Prologue.

“L’artista che firmerà un contratto discografico con la SONY music vincendo l’edizione di X-Factor 2019 è…”
Sentivo il mio cuore battere all’impazzata, come se stessi correndo una maratona,  la mano di Em stringersi sempre più forte alla mia, praticamente bloccandomi la circolazione.
Eravamo su quel palco, il palco che ci aveva visto esibire per più di due mesi, il palco su cui avevamo lasciato molte emozioni, su cui avevamo versato tante lacrime ma sul quale avevamo anche tanto riso. Quel palco che ora avrebbe decretato il vincitore di questa edizione. Il vincitore avrebbe realizzato il proprio sogno, avrebbe potuto raggiungere tutto ciò in cui aveva creduto in questi mesi.
E quel vincitore dovevamo essere io e Em, la mia migliore amica.
Ce lo meritavamo davvero. Era dalla terza media che credevamo in tutto questo, dalla terza media che registravamo cover che poi mettevamo su YouTube nella speranza di essere notate. Dalla terza media che sognavamo quest’attimo, l’attimo in cui tutto sarebbe cambiato, l’attimo dove sarebbe stato confermato che nella vita avremmo fatto soltanto la cosa che più amavamo al mondo: cantare.
Intanto l’atmosfera si faceva sempre più tesa, il pubblico si esibiva nel consueto “oooohh” per aumentare l’attesa e l’impazienza e quelli che ai telespettatori a casa potevano sembrare un paio di secondi a me sembrarono un’eternità.
Un’eternità in cui sperai semplicemente che il presentatore scandisse bene ad alta voce i  nostri nomi, un’eternità in cui pensavo a cosa sarebbe successo se non li avesse detti, alla delusione e alla frustrazione che avrei, avremmo, sicuramente provato.
“il vincitore di questa edizione è…”
Cazzo, non si poteva muovere? Va bene la suspense ma così rischiavo di morire.
“è…”
Guardai la mia migliore amica per un secondo. Aveva le lacrime agli occhi, era pronta sia a piangere di gioia che di amarezza, ma sapevo che era felice. Felice perché eravamo arrivate fino a qui, felice perché avevamo realizzato una fetta del nostro sogno. Sapevo che era contenta e che, come me, stava ripensando ai sette anni passati insieme, fra alti e bassi, ma sempre insieme, sempre unite come una cosa sola.
Il presentatore stava aprendo la busta, lentamente.
Ancor più lentamente estrasse il cartoncino rosso con la “X” nera dietro.
Su quel cartoncino c’era scritto chi di noi avrebbe realizzato il proprio sogno, chi di noi d’ora in poi avrebbe avuto tutto ciò che aveva sempre desiderato.
 “EM E XUL!”  urlò il presentatore guardandoci sorridente.
E in quel momento giurai di poter morire felice.