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Autore: ippogrifogirl    01/10/2012    1 recensioni
Eccolo là. Con i suoi capelli arruffati neri e gli occhi verde smeraldo che splendono. Lui è il sogno infranto di Neville.
Genere: Drammatico, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Neville Paciock | Coppie: Ginny/Neville, Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Bondage, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Neville vagava per i corridoi in cerca di qualcosa, o meglio, qualcuno che aveva rubato il suo cuore. Durante la sua ricerca, incontrò Ginny, che salutò con un bacio dritto in bocca. Teoricamente loro erano fidanzati, anche se, per lui, questo fidanzamento era una “copertura”. Fuori dall’aula di pozioni vide la persona che stava cercando. Con quei bei capelli neri arruffati, quegli occhi di un verde smeraldo che splendevano, eccolo lì Harry Potter. Harry salutò Neville che gli corse incontro e lo abbracciò, senza sapere cosa faceva. Aveva reagito d’istinto, come se non si vedessero da anni. Harry rimase scioccato anche se non chiese spiegazioni. Tornarono insieme nel Dormitorio e Harry, inaspettatamente, gli chiese come si trovasse con Ginny. Neville balbettò un bene e si stese sul letto a riflettere. Harry gli aveva chiesto se la loro relazione funzionasse e Neville aveva colto quell’amarezza nella voce, e pensò che potesse essere attratto da uno dei due, ma chi? Neville, perso nei suoi pensieri, si addormentò. Sentì una puzza e aprì gli occhi: proveniva da un lungo corridoio buio. Non riusciva a distinguere cosa ci fosse in quello strano corridoio perché una nuvola di nebbia o di fumo (non riusciva a distinguere quale delle due fosse), gli offuscava la vista. Avanzò in quel corridoio per un tempo indeterminato, potevano essere ore, giorni, mesi o anni, e alla fine, esausto, si sedette per terra con la schiena appoggiata al muro. Però c’era qualcosa di strano dietro la sua schiena, si era appoggiato su qualcosa di duro, anche esso appoggiato alla parete. Si girò e i suoi occhi si riempirono di terrore: si era appoggiato su una bambina con la bocca e gli occhi spalancati da cui fuoriusciva un liquido scuro: sangue che, col tempo, si era indurito. Neville non riusciva a muoversi, com’era pietrificato dalla paura, finché qualcosa non attirò la sua attenzione: un fantasma? Non riusciva a distinguere cosa fosse quello spettro con un mantello che dal collo gli scendeva fino a coprire i piedi, se li aveva. La faccia stava per essere scoperta perché con quelle mani viscide, quell’ orribile essere, si stava togliendo il cappuccio.
 Come illuminato da un pensiero che illustrava la lezione del professor Piton, che spiegava gli “HorrorBlood” cioè spettri che attiravano bambini nelle loro trappole e quando si toglievano il cappuccio il loro viso privo di occhi e naso, emanava un veleno a causa del quale la povera vittima moriva con occhi e bocca dilatati pieni di sangue. Non esistevano rimedi. Neville capì cosa era successo a quella povera bambina e, appena in tempo, corse via da quello spettro che, avendo capito di aver perso una preda, lanciò un urlo straziante. Mentre correva, Neville, si dovette coprire le orecchie. Correva e piangeva, correva e urlava, correva e piangeva e urlava. Non sapeva più che fare. Era stato attirato in una trappola, ma a Hogwarts? Bè proprio in questo momento non poteva permettersi di pensare. Così, senza alcun ragionamento che possa contribuire alla sua sopravvivenza, entrò in una porta con un cuore sopra, inciso con delle unghie … insanguinate. Si costrinse a non soffermarsi su questo dettaglio, se si possa chiamare così, e varcò la soglia di quella porta. Inaspettatamente vide Harry. Così, sollevato, gridò: “Harry!”. Ma quest’ultimo non si girò e continuò a camminare. Neville lo seguì senza esitare anche se qualcosa dentro di lui, gli diceva che non era una buona scelta. Neville non volle ascoltarla e proseguì. Gli sembrò di camminare per anni, come quella sensazione nel primo corridoio, ma alla fine Harry si fermò. Neville lo imitò e vide che dietro di Harry c’era, inaspettatamente, come tutte le cose che gli erano successe fino ad ora, Ginny. Harry si protese verso di lei e … la baciò.
 A Neville si fermò il cuore, non sapeva se urlare o piangere o fare qualche altra cosa di insensato. Decise di urlare anche se la sua bocca non emetteva alcun suono. Ci riprovò. Invano. Probabilmente ogni singola parte del suo corpo, anche quella più piccola e insignificante, si era pietrificata davanti a quella scena. Non solo era stato tradito da Ginny, anche se, in teoria, lui, amando Harry, la tradisce ogni singolo momento di ogni singolo giorno, ma la cosa più importante, più dolorosa e triste per lui era che Harry senza neanche degnarlo di uno sguardo bacia Ginny, consapevole della sua relazione un po’ instabile con Neville. Quell’attimo sembrò non finire mai e per questo il dolore di Neville si moltiplicò per un milione di volte, quando ad un certo punto Ginny si staccò da Harry con uno strattone, gli diede uno schiaffo e corse verso di Neville abbracciandolo e baciandolo senza che lui ricambiasse questo improvviso affetto. Lei, intanto chiedeva scusa dicendolo che lo amava più di se stessa che Harry si era proteso verso di lei immobilizzandola in modo che non si potesse liberare e altre svariate cose a  cui Neville non prestò ascolto tanto era frastornato e incredulo riguardo ai fatti che si sono susseguiti uno dietro l’altro. Poi, Ginny smise di frignare e non finì di baciarlo per guardarlo dritto negli occhi e si accorse che il suo sguardo era vuoto. Così ebbe il buon senso di staccarsi da lui per permettergli di respirare. Neville fece un bel respiro. Aveva in mente tutto ciò che doveva fare: con solo due falcate raggiunse Harry e si protese verso di lui per baciarlo. Harry, che non si aspettava questa mossa, non poté respingerlo, infatti Neville gli si era azzeccato così tanto che non si sentiva il sangue scorrere nelle vene; immaginava che anche per Harry fosse così e gli dispiaceva molto che il primo e ultimo bacio fosse piacevole solo per se stesso. Dopo un bel po’ si staccò da lui, ma non ebbe il coraggio di guardarlo in faccia, così si girò e vide Ginny che aveva qualcosa di strano nella sua espressione addolorata; era rabbia. Provava così tanta rabbia che il suo viso si deformò: ora aveva assunto un espressione ancora più rabbiosa e un attimo dopo era un diavolo coperto di sangue che gli si scaraventò contro. Neville non ebbe tempo di pensare a ciò che stava succedendo e così si preparò a morire. Ma non accadde ciò. Harry aveva Schiantato il diavolo, che ora giaceva a terra svenuto. Neville ebbe il tempo di guardarlo prima che questo corridoio si aprì in un varco dove lui, maldestro com’era ci finì dentro senza che le armature che, dietro di lui avevano preso vita lo facessero cadere li con la forza. Un armatura però lanciò una spada nel varco che non colpì Neville, ma quest’ultimo la prese e, pensando fosse la cosa giusta se la ficcò dritto dentro al cuore.
Quando si svegliò era notte fonda, lui era disteso nel corridoio fuori al suo Dormitorio e aveva le mani sporche di sangue. Così guardò dritto di fronte a lui e la vide.
Una spada conficcata dritta nel suo cuore. Neville sentiva che stava perdendo conoscenza a poco a poco, sapeva anche che, se avrebbe chiamato Silente, quest’ultimo lo avrebbe saputo guarire. Ma non volle chiamare nessuno. Riuscì a ricostruire però il suo ultimo sogno che, probabilmente, rispecchiava la dura realtà. Abbattuto da questo atroce pensiero riuscì a dire le sue ultime parole: “Harry Potter …”

 
  
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