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Autore: gaccia    30/09/2012    15 recensioni
Anno domini… ma che cavolo! Jesus non è ancora nato, anzi… neanche i suoi antenati sono ancora nati! Non sono ancora state costruite le piramidi… non ci sono ancora i templi atzechi… la torre di Babele non ha ancora fatto danno, i dinosauri, quelli ci sono ma pochi, quasi estinti!
Siamo in un tempo zoico! Paleozoico, mesozoico, rotolozoico… cacchio ne so! Sono una schiappa in storia!
Isabella Marie Swan, originaria delle caverne a sud, costretta a trasferirsi nella ricca di cibo e povera di sole Forks perché mammina voleva divertirsi con il suo nuovo marito cavernicolo, giocatore professionista di clava al volo.
Quindi mi ha spedita da papà che continua a chiedere perché non mi sono ancora trovata uno straccio di uomo con cui fare la capanna.
Questa è la mia storia… o almeno la parte che è arrivata a voi tramite i dipinti della mia caverna!
Genere: Comico, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ragazzi non vi stupite!

Questa è la solita storia che mi serve per rilassare la mente. Disintossicante, come dico io.

Avrà pochi capitoli e non molto lunghi, verrà postata con regolarità settimanale (spero) ed ampliata a seconda del vostro apprezzamento.

 

Tanto per farvi capire vi lascio l’immagine che a marzo mi aveva confezionato Ross (Lalayasha) perché questa è una idea vecchia… anche nel tempo di ambientazione. (potrei definirla… storica?)

 

 

Questa sarà una storia semidemenziale quindi niente drammi.

Il linguaggio sarà il più fedele possibile (io farò da traduttore con le mie parentesi)

 

Tutto chiaro? E allora… buona lettura…

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!

 

---ooOoo---

 

“Uuhu ah uh! Eh oh ah uhuuua” (tradotto: addio mamma! Non ti preoccupare, con papà starò bene) dissi dando un colpetto sulla testa sciroccata di mia madre, con la mia clava tascabile.

Una ragazza, ai miei tempi, doveva essere pronta a tutto! Pertanto mi portavo questo oggettino di trenta kili attaccato alla cintura di pelo. Era davvero utile, stile boyscout che dovevano essere ancora inventati.

C’erano la clavetta, la lancia, il coltello, la pietra focaia, la pietra limetta, la pietra per la farina e anche una pelle di daino per le pulizie.

Era l’ultima moda! Credo che tra qualche milione di anni, lo chiameranno coltellino svizzero… che poi chissà cosa vuol dire.

 

Salii sulla corriera fatta di due assi e trainata da un quadrupede non meglio identificato… la sua carne forse era buona…

 

Isabella Marie Swan. Anni 17. vecchia zitella. Tutte le mie amiche erano già occupate a togliere i pidocchi dalla testa dei loro marmocchi. Io preferivo studiare arredamento. Volevo dipingere le caverne e diventare famosa!

Mi mancava ancora un anno alla laurea, poi avrei fatto pratica nella caverna delle riunioni del villaggio e avrei messo su uno studio di architettura.

Avevo anche una idea sulla costruzione di case sul lago. Le avrei chiamate… palafitte.

 

Adesso stavo andando dal mio papà, perché la mamma aveva trovato un altro uomo e lui era sempre in giro. Causa? Campionato regionale di clava al volo. E lei voleva seguirlo perché non si fidava della altre donne. Aveva paura che prendessero il suo uomo per i capelli, come delle vere cavernicole.

Che caspita di paura era? Phil era calvo come una palla!

L’amore è cieco e quella svalvolata di mia madre anche di più!

 

Mio padre era il capo guardiano di Forks, un paese dove pioveva molto e c’era molta selvaggina. Grandi mangiate, quindi.

In più, si vociferava che in quel villaggio, vivessero una famiglia di dei che brillavano alla luce del sole. Ero proprio curiosa di vedere come fossero.

 

Il trabiccolo continuava ad avanzare stanco, sino a quando, cinque settimane dopo la partenza, dopo aver mangiato il quadrupede e altri due sostituti, il conducente annunciò: “uuaah” (siamo arrivati scendete)

Come se ci fosse tanta gente. Ero da sola! Gli altri erano scesi prima o stati uccisi dai ragni velenosi che pendevano dalle felci gigantesche.

 

“Eheeah uuauuauhhh scheahu uh” (bene arrivata cara! Ti accompagno alla caverna così ti sistemi, preparami la cena per questa sera, per il resto parleremo domani) mio padre era sempre stato di poche parole, tanto che usava lo slang per non affaticarsi troppo.

 

La caverna era un antro leggermente spettrale senza neanche un disegnino e una tendina di liane alla porta. Direi deprimente. Si vedeva che mio padre non aveva ancora trovato una donna da trascinare per i capelli. Era così solo!

 

Dopo cena, lui andò al falò con gli anziani del villaggio, ed io mi coricai nel mio letto di pelli di orsacchiotto e mi addormentai di botto.

Da domani iniziava la mia nuova vita…

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

questo non è il primo capitolo, è più un prologo per saggiare le vostre impressioni.

Il prossimo sarà indubbiamente più lungo e corposo.

 

Come al solito annuncio che i personaggi non mi appartengono in quanto sono della signora S. Meyer e che la storia è senza fini di lucro (pretendo solo risate in pagamento).

Però occhio! I fatti demenziali o meno, sono miei!

 

Adesso mi accuccio in un angolo a mordicchiarmi le unghie ed aspetto le vostre sensazioni.

baciotti

  
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