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Autore: OhMiracle    30/09/2012    1 recensioni
"Dimmi che ti manco come tu manchi a me. Perché è come se mi mancasse l’aria, quando siamo lontani. E’ come se mi sentissi un perenne vuoto nel petto.
Dimmi che è lo stesso anche per te.
Dimmi che mi ami come io amo te."
[HunHan/slight!KaiSoo]
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un altro giorno, all’SM Entertainment, era passato per il giovane gruppo, da poco reduce dal debutto. Gli EXO si ritrovarono tutti insieme all’aeroporto internazionale Gimpo. Era arrivato il momento di dividersi; sei di loro sarebbero andati in Cina, gli altri sei sarebbero rimasti in Corea. Non era la prima volta che si separavano, ma per ognuno di loro era come se lo fosse. Erano compagni, amici.. fratelli, avevano iniziato tutto questo insieme, avrebbero voluto essere insieme anche durante l’intero percorso.
Sorrisi amari apparivano sui loro volti, come per convincere i compagni, o forse se stessi, che andava tutto bene, che presto si sarebbe riuniti, sarebbero stati insieme ancora una volta.
 
“WE ARE ONE” era quello che si dicevano ogni volta. Era il loro motto, il loro credo. Ed fu ciò che si dissero prima di sentire la voce della hostess:
 
“Volo Seoul-Hong Kong, pronto per la partenza. I passeggeri sono pregati di recarsi a bordo”
 
Quello era il momento in cui quei sorrisi forzati si deterioravano. Il momento in cui si raccomandavano le cose più frivole, ma altrettanto importanti. Era il momento degli abbracci troppo affettuosi, delle parole troppo zuccherate, delle lacrime interminabili.
Ma soprattutto, quello era il momento in cui un pezzetto del cuore di Sehun se ne andava via, in Cina, insieme al suo hyung.
Solo che quello era uno di quei momenti di cui nessuno si rendeva conto, uno di quelli nascosti così bene da farti mancare l’aria. Nessuno l’aveva mai notato.

O quasi.
 
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“La cena è pronta!” urlò Kyungsoo dalla cucina del dormitorio. In un battito di ciglia si iniziarono a sentire rumori di porte chiuse con troppa forza, scale percorse troppo velocemente e, ovviamente, un enorme tonfo che segnalava la caduta di Chanyeol sul pavimento.
“YAH! BAEKHYUN-AH!” urlò il malcapitato, alzandosi.
Baekhyun si voltò, come da routine, e gli fece la linguaccia, per poi sedersi al tavolo, sorridendo vittorioso per essere arrivato per primo.
“E poi saresti tu lo hyung…” sussurrò Chanyeol, andandosi a sedere a sua volta, alla destra del suo cosiddetto hyung.
In quell’esatto momento entrarono in cucina Suho e Jongin, il primo col solito sorriso angelico stampato sul volto, l’altro che con gli occhi ancora socchiusi sbadigliò, salutando i suoi hyungs.
“Jongin-ah, stai ancora dormendo?” chiese Baekhyun, avvicinandosi alla dancing machine, che al momento era degno di tutto tranne che di quel nome.
“Jongin-ah..” ritentò Baekhyun, sventolando una mano davanti al volto del più piccolo.
“KIM JONGIN!” fu l’urlo che finalmente fece svegliare il giovane dal suo stato di trance.
“Kyungsoo hyung, non potresti fare meno rumore? Sono stanco” mormorò ancora Jongin, strofinandosi gli occhi in modo così tenero che Kyungsoo si intenerì e gli accarezzò i capelli, sorridendo appena.
“Così lo farai addormentare di nuovo, Kyung..” disse Suho, sorridendo al suo dongsaeng che, immediatamente, allontanò la sua mano, come scottato. Ed in effetti lo sembrava, visto il colorito che gli imporporava gli zigomi. Suho sorrise nuovamente.
“Hey, dov’è Sehun?” chiese Chanyeol, notando la mancanza del maknae al tavolo.
“Forse non mi ha sentito, vado a chiamarlo” disse immediatamente Kyungsoo, fiondandosi letteralmente al piano superiore, lasciando tre hyungs confusi ed un Jongin più sveglio che mai.
Kyungsoo bussò delicatamente alla porta della stanza del più piccolo degli EXO, notando che era aperta. Non ricevendo alcuna risposta, decise di entrare.
Sehun era disteso sul letto, rannicchiato su se stesso, mentre stringeva qualcosa al petto.
“Sehunnie…” iniziò Kyungsoo, sedendosi accanto all’altro, che gli dava le spalle.
“Mi manca, hyung…” sussurrò Sehun, stringendo ancora più forte quello che, agli occhi di Kyungsoo, sembrava essere un bracciale.
“Me lo aveva regalato il giorno prima del nostro debutto” continuò il più piccolo, come avendogli letto nel pensiero “Diceva che mi avrebbe portato fortuna, e che se mi fossi sentito solo avrei dovuto metterlo sul mio cuore. Diceva che sarebbe stato un simbolo della nostra eterna… amicizia.”
Kyungsoo rimase in silenzio, aspettando che Sehun riprendesse a parlare, mentre gli poggiò una mano sul braccio, per fargli sentire che lui era lì.. ci sarebbe sempre stato per il suo dongsaeng.
“Diceva che non avrei sentito mai la sua mancanza, perché sarebbe rimasto sempre nel mio cuore…” riprese Sehun, con la voce spezzata da un pianto imminente “…ma come è possibile tutto ciò, se un pezzo del mio cuore se ne è andato con lui? Mi.. mi ha detto tante cose.. ma mai l’unica che potrebbe farmi credere a tutte le altre” Sehun era ormai raggomitolato totalmente su se stesso, cercando di trattenere i singhiozzi a fatica.
Ma Kyungsoo era lì. Kyungsoo era stato l’unico ad accorgersi dello scintillio negli occhi del più giovane ogni volta che vedeva il suo hyung. Kyungsoo era l’unico che si era accorto di quanto potesse fare male vedere la persona di cui sei innamorato andare via, lontano da te. E tutto ciò lo rendevano, dunque, l’unico che c’era sempre stato per il piccolo maknae.
Sehun, d’altro canto, sapeva di essere in buone mani. Si sentiva sollevato dal fatto che Kyungsoo era l’unico a sapere. La situazione non aveva fatto altro che approfondire e stabilizzare la loro amicizia. Sehun era molto grato al suo hyung.
Notando che i singhiozzi del più piccolo non stavano certamente per cessare, Kyungsoo si alzò, spostandosi sull’altro lato del letto, andando ad abbracciarlo. Sehun si strinse di più a lui, senza mai abbandonare quel bracciale che significava tutto e niente per lui, ed iniziò a piangere, lasciandosi andare.
Kyungsoo gli massaggiò delicatamente la schiena, sperando di farlo rilassare. Dopo qualche minuto, Sehun smise di piangere, continuando a farsi coccolare dal suo hyung, con la testa nell’incavo della spalla dell’altro.
“Grazie, hyung” mormorò ancora, prima di lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo.
Qualche istante dopo Kyungsoo udì la porta della stanza aprirsi, vedendovi entrare Suho e Baekhyun, seguiti da Chanyeol e Jongin.
“Aveva mal di testa, credo abbia bisogno di riposare” si affrettò a spiegare Kyungsoo, continuando ad accarezzare la schiena di Sehun, sperando che quest’ultimo potesse stare sereno almeno nel mondo dei sogni. Kyungsoo alzò un’ultima volta lo sguardo, intimando agli altri componenti di tornare a mangiare, lui sarebbe sceso più tardi. I suoi hyungs annuirono, lasciando la camera, chiudendo la porta, ma non prima che Kyungsoo potesse notare lo sguardo triste che attraversava il volto di Jongin.
 
                                                           ********************
 
Meanwhile in China..
 
Erano passati due giorni dal loro arrivo in Cina. La routine stava riprendendo velocemente forma: Lay seduto sul divano a mangiare patatine mentre guardava un drama, Kris che ponderava davanti allo specchio, Tao che sbraitava..
“GEGE! TORNA SUBITO QUI!” urlò il più piccolo proprio quando Chen passò velocemente davanti alla televisione, facendo battere le ciglia a Lay, per poi nascondersi dietro al suddetto.
“CHEN GEGE!” continuò Tao, entrando nel salone con sguardo furioso.
“Zitao, non urlare, non sei un animale” disse il leader con tono intimidatorio.
“Ma lui è un panda!” si intromise Lay, ormai più interessato alla scena che si era presentata di fronte a lui che al drama trasmesso in tv, facendo scoppiare tutti quanti a ridere. Indignato, corrugò la fronte e ritornò la sua attenzione allo schermo.
“Dimmi dove l’hai messa…” cominciò Tao con il fumo che quasi gli usciva dalle narici.
“Adesso è diventato un toro” sussurrò Lay, masticando una patatina.
“Zitao, insomma, che succede?” chiese Kris, sospirando.
“La mia borsa Gucci. Dove l’hai messa?! RISPONDI GEGE!” riprese il più piccolo, ignorando letteralmente il leader, rimettendosi all’inseguimento di Chen che rideva a crepapelle.
Insomma, tutto era al proprio posto, tutto era normale…
 
Tutto tranne lo sguardo stralunato sul volto di Luhan.
 
“Luhan, va tutto bene?” chiese Xiumin, avvicinandosi a lui.
“Sehun non risponde al telefono” rispose Luhan con voce piatta, sopracciglia aggrottate e sguardo fisso sullo schermo del cellulare.
“Forse stanno provando..” provò il più anziano del gruppo, poggiando una mano sulla spalla dell’altro.
“Mi manda sempre un sms prima di andare alle prove” continuò piatto Luhan, così che Xiumin aggrottasse a sua volta le sopracciglia.
“Forse sta dormendo, allora..” tentò un’altra volta il più grande, sperando che l’altro si svegliasse dallo stato di riflessione in cui era profondamente caduto.
“Mi manda sempre un sms anche per quello” rispose Luhan, continuando a fissare il cellulare con sguardo preoccupato. Poi alzò il polso e, con uno schiocco, vi sfilò un bracciale per poi portarlo all’altezza del cuore. Xiumin lo scrutò con sguardo interrogativo, prima che Luhan iniziasse a rispondere ai suoi dubbi.
“Simboleggia la nostra amicizia, il sentimento forte che ci lega, anche quando siamo lontani. Gliene regalai uno uguale tempo fa, così che mi portasse sempre vicino…” chiarì Luhan, con un sorriso amaro che gli sfiorava le labbra “…pensavo che avrebbe seriamente funzionato, evidentemente mi sbagliavo” concluse, spostando la sua attenzione sul pavimento.
“Luhan- ” iniziò Xiumin, cercando delle parole di conforto per il suo compagno. Loro erano EXO, erano una cosa sola, avrebbero fatto di tutto per aiutarsi l’un l’altro.
“Hyung, sono un idiota” Xiumin lo guardò, non capendo cosa intendesse “Sono un povero illuso. Credevo davvero che un bracciale avrebbe rimpiazzato il suo posto nel mio cuore? Che stupido…” Luhan sospirò, sconfitto dalla sua stessa consapevolezza. Xiumin aveva finalmente capito a cosa si riferisse. Tutti, all’interno degli EXO M, ne erano a conoscenza.
“Luhan, non preoccuparti-” aveva riprovato Xiumin, per poi essere interrotto per l’ennesima volta.
“Non ci riesco. Ho... ho bisogno di sentirlo, devo sapere che sta bene, devo sentire la sua voce, vedere il suo viso...” Luhan sospirò una seconda volta, scompigliandosi i capelli con una mano “..è l’unico modo affinchè anche io possa stare bene” ammise infine. Xiumin sorrise dolcemente, scompigliandogli i capelli ancor di più.
“Vai in camera, puoi sempre provare a video chiamarlo, no? Sbrigati” disse il più grande, dando una pacca sulla spalla dell’altro, che in men che non si dica aveva raggiunto la propria camera.
Luhan accese immediatamente il proprio computer, sedendosi sul letto, con la mano destra che continuava a stringere forte quel bracciale a cui trasmetteva tutto l’amore e la tensione che portava dentro da tempo ormai.
 
Non appena riuscì ad attivare la connessione, aprì il proprio account di Skype, cercando tra i contatti online quello di Sehun.
Qualche secondo dopo una finestrella arancione si aprì sull’angolo destro del suo schermo:
 
“Oh Sehun è in linea”
 
Luhan perse un battito.
 
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“Sei sicuro di non voler venire?” chiese Suho, pronto per uscire dalla porta. Avevano una giornata di riposo e i componenti avevano deciso di andare a fare una passeggiata insieme.
“No, hyung, preferisco rimanere qui” Sehun forzò un sorriso, sperando che gli altri non si preoccupassero per lui. Sembrava aver funzionato, ma proprio quando stavano per uscire dal dormitorio, Kyungsoo si fermò, voltandosi verso di lui.
“Forse dovrei rimanere con lui” disse, con sguardo preoccupato “Non possiamo lasciarlo solo. E se avesse bisogn-”
“Casomai ci chiama al cellulare, così torniamo..” lo interruppe Jongin, posando una mano sulla sua spalla.
“Ma non mi sembra-” ritentò Kyungsoo, venendo però interrotto una seconda volta.
“Hyung, non preoccuparti, se ho bisogno di qualsiasi cosa ti chiamo” sentenziò Sehun. Aveva notato lo sguardo preoccupato di Kyungsoo, sapeva che non voleva lasciarlo solo in un momento difficile per lui, ma aveva anche notato l’espressione triste di Jongin, aveva visto come aveva trattenuto il respiro quando il suo hyung stava cercando una scusa per restare con lui. Avrebbe voluto alzarsi e prenderli a schiaffi. Erano due ottusi che si rincorrevano da sempre, senza mai riuscire a raggiungersi.
Kyungsoo sospirò, sconfitto, e sorridendo al maknae un’ultima volta si diresse verso l’uscita, trascinando per la mano Jongin, che sussultò ed arrossì. Sehun sorrise dolcemente alla scena, prima che gli altri chiudessero la porta e lui si accasciasse sul divano.
 
 
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Sehun era annoiato a morte. Quel pomeriggio sembrava non passare mai. Aveva fatto qualsiasi cosa: guardato la televisione, giocato con qualche videogioco, mangiato qualche porcheria, pulito la sua stanza..
Ma la noia non sembrava passare, così decise di sedersi nuovamente sul divano ed accese il suo computer. Una volta avviato il sistema, la finestra di Skype si aprì automaticamente, proprio come impostato.
Dopo qualche minuto un suono familiare segnalò una video chiamata in arrivo:

“Xi Luhan ti ha invitato ad effettuare una video chiamata”
 
Fu il turno di Sehun di perdere un battito.
 
Il maknae spostò il cursore sul tasto verde, per accettare la chiamata, e, sistematosi i capelli, vi cliccò sopra.
All’inizio lo schermo era tutto nero, ma in pochi istanti si assestò, mostrando il volto del ragazzo che Sehun amava più di ogni altra cosa al mondo.
“Hunnie…” cominciò quella voce che non sentiva da solo due giorni, quella voce che ogni volta gli scaldava il cuore, ma che allo stesso tempo lo bruciava un po’. E Sehun bruciava insieme a lui, soffriva insieme a lui, sperando che quella fiamma che lo stava lentamente uccidendo si affievolisse e lo stringesse in un semplice calore piacevole.
“H-hyung..” fu un semplice sussurro, quello che fuoriuscì dalle labbra del più piccolo.
“Come stai, Hunnie?” chiese Luhan, con un leggero sorriso che gli sfiorava le labbra, lo sguardo triste fisso sullo schermo.
 
Male, senza di te va tutto male, hyung– avrebbe voluto dire Sehun – mi manchi, hyung – avrebbe voluto dirgli.
Si limitò però a sorridere amaramente, guardando in basso.
“Bene, hyung. Tu?”
 
Guardami e sorridimi, così potrò stare bene anche io, Hunnie..– era quello che gli occhi di Luhan cercavano di dire, di urlare. Ma Sehun non alzava lo sguardo, Sehun non vedeva, Sehun non sapeva.
“Bene, Hunnie” Luhan sorrise, ma i suoi occhi piangevano lacrime asciutte “Però mi manchi già, Hunnie..” disse con il tono di voce più dolce che avesse potuto usare. Desiderava, voleva, bramava quegli occhi color cioccolato puntati nei suoi.
E Sehun finalmente accontentò la sua muta richiesta.
“Anche tu, hyung..” disse il più piccolo. Avrebbe voluto stringere il suo hyung tra le braccia, dirgli che lo amava, non come un fratello, non come un amico, lo amava come si ama la persona con cui vuoi passare il resto della tua vita.
“Al mio ritorno andiamo a prendere il bubble tea, che ne pensi?” propose il più grande.
“Certo, hyung” Sehun non sembrava in vena di conversare, non faceva altro che alzare ed abbassare lo sguardo dallo schermo alle proprie gambe.
“Sehun, sicuro che vada tutto bene? Sai che a me puoi dirlo…” Luhan voleva incitarlo ad esprimere quello che provava, ma forse era solo un tentativo nella speranza di sentirsi dire le parole che bramava da tempo:
 
Dimmi che ti manco come tu manchi a me. Perché è come se mi mancasse l’aria, quando siamo lontani. E’ come se mi sentissi un perenne vuoto nel petto.
Dimmi che è lo stesso anche per te.
Dimmi che mi ami come io amo te.
 
Se Luhan avesse potuto parlare con gli occhi, probabilmente non soffrirebbe così tanto.
Ma Luhan aveva paura; la sua amicizia con Sehun era una delle cose più belle che gli fossero capitate. Quell’amicizia poi si era trasformata in qualcosa di molto più forte.. e molto più doloroso.
Luhan aveva paura. Paura che tutto finisse, che Sehun lo abbandonasse.
Che Sehun non lo amasse.
 
“Hyung, sto bene, ho solo mal di testa, non devi preoccuparti per me” rispose il maknae, risvegliando il più grande dai suoi pensieri.
“Come sarebbe a dire ‘non devi preoccuparti per me’?” chiese Luhan, quasi incredulo “Certo che mi preoccupo! Sei il mio… dongsaeng, è normale che io mi preoccupi”
 
Proprio perché sono solo il tuo dongsaeng non dovresti preoccuparti. Se ti dicessi come sto, cosa mi turba, scapperesti disgustato. E quel bracciale non avrebbe più significato.
 
“Stai tranquillo, ho questo, no?” disse Sehun, alzando il polso all’altezza della telecamera.
Davanti agli occhi di Luhan si presentò un bracciale. Quel bracciale che per lui significava tutto.
Come d’istinto, anche Luhan alzò il proprio polso, sorridendo.
“Ma hai me, lì..” sentenziò il più grande “Avere quello è come avere un pezzetto di me”
 
O meglio, un pezzetto del mio cuore – continuò Luhan, nella sua mente.
 
“La stessa cosa vale per te, hyung” concluse Sehun
 
Hai sempre avuto un pezzo del mio cuore con te..
 
“Lo so, Hunnie…” rispose Luhan “E ormai non posso più farne a meno”
Sehun stava per rispondere quando vide Lay sullo schermo, che chiamava Luhan per dirgli di andare.
“Adesso devo andare, Hunnie. Ci sentiamo presto!” Luhan sorrise “Saranghae, Hunnie..” continuò prima di concludere la video chiamata.
 
“Saranghae, hyung..” furono le parole che Sehun disse… allo schermo nuovamente nero, prima che una lacrima iniziasse a rigargli il volto.
 
 
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“SIAMO TORNATIIII!” urlò una voce così profonda da essere praticamente inconfondibile.
“Chanyeol, non urlare! I miei poveri timpani!” lo rimbeccò Baekhyun, dandogli poi uno scappellotto sul braccio.
“Non fate i bambini e andate a lavarvi le mani! Adesso preparo la cena” sentenziò Kyungsoo
“Si, umma!” urlarono tutti, correndo verso il bagno, prima che ‘la suddetta’ potesse controbattere.
Kyungsoo, sospirando, si avvicinò al divano, sedendosi accanto al maknae.
“Cosa vuoi mangiare stasera, Sehunnie?” chiese dolcemente.
“Kimchi Spaghetti, hyung” sorrise il più piccolo, sentendosi leggermente meglio alla vista del suo hyung preferito. Kyungsoo quindi si alzò e si diresse in cucina, iniziando a preparare gli ingredienti.
Improvviamente però sentì delle braccia stringergli la vita e un respiro caldo sul collo.
“Kyungsoo hyung..” iniziò il nuovo intruso che lo stringeva forte a se “Cosa stai cucinando? Sono affamato” concluse, strofinando il naso nell’incavo del collo del più grande.
“J-Jongin..” fu tutto ciò che Kyungsoo riuscì a dire. Stava arrossendo, si sentiva quasi scottato, ed il suo cervello era totalmente andato in black out.
“Kyungsoo..” la voce di Suho risvegliò finalmente il più piccolo, che si accorse solo in quel momento di aver trattenuto il respiro per chissà quanto tempo. Improvvisamente il calore di Jongin si fece più lontano, fino a scomparire, quando il più piccolo si allontanò, sedendosi al tavolo, osservando il leader, come se volesse pietrificarlo per essere arrivato nel momento sbagliato.
“Stai bene, Kyungsoo?” chiese ancora una volta Suho, poggiando una mano sulla spalla del più piccolo, facendo stringere forte i pugni a Jongin.
“E-eh? S-si, tutto b-bene..” Kyungsoo prese un lento respiro “Vai a sederti, hyung, la cena sarà pronta tra poco” concluse infine, mettendosi all’opera, cercando di scacciare il desiderio di quel calore di nuovo sul suo corpo.
 
 
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“Non credi che sarebbe meglio dirglielo?” chiese Kyungsoo ancora una volta quel pomeriggio. Sehun gli aveva raccontato della video chiamata del giorno precedente con Luhan, ma non riusciva a dare ascolto alle parole del più grande.

Aveva una paura tremenda.
 
“N-non ce la faccio..” balbettò il maknae, stringendo le ginocchia a petto, poggiandovi la testa sopra. Kyungsoo si intenerì e scompigliò i capelli del più piccolo, prima di tentare un’altra volta.
“Devi provare, Sehunnie” iniziò, sperando di non essere interrotto “Non riesco più a vederti così, non voglio vederti soffrire, non quando ci sono più probabilità di essere ricambiato che altro”.
Sehun sospirò, sapeva che Kyungsoo aveva ragione, ma non voleva rischiare quella piccola percentuale finendo per rovinare la loro amicizia. Il solo pensiero di non avere più Luhan nella sua vita, nemmeno come amico, lo fece sentire come se gli mancasse l’aria.
 
Giusto, il cuore te lo sei già preso, toglimi anche i polmoni..
 
“Sehunnie...” Kyungsoo poteva solo immaginare cosa passasse per la mente del maknae, ma credette di averne una vaga idea.
Kyungsoo capiva perfettamente quanto fosse difficile dichiararsi alla persona a cui si tiene più al mondo. Sapeva anche cosa si provava a non poter esprime quell’amore che si teneva nascosto dentro, ma non voleva che Sehun soffrire come lui, che non aveva mai trovato il coraggio di dichiararsi a Jongin.
“Dovremmo farlo insieme..” disse Sehun, facendo corrugare la fronte a Kyungsoo, prima di spiegarsi meglio “Dirò a Luhan quello che provo per lui, solo se.. tu confessi i tuoi sentimenti a Jongin” concluse, alzando la testa e guardando il suo hyung dritto negli occhi, come per fargli notare che parlava seriamente.
“Sehunnie, io n-”
“Non vedi come il suo sguardo cambia appena ti avvicini a me o qualsiasi altro compagno?” disse Sehun “Proprio non ti accorgi che anche lui prova qualcosa per te?”
Kyungsoo rimase in silenzio, sguardo perso nel vuoto. Sapeva che Jongin gli voleva bene, ma non voleva illudersi che ci fosse qualcosa di più tra di loro, non voleva rimanere deluso.
“Hyung”
“D’accordo, Sehun..” iniziò Kyungsoo, lasciando Sehun con gli occhi sgranati dalla sorpresa “Lo farò, lo faremo insieme..”
 
Lo farò, se questo può aiutarti a renderti felice..
 
 
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A month and a half later..
 
“Grazie per aver viaggiato con noi” sorrise la hostess, mentre gli EXO M stavano per scendere dall’aereo. Finalmente stavano per incontrare i loro compagni, finalmente si sarebbero riuniti.
Luhan aveva un solo pensiero in testa, la sua espressione era indecifrabile: un miscuglio di felicità, eccitazione e preoccupazione.
 
“Hyung, devo parlarti” aveva detto Sehun al telefono, qualche giorno prima.
“Dimmi, Hunnie”
“No, di persona… è meglio, hyung” la voce di Sehun tremava, sembrava stesse per piangere. Luhan avrebbe solo voluto stringerlo forte e dirgli che, qualsiasi cosa lo stesse turbando, lui era lì, lui ci sarebbe sempre stato.
“Devo andare, hyung, a presto” e senza che Luhan se ne accorgesse, la chiamata era terminata.
 
“Gege, che succede?” Tao si avvicinò a Luhan, notando la sua strana espressione. Era il maknae del gruppo cinese, ma non era stupido, sapeva che qualcosa non era a posto.
“Jetlag, Tao” rispose il più grande, abbozzando un sorriso.
Dopo aver ritirato le valigie, i sei ragazzi si diressero verso quelle due porte scorrevoli che erano ormai l’unico ostacolo a dividerli dagli altri sei.
Luhan prese un lungo respiro, chiuse gli occhi e si disse: sono pronto.
 
Le porte si aprirono ma i sei ragazzi non se ne resero nemmeno conto che furono immediatamente stretti in un abbraccio di gruppo. Luhan sorrise. Amava i suoi nuovi fratelli, con tutto se stesso, soprattutto uno.
Alzò lo sguardo per incontrare quei due occhi che tanto aveva bramato nell’ultimo mese. Luhan sorrise, stavolta con le labbra, con gli occhi..
 
Col cuore.
 
 
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“Ora vai…” disse Kyungsoo, lanciando un’ultima occhiata verso Luhan, che aspettava pazientemente Sehun.
“Hyung-”
“D-dopo… lo farò…” balbettò il più grande, intuendo cosa Sehun volesse dirgli. Stava cercando di temporeggiare.
“No, hyung” disse Sehun, con sguardo serio “JONGIN HYUNG!” urlò verso il suddetto, facendo sgranare gli occhi a Kyungsoo “Insieme, no?” sorrise infine il maknae.
Kyungsoo sospirò “Insieme..”
“Che cosa, insieme?” si intromise Jongin, che era intanto arrivato al fianco del suo amato hyung.
“J-Jongin… d-devo parlarti…” rispose Kyungsoo, arrossendo fino alla punta delle orecchie.
Sehun puntò i pollici in alto ed iniziò a camminare verso Luhan, che lo stava ancora aspettando.
 
Mi aspetteresti per sempre?
 
Ma si era deciso, oggi avrebbe confessato i suoi sentimenti, non poteva più aspettare. Non dopo quanto Kyungsoo stava e aveva già fatto per lui.
“Hyung” disse infine, abbozzando un sorriso.
Luhan sorrise di rimando “Cosa dovevi dirmi? Mi hai fatto preoccupare al telefono…”
“Hyung io..” non sapeva da dove iniziare. Era terrorizzato.
“Hunnie, non essere teso, a me puoi dire tutto..” lo incitò Luhan, che dentro di sé si innervosiva ogni secondo che Sehun rimaneva in silenzio.
“Sono innamorato, hyung…” cominciò finalmente il più piccolo “Sono innamorato di uno dei miei più cari amici, forse il più caro che ho. Ogni volta che mi sento fragile, basta che io lo guardi negli occhi per sentirmi meglio, per sentirmi protetto. Hyung, io…”
“Sehun, l-lui chi è..?” chiese Luhan, trattenendo il respiro. Sehun era innamorato, e lo stava dicendo a lui. Luhan guardò il pavimento, troppo spaventato all’idea di non essere lui a poter avere il cuore del maknae.
“Sai hyung, i miei occhi parlano..”
“E cosa dicono?”
“Chi è la persona di cui sono innamorato..” Sehun si fece forza, la speranza che Luhan lo ricambiasse non lo stava abbandonando, e per questo ne fu molto grato.
“Hyung, questa persona non lo saprà mai…”
“Perché?” chiese di getto Luhan, continuando a fissare il pavimento, cercando di non fare scappare nemmeno una lacrima dai suoi occhi.
“Perché non si decide a guardarmi in faccia..”
Ci vollero un paio di secondi affinchè Luhan rielaborasse la frase che aveva appena detto il più piccolo ed istintivamente alzò lo sguardo, puntandolo dritto in quegli occhi color cioccolato.
“Adesso lo sa..” continuò Sehun. Non aveva idea nemmeno lui stesso da dove avesse tirato fuori tutto quel coraggio, ma di una cosa era certo, si sentiva più leggero “Hyung, sentivo il bisogno di dirtelo, tu dovevi saperlo. Io.. ti amo, e adesso che lo sai mi sento decisamente più legg-” stava per concludere con l’ultimo filo di coraggio che gli era rimasto, ma fu interrotto quando un paio di labbra si posarono sulle sue.
“H-Hunnie.. ti amo anche io” finalmente Luhan parlò, poggiando la fronte su quella del più piccolo e sorridendo di nuovo con gli occhi e col cuore “Qui ci sei solo tu” concluse, indicando il suo cuore col polso, dove ancora teneva allacciato il bracciale che per lui significava tutto. Sentendo improvvisamente un’ondata di felicità scuoterlo, abbracciò stretto Sehun.
“Grazie, hyung..” disse poi il piccolo.
“Di che cosa?”
“Dei polmoni e dell’aria che li riempe, dei sorrisi.. di tutto” disse, strappandogli un altro bacio delicato.
 
Ma soprattutto, grazie per avermi dato il tuo cuore.
   
 
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