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Autore: La bambina fantasma    01/10/2012    3 recensioni
Cosa ci fa' Hermione Granger sola, per le strade di Londra la Vigilia di Natale?
E perché mai Fred Weasley si trova con lei?
Una storia che parla di seconde occasioni e del coraggio di aprirsi ancora una volta all'amore.
***
Non sono molto brava nel riassumere le trame, ma spero ugualmente possiate dare una opportunità alla storia.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Fireflies You would not believe your eyes
If ten million fireflies
Lit up the world as I fell asleep
'Cause they fill the open air
And leave teardrops everywhere
You'd think me rude, but I
Would just stand and stare.

Owl City – Fireflies

Attraverso la campagna scozzese il paesaggio appariva spoglio e morente, una brughiera che si estendeva a perdita d'occhio: la pioggia della notte appena trascorsa aveva cancellato ogni traccia di candore, rendendo il terreno fangoso e disagevole. Una fitta coltre di nebbia ostacolava il passaggio, minacciando cadute e pessime figure a chiunque avesse osato disubbidire al suo volere, il gelo che penetrava nelle ossa a ogni passo.
Hermione gettò un'occhiata sconsolata ai suoi stivali: uno strato di spesso pantano rosso-giallastro li ricopriva fino alla caviglia, tanto orribile da indurla a pensare che neanche un incantesimo sarebbe stato in grado di eliminare ogni traccia di quel lerciume. Scostò con un colpo deciso del capo alcune ciocche di capelli dal viso, per nulla disposta a scacciar fuori le mani dalle tasche: lo sformato cappotto marrone si era rivelato un fedele alleato anche in quella situazione, barriera inespugnabile contro il clima glaciale. Il vento freddo continuava a sferzarla, facendo sì che il logoro cappello continuasse a caderle sugli occhi, mentre sciarpa di lana le pizzicava il collo e il naso colava vergognosamente.
Davvero una pessima, pessima giornata.    
Avvicinò le mani guantate alla bocca, sfregandole e soffiando: in lontananza, sovrapposta alla linea dell'orizzonte, riusciva a scorgere la frastagliata scogliera verso la quale si stavano dirigendo. Per quale motivo, restava ancora un mistero
- Davvero non so come tu abbia fatto a convincermi - un ragazzo dalla chioma fulva la distanziava di un paio di metri, di certo più agile di quanto lei non fosse lungo quel percorso accidentato
- Avanti, Granger! Che fine ha fatto il tuo spirito d'avventura? -
- Credo se ne sia andato assieme al tuo buon senso, Fred Weasley -
- Ma se non l'ho mai avuto! - lo udì obiettare
- Appunto - concordò, annuendo
- Sei noiosa, Granger - borbottò a mezza voce
- La verita fa forse male? - lo stuzzicò , trionfante - Eh già, anche i peggiori, in fondo, hanno il loro tallone d'Achille -
- Tallone di cosa? -
- Lascia perdere - sventolò la mano come volesse scacciare un insetto fastidioso - Piuttosto, continui a perseverare nel non volermi dire dove siamo diretti? -
- Che sorpresa sarebbe, altrimenti? -
- Ed era davvero necessario smaterializzarsi in Scozia per scoprirla? -
- Assolutamente, mio carissimo prefetto -
- Ex prefetto -
- Fa lo stesso - questa volta fu lui a scacciare un insetto molesto - Guarda, siamo quasi arrivati - disse, indicando la scogliera con un cenno del capo.
Resosi conto dell'incedere tremolante della sua compagna, il giovane si affrettò a stringerle una mano per aiutarla, intrecciando le dita alle sue: nonostante non indossasse nulla, la sua stretta era tiepida, tanto piacevole da riuscire a farle dimenticare il cattivo umore: a volte non ci si rende conto di quanto possa essere intimo un semplice contatto come quello. L'essere umano si illude nel ricercare la completezza nella perdita totale di sé stessi nel corpo dell'altro, vivendo nella sciocca convinzione che la completa fusione di due anime coincida col culmine del piacere fisico. Stolto è l'uomo che ha dimenticato quanto amore e dolcezza possano risiedere nel gesto più innocente, cuore arido e anima come rovente brezza del deserto.
Hermione avvertì un intenso bruciore alle gote, lo stomaco dolerle gradevolmente
Sei consapevole dell'effetto che hai su di me, Fred?
Come avesse udito quel muto quesito, l'amico si voltò verso di lei, sorridendole affettuosamente
- È tutto ok? - le chiese
- Certo! - rispose automaticamente - Perché me lo chiedi? -
- Così... - per un istante le mancò l'aria
- Che sciocco sei, Fred! - disse, forzando una risata - Non potrei stare meglio di così! -
- Se lo dici tu - le rispose, scettico
- Infatti lo dico io - cercò di apparire disinvolta - Manca ancora molto? - chiese - Sento che i miei piedi non resisteranno a lungo -
- Granger, davvero, solo Merlino sa come tu abbia fatto a sopravvivere durante la guerra -
- Ma che spiritoso! -
- È una dote naturale - sottolineò compiaciuto - E comunque siamo arrivati - la informò
- Arrivati? - gli fece eco - Arrivati dove esattamente? - si guardò intorno - Qui non c'è assolutamente nulla, a meno che tu non intenda buttarti giù dalla scogliera - incrociò le braccia al petto - Cosa che, devo ammettere, al momento non mi dispiacerebbe affatto - lo vide affondare le mani nelle tasche dei pantaloni, lo sguardo oltremodo divertito
- Non so perché, ma non credo neanche a una parola - la contraddì - Sono molto deluso da te, Granger. Mi aspettavo fossi in grado di vedere oltre -
- Vedere oltre? - lui non aggiunse altro, limitandosi a restarsene lì in attesa. Un sonoro sbuffo uscì dalle labbra di Hermione, la quale non era per nulla disposta ad assecondare le stramberie del gemello, men che meno in un tale frangente.
Si guardò nuovamente attorno, certa delle sue convinzioni
- Ebbene? - le domandò, appunto, quest'ultimo
- Ebbene è..! - un oggetto attirò il suo interesse - Non vorrai dirmi...? -
- Precisamente, signorina Granger - annuì - Vedo che, alla fine, è riuscita a comprendere -
- Una passaporta - disse meccanicamente, accovacciandosi per scrutare più da vicino quella bottiglia di vetro - Chi se lo aspettava -
- Tu no di certo -
- Giuro che, se non la smetti, sarò io a buttarti di sotto! -
- Va bene - alzò le mani in segno di resa - Ora, però, sarà meglio sbrigarsi. Non vorrei tardare -
- Cosa odono mai le mie orecchie - ironizzò lei, mentre l'amico si inginocchiava accanto a lei - Fred Weasley che teme di far tardi - gettò uno sguardo al cielo - Sì, direi che la fine del mondo è imminente -
- Ma come siamo simpatiche oggi! -
- È una dote naturale - lo scimmiottò
- A-ha, certo - la assecondò - Proprio come la petulanza -
- Guarda che io...! -
- Ad ogni modo - la interruppe - Non lasciare la mia mano per nessun motivo - la prese - Non vorrei ti ferissi -
- Non esagerare, Weasley - cercò di dissimulare il suo imbarazzo - Neanche nei tuoi sogni più vivaci potrebbe mai accadere una cosa del genere -
- Come no - le rispose - Se è così, allora puoi anche lasciarmi andare -
- Non importa: farò questo sacrificio - disse, per nulla intenzionata a lasciarlo andare
- E va bene - la assencondò, il tono di un padre che acconsente alla figlia capricciosa - Però, prima dobbiamo occuparci di un'altra questione - con la mano libera, tirò fuori una cravatta dalla tasca del cappotto
- Eh?!? -
- Ora vedrai - le lasciò la mano - Girati -
- Non vorrai bendarmi?! -
- Esattamente -
- Sei forse impazzito?!? - sbottò - Mi rifiuto categoricamente -
- Avanti, Hermione - la incitò - Solo per questa volta cerca di fidarti - i suoi occhi, profondi e cristallini, le ricordarono il blu dell'oceano
- Va bene - acconsentì, senza riflettere - Ma solo per questa volta -
- Brava bambina - chiuse gli occhi e lui le strinse delicatamente quel pezzo di stoffa sugli occhi.
Avete presente il “gioco della fiducia”? Mi riferisco a quello in cui ci si deve lasciar cadere all'indietro, per far sì che un'altra persona ci afferri. Non so se voi l'abbiate mai provato, ma posso assicurarvi che è molto più difficile di quel che sembra: fino ad un istante prima credi di avere il totale controllo della situazione, poi ti ritrovi a non sapere che fare, la consapevolezza di stare dimostrando al tuo compagno quanto in realtà confidi in lui – non così tanto.
Ebbene, ritrovarsi bendata in un luogo isolato come quello, fece sentire la Granger precisamente allo stesso modo: la totale assenza, il buio, l'incertezza. Si ritrovò ad allungare le mani, tastando il vuoto, agitata
- Fred? - chiamò - Fred, dove sei? - avvertiva una paura ceca e immotivata montarle dentro, persa in un terribile stato di abbandono - Fred... - la voce le si era leggermente incrinata, avvertì il ragazzo avvolgerla in un caldo abbraccio
- Calma, sono qui... - la sua voce risuonò carezzevole e rassicurante alle sue orecchie, acquietandola all'istante
- Sì - rispose, semplicemente
- Aggrappati forte a me - si strinse quanto più poteva, assaporando a cuore aperto la dolcezza infinita di quel gesto
- Va bene - percepì il suo braccio scostarsi e fu come se un pezzò del suo corpo le venisse brutalmente staccato
- Al mio tre - serrò le labbra - Uno - un tremito - Due - un sospiro - Tre - poi il nulla.

Hermione aveva sempre pensato agli abbracci come ad un gesto intriso di malinconia, di sentimenti inespressi, di rimpianti. Un gesto nel quale le persone tendevano ad incanalare tutte quelle parole impossibili da pronunciare, per paura o imbarazzo che fosse.
I suoi genitori non le dicevano mai che le volevano bene, troppo riservati per lasciarsi andare a tali dimostrazioni di affetto: preferivano abbracciarla, accarezzandole la schiena e mormorando una di quelle canzoncine che adorava fin da bambina.
Non aveva mai detto ad Harry di volergli bene, né gliel'aveva sentito dire: eppure, tra loro c'erano stati un'infinità di abbracci: di gioia, di conforto, di affetto, di dolore.
Non aveva mai detto a Ron che l'amava, credendo che i gesti valessero più di mille parole: solo ora riusciva a comprendere che, a volte, certe cose valeva la pena di dirle. A dispetto dell'imbarazzo, della paura, del rimorso: certe cose andavano dette e dovevano essere ascoltate.
Stretta a Fred, si rese conto, per la prima volta nella sua vita, di voler pronunciare quelle parole, ma di non sentirsi ancora pronta a farlo. Un giorno, non molto lontano, sarebbe riuscita a trovare il coraggio necessario: avrebbe respirato a fondo, ascoltato il battito furioso del suo cuore, dopodiché avrebbe dato sfogo alla sua voce. Tutto quell'amore covato negli anni, avrebbe finalmente visto la luce, avrebbe emesso il primo vagito, guardando con speranza al nuovo mondo.
Sì, sarebbe andato tutto bene
- È tutto ok? - le chiese il gemello
- Certo - rispose - Siamo già arrivati? - chiese, sbalordita
- Esatto - disse, trionfante - Grazie a me non ti sei resa conto di nulla - ancora la teneva ancorata a sé
- A-ha - lo assecondò - Direi: stavo per soffocare! -
- Ma sentila! - la allontanò, arruffandole i capelli - La signorina ha voglia di scherzare: che divertente -
Stringimi
- Cos'è? - si tastò dietro la nuca alla ricerca del nodo della cravatta - Al Re degli scherzi non sta bene che qualcun altro possa ridere di lui? -
- Certo che no - lo udì sbuffare - Semplicemente non amo le pessime battute -
Baciami
- Le pessime battute - ripeté - Come no! - sciolse il legaccio
- E invece è proprio così, signorina so-tutto-io -
- Come mi hai chiamato...! Ehi! Cosa fai? - quando quel pezzo di stoffa rosso-oro era caduto, le mani del ragazzo erano immediatamente accorse ad oscurarle ancora la vista
- Tu, piuttosto: chi ti ha detto di togliere la benda? - chiese a sua volta, contrariato
- Siamo arrivati, no? -
- Sì, ma non è ancora arrivato il momento -
- Il momento per cosa? - l'aiutò ad alzarsi
- Vedrai -
Amami.

- Siamo arrivati? -
- No -
Un minuto
- Siamo arrivati? -
- No -
Trenta secondi
- Siamo arrivati? -
- Sì -
- Davvero? -
- No(1) - gli tirò un calcio all'indietro - Ahi! -
- Fred Weasley... -
- Mi hai fatto malissimo! -
- ...si può sapere... -
- Sono sicuro resterà il segno -
- ...dove accidenti mi stai portando?!? -
- Hermione - la richiamò sconvolto - Smettila di urlare: la gente ti fissa -
- La gente? - che assurda situazione - Che gente? -
- La gente, Hermione - ripeté, calmo - Sai: due occhi, due braccia, quattro gambe... -
- Fred! -
- ...ah no, scusa: erano due -
- Frederick Weasley - si fermò e lui con lei
- Dimmi tutto, Granger -
- Giuro... -
- Che paroloni -
- ...che se non mi dici immediatamente dove stiamo andando, non mi muovo di qui! -
- Uhm - fece, meditabondo - Ne sei proprio sicura? -
- Sicurissima -
- Va bene - in un lampo, le avvolse la sciarpa intorno al capo
- Ma cosa... ehi, mettimi giù! -
- Ma Granger: sei stata tua dirmi che non ti saresti mossa! -
- Ma io non volevo mi prendessi in braccio - udì varie risatine - Fred! - mormorò, arrossendo - Mettimi giù: le persone stanno ridendo di noi -
- Mi spiace contraddirti, mia cara, ma è di te che stanno ridendo -
- Ti prego - implorò
- E va bene - si fermò - Non riesco a resistere ad una giovane donna in questo stato - affermò, solenne - Ma ci sarà un prezzo da pagare -
- Qualsiasi cosa - accettò - Basta che mi lasci scendere -
- Ok - l'adagiò in terra - Ecco fatto -
- Ebbene? -
- Cosa? -
- Cosa vuoi? -
- Lo saprai a tempo debito - il suo tono non le piaceva per nulla...
- Uhm... la sciarpa -
- Cosa? -
- Toglimi la sciarpa -
- Giusto -
Uno. Due. Tre.
- Fred... - iniziava sul serio a perdere la pazienza
- Aspetta -
- Cosa devo aspettare ancora? - chiese, esasperata
- Ci vuole suspense -
- Oh, ma per favore! - si tirò via la sciarpa, rischiando di strangolarsi - Ora voglio proprio sapere cosa hai da dire a tua discolpa - l'afferrò per le spalle, facendola voltare
- Guarda -.
Il paesaggio era identico a quello delle fiere che spesso aveva frequentato da bambina: bancarelle colorate, teatrini, saltimbanchi, clown e menestrelli. Una prorompente allegria aleggiava nell'aria, colmandola di gioia, una miriade di lucciole a illuminare il romantico crepuscolo
- Ma come...? -
- Magia - le rispose, facendo spallucce.
Iniziò ad avanzare come inebriata, il passo leggermente traballante, guardandosi attorno con occhi luccicanti. Era come un continuo della loro serata trascorso ai Covent Garden, ma più incredibile, più magica. Quegli insetti luminosi la sfioravano da sopra i numerosi strati di indumenti, per nulla intimoriti: alzò un braccio e un paio di loro si adagiarono sulla sua mano, come gocce di oro colato. Volarono via in un battito di ciglia, lasciandola col sorriso sulle labbra
- Ti piace? - l'avvolgente voce di Fred le giunse dalle sue spalle
- Tantissimo - si voltò - Ma dov'è che siamo? - le pizzicò scherzosamente una guancia
 - Benvenuta al Festival di Portmahomack(2)  -
- Mai sentito nominare -
- Non ne avevo dubbi - annuì
- Adesso mi spiego tutto quel mistero... -
- Precisamente -
- Sei un bambino -
- Vero -
- Ed uno sciocco -
- Vero anche questo - allungò la mano per accarezzargli il viso
- Ma cosa farei, senza uno sciocco e un bambino come te? -.

 And i've always lived like this
Keeping it comfortable,
distance, and up until now
I'd sworn to myself that I'm content
With loneliness
Because none of it
was ever worth the risk, but...

Paramore – The Only Exception

- Ancora non riesco a crederci -
- Ma... -
- No, davvero: non ci riesco -
- Forza, Granger: che sarà mai? -
- Ma dico: anche durante le feste, voi maghi pensate solo al Quidditch?!? -
- Ma si tratta di un'importante amichevole! -
- Sì. Esattamente come il campionato scolastico, le nazionali, i mondiali... -
- Esatto! - esultò - Vedo che inizi ad entrare nello spirito giusto - l'occhiata che gli rivolse fece scemare tutto il suo entusiasmo
- Ma per favore! -
- Oh, andiamo Hermione! - perseverò, passandole un braccio intorno alle spalle e cominciando a sospingerla - Vedrai che sarà un'esperienza indimenticabile -
- Certo, certo -
- E che partita sarebbe, senza la giusta dose di cibo spazzatura? -
- Ehi! - lo richiamò il proprietario della bancarella alla quale si erano accostati
 - Scusi - disse, l'espressione addolorata - Cibo iper-calorico - l'uomo scosse la testa, contrariato
- Dimmi, Fred - disse Hermione, trascinandolo via - La smetterai mai di metterti nei guai con le persone? -
- E perché dovrei? - chiese, del tutto naturale - È così divertente -.

Lo stadio, per quando decisamente più piccolo di quello che aveva ospitato la coppa del mondo, era gremito di persone fino all'orlo: striscioni, urla, cappelli e sciarpe, improbabili facce dipinte. Uno spettacolo che, alla fin fine, valeva la pena osservare anche solo per questo.
Hermione seguiva Fred a qualche passo di distanza, cercando di farsi largo tra la folla che ancora occupava il retro delle tribune: poco prima, il ragazzo le aveva mostrato i biglietti già acquistati da diversi giorni, al che lei lo aveva guardato confusa
- Come mai avevi già acquistato due biglietti? - lui le aveva sorriso furbamente
- Istinto - quel ragazzo era davvero un mistero!
Sbuffi, gomitate, caldo asfissiante: la Granger stentava a reggere il passo del gemello, che, al contrario di lei, riusciva agevolmente a farsi strada senza alcun incidente. Ad un certo punto, mentre tentava di passare tra due due comitive, inciampò in una trave sporgente del pavimento, rovinando in terra. Caricò sulle braccia il peso del corpo, alzandosi a sedere: le calze si erano strappate, mostrando il ginocchio sbucciato. Si voltò, in cerca di aiuto, ma del ragazzo non ve n'era neanche l'ombra: probabilmente, era andato avanti credendo che lei lo stesse seguendo.
Tastò l'interno delle sue tasche, alla ricerca di un fazzoletto: nulla. Si alzò, ritenendo alquanto insicuro restarsene lì, col rischio che qualcuno potesse caderle addosso: non sapeva dove dirigersi, poiché non aveva idea di quali fossero i posti segnalati sui biglietti e cercarlo era a dir poco impensabile. Così, dolorante, si poggiò ad una trave, abbastanza in disparte perché nessuno potesse urtarla. Di certo, non appena si fosse reso conto della sua scomparsa, sarebbe tornato indietro a cercarla.
Hermione si sentiva fragile, come se, di punto in bianco, la presenza di Fred le fosse diventata indispensabile... e, forse, era davvero così. Quando era passato a prenderla, quella mattina, il petto le era quasi esploso, mentre lui le illustrava i suoi piani per la giornata
- Cosa ti fa credere che acconsentirò a tutto questo? -
- Granger, andiamo: lo so che non puoi fare a meno di me -
In tutta la sua vita, Fred Weasley non aveva mai pronunciato frase altrettanto vera: lei aveva un disperato bisogno di lui.
Sospirò, posando una mano sul petto: percepiva il ritmico battito del cuore contro il palmo ed un dolce languore che la pervadeva. Dopo tutto, cosa mai poteva andare storto se, per una volta, decideva di lasciarsi andare?
- Hermione! - un'affannato Fred si stava dirigendo verso lei
- Fred! -
- Ma cosa ti è successo? - chiese, il tono leggermente alterato - Mi sono girato e non c'eri più -
- Scusami, ma sono caduta e ti ho perso di vista -
- Ti sei fatta male? -
- Niente di che, solo una piccola sbucciatura - lo sguardo del ragazzo si soffermò sulla zona incriminata
- Meglio che dia un'occhiata - si accovacciò
- Ma no - obbiettò lei, arrossendo - Non è il caso -
- Decido io cosa sia il caso, miss Granger -
- Smettila di imitare la McGranitt, mi fai impressione -
- Una bella impressione? -
- Una brutta impressione -
- Eh - emise un teatrale sospiro - C'est la vie - sfiorò il profilo della gamba di Hermione e lei quasi svenne - Ok, non è nulla di grave - le tamponò la ferita con un fazzoletto
- Mi pareva di avertelo già detto - si alzò, sovrastandola
- Dovevo assicurarmene - rispose - E poi, come facevo a farmi sfuggire l'occasione di sbirciare sotto la tua gonna? -
- Frederick Weasley! - urlò, paonazza - Cosa hai fatto?!? -
- E va bene - ammise - Non ho sbirciato, anche se avrei voluto... -
- Fred! -
- Andiamo? - le porse il braccio - Non manca molto all'inizio della partita - ignorò il gesto, stringendo le braccia al petto
- Credo di aver urlato più io il tuo nome, negli ultimi due giorni, che tua madre in tutta una vita - lui alzò le spalle, iniziando a farsi largo tra la folla, vicino a lei quel tanto che bastava a che non accadessero altri imprevisti
- Tu sottovaluti la mamma, Hermione - asserì - Credimi, neanche la McGranitt ha urlato il mio nome quanto lei. -
- Ci credo, ci credo - disse, la voce divertita.
Di colpo, il ragazzo si fermò, facendola scontrare contro la sua schiena
- Ma cosa ti prende? - non rispose, semplicemente le prese una mano, uno sguardo che la sfidava a lasciarlo andare. Non dissero nulla, continuando semplicemente a guardarsi, il mondo intero racchiuso nello spazio che divideva il corpo di Hermione dal suo.
Al mondo, non v'è uomo o donna che non abbia desiderato, almeno una volta, essere travolto dall'amore. Eppure, cos'è che facciamo quando ciò accade? Fuggiamo.
La paura ci assalta, ci conquista, ci ghermisce. Arriviamo ad un punto in cui non siamo più i padroni di noi stessi, confinati nel nostro minuscolo e personale universo, lontano dalla sofferenza. Nutriamo la nostra anima di malinconiche illusioni, vivendo l'utopia di una esistenza senza rimpianti, inconsciamente consapevoli della realtà: inutile rifuggire al mondo, perché nessun uomo ha la forza sufficiente per vivere la solitudine. Tuttavia, allo stesso tempo, nessun uomo ha la forza necessaria per poter affrontare le conseguenze del vivere con gli altri.
E allora? Arrivati a questo punto, cosa ci resta da fare?
Bisogna avere fede.
La fede è ciò che ci ha salvato sin dall'alba dei tempi, ciò che ci ha tratto in salvo dal baratro dell'oscurità, mostrandoci la luce. Uscite di casa, alzate il capo e spalancate gli occhi verso il cielo: la luce del sole vi accecherà e in essa voi dovrete avere fede.
Hermione si sentiva soffocare dall'intensità di quei sentimenti che iniziava a serbare dentro di sé, nascosti, piccoli, indifesi, come lei. Aveva avuto accanto a sé Fred Weasley per più della metà della sua vita, ceca alla verità. Aveva ritrovato la vista in un locale babbano, una Vigilia di Natale qualsiasi, seduta ad un tavolo qualsiasi. La verità le si era rovesciata addosso come una doccia fredda, una cascata: le idee avevano cominciato a complicarsi e le sensazioni a farsi più chiare.
Avrebbe voluto fermarlo e baciarlo lì, davanti a tutti, respirando la vita dalle sue labbra. Ne aveva bisogno più di qualsiasi altra cosa, per sopravvivere
- Hermione, puoi dirmi che ore sono? -
- Mi spiace, ma non ho con me l'orologio -
- Davvero? Strano: in genere lo porti sempre con te -
- Ho creduto che oggi il tempo non avesse importanza -.

Note:

1)    Citazione dal film “Shrek 2”
2)    Portmahomack è un villaggio di pescatori sul Mare del Nord della Scozia nord-orientale. Sinceramente, mi ispirava il nome: in questa storia, faremo finta si tratti di un villaggio di maghi (non ditelo in giro!). Anche il Festival, ovviamente, è una mia invenzione.


Spazio autore:
Salve a tutti! Eccomi, dopo tantissimo tempo, con un nuovo capitolo. Mi dispiace di averci impiegato così tanto a scriverlo, ma non volevo che la fretta rovinasse il risultato finale.
Ebbene, finalmente sembra che Hermione abbia preso coscienza di quei sentimenti che, in un modo o nell'altro, ha sempre provato per Fred. Ma ora? Cosa accadrà ora?
Mistero.
Spero che il capitolo possa piacervi, vi aspetto nel prossimo.
Con affetto,
Arianna.


Recensioni:

DrogataDiApiFrizzole : Ti ringrazio infinitamente! Le tue recensioni mi riempiono sempre di gioia, oltre a farmi divertire (nel senso buono del termine!). Spero vivamente che anche questo capitolo possa piacerti: mi ci sono davvero molto impegnata.
Appena avrò un po' di tempo, andrò a leggere qualcuna delle tue storie. Promesso!

Sipsi : Ti ringrazio per la recensione: mi fa davvero piacere che la storia ti piaccia.
Per quel che mi riguarda, ho sempre ritenuto che l'aspetto psicologico di Hermione non fosse stato adeguatamente approfondito dalla Rowling che, giustamente, si è soffermata maggiormente sul protagonista. Da un certo punto di vista, ciò potrebbe essere anche positivo: ha concesso a noi la possibilità di creare il carattere che, secondo la nostra opinione, meglio le si confà.
Spero che il capitolo ti piaccia!

LittleHarmony13 :  Eh già: anche io li adoro, non posso farci nulla! E sì, anch'io credo che siano perfetti insieme e, forse, in questo capitolo lo si comprenderà ancora di più.
Spero possa piacerti!

_LenadAvena _ : Ti ringrazio per i complimenti e mi dispiace di averti fatto attendere tanto: spero che il capitolo possa ricompensarti per l'attesa!

   
 
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