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Autore: Soly_D    01/10/2012    4 recensioni
6^ classificata al contest "Il linguaggio segreto dei fiori" indetto da Hope e Helly
Troppi ricordi e troppe preoccupazioni riempivano la sua mente per permettergli di allenarsi in maniera adeguata, persino lo stomaco non aveva voglia di brontolare nonostante fosse quasi ora di pranzo.
[Goku/Chichi | post-Cell Game | ambientazione: aldilà]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Re Kaioh del Nord | Coppie: Chichi/Goku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Soly Dea
Personaggio/i e/o Pairing: Goku, Re Kaioh, Goku/Chichi
Pacchetto scelto: Iris
Genere: introspettivo, sentimentale
Rating: giallo
Prompt & Citazione: buona novella - “Ad un certo momento della nostra esistenza, perdiamo il controllo della nostra vita, che comincia così ad essere regolata dal destino.” (Coelho)

Introduzione: Sono passati alcuni giorni dal Cell Game, Goku è nell’aldilà e sta per ricevere notizie dalla Terra.
Note: Questa fanfiction partecipa al contest Il linguaggio segreto dei fiori indetto da Hope e Helly
Fatemi sapere cosa ne pensate, grazie ;)



Conto in sospeso

Poderosi calci, potenti pugni e luminose sfere d’energia facevano vibrare l’aria del campo di allenamento dell’aldilà, costruito appositamente per resistere alla potenza dei guerrieri più forti e temibili dell’intero universo, provenienti da chissà quale galassia e chissà quale epoca.
Solo un misterioso ragazzo dai capelli e gli occhi neri come la pece, la stramba tuta arancione e lo sguardo gentile, se ne stava rintanato in un angolo del campo a fissare con occhi spenti il cielo privo di nuvole. Troppi ricordi e troppe preoccupazioni riempivano la sua mente per permettergli di allenarsi in maniera adeguata, persino lo stomaco non aveva voglia di brontolare nonostante fosse quasi ora di pranzo.
Era dal giorno in cui aveva deciso di rimanere nell’aldilà, che uno strano presentimento aveva preso a logorare la sua anima: sentiva la sensazione di aver dimenticato qualcosa sulla Terra, di aver lasciato un conto in sospeso e di doverlo risolvere il prima possibile. Ogni notte si sforzava di tornare con la mente ai giorni precedenti al Cell Game, di scavare a fondo tra i suoi ricordi per realizzare cosa avesse dimenticato di così importante, quel qualcosa che non riusciva a farlo dormire e che lo teneva lontano persino dal cibo e dagli allenamenti.
Una volta, Crilin gli aveva raccontato che le anime delle persone potevano raggiungere la pace completa solo nel momento in cui risolvevano i loro “conti in sospeso”, quelle questioni che avevano lasciato irrisolte prima di morire. Ma il saiyan era già morto una volta e, a quei tempi, non aveva avvertito alcun presentimento del genere. Forse non dipendeva dal passaggio nell’aldilà, forse Goku aveva realmente dimenticato qualcosa prima di morire. Ma cosa?
E allora i ricordi prendevano nuovamente il sopravvento: gli allenamenti nei giorni prima del Cell Game, le lunghe passeggiate in riva al fiume e i picnic con la sua famiglia, il giorno tanto atteso, lo scontro con Cell, la paura di non riuscire a salvare ancora una volta la Terra, la decisione di sacrificarsi per il bene dell’umanità, tutte le sue ultime speranze riposte in Gohan e la definitiva vittoria sullo spietato cyborg. Cos’era che Goku aveva lasciato in sospeso?

«Figliolo, è ora di pranzo!».
Goku riaprì gli occhi, trovandosi la faccia paffuta di re Kaioh a un palmo dal naso.
«Di già?».
La divinità del Nord corrugò la fronte, incrociando le braccia al petto.
«Questo sì che è strano, immaginavo di vederti fare i salti di gioia!».
Goku scrollò le spalle e si rialzò da terra, battendo le mani qua e là sulla tuta per togliere la polvere: non c’era Chichi a lavarglierla ogni giorno. Sorrise tristemente a quel pensiero e seguì Re Kaioh verso la sala da pranzo, brontolando un «Non ho molta fame» che fece stupire la divinità ancora di più.

«M-ma... non hai toccato niente, Goku!».
Il saiyan fissò con indifferenza la carne che era stata preparata per lui in gran quantità e sbuffò sonoramente. Salutò Re Kaioh con un gesto veloce della mano e uscì nuovamente nel piazzale adibito agli allenamenti, spostando lo sguardo di combattente in combattente.
La giornata trascorse in modo lento e quasi snervante per il saiyan che non aveva ancora risolto il suo problema, nonostante ci avesse pensato ancora più intensamente e avesse cercato di svagarsi con un po’ di sano allenamento e qualche chiacchierata con i suoi compagni.
Ma proprio nel momento in cui le speranze di venirne a capo cominciavano a vacillare, Re Kaioh lo mandò a chiamare per una “questione urgente”. Goku lo raggiunse subito, la solita aria triste e le labbra contratte in una smorfia.
«Goku», cominciò la divinità voltandosi verso di lui. E lì la vide, vide la tristezza negli occhi del suo allievo, vide la preoccupazione di aver lasciato ancora una volta sola la sua famiglia, vide il rimpianto e lo sconforto, vide un nuovo lato di Goku che non era mai venuto fuori.
«Figliolo, ho una notizia per te».
Seguirono attimi di silenzio, mentre la tensione saliva e il cuore di Goku tamburellava insistentemente nel suo petto scolpito da anni di duri allenamenti.
«Diventerai...».
Di nuovo silenzio.
«...padre», terminò Re Kaioh in un sussurro.
Il saiyan inarcò le sopracciglia, poi sgranò gli occhi e aprì la bocca.
Fece un passo avanti, poi un altro ancora e sembrava che il suo cuore dovesse esplodere da un momento all’altro.
«Mi scusi?».
La divinità rise. «Tua moglie è incinta, Goku».
Il ragazzo ingoiò a vuoto, la mano saldamente stretta sulla stoffa della tuta che copriva il cuore, il respiro irregolare e la voglia matta di urlare.
«U-un bambino? Un altro?».
Re Kaioh annuì. «E’ una buona notizia, no?».
Ma Goku era già in un altro mondo: la mente fu subito annebbiata dall’immagine di sua moglie che piangeva silenziosamente facendogli promettere di non morire e riportare Gohan a casa sano e salvo. Attenzioni concesse troppe poche volte, baci a fior di labbra e carezze appena percettibili, la delicatezza delle pelle di lei e la goffaggine dei movimenti di lui, i loro respiri accelerati, rumori ovattati e poi un silenzio surreale, dove le loro mani intrecciate decretavano l’inizio di un qualcosa di nuovo e inaspettato.
«Una buona notizia? Scherza, Re Kaioh?».
La divinità fece per rispondere, ma si ritrovò improvvisamente bloccata tra le braccia del suo allievo.
«Va bene che sei felice, ma così mi soffochi, Goku!».
Il saiyan si staccò dal suo maestro e mostrò gli occhi lucidi per l’emozione.
«E’ una notizia meravigliosa, è il mio “conto in sospeso”!».
La divinità lo fissò con aria perplessa e Goku rise, rise di gioia, rise per evitare di piangere dall’emozione.
Era stato padrone della propria vita fino a quel momento, ma il destino aveva deciso di coglierlo di sorpresa nel momento più inaspettato e dargli la speranza di rivedere la sua famiglia molto, molto presto.
Non vedo l’ora di conoscerti, piccolo mio... pensò il saiyan, rivolgendo lo sguardo verso il cielo.

Sulla Terra, Chichi portò le mani al ventre e poi rivolse lo sguardo fuori dalla finestra, a contemplare quello splendido manto blu puntinato di stelle.
Ti aspetteremo in eterno, amore mio...

gc

  
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