto e che amo, sai dove trovarmi-. Si alza, voltandosi verso di me.
Alzo gli occhi e il capo per avere meglio una sua visuale che, se devo esser sincera, mi spiazza, come al solito.
Ho dimenticato quant’è bello perdersi nei suoi occhi e quella sensazione di piacere ed estasi che si prova ammirando la sua inconsueta bellezza che, schiettamente, mi fa venir voglia di dimenticare tutto e abbracciarlo, baciandolo dolcemente.
Ma no, devo esser più forte di lui e resistere a ciò che i suoi occhi mi istigano.
-Dirò ad Harry che ti sei addormentata così ti lascerà riposare fino a domani mattina. Sai com’è protettivo nei tuoi confronti e quant’è geloso, ti manterrebbe sveglia tutta la notte imprecando contro quell’imbecille-. Noto una certa ripugnanza mentre articola l’ultima parola, quella che dovrebbe riferirsi a Troy.
Si accascia e mi lascia un  intenso e lungo bacio sulla fronte e un tocco leggero sulla guancia per poi lasciarmi sola, tra i miei dubbi e i miei tormenti.
Ricordo che l’ultimo punto della mia lista è: ‘Dimenticare Zayn Malik’, non ‘Rinnamorarmi nuovamente del sexy figo pakistano dei miei sogni che ho perdonato proprio in questo momento’.
Non che l’abbia perdonato, sia chiaro; è semplicemente una supposizione che devo ancora prendere in considerazione.
Non penso che dormirò stanotte, e non saranno sicuramente le bestemmie di Harry a non farmi chiudere occhio.







 Babieees!
Spero vi sia piaciuto moltissimissimissimo.
Però, ragazze vi chiedo solo una cosa: recensite,
perché io aggiorno ogni settimana ma se voi
non vi mostrate ‘attive’ mi sembra inutile.
CCComunque, spero che seguirete il resto
della storia e che vi piaccia.
Ho scritto altre OS, se vi va,
datele un’occhiata.
Un bacio, notperfect. 


  

   
 
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