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Autore: Shark Attack    13/04/2007    5 recensioni
E' una specie di riflessione di Hao sul ruolo di sua madre nella sua vita e di come abbia influenzato le sue azioni. Dico "specie" di riflessione perchè si svolge nell'ambito di un incontro particolare con Yoh, ed è anche un finale alternativo al manga. Molto giocato sui sentimenti, è una song-fic che affonda le sue radici nell'animo del più forte e del più debole degli sciamani. Spero vi piaccia!
Genere: Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hao Asakura, Yoh Asakura
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Mama, we all go to hell

 

Spero vi piaccia. Il testo della canzone, ancora una volta, è da leggere integrato con la fic, non consideratelo solo un cambio di colore o uno stacco. Anche, sì, ma non solo. Ho scelto il testo con cura. I colori variano a seconda di chi lo sta pensando, così come le impostazioni, il testo al centro, a destra o a sinistra.

Buona lettura.

 

 

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Mama, we all go to hell.

 

Inspirò a fondo e diede sfogo a quella frase. Era l’unico pensiero che aveva in mente, ed era tristemente rivolto a sua madre. Yoh Asakura si fece coraggio e spingendo la pesante porta che lo separava dal luogo del suo destino venne abbagliato da una tremenda luce, in netto contrasto col buio del corridoio.  

 

Mama, we all go to hell.

 

Scosse nervosamente la testa e si strinse i guantoni di pelle ai polsi, fino a che non gli faceva male tutta la mano. Sentiva che quello non era un semplice incontro. Era l’incontro. Quello che aspettava da tutt’una vita. Una delle tante. Hao Asakura sorrise pacatamente e spinse i battenti della porta d’ingresso, avvolgendosi man mano che spingeva in una luce folgorante.

 

I'm writing this letter and wishing you well,

 

I due combattenti entrarono nell’arena, chiamati dalle urla di 40.000 tifosi e dal Pache che ufficiava l’incontro.

“”Ed eccoli entrare, signore e signori! Alla mia destra… Il Team delle Terme Funbari, capitanato da Yoh Asakura! E alla mia sinistra… i loro sfidanti: il Team Star, col loro leader Hao Asakura!

I due gemelli entrarono seguiti dagli altri componenti delle rispettive squadre.

Giunti a bordo campo, si fermarono e si fissarono negli occhi.

 

Mama, we all go to hell.

 

Il loro silenzio fece rabbrividire metà dei presenti, perché l’altra metà era stata letteralmente raggelata. Non avevano esultato, ne salutato nessuno, ne dato un’occhiata agli spalti.

No…

Per quei due c’erano solamente loro due. Nessun altro. 40.000 persone fra il pubblico? Loro vedevano solo due sciamani: loro stessi e il loro sfidante.

L’arbitro spostò più volte lo sguardo da uno all’altro, preoccupato per quello stranissimo silenzio, raro a vedersi. Il vento scorreva rapido da uno all’altro, carico dei loro pesanti sguardi. Il pubblico si zittì, preso dai pensieri che gravavano sull’esito dell’incontro.

Il Pache alzò un braccio e con l’altro, che reggeva il microfono a forma di totem, iniziò ad invitare le due squadre a salire sul campo di battaglia, dove si sarebbe svolto l’ultimo, decisivo incontro di quello Shaman Fight, e non solo quello.

Se avesse vinto Yoh e la sua squadra, avrebbe fatto sparire una volta per tutte la minaccia di Hao e i suoi piani diabolici contro la razza umana. Se avesse vinto Hao non ci sarebbe stato più scampo, avrebbe unito la sua entità con quella del fratello gemello e avrebbe devastato il mondo.

Lentamente, i due sfidanti salirono i minuscoli gradini che portavano allo spiazzo di pietra bianca che li avrebbe ospitati in quell’ardua sfida. Misuravano ogni passo e lo soppesavano come se non fossero sicuri che non c’erano mine antiuomo sui gradini. E ogni passo risuonava come un tamburo africano, pesantemente e solennemente.

                                   .. Tum ..

                                                                              

                                                                .. Tum ..

                                                           

                                                                                              .. Tum ..

                                         

                                                                                                                             TUM.

 

 

 

Oh, well, now,

Mama, we're all gonna die.

 

 

Sono qui per vincere. Non mi sconfiggerai, Hao.

 

 

Mama, we're all gonna die.

Stop asking me questions, I'd hate to see you cry,

 

 

Lottare contro di te sarà divertente, Yoh. Non vedo l’ora.

 

 

 

Mama, we're all gonna die.

Fight!”

 

And when we go don't blame us, yeah.

We'll let the fires just bathe us, yeah.

You made us, oh, so famous.

We'll never let you go.

 

“And when you go don't return to me my love

 

La vedi? Quella è la mia mamma e sta facendo il tifo per me.

La mia invece non c’è più, e non avrebbe mai fatto il tifo per me.

 

I gemelli avevano le stesse intenzioni, e i loro compagni di squadra le intesero subito e annuirono al capitano, consci di non dover interferire perché l’unico vero duello era tra di loro e non fra gli altri.

Yoh estrasse la sua spada dal fodero, Hao ne creò una con l’oversoul del suo spirito custode. Era rossa fiammante, con striature in zone più incandescenti del resto. L’oversoul del suo nemico era di tipo armatura, gli copriva le spalle e ingigantiva l’arma di almeno il triplo delle sue dimensioni normali.

Nel giro di un battito di palpebre il cozzare delle loro lame colpì come un frisbee in testa tutto il pubblico presente, compresi i clandestini appostati sul tetto dell’arena. Il clangore era come un suono sordo, e dopo il primo colpo – che si assestò per diversi secondi – gli altri furono più rapidi e diretti.

Dopo qualche minuti i due sciamani si assestarono, e tornarono alle loro postazioni originali. Entrambi riportavano taglietti su volto e braccia.

 

Mama, we're all full of lies.

 

Non stai combattendo bene Hao, noi non siamo pari, eppure adesso.. sì. Dimmi che ti succede, se ne parliamo un po’ probabilmente non accadrà nulla di male a nessuno

E non ci faresti la figura del vigliacco. Io ti capisco.

 

Mama, we're meant for the flies.

 

Perchè ora non ci sei? Lo sai quanta gente è perita per il mio dolore nei tuoi confronti? Eh? Lo sai?

 

And right now they're building a coffin your size,

 

Nessuno ti ha trattato col giusto rispetto. Purtroppo nemmeno io. Un giorno mi dicesti, mi pregasti di non uccidere, perché sarebbe stato da uomini malvagi e tu non volevi che io lo diventassi. Mi spiace, potrai mai perdonarmi?

Non credere, un giorno ti ritroverò, ma non ora. Ora devo raggiungere il mio scopo da ormai 1000 anni. Incredibile, eh? Si dice che non ci sia peggior dolore che sopravvivere al proprio figlio, ma qui.. non è possibile. O sì?

 

Mama, we're all full of lies.

 

No.

 

Ripresero a combattere, senza sosta. Erano così veloci che i loro movimenti erano impercettibili ad occhio umano e si notava la loro presenza solamente per il cozzare delle loro armi. Ne Ryu Ne Faust avevano mai visto Yoh lottare così ardentemente. Che si fosse reso conto del pericolo che incombeva su tutta l’umanità e che aveva sempre sottovalutato?

 

Well Mother, what the war did to my legs and to my tongue,

 

Quella era una vera guerra, e Yoh l’aveva bene o male vissuta fin dalla nascita. Non aveva saputo subito la sua missione, certo, ne che aveva un fratello gemello malvagio che un giorno avrebbe dovuto eliminare, ma aveva sempre sentito che qualcosa gravava su di lui o, perlomeno, sulla sua famiglia. E così, quanto inizià il torneo, si allenò duramente, sia per non incombere nelle ire della sua ragazza, sia per adempiere al grande compito che i suoi parenti gli avevano affidato. La vita di Yoh era stata una battaglia, ma la ferita più grossa la ricevette allo scoprire che il suo più grande nemico era il suo più stretto parente. Sua madre non glielo aveva mai detto, ma lui comprese bene il dolore che doveva aver provato anche lei.

 

You should've raised a baby girl,

I should've been a better son.

If you could coddle the infection

They can amputate at once.

You should've been,

 

I could have been a better son.

 

Tu mi hai trattato bene, non c’è che dire.. non è il tuo affetto quello che mi manca.

Sei tu. Ho sbagliato.

Avrei dovuto essere un figlio migliore.

Perdonami mamma, ma ormai è troppo tardi.

 Guarda dove sono finito...

Ù

 

And when we go don't blame us, yeah.

We'll let the fires just bathe us, yeah.

You made us, oh, so famous.

We'll never let you go.

 

Ricordo ancora quella volta in cui mi trovasti nel granaio, pieno di sangue non mio.

 

She said: "You ain't no son of mine

For what you've done they're gonna find

A place for you

And just you mind your manners when you go.

And when you go, don't return to me, my love."

 

Quando tu arrivasti e mi trovasti, temetti che mi avresti disconosciuto come figlio tuo.

Tu invece temevi che mi avrebbero allontanato da te e mi prendesti ancora sotto le tue cure, per proteggermi.

Ti misi contro tutto e tutti, senza che io ne capissi bene il motivo.

Poi vidi come tu venivi trattata dagli altri uomini del villaggio.

 “Ha sposato uno sciamano”

 “ Quello è il figlio di quel mostro” e ci additavano.

 Odiavo allora gli esseri umani così come adesso.

Ma tu volevi educarmi per assomigliare a loro, per darmi un futuro migliore, non additato per la strada e deriso dalla gente per chi era mio padre.

 Lo sapevo bene.

 

That's right.

 

Il combattimento verteva verso il suo apice, quando una vampa di fuoco colpì in pieno petto Yoh Asakura, che si protesse inutilmente col suo oversoul, che si sciolse come burro. Il ragazzo cadde a terra con un gran tonfo, ma nessuno dei suoi compagni si agitò per aiutarlo.

Hao Asakura ivece  atterrò dolcemente sulle punte e si massaggiò la spalla in attesa che il suo avversario si riprendesse.

 

Mama, we all go to hell.

 

Barcollante, un paio di minuti dopo Yoh era già in piedi, pronto a gareggiare ancora, incurante delle ustioni che lo lanciavano ovunque. Era la battaglia contro Hao, che si poteva aspettare?

 

Mama, we all go to hell.

 

Un inferno, appunto. Con fuoco e fiamme.

 

It's really quite pleasant

Except for the smell,

 

Mama, we all go to hell.

 

In fondo non se la stava cavando male. Il ragazzo sorrise. Si sarebbe sistemato tutto, sì. Doveva solo mantenere la parità e poi trovare il modo di colpire e mettere il fratello KO. Sì. Si sarebbe sistemato tutto.

 

Così ripresero a combattere e senza esclusione di colpi. Non si sarebbero mai risparmiati, come pensavano giustamente i rispettivi compagni di squadra. I colpi continuavano senza sosta, non si avvertiva stanchezza ne da parte di Yoh ne da parte di Hao. Sembravano pari, anche se non poteva essere vero.

Hao era più forte.

Doveva essere più forte…

Com’era possibile? Non era concentrato? Non aveva la testa nella battaglia?

Forse.

Ma non stava combattendo bene e Yoh lo sovrastava con la sua parità. Lo metteva quasi in difficoltà.

E non si stavano scambiando nemmeno colpi tanto particolari, sembrava un duello di fioretto.

Al pubblico però questi dettagli non importavano, bastava stare col fiato sospeso a seguire il combattimento.

Improvvisamente uno dei due cadde a terra, gettato a peso morto dall’altro che subito lo coprì col suo corpo per non farlo più muovere.

 

2 - 3 - 4

 

Lo sapevo. La tua anima è debole, Hao. Basta pensare a tua madre che il rimorso ti corrode e i sensi di colpa non ti fanno più ragionare sul presente, ma solo su quel passato così lontano e vicino.  Devi fartene una ragione ormai. Lei non c’è più.

 

Mama! Mama! Mama! Ohhh!

Mama! Mama! Mama! Ma...

 

Ed è colpa soltanto tua se ancora stai soffrendo.

 

Yoh rimase lì, col ginocchio premuto sulla spina dorsale di Hao circa per una decina di minuti, durante i quali nessuno dei due si mosse, ne parlò. Quel giorno la loro intesa rendeva molto più che un dialogo telepatico. I loro pensieri erano sulla stessa lunghezza d’onda e ogni gesto significava mille cose, molto più di qualunque parola esplicita.

Hao sprofondò in un terrificante flashback.

 

Sua madre era al lume di candela, si stava prendendo cura di lui al buio dopo che si era accorta che in quel suo primo omicidio, suo figlio si era ferito a sua volta. Sperava di poter rimediare a quel che aveva fatto facendolo redimere, ma il suo odio per gli umani era stranamente più forte di tutto il suo amore.

Forse era vero che suo padre glielo aveva donato. Il gene dell’odio, del male.

 

Nelle orecchie di quell’Hao di 1000 anni dopo, sua madre sussurrava dolcemente una dolce melodia, che si era impregnata nella sua memoria come vino in una spugna.

 

And if you would call me your sweetheart,

I'd maybe then sing you a song

 

No mamma, non merito il tuo perdono. Sei troppo buona con me, sono un mostro. Sto diventando come quegli stupidi umani. Tu sei diversa, mi vuoi bene.

 

 

But there's shit that I've done with this fuck of a gun,

You would cry out your eyes all along.

 

Per questo non vuoi morire, Hao. Ti sei prefissato come obbiettivo lo sterminio degli umani perché ormai avevi iniziato l’opera e tua madre era già morta.

 

Però temi di farla soffrire di più, e non ti sei mai arreso. Ti sei reincarnato tante volte anche per questo. Non la volevi incontrare troppo in fretta, non ti sentivi pronto, giusto Hao? Non vuoi rivedere tua madre, hai paura che non ti possa voler bene come quando eri un innocente bambino. Quando eri ancora semplicemente suo figlio.

 

We're damned after all.

Through fortune and flame we fall.

And if you can stay then I'll show you the way,

To return from the ashes you call.

 

Tua madre non tornerà, ma tu puoi raggiungerla.

Mai!

Soffri ancora, allora. E tieniti il tuo punto debole. L’inferno ti attende trepidante e non lo puoi fuggire per sempre.

 

We all carry on

When our brothers in arms are gone

 

So raise your glass high

 

For tomorrow we die,

And return from the ashes you call.

 

- Yoh...

 

- Eccomi.

 

- Liberami da questo tormento, per favore.

 

- Non posso.

 

-Come?

 

-Non ti ucciderò, Hao. Puoi redimerti e vivere una vita normale. Lei ne sarebbe molto contenta.

 

-No, è impossibile. Non dopo tutto questo.

 

- C’è sempre una possibilità, no? Come ti amava allora, sono pronto a scommettere che ti amerà anche adesso.

 

- Sei pazzo?

 

-No. Solo molto fiducioso.

 

Hao deglutì. Perché stava cercando di non morire lo sapeva bene. Stava sperando che sua madre lo avesse dimenticato. Ma Yoh aveva ragione, lei non lo avrebbe mai dimenticato. Non con tutte quelle anime che riempivano l’inferno maledicendolo ogni minuto.

 

- Uccidimi ora.

Sembrava un ordine, non più una supplica.

 

Yoh scosse la testa.

Hao si alzò in piedi e gli tirò uno schiaffo.

 

- Ho deciso di morire ora e sarai tu, in qualità di mio avversario, a finirmi. Non è quello che hai sempre desiderato? Vincere il torneo!

 

Yoh scosse ancora la testa. – Te l’ho già detto quel che ho sempre desiderato, dal primo momento che ho saputo la mia missione. Farti rinsavire e vivere normalmente, è così bello.. non ho mai pensato realmente di ucciderti. Non è una cosa che mi sarebbe riuscita tanto bene. Poi… – sorrise flebilmente – Mi sarei sentito in colpa per tutta la vita, non credi?

 

Hao scivolò a terra e si mise scompostamente in ginocchio. Poi si chinò col volto a terra e i suoi lunghi capelli lo coprirono del tutto, come desiderava.

 

Maledisse tutti, fin dalla sua nascita. Si sentiva come se dovesse scoppiare in lacrime come un poppante. Ma nessuno lo avrebbe mai visto piangere. Nessuno, tranne sua madre.

 

Lei… perché le era tornata in mente in quell’incontro?

 

Non poteva farsi da parte e lasciarlo vincere il trono di Shaman King?

 

C’era quasi, Yoh era nettamente più debole.

 

Eppure quel giorno si era ridotto al suo livello. Aveva pensato a sua madre.

 

Si era ricordato di lei, dopo che aveva seppellito il suo ricordo per secoli.

 

Possibile che anche Yoh fosse così buono?

 

Che anche lui gli volesse così bene, da non riuscire ad eliminarlo, nonostante sia il suo nemico?

 

Perché tutti gli volevano così bene?

 

Lui era cattivo, era un mostro! Aveva fatto cose terribili, impossibili a chiunque!

 

 

 

Perché, allora?

 

 

 

 

 

 

 

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Boh! Allora, che dire… stavo ascoltando questa canzone e mi è venuto in mente lui, il Dio Hao, con la sua storia.. poi mi sono decisa e ho scritto la ff, ma è stata molto dura, e non credo nemmeno di esser riuscita a trasmettere quel che volevo. La canzone è Mama, dei My Chemical Romance. A chi non piace questo genere difficilmente piacerà e riuscirà ad apprezzarla. Chi però la volesse sentire “a scrocco” contattatemi pure che ve la invio, magari su msn che è più rapido!

Se scorrete la fic molto rapidamente vi sembrerà una cosa carnevalesca… io mi sono basata su come compariva in anteprima stampa e mi è piaciuta tantissimo! Fuori dai luoghi comuni! Evvai! ^^

Bene, e ora… largo ai commenti! Che mi dite? Vi è piaciuta? E’ una specie di finale buono e alternativo ad uno inesistente e ad uno in cui Hao muore (quello dell’anime). Non mi andava, così ho deciso che perde lo Shaman Fight e poi – magari – si suicida o si redime, come voleva Yoh. A voi la scelta. IO l’ho lasciata così in sospeso per alimentare lo spirito dubbioso e introspettivo dell’intera fic, ma se non vi piace ditemelo e risparmiate i pomodori, eh! ^^ Beh, alla prossima! Scriverò altre one-shot simili, se v’interessa! Non vi libererete tanto facilmente di me… ahahahah…!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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