-Lucas!-
urlai, ma non si voltò. Continuò a camminare a passo sostenuto, sotto quella
pioggia
silenziosa.
-Lucas!-
urlai di nuovo con quanto fiato avevo in gola. Continuai a correre,
dovevo raggiungerlo,
a tutti costi. Sarei potuto morire in quella lurida strada di periferia
sotto
la pioggia sporca e nera, ma avrei dovuto fermarlo.
Con il
fiato corto, troppo corto, arrivai a pochi passi da lui. Un ultimo
sforzo e
riuscii a poggiare una mano sulla sua spalla, accelerò il passo in risposta, liberandosi della mia
stretta.
-Non
farmi questo.- sussurrai, fermandomi e poggiando le mani alle
ginocchia, troppo
stanco per continuare.
Lui mi
sentì e si fermò, senza voltarsi.
Colsi
l'occasione e, nonostante il dolore lancinante alle gambe, mossi
qualche passo
verso di lui. Mi posizionai al suo fianco, cercando il suo sguardo,
nascosto
dal cappuccio della felpa.
-Lucas..-
lo chiamai.
Si voltò lentamente verso di me, notai in lui
un'espressione
inquietante, ma non mi spaventai. Era sempre così
quando era spaventato, quando si sentiva debole.
Allungai
una mano, cercando di accarezzare il suo viso bagnato, ma lui si
ritrasse,
voltandosi.
Sospirai,
abbassando il braccio.
-Io non
ti credo.- dissi, continuando a fissarlo.
La sua
mascella si irrigidì e mi fulminò nuovamente.
-È la verità.- disse tra i denti.
-No, non
lo è. Tu mi ami e hai bisogno di
me, che ti piaccia o no. Smettila di fare il duro, o fallo se vuoi, ma
non con
me. Io so chi sei, so cosa provi e lo so perché
ti conosco e ti amo, per come sei.- alzai il tono di voce e cominciai a
sentire
caldo, nonostante fossimo sotto l'acqua e i miei vestiti fossero
completamente
zuppi.
Lucas mi
guardò, il suo sguardo non era più d'odio, ma bruciava ugualmente.
Lo vidi
respirare affannosamente, temetti mi stesse per mollare un pugno,
dritto sul
naso, lo vidi stringere i pugni, talmente forte da far pulsare le vene
sporgenti delle mani.
Poi mi si
avventò contro, stringendomi il viso
con entrambe le mani. Sentii le sue unghie conficcarsi nella carne.
Sussultai e
per la prima volta ebbi davvero paura di lui.
Lo
guardai spaventato, mentre i suoi occhi divennero ancora più terrificanti.
Portai le
mani sui suoi polsi, cercando di liberarmi da quella stretta fin troppo
dolorosa,
ma lui era più forte di me, lo era sempre
stato e, nonostante cercassi di allontanare quelle lame dal mio viso,
rimasero
perfettamente conficcate.
-Io non ti amo, anzi
ti odio. Ti odio perché mi fai bruciare d'amore.- digrignò tra i denti stringendo maggiormente.
Aprii la
bocca, lasciando uscire un urlo soffocato, sentendo il dolore farsi più forte.
Poi la
sua stretta mortale divenne più lieve, fino a divenire una
carezza. I suoi occhi divennero dolci e quasi sofferenti, come se fosse
in
grado di sentire il mio dolore.
Accarezzò ancora il mio viso per poi lanciarsi sulle mie
labbra e
baciarmi dolcemente, come forse non aveva mai fatto.
Dischiuse
la labbra, accarezzando con la lingua le mie. Aprii la bocca e permisi
alle
nostre lingue di incontrarsi. Una miriade di emozioni indistinguibili e
confuse
si sparse per la mia mente. Era decisamente la cosa più bella che avessi mai provato.
Accarezzava
il mio viso, solleticava il mio naso e intanto continuava a baciarmi
con una
dolcezza tale da farmi commuovere. Sentii gli occhi bollire e una
lacrima
scendere indisturbata, confondendosi con la pioggia.
Lucas mise
fine a quel magnifico contatto, allontanandosi di poco dal mio viso e
osservandomi. Sollevò di poco le dita e studiò con dolore i segni che aveva lasciato poco prima
sulla mia
pelle, si avvicinò ad essi, lasciando su ognuno
un piccolo bacio.
-Scusa...-
sussurrava intanto.
Portai le
mani ai suoi avambracci e li strinsi, concedendo un tacito perdono.
Poggiò la sua fronte bagnata sulla mia e chiuse gli occhi.
-Hai
ragione.- sussurrò.
-Su.. Su
cosa?- risposi, cercando di regolare il mio respiro decisamente
accelerato.
-Io ho
bisogno di te, perché ti amo.- mi guardò dritto negli occhi, portando le mani al mio collo.
E quelle parole
confuse e miste al rumore torbido della pioggia, divenuta sempre più forte, mi parvero le più
belle che avessi mai sentito.