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Autore: blazethecat31    29/09/2012    6 recensioni
Com’era monotono quel santuario; sempre le stesse facce, lo stesso disordine, la stessa oscurità, sia di notte che di giorno, sempre gli stessi deliri di Desmond durante la notte, e la stessa consapevolezza che i templari li stavano cercando, il che le impediva di dormire sonni tranquilli.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Desmond Miles , Lucy Stillman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Da quando è nell’Animus?-

-Sette ore. Vuoi farlo uscire?-

-Solo quando la cena sarà pronta, oggi tocca a Shaun preparare gli spaghetti.-

-Non se ne parla! Ho già cucinato l’altro ieri!-

Lucy ignorò la disapprovazione del maestro di enigmi di turno. Si avvicinò al corpo del Soggetto 17, sdraiato sulla macchina. Aveva gli occhi chiusi, forzatamente, probabilmente Ezio era occupato in qualche combattimento. Gli sfiorò dolcemente la mano poggiata sul bracciolo più vicino a lei, riuscendo a percepire la tensione, la fatica a cui veniva sottoposto ogni giorno molto più di un’assistente come lei, molto più di una programmatrice o di uno studioso-informatore, probabilmente si poteva mettere alla pari di un assassino sul campo di battaglia.
E questa cosa non la sopportava, le impediva di dare il massimo in qualunque cosa facesse.
-Tutto questo finirà, Desmond…e vinceremo noi.- mormorò, inginocchiandosi vicino a lui. Sarà stata la vicinanza, o chissà che altro, ma la mano di Desmond si mosse, come se avesse sentito tutto.

-Lucy, non distrarlo. Rischia di perdere la sincronia con Ezio.- la rimproverò Rebecca, sempre messa davanti a quel computer, a gestire le azioni del suo amato Baby. La bionda si allontanò subito, sentendosi un po’ offesa. Possibile che nessuno sentiva il dovere di parlargli di qualcosa al di fuori della loro missione?
Eppure era lei la prima a dire di concentrarsi sempre e soltanto sul lavoro, ma questo solo quando tutti potevano ascoltarla.
Probabilmente il suo amore per l’organizzazione e i doveri andava via con la mente di Desmond ad ogni seduta.
Sentì qualcosa muoversi, qualcosa che riecheggiò nel santuario come delle ruote che si spostavano, ma delle ruote molto piccole; intuì subito che Shaun si era deciso ad andare a cucinare, accompagnato dalla sua “irrefrenabile vivacità” e da un “gioioso” sbuffo.
Iniziò a girare intorno alla sala circolare, contemplando le statue, e fermandosi all’improvviso davanti a quella di Altair, la meglio scolpita secondo lei, e naturalmente la più imponente.
Sicuramente se avesse iniziato a riflettere ad alta voce sarebbe stata giudicata dai presenti in sala, preferì quindi stare sola con i suoi pensieri in quel momento, al cospetto del leggendario assassino.

Com’era monotono quel santuario; sempre le stesse facce, lo stesso disordine, la stessa oscurità, sia di notte che di giorno, sempre gli stessi deliri di Desmond durante la notte, e la stessa consapevolezza che i templari li stavano cercando, il che le impediva di dormire sonni tranquilli.



-E’ la seconda volta che ti trovo qui fuori, cosa vieni a fare?- domandò Desmond, appena uscito dal retro della villa pronto a fare una delle sue passeggiate notturne, suo unico sfogo.
-Dovrei farti la stessa domanda.- fece lei, senza nemmeno voltarsi; le braccia conserte, lo sguardo volto verso la luna pallida.
Maledetti satelliti.
-Volevo prendermi un’abboccata d’aria.-
-Idem.-
Desmond sorrise, iniziò ad arrampicarsi fino al balcone laterale, dove rimase in perfetto equilibrio sulla sovrastante ringhiera in pietra.
-Dai, sali. Non ricordo nemmeno più come ti arrampichi.- la schernì lui, ironico, cercando di distoglierla dai suoi soliti pensieri.
Lei si voltò, rimanendo sorpresa nel vederlo già lassù, e si apprestò a raggiungerlo, scalando il muro meno agilmente dell’altro, facendosi aiutare alla fine, tendendogli la mano.
-Sei migliorato, e pensare che è passato così poco tempo da quando hai iniziato ad arrampicarti…cioè poco tempo…in senso relativo…-
-Forse sei tu che sei fuori allenamento, o oggi non sei in vena di muoverti?- indirizzò il suo sguardo verso il proprio, utilizzando la mano che non stava usando per tenersi in equilibrio. Sorrise ancora, e la invitò ad arrivare sul tetto.
Lucy abbozzò un risolino, e decise di seguirlo. Dal tetto di Monteriggioni tutto sembrava più lucente e romantico, la luna rifletteva la sua luce su tutto: sulle strade, sulle case, sulle montagne, il che le rendeva appena visibili.
I due si sdraiarono sulle vecchie tegole, ancora abbastanza resistenti da sostenere il loro peso, iniziando a guardare il panorama che i colli toscani offrivano loro.
Per essere un Paese “del Terzo Mondo” come lo definiva Shaun, l’Italia aveva parecchio da offrire, almeno era sempre meglio dei laboratori dell’Abstergo.

Dopo un po’ Lucy iniziò a stare scomoda con la testa sulle tegole, e aveva già i segni sulle mani; e da che stava fiocamente gemendo dai conseguenti dolori a che si era ritrovata appoggiata al petto di Desmond, e il corpo tra le braccia di lui, senza aver chiesto o fatto qualcosa che richiedesse il suo intervento, ma non le dava per niente fastidio.

-Adesso stai anche apprendendo le tecniche di corteggiamento dal tuo antenato?- ridacchiò lei, ma cercando di mantenere il controllo. Anche se avvertiva il bisogno di essere ascoltata sapeva di non dover lasciarsi andare troppo, o la cosa avrebbe senza dubbio interferito con il raggiungimento del loro obbiettivo, ma l’istinto la tentava con una forza maggiore della ragione.
Iniziò ad abituarsi alla posizione, e rilassò i muscoli, appoggiando l’orecchio proprio dove il battito cardiaco si sentiva meglio; era decisamente più veloce del normale, forse per l’emozione, o forse era colpa dell’Animus. Nel primo caso poteva essere anche normale, si vedeva lontano un miglio che i due si piacevano a vicenda, ma se fosse stata vera la seconda ipotesi il fatto sarebbe stato preoccupante.

In ogni caso, non parlò nessuno dei due per interminabili secondi; ci fu solo un lungo abbraccio, poi un bacio, il tutto senza provocare alcun rumore.

 

Perché i baci che danno gli assassini sono silenziosi, così come i  discorsi, sostenuti dai loro occhi che danno approvazione reciproca.

 

 

Stop con il romanticismo, ora ho qualcosa da dire:
Eh sì, non pubblicavo qualcosa da più di un mese, questo perché sono stata impegnata a vomitare due capitoli della fic che sto scrivendo con la mia collega Ros The Elphe, anch’essa su Assassn’s Creed (che naturalmente sono stati pubblicati sul suo account).
Anyway, sono rimasta sul tema perché sin dai primi approcci con il gioco sono stata fermamente convinta che Desmond e Lucy dovevano fare una cosa del genere (non ho  Revelations e AC3, quindi non so se effettivamente succederà).
Anche se è venuta decisamente male spero che qualcuno abbia avuto la buona volontà di leggere fino a qui e di aver…come dire…”apprezzato” le 910 parole (escludendo le note) che ho scritto in un intero pomeriggio, tra chat, rallentamenti del pc e distrazioni varie.
Cari lettori, vi congedo.

Requiescant in pace.
(Non so se “riposate in pace” si scriva così o meno, nella mia scuola non si studia latino)

  
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