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Autore: Jill_BSAA    01/10/2012    2 recensioni
Artù decide di sacrificarsi per ricucire lo strappo tra il mondo dei vivi e quello dei morti ma non ha fatto i calcoli con i sentimenti che prova per Merlino.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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All’interno della struttura in pietra i cavalieri più fidati dormivano alla luce di un fuoco scoppiettante, solo Artù e Merlino erano ancora svegli, incapaci di addormentarsi a causa del costante pensiero di quello che avrebbero dovuto affrontare di lì a poche ore.

“Andrà tutto bene, non ci sarà alcun problema.”

Merlino stava cercando di sembrare il più convincente possibile, ma quella preoccupazione non riusciva a nasconderla nemmeno usando le migliore intenzioni e non riusciva a sopportare se stesso per questo dolore che non riusciva ad alleviare all'amico sebbene ci provasse con tutte le sue forze.

“Sono stanco..”

“Voi non dovete offrirvi in sacrificio”

“Devo salvare il popolo”

“Prenderò io il vostro posto”

“Merlino…”


“Cos’è la vita di un servo in confronto a quella di un principe?”

“Un bravo servo è difficile da trovare.”

“Non sono così bravo..”

“Vero.”


Artù abbassò per un attimo gli occhi velati da un alone di tristezza e di stanchezza e da una sfumatura rossastra regalatagli dal fuoco poco distante da dove sedeva e a cui Merlino dava le spalle.

“Sei unico e.. non soltanto come servo”

Deglutì il groppo di saliva che gli si era formato in gola ritrovando il coraggio di guardare un Merlino disorientato che lo fissava con occhi sbarrati e attoniti.

“Che cosa? Sire..”

Una smorfia gli deformò l’angolo delle labbra per qualche secondo, lasciando intendere che non aveva assolutamente capito i  veri sentimenti del principe che allungò lentamente la mano verso quella del servo, stringendola. Al contatto con quella mano resa callosa per il continuo utilizzo della spada Merlino, forse per la prima volta da quando conosceva Artù, capì. Capì che il ragazzo che aveva difronte non era tutto capelli dorati e sbruffonaggine, era davvero un grande re pronto ad abbandonare qualsiasi cosa per il suo popolo … Non provò nemmeno ad ignorare quel calore, simile a cento lingue di fuoco, che partendo dal cuore cominciava ad attraversagli tutto il petto facendo avvampare orecchie e gote, scaldandolo e attirandolo verso il ragazzo che gli stava difronte.

“Hai capito benissimo…”

Replicò Artù sorridendo appena e voltando il capo verso il soffitto regalando all’altro la vista del suo profilo assorto in pensieri troppo cupi.

“Voi non morirete questa notte!”

Ribadì Merlino con veemenza stringendo ancora di più la mano candida dell’altro che fu costretto a voltarsi, ma lo fece molto lentamente come se gli costasse un’enorme fatica, la stessa che ora gli scendeva lungo la guancia.

“Artù..”

Il suo nome venne pronunciato in un soffio mentre il mago si appropriava di quella lacrima che asciugò con il pollice tremante, troppe emozioni in un solo secondo, lo confondevano e lo inebriavano al tempo stesso, rendendolo fragile, piccolo, poco adatto al compito che doveva svolgere e al destino per cui era nato.

“Io ho promesso di salvarvi, di starvi vicino e di proteggervi a qualsiasi costo, ma non chiedetemi di rimanere senza di voi! Non posso, io non sono forte abbastanza per questo!”

Merlino sussultò nel sentire le parole che lui stesso aveva incautamente pronunciato, ma ogni lettera gli era sfuggita dalle labbra come farebbe un torrente in piena con gli argini del terreno, e aveva avuto effetto su Artù che gli aveva posando la mano libera sulla guancia.

“Grazie”

Socchiuse gli occhi e si sporse in avanti con le labbra leggermente dischiuse, cercando quelle del mago che per qualche istante rimase impietrito, poi si gettò sul suo principe abbracciandolo, aggrappandosi a lui come ad un’ancora di salvezza, la stessa che minacciava di sparire da un momento all’altro.

“Vi prego.. lasciate andare me!”

Le lacrime, ormai, erano impossibili da contenere e a stento Merlino riuscì a frenarsi dal singhiozzare senza controllo, in un gesto di pura disperazione.

“Per favore, per..”

Strinse la mano sulla cotta di maglia, facendo sanguinare le nocche, ma non era il dolore fisico che gli interessava, non era quello il dolore che continuava a percepire e che gli faceva desiderare di essere già sotto la nuda terra.

“Io ho bisogno di voi!”

Si abbandonò completamente contro il petto del ragazzo che si alzava e si abbassava lentamente al ritmo del suo respiro, così dolce sui capelli.

“Credimi non è mia intenzione… ma in questo modo riuscirò a salvare anche te..”

Cominciò ad accarezzare i capelli mori che scorrevano come seta sulle sue dita.

“Adesso non preoccuparti finchè Camelot sarà salva io sarò sempre con te, Merlino..”

Artù bloccò il suo movimento e afferrò l’altro ragazzo per le spalle discostandolo delicatamente da lui per guardarlo dritto negli occhi.

“Sei proprio una testa di fagiolo…”

Il mago sorrise, tirando su con il naso e mormorando qualcosa che il principe non capì, e non vide gli occhi dell’altro tingersi di una tinta simile al colore dell’oro liquido.

“Voi non morirete”

Mormorò mentre Artù si accasciò privo di sensi tra le sue braccia che a stento riuscirono a reggere il peso della corporatura ben piantata del cavaliere . Con la massima attenzione Merlino lo posò  a terra e lo fissò per diversi attimi, poi alla fine si decise a scostargli una ciocca di capelli dalla fronte e la mano riscese lungo la linea dello zigomo spigoloso proseguendo, poi, lungo le labbra ancora calde.

“Non ho mai visto qualcosa di più bello  e prezioso..”

E di nuovo le parole gli uscirono involontariamente di bocca costringendolo a premersi la mancina sul viso per zittirsi.

“Buona notte”

Merlino si chinò in avanti sfiorando le labbra del ragazzo con le sue poi si alzò, controllò che i cavalieri stessero ancora dormento e si avviò verso il suo destino.
 
  
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