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Autore: madeforsykes    30/09/2012    3 recensioni
Lui era perso finché non l'ha trovata. L'ha trovata nel momento in cui ne aveva bisogno, l'ha trovata nel momento più buio, nella pioggia scrosciante. Juliet e Nathan erano nati per stare insieme.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornata con una one shot questa volta e su Nathan. L'ho scritta con una mia amica, spero vi piaccia, siate clementi lol
Siamo @madeforsykes e @TheWantedFreaks, fateci sapere che ne pensate recensendo e magari twittandoci! Byee ;)





I was lost, till I found you.




Quella sensazione era sempre presente. In ogni singolo momento. Non sapeva come aveva fatto, ne come era potuto accadere, ma si era innamorata.
Si era innamorata di nuovo. Stava arrivando. Ogni volta che lo vedeva, anche solo da lontano, si sentiva mancare, letteralmente svenire.
Le farfalle le divoravano lo stomaco, lasciandola con un vuoto enorme dentro, quasi come le mancasse un appoggio, un pezzo della sua anima.
I lunghi capelli biondi le ricadevano sulle spalle, creando riflessi con la debole luce dei neon appesi al soffitto del corridoio, creando un perfetto contrasto con gli occhi hazel che l’avevano sempre caratterizzata.
E poi lo vide. I capelli scuri, gli occhi verdi e quel sorriso. Juliet chiuse l’armadietto metallico. La superficie era talmente lucida che poteva quasi specchiarcisi.
Continuò a fissarlo dal riflesso dlel’armadietto, scrutando ogni singolo dettaglio del suo volto. Si soffermò ancora una volta sugli occhi.
Quegli occhi verdi, che a volte sembravano quasi azzurri l’avevano colpita fin dal primo momento. Lo guardò allontanarsi. Prese in braccio i libri scrollando la testa e si diresse verso l’aula di geografia.

Non era la classica ragazza per cui gli uomini farebbero a pugni, ma non veniva neanche del tutto ignorata. Si spostò una ciocca di capelli dietro all’orecchio con la mano destra, mentre si apprestava ad entrare in classe.
Si sedette nel penultimo banco, posando a terra i libri.
«Ehi scusami, è libero questo posto?» chiese una voce fuori campo.
Eccola, di nuovo quella sensazione. Juliet alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi.
«N’no» balbettò la ragazza torturandosi le mani.
Nathan si sedette nel banco accanto. ‘’Stai calma Juliet, mantieni la calma’’ pensò.
«I-io mi chiamo Juliet, piacere» disse tendendogli la mano.
«Io sono Nathan!» disse il ragazzo abbozzando un sorriso.
«So chi sei, ti ho sentito diverse volte cantare in auditorium» disse imbarazzata.
Nathan le sorrise e si voltò dall’altra parte. Quella sensazione non accennava a svanire. Si sentiva soffocare. Avrebbe voluto alzarsi e correre sotto una doccia fredda, anzi glaciale.
Non le era mai capitato di provare quelle sensazioni. L’attrazione che provava per Nathan era indescrivibile, quasi fisicamente dolorosa. Amava tutto di lui : i capelli, gli occhi, le mani, il sorriso.
Quel sorriso le faceva tremare le ginocchia. Aveva in mente almeno un milione di cose da dirgli, ma continuava a fissare il vuoto imbarazzata, quasi come avesse paura di incrociare il suo sguardo.
«Il professore non accenna ad arrivare eh?» sputò lei.
Nathan si voltò e sorrise. «Vuol dire che la lezione durerà di meno!» disse facendole l’occhiolino. 
“Cosa? Sto sognando o mi ha appena fatto l’occhiolino? Sarò probabilmente paonazza in faccia” pensò la ragazza mentre riprendeva a torturarsi le mani.
Per tutta la durata della lezione non aveva fatto altro che fissare Nathan, immobile. Il suo collo. Quanto aveva desiderato toccarlo, tracciare con i polpastrelli la linea delle sue corde vocali. E quel profumo.
Quel profumo era pane per la sua anima, sapeva di vaniglia, era così dolce. Juliet era ormai persa nei suoi pensieri. Non poteva farne ameno. Il suono della campanella la riportò alla realtà.
«Ci vediamo domani allora!» le sorrise Nathan. Nessuna parola uscì dalla bocca di Juliet. Si limitò a sorridere. Si alzò dalla sedia ancora incredula, quasi sconvolta.
 
Era di nuovo in ritardo. Isa la stava aspettando già da tempo, probabilmente.
«Hey Juliet!»
«Ciao Isa!»
«Lui come si chiama?» continuò l’amica schioccandole un occhiolino.
Juliet sorrise, lei ed Isa erano come sorelle, era praticamente impossibile riuscire a nasconderle qualcosa. Eppure non era poi così evidente che le piacesse Nathan. O forse sì?
«Nathan» rispose Juliet con il più bello dei sorrisi.
«Quando ti sei innamorata di lui?» chiese ridendo Isa. 
«Non ne ho idea. E’ successo! Mi sembra di conoscerlo da sempre. E’ così bello, simpatico e quegli occhi. Per non parlare del suo sorriso!» disse Juliet fantasticando.
«E quale è il problema?» chiese l’amica.
«Che sono una scema! Ecco quale è!»
«Magari gli piace questo tuo essere imbranata!» rise Isa.
«Allora è già probabilmente innamorato di me!» Le due ragazze scoppiarono in una fragorosa risata.
«Cosa farai domani, quando lo rivedrai?» chiese l’amica sorridendo. Juliet non ci aveva pensato. Sì l’avrebbe rivisto. Tanti pensieri le passavano per la testa, c’era una tale confusione.
Ma c’era qualcosa di ben nitido, limpido, meraviglioso : lui. “Chissà se anche lui mi starà pensando.” Sospirò allontanandosi con l’amica.

Presero entrambe la metro. Le lezioni erano finite e avevano davanti una tranquilla serata. «Isa io sono arrivata, ci vediamo domani!» disse la bionda baciando l’amica sulla fronte. Isa le fece cenno con la testa e si mise le cuffiette dell’ipod. Juliet si avviò verso casa. Era incredibile come ogni cosa le ricordasse quel ragazzo. Era lui. Era quello giusto, lei lo sentiva. Prese il suo ipod e si infilò le cuffiette. Premette ‘shuffle’ e una delle sue canzoni preferite venne fuori.
 

     
You and I are young, what makes it wrong for us to fall in love? 

And either way, we’ll change, we’ll talk and touch the day away.
Now, would you love me?
If I was crazy, I’m going crazy for you
Lets waste away together, we can stay this way forever
 


Perfino il suo ipod aveva deciso di ricordarglielo. Sorrise al pensiero e aprì la porta di casa sua. Si tolse la giacca e la gettò sul divano, dove non tardò a gettare se stessa.
Spense l’ipod e prese il suo telefono. Erano le 19:30 e sua madre sarebbe tornata alle 21:00. Prese il telecomando e accese la televisione, facendo zapping da un canale all’altro, in cerca di qualcosa di interessante da vedere.
L’unica cosa interessante che aveva trovato era una serie televisiva che guardava da bambina. Si tirò su e si mise comodamente seduta. Il telefono iniziò a vibrare.
Un messaggio. Incuriosita, prese in mano il telefono e aprì il messaggio. Sua madre le ricordava che la cena era nel microonde. Rise al pensiero di quanto sua madre fosse premurosa.
Si rannicchiò, posando il telefono sul tavolino. 
«Juliet tesoro, svegliati!» Juliet si sentì strattonare.
Doveva essersi addormentata.
«Mamma sei già tornata?» disse lei assonnata.
«Sono quasi le dieci! Sì, sono tornata!» rise la madre.
«Credo me ne andrò a letto!» disse Juliet  lasciando la mamma incredula.
Salì le scale in legno per raggiungere la sua camera. Percorse un corridoio e poi aprì la porta. Accese la luce e si mise una canottiera e  dei pantaloncini.
Gettò il telefono sul letto, e si diresse in bagno per lavarsi i denti.
Tornò in camera canticchiando. Si legò i capelli e si gettò sul letto. Notò che la lucetta rossa del suo telefono.
C’era un nuovo messaggio. Lo aprì. Il numero era sconosciuto, ma il messaggio era la cosa più dolce che avesse mai letto.
Sentiva quasi le lacrime scendere dai suoi occhi, poi con voce rauca lesse ad alta voce il messaggio :
                               

                                                                                                             We are looking for love tonight, but sometimes we can’t see it, we are all blinded by the light.
                                                                                                                         And we all get love, searching for that piece of mine, just when I’ve given up,
                                                                                                                                        looking for some kind of sign..That’s when I found you.
                                                                                                       Cause I found you  in the darkest hour, I found you in the pouring rain, I was lost, till I found you.

                                                                                                                                          
                                                                                                                                                                                                                          Nathan xx

 
Continuò a fissare il nome alla fine del messaggio. Era in lacrime ed incredula. Era uno scherzo?
Non sapeva cosa rispondere. Per quanto si sforzasse di pensare, non aveva idea di cosa avrebbe potuto dirgli.
Ogni cosa le sembrava fuori luogo. Lo ama, e di certo non si aspettava che lui potesse contraccambiare i suoi sentimenti.
Con le mani ancora tremolanti prese il telefono e rispose. Non con un lungo messaggio, ma qualcosa che facesse capire a Nathan che lei si sentiva esattamente allo stesso modo.
Con gli occhi ancora bagnati, si addormentò tenendo ben stretto il telefono.
Non aveva chiuso occhio per tutta la notte, Il suo aspetto doveva proprio far schifo. Juliet si alzò e si vestì, notando con stupore il suo incredibile ritardo.
Prese al volo la sua borsa e senza neanche salutare sua madre corse verso la metro. Non riusciva ancora a credere a ciò che era successo.
Prese il telefono e cercò il messaggio, giusto per vedere se stava sognando. Il messaggio era ancora lì. Sorrise e si sedette nella metro.

Come tutte le mattine, Isa era davanti alla ferrata della scuola ad aspettarla. Doveva assolutamente raccontarle tutto.
«Isa, non puoi neanche immaginare cosa è successo ieri!» disse super eccitata la ragazza.
«So che ha a che fare con Nathan, ma è meglio che me lo dici dopo, sta venendo verso di noi!» le rispose l’amica.
Il cuore di Juliet perse un battito. O forse aveva smesso di battere del tutto.
«Ciao Juliet!» disse Nathan sorridendo. Juliet si voltò. Non sapeva cosa dire. Nathan le diede un bacio in fronte.
«Ti va di venire a lezione con me?» le chiese il ragazzo.
«C-certo.» rispose Juliet balbettando e lanciando un’occhiata furtiva alla sua amica.
Nathan le prese la mano, stringendola mentre si allontanavo.

 
 
  
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