Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: NakamuraNya    30/09/2012    2 recensioni
Le sue vecchie pedine ora si muovono liberamente su una scacchiera più grande, in una battaglia fra il bene e il male che dura da secoli.
4°:[...]Quindi era questa la sua ennesima tortura; mostrargli la terra dove era nato che si allontanava forse per sempre da lui.
Disse addio a quel luogo, cercando di cacciare i ricordi di quello che era stato e che non sarebbe più potuto essere.[...]
5°:[...]-Allora cosa mi rispondi?-
“Accetto!” urlò nella sua mente sperando che le parole della voce avessero un fondo di verità.
-Ottimo.-
Un dolore lancinante gli pervase il petto era come se qualcuno gli stesse risucchiasse i suoi organi interni.[...]
6°: [...] -Oggi non mi sento molto bene, mi verrai a far visita un altro giorno.-
La giovane nel ricordo gli crede anche se quella è un enorme bugia.
Elizabeth ora sa che quel giorno non verrà mai, che quello è stato il suo addio, lui sapeva che sarebbe morto.[...]
Epilogo:[...]Ma cosa c'era oltre al buio?
Niente.
Ma vi erano altre persone in quel buio?
No.
Esistevano altri oltre a lui?
Non lo sapeva.
E lui chi o cosa era?
Io sono...[...]
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Elizabeth Middleford, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo

Il re che brucia tra le fiamme

 

Il silenzio lo avvolse dopo le tante urla, un silenzio disturbato solamente dal crepitio delle fiamme e dal suo respiro affannato.

Il fuoco per lui era stato sempre qualcosa che portava al cambiamento.

I suoi genitori, la sua residenza e il suo cane erano stati portati via da alte lingue di fuoco.

Lui però come una fenice era risorto dalle ceneri del suo predecessore, e ora con la stessa moneta stava facendo scontare il crimine commesso da quella gente.

Si era vendicato umiliando, schiacciando e infine distruggendo i suoi nemici; eppure qualcosa lo portava ancora a desiderare di non morire.

Desiderio inutile perché ormai era tutto stato deciso da tempo, ma nonostante ciò qualcosa continuava a bruciare dentro al suo petto.

Era forse questa la vita? Una forza così forte da portare l'uomo a desiderare l'impossibile pur di non affrontare l'ignoto della morte?

-Signorino l'ora è giunta.- La voce di Sebastian lo scosse riportandolo alla realtà.

Fissò con disgusto come le fiamme stavano bruciando i corpi di quella miserabile gente propagando nella stanza un fastidioso odore dolciastro.

Sollevò il lembo di stoffa che copriva l'occhio marchiato dal contratto stipulato quattro anni fa.

-Come stabilito la mia anima ora è tua.- Il tono che aveva usato era imperioso come se potesse dare ancora degli ordini a quel demone.

Le labbra dello scuro maggiordomo si aprirono in un ghigno, mostrando una aguzza dentatura, mentre gli occhi si irradiarono come il fuoco che ardeva negli inferi.

Quella reazione così evidente lo lasciò spiazzato: ormai era con le spalle al muro, niente avrebbe potuto salvarlo dal destino che si era scelto.

Strinse i pugni cercando di non tremare, non avrebbe di certo permesso di mostrarsi debole nel momento della sua disfatta.

L'unica cosa che gli rimane è pensare a come può essere stato degradante per quel demone diventare il maggiordomo di un ragazzino, ed essere orgoglioso per essere riuscito a sottomettere una simile creatura.

-Demone, solo un'ultima richiesta.- Disse fissandolo deciso, quello che aveva davanti non era più Sebastian il maggiordomo del suo casato ma una creatura affamata e senza nome proveniente dall'inferno.

-Cosa desidera signorino?-

Si stupì nel sentirsi chiamare ancora in quel modo anche se quella farsa era ormai terminata, ma preferì non divagare a lungo su quei pensieri.

-Desidero che, dopo che ti sarai nutrito della mia anima, tu lasci il mio corpo in questo luogo a bruciare con questa gente. Una degna sepoltura non porterà la mia anima alla beatitudine e questo lo sappiamo entrambi. In fondo sono come loro, ho macchiato la mia vita del sangue di molte persone per poter arrivare a questo punto.-

Terminò quel breve discorso sorridendo cinico verso il demone che piano si stava avvicinando a lui.

Chissà se si sarebbe inchinato al suo cospetto oppure se gli avrebbe riso in faccia a causa del suo comportamento.

Non accadde nulla di ciò, si fermò con aria soddisfatta a meno di mezzo metro da lui e l'ho guardò negli occhi.

Il demone tolse con estrema cura il guanto della mano sinistra lasciandolo cadere al suolo mostrando il contratto inciso sul dorso di questa.

Con la mano non più inguantata gli serrò il mento con una forza sufficiente a lasciargli le labbra socchiuse, le loro bocche erano a breve distanza.

L'istinto gli diceva di chiudere gli occhi oppure di liberarsi da quella morsa e scappare il più lontano possibile, ma la sua mente era a conoscenza che ormai non si poteva più tornare indietro e che ora la sua vita sarebbe stata risucchiata.

Chissà cosa sarebbe accaduto adesso, la sua carne sarebbe stata dilaniata da quella dentatura da predatore? Oppure il suo cuore sarebbe stato strappato dalla sua cassa toracica? Non lo sapeva, e questo senso di ignoto lo stava opprimendo.

Ora niente era più in suo potere, il suo cavallo stava agendo con volontà propria sulla scacchiera vuota.

Rimase immobile ad attendere, finché non sentì qualcosa muoversi dentro di se, era come un animale selvatico rinchiuso in una gabbia che preso dalla pazzia si agitava sbattendo contro le sbarre.

Sbarrò gli occhi, cosa stava succedendo? La sua anima non voleva essere presa?

Fissò le due pozze di brace di Sebastian trovandole sì illuminate ma calme, quindi non era la prima volta che accadeva.

Incominciò a sentire dei brividi di paura snodarsi lungo la sua colonna vertebrale quando qualcosa simile a catene incominciarono a bloccargli il corpo, era in trappola, anche se avesse voluto non si sarebbe potuto muovere.

Chiunque si sarebbe messo a urlare disperato e piangere sperando nella salvezza, non lo fece semplicemente perché sapeva che per una persona come lui non ci sarebbe mai stata la luce.

E poi accadde che piano si sentì veramente svuotare, niente più odio, nè tristezza, nè orgoglio tutti i sentimenti che lo caratterizzano come essere umano erano spariti rimaneva solo il dolore di un guscio vuoto.

Dalle labbra del demone provenì un sospiro compiaciuto, mentre scioglieva la presa sul mento del giovane.

Quando le catene scomparvero il corpo del conte cadde e incominciò a contorcersi, annaspando alla ricerca d'aria ma per quanto cercasse in quel luogo c'era soltanto fumo; delle lacrime scesero copiose.

Vuoto, non c'era più niente a muovere quel corpo se non l'istinto di sopravvivenza ma ben presto il cuore smise di battere mentre un rantolo di dolore lasciava quelle labbra.

---

Che modo alquanto disgustoso e sgraziato di morire pensò mentre fissava con disgusto quel corpo ormai così insignificante per lui ora che non aveva più ciò che gli interessava.

Percepì il potere di quell'anima rafforzare ogni parte del suo corpo facendo rimarginare le ferite subite nello scontro precedente.

Una nube lo avvolse riportandolo finalmente alla sua forma originaria, si sgranchì come se fosse un gatto.

Era tanto che non si nutriva che quasi si era dimenticato quanto fosse appagante il dopo, quando riesci a percepire ogni singola sensazione appartenente al propritario dell'anima.

Così tanta voglia di vivere eppure nessuna resistenza alla morte, un'odio così profondo che però non aveva macchiato del tutto il suo essere, tutto quello e molto altro era Ciel Phantomhive.

Sentì delle presenze avvicinarsi a gran velocità all'abitazione, non esseri umani ma shinigami.

Non voleva di certo perdere tempo con quelle fastidiose creature, quindi preferì sbrigarsi ad allontanarsi da quel luogo.

Stava per andare quando qualcosa lo bloccò, guardò ora con sguardo meno sprezzante quel corpo che in fondo era appartenuto a un bambino costretto a crescere troppo in fretta.

I vestiti eleganti ora sono sporchi di cenere, i capelli poi così disordinati nonostante quella mattina glieli avesse pettinati con la massima cura.

Fissò quegli occhi opachi che non avrebbero più potuto lanciargli sguardi di sfida.

Sospirò mentre prendeva in braccio quel corpo che aveva perso già tutto il suo calore.

-Chiedo perdono ma non posso esaudire il suo ultimo desiderio signorino.- Sussurrò scomparendo in un mare di piume nere.

Bene, ho concluso qui il primo capitolo ditemi un po' che vi pare. La trama si delinerea bene nei prossimi capitoli.
P.S. Questa storia ho deciso di pubblicarla oggi che sono esattamente 5 anni che sono iscritta al sito.

   
 
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