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Autore: Debbie_93    01/10/2012    1 recensioni
Forse nessuno si è accorto quanto sono distrutto, quanto sto soffrendo dentro
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Tutti amano i clown

 

Forse nessuno si è accorto quanto sono distrutto, quanto sto soffrendo dentro. Questo peso che mi porto appresso ogni giorno, vorrei liberarmi di queste responsabilità. Vorrei gridare, ma la voce mi muore in gola. Guardando ogni giorno la morte di persone che non sono riuscito a salvare.

Restare notti intere ad aspettare, quello che non verrà mai. A questo mondo siamo rimasti solo io e lui. Io mi chiedo ancora il perché... perché proprio io? Qualcuno me lo spieghi, non riesco ancora a capire. Chi sono io per dettare la vita, chi sono io per porre fine a tutto questo?

Notti intere passate accanto ad una bottiglia di whisky osservando Sam dormire e io lì, pensando come quanto ancora potevo riuscire a mentirgli. Sapevo che non era così idiota da non capire, quello che stavo passando. Ogni momento di più mi avvicinavo alla fine. Chi poteva impedirla, nessuno.

Mi ero stufato, di tutto e tutti. Ormai mi rimaneva una famiglia distrutta, che cercavo di mantenere salda, ma sembrava che più ci provavo più la situazione mi sfuggiva dalle mani. Oppure trovavo sempre la forza di reagire, di trovare una soluzione.

Ascoltare il rumore del motore della mia Impala, con accanto mio fratello che dormiva beato. Fissavo la strada cercando di pensare perché eravamo stati destinati a grandi cose. Cosa c’era in noi che altri non avevano. Percorrere chilometri e chilometri a caccia di demoni, correre contro tutto ciò che portava il male su questa terra.

L’eco del mio nome sulla bocca di quei figli di puttana, il fatto di essere predestinato e la mia missione.

E alla fine cosa ci ho ricavato? Un fratello tornato per metà, un angelo impiegato in una battaglia che avrebbe sicuramente perso, demoni alle calcagna e la mia anima ormai in frantumi.

Non mi spezzavo facilmente, ma è come se qualcuno l’avesse già fatto. Vorrei tanto uscirne, perché ero nato per cacciare quelle cose e non mi sarei fermato fino a che nessuna di loro non sarebbe morta definitivamente. Eppure ancora quel peso si faceva sentire, come se alla fine non avessi fatto altro che scappare da una realtà. Di rifugiarmi tra i miei pensieri e cercando di non farmi coinvolgere emotivamente da qualcosa e qualcuno.

Mi sono sacrificato per le persone che amavo. Ho fatto il mio lavoro senza dire nulla o replicando. Nemmeno quando papà era morto, ho ceduto. Non volevo cedere, non volevo sprofondare in una voragine da cui non sarei risalito. Cercavo di superare tutto, dimenticando i momenti che mi hanno distrutto il cuore.

Questa era una guerra combattuta per salvare quelli che ci stavano accanto e io non avrei mollato! Potevano tutti dire quello che volevano, ma non avrei mai cambiato idea. Era quello che volevano e mi ci avevano buttato dentro credendo di manovrami come una pedina, ma si illudevano di farmi fare quello che volevano.

Mi sono ribellato. Ho fatto tutto a modo mio, in qualsiasi caso fosse finita avrei avuto la certezza di aver lottato fino all’ultimo.

Poteva essere un mondo migliore, invece un posto dove tutti si ammazzavano per una cazzata. I demoni rendevano tutto questo un vero inferno. La svolta non ci sarebbe mai stata fino a che qualcuno non capiva cosa veramente valeva.

Tutto quello che ho passato, provato e sentito sarebbe sempre rimasto qua dentro e non si sarebbe mai cancello. Perché ho fatto errori su errori, non consideravo il fatto di fermarmi almeno per un attimo, per riflettere. Niente aveva un senso: Lucifero, Lilith, Dio e tutti quei angeli e demoni che non capivano nulla su come la gente si sentiva di fronte ad un’Apocalisse cominciata da un mio sbaglio. Alastair me lo aveva detto, io non ci credevo perché non volevo farlo. Chi mi diceva che era stata colpa mia? E perché si sarebbe scatenata adesso? Poteva benissimo cominciare qualche anno prima, che io nascessi. Forse qualcuno al posto mio avrebbe fatto qualcosa di diverso. Magari se non fossi nato, la storia avrebbe preso una piega diversa? Io e Sam non saremmo mai finiti in questa situazione.

La famiglia, questo contava! Eravamo una famiglia e avremmo affrontato tutto combattendo contro quello che potevamo fermare. Non importava che vinceva o perdeva, ma il fatto di aver fatto il possibile per aver impedito tutto questo fino alla fine.

Ancora adesso avevo paura di guardare negli occhi mio fratello, avevo paura di averlo in qualche modo deluso, di non aver mai detto la verità, di non essere stato abbastanza comprensivo nei suoi confronti.

L’ho lasciato andare perché credevo di che non fosse più lui, sapevo cosa stava succedendo eppure io avevo paura di averlo mollato nel momento in cui probabilmente aveva bisogno di me. Però in qualsiasi modo fosse andata, lui sarebbe diventato quello che tutti avevano predetto. Io non potevo impedire che accadesse. In uno modo o nell’altro avrebbe trovato il modo di trasformarlo e separarci di nuovo. Lucifero lo aveva sfoggiato al ballo di fine anno. Dopo tutta quella storia sul: sangue demoniaco, il fatto che era stato scelto per grandi cose, Lucifero, l’anima e Sam stesso. Non mi rendevo conto di quanto la situazione fosse precipitata, di quanto questa storia stia finendo come un palazzo fatto saltare in aria e una nuvola di polvere circondava tutto ciò attorno a se.

Io per primo avevo giurato di non mollare, di non cedere un solo istante anche se non riuscivo a continuare.

Ricordo di averlo protetto da tutto e tutti, mi sono preso cura di lui come nessuno aveva fatto. Ricordo ancora quando mi faceva quelle domande, mi ricordo il suo sguardo perso in ciò che non riusciva a capire e io gli rispondevo sempre alla stessa maniera. Non l’ho mai lasciato andare, non mi sono mai permesso di rinfacciargli la verità. Perché alla fine ero suo fratello. Nemmeno quando ero stato all’Inferno non l’avevo mai dimenticato, anche se gli avevo pregato di fare il mio lavoro di continuare la crociata di papà. Per primo ci aveva lasciato, con un vuoto dentro. Ogni giorno che passava sembrava che se ne fosse andato per una ragione. Non ho mai dubitato del fatto che anche lui voleva che fossimo noi i legittimi eredi della sua missione. Una tradizione di famiglia. Salvare le persone e cacciare queste cose.

Nulla era impossibile, bastava volerlo. Io avevo creduto troppo a molte persone e mi sono reso conto di quanto questo mondo sia falso. La fiducia l’avevo persa da tempo, dal momento in cui mi ero visto crollare tutto addosso.

Molte volte mi guardavo allo specchio, sperando di vedere quello che non volevo: il volto di un uomo ormai distrutto e stanco. Vedere me stesso, vedere quello sguardo perso nell’Inferno. Gli occhi verdi ormai segnati da terribili eventi, il corpo ormai ricoperto di cicatrici incurabili, ma quello che soffriva di più era il cuore. Si era spezzato in mille pezzi ed ognuno di essi apparteneva ad una persona ormai persa nella sua mente.

Volevo sapere solo, perché?

   
 
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