Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Aremycabbages_    01/10/2012    1 recensioni
Era un dolore insopportabile.
Ma ciò che era peggio, era che non potevo fare nulla… se non restare a guardare il mio degenerarsi.
Non ero più padrona del mio corpo, in quel momento ero solo una spettatrice; e come uno spettatore non ha alcun potere di decisione sullo spettacolo vero e proprio, così ero io.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era un dolore insopportabile.
Ma ciò che era peggio, era che non potevo fare nulla… se non restare a guardare il mio degenerarsi.
Non ero più padrona del mio corpo, in quel momento ero solo una spettatrice; e come uno spettatore non ha alcun potere di decisione sullo spettacolo vero e proprio, così ero io. Credo che questo sia l’esempio perfetto.
Ho deciso di raccontare la mia storia al passato, poiché non voglio più ricordare quel dolore immenso che ho provato in quei momenti… non voglio più essere costretta a voler desiderare di morire.
Io so cosa si prova, fino ad allora non potevo capire quali emozioni venissero suscitate in te in momenti del genere.
Avevo sempre pensato che le ragazze che diventavano in quel modo fossero stupide; ma quando ho provato la sensazione di avere quel mostro dentro di me ho capito che invece basta un piccolo passo errato a fare in modo che lui si insidi silenziosamente nel tuo animo; è una frazione di secondo e quel male diventa parte di te. Quando te ne accorgerai, però sarà troppo tardi.
Fino a quel momento la mia vita era andata bene, alla grande direi… apparentemente non mi mancava nulla, non avevo bisogno di cambiamenti in nessun senso.
Poi un giorno è iniziato tutto, mi ricordo perfettamente anche la data in cui è accaduto per la prima volta, il giorno più brutto della mia vita, che non scorderò mai.
E’ una cosa strana quella che ti succede quando diventi come me, all’inizio non ci fai caso… pensi sia solo una brutta influenza. Poi col tempo capisci.
Capisci che invece ti eri sbagliata fin dall’inizio; capisci che sei finita in strade che era meglio non raggiungere MAI.
Da quel momento è stata tutta una strada piena di curve improvvise e pericolose. Quei pochi momenti in cui credevo di avercela fatta a uscirne sono stati i più drammatici che io ricordi, la ricaduta era sempre più dolorosa.
Non riesci più a toccare cibo, è lui che te lo impedisce, quel maledetto essere che si è impossessato del tuo corpo e che ne sta facendo ciò che vuole; ma sai benissimo quale sarà il suo scopo finale: consumarti lentamente fino a che i tuoi polmoni non avranno più la forza di respirare, sarà proprio questo che accadrà.
Ne hai la consapevolezza e questo non fa altro che renderti ancora più fragile.
Non avevo più la misura del tempo, per me le ore trascorrevano senza uno scopo preciso; non mi importava più nulla della mia vita. Ero stanca di combattere, non avevo più la speranza di riuscire a farcela. Ci sono stati momenti in cui ho desiderato scomparire; mentre camminavo per strada guardavo le persone sorridere felici e mi chiedevo perché non potessi essere così anche io.
Non riuscivo a parlarne con nessuno, in un certo senso mi vergognavo di ciò che mi stava succedendo… era questo forse, l’ostacolo che mi impediva di essere aiutata. Esternamente i segni di ciò che mi stava succedendo cominciavano ad essere visibili; però si poteva benissimo pensare che fosse una crisi adolescenziale, una  brutta litigata con le amiche o un brutto voto a scuola… ma solo io e le persone che mi conoscevano veramente sapevano che non era niente di tutto questo. Chi mi voleva più bene al mondo cercava di aiutarmi in tutti i modi… ma non c’era cura per ciò che avevo; se non quegli stupidi medicinali che il mio corpo rifiutava.
Quel mostro voleva vincere su di me a tutti i costi, e ci stava riuscendo.
Il cibo era diventato il mio nemico; mandavo giù un boccone e automaticamente il mio corpo lo ributtava fuori, come se non fosse più abituato a nutrirsi.
Ho toccato il fondo quando guardandomi allo specchio vedevo il mio corpo, già magro prima di allora, diventare sempre più sottile… quasi invisibile.
Credo in quelle frasi fatte che dicono “ bisogna toccare il fondo per risalire”, anche se non è il massimo come esempio è azzeccatissimo.
Da quel momento ho cominciato a reagire, più dolore di quello che già provavo non poteva più starci nel mio corpo.
Adesso ricordo col sorriso quei giorni in cui mi sono ripresa in mano la mia vita; in cui ho detto che solo io potevo decidere cosa fare della mia mente e del mio corpo. Ora va molto meglio, riesco a mangiare normalmente e quelle rare volte in cui ricapita ancora non piango più. Certo mi spaventa, ma so che continuando così se ne andrà presto.
Questo maledetto mostro si chiama anoressia, e ti rovinerà la vita.
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Aremycabbages_