Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: VenerediRimmel    30/09/2012    10 recensioni
Chi ha detto che una storia deve essere raccontata cronologicamente? Io voglio fare a modo mio parlando di loro, Stiles Stilinski, l'essere umano, e Derek Hale, l'Alpha.
Dopo: Lo prese per le spalle, portandolo presto e con forza a contatto con il muro, vicino alla finestra. Le iridi innacquate di un rosso spento.
“Riprendiamo da dove eravamo rimasti?” Ironizzò l’animale appena braccato, sorridendo incerto sul da farsi. Derek digrignò i denti facendo uscire un latrato distorto e mostrandogli, così, quali erano le sue intenzioni.

Prima: Insomma, tutti potevano difendersi. E Stiles? No, il sarcasmo questa volta non bastava. Lui era un essere umano, drammaticamente in pericolo di vita. Sempre.
E Stiles aveva aperto gli occhi, infatti in lui, dissipato negli angoli, necessitava il desiderio di sapersela cavare da solo. Di saper difendere lui e suo padre dai pericoli oscuri [...].
Così aveva deciso. [...] Rimaneva solo lui nella lista delle persone che potevano aiutarlo. Derek Hale. L'unico problema era: quell'Alpha lo avrebbe aiutato davvero?

Mentre: E soltanto dopo aver fissato la bocca del licantropo per un paio di secondi ed essersi morso un labbro, baciò il lupo con foga.
[STEREK]
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Teen Wolf Series'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
After, before and now...
about a story of a man with a wirewolf.


Dopo.



Uscì diretto verso il parcheggio, scortato dal suo migliore amico ed era sovrappensiero quando Jackson gli si avvicinò vicino alle scale e lo prese per la maglietta, sbattendolo sul corrimano. Scott rimase per qualche istante interdetto, prima di avventarsi contro i due ragazzi per cercare di dividerli, ma il ringhio di Jackson lo fece allontanare.

“Sta lontano, McCall, non sono affari che ti riguardano” Scott indietreggiò non perché si fosse spaventato dall’irruenza del co-capitano, ma piuttosto perché era terrorizzato all’idea che qualcuno, all’infuori di loro tre, vedesse quelle atipiche iridi azzurre, illuminate nello sguardo furioso di Whittemore.

“Cosa posso fare per te, Jackson?” Chiese Stiles, fissandolo con le sopracciglia alzate per l’inaspettata – forse non troppo inaspettata – prepotenza del ragazzo.

“Sta lontano da Lydia” Sussurrò a pochi centimetri di distanza dal volto dell’essere umano. Stiles sbarrò gli occhi, prima di sorridere a mezza bocca.

“Mi stai considerando un possibile rivale o sbaglio?” Concluse sfacciato. Jackson lo costrinse con ancora più forza del dovuto contro la ringhiera, digrignando i denti.

“Vi ho sentito oggi nel corridoio, cosa dovete fare in pomeriggio?” Continuò, assottigliando lo sguardo e indurendo la mascella quadrata.

“Dobbiamo studiare, noi quattro” Rispose Stiles, indicando il migliore amico Scott.

“E perché parlavate in codice?” Chiese ancora, stringendo la presa sulla maglietta.

“C’era sicuramente un motivo e non sono qui a spiegartelo, Whittemore” Borbottò.
Le iridi azzurre si accesero più del dovuto e Jackson lo fissò come se stesse in procinto di sbranarlo. A quel punto Scott lo afferrò per una spalla e lo costrinse a girarsi, riuscendo ad allontanarlo dal suo migliore amico. Stiles, tornato libero, si sistemò i vestiti, guardando poi i due licantropi senza ben sapere come agire.

“La vuoi smettere di comportarti in questo modo?” Convenne Scott, fissandolo con severità. Sebbene lo sguardo severo di quest’ultimo fosse poco utile a convincere un licantropo a non sbranare la preda. “Lydia vuole solo aiutarmi” Continuò, Stiles sospirò sollevato. Quel tipo di convincimento sarebbe stato più pratico.

“Te?” Chiese Jackson, alzando un cipiglio curioso e guardando prima l’essere umano e poi il lupo. “In cosa dovrebbe aiutarti?” Continuò, incrociando le braccia al petto. Era in attesa.

“Nello studio. Scott è un tale caprone” Intervenne Stiles, mentendo. Il battito del cuore irregolare lo fregò, come aveva sempre fatto. Jackson ringhiò sommessamente, guardandolo con le iridi liquide di rabbia. Odiava le bugie. Scott lo guardò allibito e particolarmente offeso.
Sì, questa avrebbe potuto risparmiarsela.

“Per Allison. Lydia vuole aiutarmi a riconquistare Allison” Concluse a denti stretti, particolarmente infelice di aiutare il ragazzo che gli aveva appena dato del caprone. Jackson sembrò rilassarsi, fissò Stiles come se volesse chiedergli una conferma.

“Esatto, vuole aiutarlo a riconquistare Allison” Affermò, grattandosi velocemente la testa. A quella rivelazione vera, confermata dal suo cuore, Jackson si rilassò. Lo sguardo derisorio che lanciò all’altro licantropo, fece sentire entrambi dei completi idioti.

“Allora buona fortuna” Concluse Jackson, allontanandosi verso la piscina della scuola. “Spero che la cacciatrice porti con se la balestra!” Continuò, girandosi e mostrandogli il tipico sorriso sghembo.

“Era necessario darmi del caprone?” Chiese Scott con sguardo afflitto, mentre si avvicinavano alla Jeep di Stiles.

“Davvero te la prendi per questo, amico? Te ne ho dette di peggiori!” Affermò con sincerità. “E io amo questa tua particolare qualità!” Concluse, sorridendo beffardo. Scott, in risposta, gli tirò un pugno su un braccio, che lo fece lamentare lungo tutto il tragitto verso casa di Lydia.

 
*

 
Era furioso per una motivazione così ridicola. Perché Derek Hale non poteva fare a meno di quella rabbia accecante che lo possedeva da capo a piedi, anche per un futile motivo. Quel giorno la colpa andava attribuita a Stiles Stilinski – anche se, nell’ultimo periodo, era sempre lui la causa della sua rabbia.
Voleva spaccare qualsiasi cosa gli capitasse a tiro e l’uomo che gli si piantò davanti, dopo essere sceso dalla sua Camaro, rischiò di essere sbranato all’istante.

“Bella macchina, Derek” Iniziò con tono deciso e affabile. Il lupo lo guardò dritto negli occhi e capì all’istante di essersi imbattuto in uno dei componenti del branco di Alpha. Dopo il ritrovamento di Erica e Boyd non avevano più saputo nulla, il branco sembrava essersi dileguato. Derek ricordò le parole del Dottor Deaton e comprese solo in quel momento cosa intuisse il medico con “hanno la pazienza necessaria per riuscirci”. Era passato poco più di un mese e, ora, avevano fatto la loro prima e reale mossa.

“Cosa vuoi?” Chiese duramente, infilando le mani dentro le tasche del giubbotto di pelle. L’altro lo squadrò con un sorriso laconico.

“Me lo avevano detto che eri piuttosto brusco” Borbottò, accentuando il sorriso. “Voglio solo esserti amico, Derek” Concluse, porgendogli la mano. Derek la fissò per poi tornare immediatamente sul volto del ragazzo.  Ripeté quello scambio di sguardo un paio di volte, indurendo la mascella per le scosse di rabbia che lo smuovevano dall’interno. Quello sconosciuto lo infastidiva con il suo comportamento languido.

“D’accordo, non me la renderei facile” Continuò, ritirando la mano e lisciandosi velocemente i capelli biondo cenere. “Sono Dean” Disse, infine, infilandosi entrambe le mani all’interno delle tasche dei jeans. L’altro, piuttosto taciturno, rimase a fissarlo atono. Era alto quanto lui, atletico e, soprattutto, sicuro di sé. La sicurezza gliela si leggeva chiaramente nel suo sguardo. Avevano colori diversi, uno biondo l’altro moro, tuttavia Derek si ritrovò a pensare di avere qualche particolare somiglianza con quell’uomo. Pensò che, forse, fossero simile nell’atteggiamento, anche se in quella circostanza Dean appariva molto più amichevole rispetto a lui che aveva soltanto voglia di filarsela via ed evitarsi una lotta tra licantropi. 

“Senti, Derek, noi non siamo i cattivi. Se è questa l’idea che ti sei fatto di noi” Biascicò, guardandosi le punte dei piedi e tornando subito sulle iridi verdi dell’altro. Si lasciò scappare un sorriso bieco e attese che Derek prendesse parola, ma quest’ultimo non sembrava avesse affatto l’idea di aprire bocca, così continuò: “Noi vogliamo esserti realmente amici…”

“E ridurre in fin di vita il mio branco era una richiesta d’amicizia?” Puntualizzò Derek, smosso dall’ennesimo impeto di rabbia. Gli occhi di Dean si infuocarono di un rosso elettrico e Derek lo imitò di conseguenza.

“Quei beta ci avevano chiesto di far parte del nostro branco” Affermò con voce roca, mentre il suo viso si dispiegava in una smorfia disgustata. 

“E vorrei precisare…” Continuò, mentre le iridi tornavano del colore dello smeraldo e la smorfia nel suo viso scompariva. “Che appena ci hanno sbiascicato il tuo nome li abbiamo lasciati vivi” Lo guardò con un’espressione carica di sincerità. Peccato che Derek non si fidasse di nessuno, a prescindere chi fosse e che intenzioni avesse.

“Li avete lasciati in una foresta a morire.” Lo corresse Derek, a denti stretti.

“Questioni di punti di vista” Ribatté Dean, facendo spallucce.
Rimasero in silenzio con gli sguardi incatenati l’uno nell’altro per quella che parve un’eternità incalcolabile. Nell’aria c’era un’elettricità insolita, che nessuno dei due seppe decifrare. Erano sul punto di prendersi a calci o piuttosto era una momentanea alzata di bandiera bianca da parte di entrambi?

“Dov’è il tuo branco?” Incominciò Derek, allacciando le braccia al petto.

“In giro” Rispose l’Alpha, guardandosi intorno e appoggiandosi alla Camaro. Derek alzò leggermente un sopracciglio, stupito dalla risposta e dal comportamento di quello sconosciuto, lo squadrò con l’ira che si accendeva nelle sue iridi liquide e Dean capì di essersi mosso in modo sbagliato e si allontanò velocemente dalla macchina.

“Eravamo” Cominciò, schiarendosi la voce e passandosi nuovamente una mano tra i capelli. “Piuttosto preoccupati della tua possibile reazione nel vederci tutti insieme.” Continuò, guardandolo con sguardo vacuo. “Perciò hanno mandato me”

“Perciò tu non sei il capo” Concluse Derek, soddisfatto di essere temuto da un branco di Alpha.

“Cosa? Il capo?” Chiese retorico, negando subito con un gesto del capo. “No, affatto. Non abbiamo un capo, siamo piuttosto come i Cavalieri della Tavola Rotonda, ecco!” Concluse con sarcasmo e lasciandosi scappare un mezzo sorriso divertito. Derek lo fissò privo di espressione, odiava il sarcasmo e a malapena riusciva a sopportare quello di Stiles, purtroppo lo sconosciuto non lo sapeva.

“Insomma, siamo tutti uguali” Si affrettò ad aggiungere, mentre il sorriso svaniva sul suo volto e la mascella si induriva come i suoi occhi verdi. Derek Hale non era affatto un tipo divertente.

“E cosa volete?” Domandò nuovamente Derek, sperando di ricevere la risposta che si aspettava.

“La tua amicizia.” Ripeté Dean, fissandolo. “Sai che sono sincero, Derek. In questo mese non abbiamo arrecato niente di grave a questa cittadina e avremmo potuto farlo con estrema facilità” Aggiunse, sorridendo beffardo, incrociando le braccia al petto. “Vogliamo soltanto la tua amicizia” Ribatté. Derek lo fissò per qualche istante. “Perciò non volete un altro Alpha con voi.” Chiese, ponendo la questione che da tempo vagava nella sua mente.

“Anche questo” Rispose con estrema sincerità e sorridendo affabile.

“E allora la vostra amicizia sai dove potete infilarvela?” Chiese retoricamente. Dean annuì con falsa parsimonia.

“Penso di intuirlo” Rispose, assottigliando lo sguardo e sorridendo a mezza bocca.

Derek fece qualche passo con l’intenzione di andarsene, ma le ultime parole dell’Alpha lo piantarono sul posto, nuovamente scosso dall’ira che sembrava essersi assopita.

“E allora ci costringerai ad agire nel peggiore dei modi, Derek. Non devi tenere poi molto ai tuoi amici…”
Quando si trasformò nel lupo, con la rabbia che lo inondava da capo a piede, si girò verso l’Alpha che lo aveva appena minacciato, ma quest’ultimo era già scomparso tra gli alberi della foresta che circondavano casa Hale. Si guardò intorno e annusò l’aria, Dean era già lontano e Derek non aveva voglia di rincorrerlo.
Avrebbe dovuto fare attenzione, la loro prima mossa era stata appena scoccata.


 
*


 
Arrivati a destinazione, Stiles non riusciva più a trattenere l’entusiasmo del migliore amico che farneticava e peggiorava ogni passo in più che compiva verso la porta di casa Martin. Stiles si girò giusto in tempo per vedere Scott mentre coglieva un fiore dalla pianta arrampicante che circondava l’atrio .

“Ti rendi conto di che cosa è quello?” Affermò, avventandoglisi contro e strappandoglielo dalle mani.

“Il fiore che darò a Allison appena entriamo” Rispose Scott, sorridendo come un perfetto ebete.

“Ma certo! E lo sai che dandogli questo” Si fermò, fissando con cattiveria il raro fiore di strozzalupo che stringeva tra le mani. “Gli dai anche l’ultima possibilità di ucciderti senza pietà?” Continuò con il filo di voce che gli restava, agitato all’idea di una scatenata cacciatrice che li uccideva senza esitazione. Stiles Stilinski non poteva morire, non a casa di Lydia Martin, quando aveva un impegno la sera che includeva del sesso.  Cacciò dalla sua mente quella fastidiosissima idea che lo rendeva elettrico ed esagitato e fissò il suo migliore amico mentre raccoglieva un altro bocciolo di strozzalupo.

“D’accordo quello dallo a Lydia” Rispose Scott, facendogli l’occhiolino e suonando il campanello. Stiles si affrettò a buttare lo strozzalupo dietro le sue spalle, il volto di un irritato Jackson e di un incontrollabile Derek, che lo avrebbero fatto fuori senza troppe storie, naufragarono nella sua mente e lo spaventarono a tal punto da preferire l’idea di presentarsi a mani vuote. Si guardò intorno aspettando che qualcuno venisse ad aprirli con l’agitazione a scorrergli nelle vene. Tuttavia quando Allison li accolse con un sorriso, che scemò presto alla vista del suo ex ragazzo e del fedele Robin alle calcagna, tutta l’agitazione svanì. Al suo posto fece capolinea il timore che la sua idea dell’omicidio di gruppo non fosse poi tanto inverosimile.
Scott fece un passo nella direzione della cacciatrice, allungando il fiore che aveva in una mano. Allison si lasciò scappare un sorriso, quello che spesso assumeva prima della morte della madre, ma si indurì velocemente in una smorfia di dolore. Guardò il suo ex ragazzo con gli occhi umidi e si allontanò verso lo spazioso salone.

“Che ci fanno questi due qui?” Chiese, senza farsi troppi problemi di essere sentita, lanciando il fiore di strozzalupo sul tavolo. Lydia lo prese tra le mani e lo annusò lentamente.

“Li ho invitati io” Rispose Lydia, sorridendo ai due ragazzi che erano entrati molto lentamente all’interno dell’enorme villa.

“Lydia!” Urlò Allison, rimproverandola e lasciandosi cadere sulla sedia. “Sei…” Tentò, ma lasciò cadere il discorso con una sonora sbuffata.
Stiles fissò il suo migliore amico e intuì che quest’ultimo aveva deciso intenzionalmente di lasciare l’entusiasmo fuori dalla porta di quella casa. Come un cane bastonato, Scott si trascinò verso il tavolo e si sedette su una sedia, stando ben attento a non avvicinarsi troppo alla sua ex ragazza. Stiles pensò che Scott avesse iniziato a credere realmente alla sua idea iniziale. Sarebbero morti quel giorno? In realtà ne avevano passate di situazioni peggiori…

“Perfetto, ora che siamo tutti possiamo iniziare a studiare” Iniziò Lydia prendendo il libro di Economia, mentre lanciava uno sguardo di intesa a Stiles.


 
*

 
“Chi era quel tipo?” Chiese Isaac, appena Derek mise piede all’interno della tana. “Nessuno di importante” Borbottò mentre eclissava l’argomento, oltrepassando il beta e incamminandosi verso una poltrona vecchia e trasandata.

“Quel tipo c’era quando ci hanno trovati nel bosco…” Iniziò Erica, abbracciandosi in una stretta forte e rabbrividendo al ricordo. Boyd le si avvicinò velocemente e l’abbracciò con vigore. Annuì e guardò l’Alpha che aveva chiuso gli occhi e serrato la mascella. “Derek” Tentò Boyd.

“Sì, era uno degli Alpha” Biascicò, cercando di calmare l’adrenalina che gli scorreva nelle vene. “Ma non cercavano voi due per sistemare i conti, potete stare tranquilli” Concluse, fissandoli uno per uno.

“E cosa volevano?” Chiese, gli occhi ripieni della tipica curiosità che spesso Derek aveva visto spuntare felina sul volto di Isaac.

“Quello per cui sono venuti, Isaac. E ora smettiamola di parlarne, non è importante” Tagliò corto, lanciando uno sguardo furioso ai tre beta che lo circondavano. Erica e Boyd si allontanarono verso l’autobus, senza proferire altro. Isaac rimase vicino all’Alpha, con lo stesso sguardo a dipingergli il volto. Derek alzò gli occhi al cielo. “Abbiamo sentito tutto” Cercò di continuare Isaac, ma l’Alpha lo frenò prendendolo per un polso. Gli occhi rossi si accesero quando iniziò a parlare: “Sistemerò tutto, ora lasciamo perdere”
Isaac annuì e lo fissò per qualche istante prima di aprire nuovamente bocca. “Dovresti annullare l’addestramento con Stilinski” Concluse, guardando l’Alpha con sincera preoccupazione. Derek ricambiò lo sguardo alzando un cipiglio d’incomprensione. Isaac Lahey sapeva tutto, Derek non capiva come fosse successo, ma restava il fatto che sapeva di loro. Si alzò velocemente dalla poltrona, fronteggiando il ragazzo con un’impavida determinazione. Isaac lo guardò alzando un sopracciglio, accorgendosi che forse aveva osato troppo.  

“Isaac queste sono questioni che non ti riguardano, apri bocca con qualcuno e ti faccio fuori” Ululò, sapendo tuttavia che il suo beta aveva ragione.
Doveva annullare l’addestramento, se ancora di questo si poteva parlare. Doveva stare lontano da Stiles Stilinski.
Fu limpido il pensiero di aver dato un’incredibile vantaggio al branco di Alpha, senza nemmeno rendersene conto. Gli tornarono in mente le parole di Peter, quelle di non dare nessun pretesto per essere attaccato. E lui aveva permesso che ciò accadesse, gli aveva mostrato una debolezza. Era convinto, difatti, che se aveva un segreto con il Branco, allora gli Alpha sapevano già tutto. Sapevano della sua debolezza, Stiles Stilinski.
Colpì con forza il tavolino sulla sua destra, rompendolo in mille pezzi. Isaac si allontanò di poco e guardò l’Alpha cedere nei suoi stessi pensieri. Si rattristò, sapendo che il dolore che stava provando, l’aveva affrontato anche lui. Faceva male il senso di impotenza e di rinuncia che ti abbraccia come acqua fredda e che risveglia la ragione, indolenzita dai sensi che hanno avuto – per troppo tempo – la meglio. Lui lo sapeva. Doveva essere una scelta facile, distaccarsi dalle emozioni, essere neutrali e razionali. Ma una volta che si cede all’ebrezza di provare quella sensazione, tornare sui propri passi non era mai una scelta così semplice da compiere. Isaac Lahey lo sapeva bene.
Lo guardò con tristezza, Derek lo fissò con sguardo vacuo per una manciata di secondi, poi si raddrizzò sul posto, serrò i pugni e uscì senza aggiungere nient’altro. Isaac Lahey sapeva bene cosa significava perdere qualcuno che ti aveva allontanato dalla monotonia della solitudine e sapeva bene cosa significava per Derek essere felice e, poi, non doverlo essere più.

 
*

 
Lydia tornò alla realtà, distogliendo l’attenzione dal libro di Economia, gettò immediatamente lo sguardo verso la sua amica Allison che, di tanto in tanto, lanciava occhiate indescrivibili verso Scott. Stiles sembrava essersi buttato, anima e corpo, allo studio. Anche se, di tanto in tanto, commentava qualche frase del libro che gli faceva storcere il naso,  provocando l’ilarità dei ragazzi che lo circondavano. Scott, spinto in un angolo per paura di essere troppo vicino alla cacciatrice, aveva l’aria sconsolata di chi non capisce nulla di ciò che sta studiando e, con una mano a sorreggerli il capo e gli occhi agitati e tristi per la pesantezza della situazione, ogni tanto guardava Allison con la speranza che ancora tentava di ingannarlo. I loro sguardi, d’altra parte, non si erano mai incrociati.
Lydia si lasciò scappare uno sbadiglio e si alzò velocemente dalla sua seduta, stirandosi velocemente il vestitino a fiori che aveva indossato per quell’occasione.

“Io vado a preparare qualcosa da mangiare, che ne dite?” I commensali annuirono con poco entusiasmo, gettandole un breve sguardo svogliato per concordare con la sua proposta.
Tossì per riprendere la loro attenzione, ma soltanto Scott e Allison alzarono il capo per darle ascolto.

“Em, Stiles, ti dispiacerebbe darmi una mano in cucina?” Chiese con scarso successo, poiché la risposta del ragazzo le fece alzare gli occhi al cielo. “Finisco il capitolo e ti raggiungo…” Borbottò, senza nemmeno distogliere l’attenzione dal libro. Allison era pronta per offrirsi volontaria, ma Lydia non gliene diede modo.

“STILES!” Urlò, difatti, facendo saltare dallo spavento i tre ragazzi ancora seduti. Sorrise soddisfatta di essere riuscita a cogliere la sua attenzione. “Ora. In cucina.” Continuò, perentoria. Stiles Stilinski saltò dalla sedia e, a passo svelto, seguì la ragazza minuta che camminava davanti a se, voltandosi soltanto per un secondo ad osservare il suo migliore amico con sguardo atterrito. Prima di scomparire, dietro la porta della cucina, sillabò a Scott: “E ora cosa ho combinato?” Il licantropo si lasciò andare in una risata incontrollabile che sciolse il nervosismo, creatosi da quella imbarazzante situazione. Tuttavia morì sul suo viso quando Allison lo fissò con un sopracciglio alzato, sorrise a mezza bocca e tornò a fissare il modello di Domanda che tentava di decifrare da quando aveva iniziato a studiare.

“Cosa vedi, Stiles?” Chiese Lydia, affacciandosi furtivamente dalla porta della cucina che dava sul salone. Stiles la imitò e prima di rispondere si diede del tempo.
“Un lupo mannaro e una cacciatrice che non si scannano?” Rispose con una domanda retorica, guardando il viso della rossa con la speranza di aver dato la risposta giusta. Il pugno che ricevette sul braccio, gli fece intuire di aver sbagliato. Si massaggiò il punto indolenzito con una mano e la fissò con circospezione.

“Ritenta”

“Due ex che riescono a condividere lo stesso spazio senza scannarsi?” Tentò nuovamente. Certo, aveva cambiato qualche parola ma il senso era sempre lo stesso. L’occhiataccia di Lydia gli fece capire di aver sbagliato nuovamente. “Vuoi davvero aspettare che io arrivi a ciò che stai pensando, Lydia?” Chiese. “Temo che faremo notte” Continuò, sorridendo impacciato. Lydia lo fissò pensierosa e poi concordò con la richiesta del ragazzo facendo spallucce.

“Io vedo due ragazzi che si amano e si respingono” Sussurrò, nascondendosi dietro la porta per paura di essere vista da Allison.

“Se stai descrivendo l’atteggiamento di Scott con il verbo ‘respingere’, tecnicamente stai sbagliando. Allison lo respinge, altrimenti quel lupo le sarebbe già avvinghiato come una cozza” Borbottò, ricordandosi d’improvviso che il migliore amico poteva sentirlo benissimo. “Scusa Scott la verità fa male, lo so!” Aggiunse, sotto lo sguardo accigliato di Lydia. Fece spallucce e spinse la ragazza vicino al frullatore, lo azionò e tornò a parlare.

“Qual è la tua idea?” Lydia sorrise maliziosa a quella domanda, Stiles rabbrividì pentendosi di averla proposta.

“Ho un’idea ma faccio prima a mostrartela piuttosto che a spiegartela. Anche perché temo che anche con questo affare” Affermò, indicando il frullatore che rumoreggiava a vuoto. “Scott riesca a sentirci lo stesso” Continuò, mentre disattivava l’aggeggio rumoroso. Stiles annuì frettolosamente e Lydia gli indicò la porta che dava all’esterno, sillabandogli e mimandogli di uscire e di chiuderla a chiave. Quando Stiles uscì e sparì fuori dalla porta, Lydia chiuse le grate della finestra e tolse la chiave, infilandosela velocemente nella tasca del vestito. Quando, guardandosi intorno, capì che non c’era modo di scappare da quella stanza, gettò un urlo e si mise accanto all’ultima porta rimasta aperta, quella che Scott e Allison si affrettarono ad attraversare spaventati dalle urla improvvise della ragazza. Mentre i due ragazzi si guardavano intorno, cercandola, uscì dalla porta e la chiuse dietro di lei, serrandola a chiave e allontanandosi velocemente di qualche passo, quando i ragazzi iniziarono a colpirla con violenza.

“LYDIA!” Urlò Allison. “Facci uscire immediatamente di qui” Lydia si limitò a negare con la testa, senza aprire bocca, mentre sorrideva soddisfatta di essere riuscita a mettere in atto la sua geniale idea.
Andò velocemente ad aprire la porta d’ingresso a Stiles che, entrando, capì subito cosa fosse successo durante la sua assenza. Strabuzzò gli occhi davanti alla porta della cucina che veniva ripetutamente colpita da quella che, a suo parere, doveva essere una Allison veramente infuriata.

“Scott butta giù la porta!” Sentirono i due ragazzi, Stiles si portò velocemente la mani sul viso, disperato all’idea della situazione che, presto, avrebbero dovuto affrontare. I signori Martin, difatti, non sarebbero stati molto felici, quando di ritorno da una giornata lavorativa, si fossero ritrovarsi la sagoma ‘mancante’ di un licantropo al posto della lussuosa porta di mogano.

“Allison mi stai forse comandando come fossi un cane?” Ribatté un insolito Scott furibondo. Da quando il suo migliore amico era diventato così permaloso? Si ritrovò a pensare che, forse, la vicinanza della notte di Luna piena doveva giocare in lui qualche strano scherzo. Il sorriso di Lydia, se possibile, si fece più ampio e Stiles si rilassò, sapendo che Scott – anche se al momento fuori di sé – non avrebbe mai sfondato quella porta, visto che per lui doveva essere un piacere ritrovarsi, in quella stanza, da solo con Allison.

“Non è che Allison ha con se qualche oggetto contundente?” Affermò Stiles, voltandosi a guardare la rossa. Lydia fece spallucce. “Sono in cucina, Stiles, è pieno di oggetti affilati” Rispose saccente, allontanandosi verso il divano. “Vieni, sediamoci” Continuò, colpendo con un buffetto lo spazio del sofà accanto a se.  “Ci aspetta un lunghissimo pomeriggio” Concluse con uno strano sorriso ad incorniciare quel bellissimo viso. Stiles ingoiò la saliva in eccesso e acconsentì, sedendosi accanto alla ragazza e guardandosi intorno, impacciato per quell’atipica situazione.

“Stiles?” Lo chiamò la ragazza, cercando il suo sguardo. Quest’ultimo le gettò un’occhiata istantanea, tornando, poi, a mostrare tutta la sua attenzione all’acquario, distante qualche metro da entrambi. “Stiles? C’è qualcosa che non va?”

“No, no, affatto” Si affrettò a dire, guardandola con un sorriso forzato.

“Pensi mai al bacio che ci siamo dati alla festa?” Sbottò con nonchalance Lydia, prendendo il volto del ragazzo per il mento e voltandolo verso di lei. Stiles sbarrò gli occhi, meravigliato e imbarazzo allo stesso tempo, ancorato alla stretta della piccola mano della ragazza. “A-a volte” Rispose, ingoiando aria e confusione. Lydia sorrise e annuì semplicemente, lasciando lentamente la presa sul volto del ragazzo. “A-spetta, Jackson lo sa?” Si affrettò ad aggiungere, spaventato alla sola idea.

“Certo, c’era anche lui” Rispose, alzando un cipiglio pretenzioso. “Giusto, giusto” Concordò Stiles, allacciando le mani l’una all’altra e torturandole in una stretta smorzata. “E sa che tu ci pensi, insomma, come faccio io, ogni tanto”
Lydia negò con la testa e arrossì lievemente. “Non ho mica detto che ci penso solamente alcune volte…” Lo corresse, accentuando il suo sorriso da furbetta. Stiles strabuzzò nuovamente gli occhi, sorpreso da tutta quella situazione e si alzò velocemente dal divano avvicinandosi all’acquario e osservandolo come se fosse la cosa più interessante che avesse visto in tutta la sua vita.

“Stiles guarda che l’ho capito” Affermò, avvicinandosi velocemente al ragazzo. Quest’ultimo si girò a guardarla accigliato.

“Che ti stai vedendo già con qualcun altro” Continuò, fissandolo con gli occhi carichi di curiosità. Stiles si chiese se sapesse davvero, oppure il suo fosse solamente un modo per scoprirlo. Rabbrividì al pensiero che conoscesse il segreto che condivideva con l’Alpha.

“Non capisco…” Mentì il ragazzo e fortunatamente con Lydia poteva farlo senza farsi scoprire. Se avesse scoperto di lui e Derek, come glielo avrebbe spiegato?

“Ti stai vedendo con Erica, lo so” Sentenziò quest’ultima, abbassando lo sguardo. La bocca di Stiles si spalancò maggiormente, per poi annuire velocemente e assumere l’atteggiamento di chi era stato scoperto in fallo. “Eh sì, come sei sveglia… E noi che volevamo tenerlo nascosto!” Concluse il ragazzo, ridendo in modo forzato; si allontanò dalla rossa, mimando al vuoto un: “Che diavolo…?!”

“COSA? Ti stai vedendo con Erica?” La voce di Scott da dietro la porta della cucina, risuonò per tutta la stanza. Stiles alzò gli occhi al cielo e intuì che quella situazione, come se niente fosse, era diventata ingestibile.

 

*

 
Una volta liberato l’animale e la cacciatrice – che sembravano non aver cavato nemmeno un ragno dal buco – Stiles si dileguò dagli sguardi curiosi e furiosi che, di tanto in tanto, gli lanciavano i suoi amici. Era già sera quando rincasò in casa, suo padre avrebbe fatto il turno di notte, perciò si preparò velocemente qualcosa da mangiare e spese il tempo dell’attesa a guardare una vecchia partita di football.
Derek Hale era un abitudinario, perciò di solito arrivava alla finestra di casa Stilinski verso le dieci, ma quella sera sembrava aver cambiato idea poiché a mezzanotte non c’era ancora nessuna traccia di lui. Stiles attese invano, cadendo un paio di volte nel dormiveglia, spossato dalla stanchezza di un’intera giornata in movimento. E quando Stiles intuì che, senza nessun preavviso, il licantropo non sarebbe venuto, sbuffò e si girò nel letto con l’intenzione di dormire. Anche quel tentativo fu vano perché la preoccupazione che gli fosse accaduto qualcosa lo teneva sveglio, così all’una di notte indossò una tuta e uscì di casa.
La Jeep lo portò fino al sentiero all’interno della foresta, poi a passo svelto si diresse verso casa Hale.
Quando arrivò davanti alla casa in macerie, non tentò nemmeno di entrare, si sedette su uno dei quattro scalini dell’atrio e attese. “Lo so che mi stai osservando, esci Derek. Mi devi una spiegazione” Brontolò al vuoto, sapendo benissimo di essere ascoltato dall’Alpha. Infatti, dopo nemmeno cinque minuti, l’ombra di Derek si posizionò al suo fianco. Stiles non alzò nemmeno lo sguardo per accertarsi che fosse lui, ma quando vide il lupo sedersi al suo fianco, ne ebbe la conferma.

“Cosa sei venuto a fare fino a qui?” Chiese Derek con voce atona.

“Non hai il diritto di porre domande, te ne rendi conto?” Biascicò Stiles, puntando le iridi ambrate davanti a se, verso il vuoto. Derek non rispose, imitando i suoi gesti e guardando l’oscurità che li avvolgeva. “Perché non sei venuto? Anzi no, non mi interessa sapere la tua scusa, avresti potuto avvisarmi. Io come un cretino ti ho aspettato fino ad ora” Gettò fuori con rabbia, infervorito soprattutto dalla tranquilla indifferenza che dimostrava il licantropo al suo fianco e dal suo nervosismo che, al contrario, era percepibile anche per un oggetto inanimato.

“Non dobbiamo vederci più” Ordinò l’Alpha, senza accennare alla volontà di dare delle spiegazioni alle sue mancanze. Stiles alzò gli occhi al cielo e annuì, sconsolato e deluso, sorridendo con rammarico. “È pericoloso anche il solo fatto che tu sia qui” Continuò Derek con asprezza, continuando a guardare tutt’altro ma non il volto dell’essere umano.
Stiles Stilinski non lo poteva intuire, ma doveva essere davvero difficile per il licantropo mantenere quell’atteggiamento. “Non penso che sia diventato così pericoloso da un momento all’altro. È successo qualcosa che non so?” Chiese, voltandosi a guardarlo con un’improvvisa curiosità che lo fece anche rabbrividire.

“No, non è successo nulla. Ma dobbiamo chiudere questa cosa. Adesso.” Continuò con voce sicura e tagliente. Il battito del cuore irregolare l’avrebbe stanato, ma Stiles era solo un essere umano; così si ritrovò soltanto ad annuire mestamente, credendo che quella fosse la verità. Faceva male. “D’accordo” Affermò, come se stessero concordando una gita in montagna.
Tuttavia non stava accadendo nulla che alla parvenza sembrasse felice. Loro si stavano lasciando. Stavano rompendo ogni cosa che avevano costruito, per quanto non importasse se fosse giusto o sbagliato. Loro stavano chiudendo, stavano stipando nel passato qualcosa che li rendeva pieni, vivi e felici. E lo stavano facendo con il rancore dentro, mentre indossavano velocemente l’indifferenza come armatura.

“Ora va a casa” Ordinò ancora l’Alpha, alzandosi e dirigendosi verso la porta. Stiles si affrettò ad alzarsi e ad afferrare Derek per un polso, il quale si girò a guardarlo con l’aria di chi doveva essere teso per qualche motivo. Lo baciò sulle labbra, con un gesto sbrigativo e pieno di amarezza. Infine si staccò e si allontanò senza aggiungere altro, lasciando piantato sul posto l’Alpha, che lo fissò mentre spariva dietro la fitta foresta.
Se non si erano detti Addio, perlomeno avevano chiuso la loro ‘storia’ con un bacio.

 
*

 
Quando Derek Hale tornò dal lago, la mattina dopo, trovò Scott McCall davanti la porta d’ingresso della sua casa. Isaac gli faceva compagnia con l’aria sconsolata. Alzò gli occhi al cielo, seccato della presenza del lupo, ma quando vide i loro volti preoccupati, ogni senso si ridestò sotto il suo controllo e il primo pensiero andò a Stiles Stilinski.

“Stiles ha passato la notte con te?” Chiese con un filo di voce, alludendo a l’addestramento. Derek prima di rispondere, guardò un momento Isaac, che senza aprire bocca gli fece intuire di non aver detto nulla del loro incontro notturno, e infine si limitò a negare con un gesto della testa. In quel momento capì che era troppo tardi. Che aveva sbagliato tutto.

“Hanno ritrovato la sua Jeep alla fine del sentiero, nella foresta, a questo punto non so cosa ci facesse lì. Pensavo fosse con te.” Disse velocemente, con tono disperato e gli occhi lucidi. “È scomparso, Derek. Qualcuno ha preso il mio migliore amico.”
 
 
Continua…



 
Allora premettendo che odio terminare i capitoli con suspance, perché quando mi capita di leggerli mi sale un’angoscia snervante, volevo scusarmi per chi ci rimetterà le penne alla fine di questo capitolo, concluso moooolto male.
Oltre a questo, volevo rendere omaggio al personaggio di mia invenzione ‘Dean’, l’Alpha, e dirvi che ad ispirarmi è stato Jensen Ackles, perciò perdonatemi se l’idea non vi piacerà. (‘Dean’ perché ho preferito il nome del suo personaggio in Supernatural, piuttosto che il suo vero nome!^^’’)  Inoltre, non sarà l’unico personaggio di mia invenzione e anche questo sarà un omaggio ad un altro attore. A questo punto potete immaginare chi potrà essere!
Nel prossimo capitolo penso inizierò a narrare la famosissima – ormai – festa! Contenti? XD
Infine, ringrazio tuttttte le bellissime recensioni! Anche le 19 persone che hanno aggiunto questa storia tra le preferite, le 43 che l’hanno aggiunta nelle seguite e le 3 nelle ricordate. Siete splendidi tutti quanti!
Alla prossima Domenica con il nuovo aggiornamento!
Un abbraccio,
DolceVenereDiRimmel
   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: VenerediRimmel