L is for Lonely
Che noia.
Possibile che a questo mondo non esista nulla in grado di scuotere il mio
cuore? Che sia davvero tutto qui quello che mi riserva la vita?
Ho girato il
mondo, ho studiato, ho imparato. Sento che nulla mi manca ancora da fare. Ma
non sono soddisfatto.
Anche le mie
adorate torte alla fragola ormai non mi scuotono più. Erano l’unica cosa in
grado di farmi sentire. Mi sembra di
essere un fantasma. Ho idea che se anche una macchina mi investisse non
sentirei alcun dolore. Nulla.
Forse davvero mi rimane da
fare solo una cosa. Morire.
Chissà com’è
la morte. E chissà se davvero esiste un Paradiso o un Inferno. Sarebbe bello
scoprirlo.
Il coltello a
fianco del mio pezzo di torta luccica in modo stranamente invitante. Basterebbe
un piccolo gesto per immergermi in una nuova ricerca. L’ultima. Nessuno è qui
nella stanza con me. Neanche Watari. Più volte mi
sono chiesto se continuo a vivere solo per lui. So che
gli spezzerei il cuore, e non voglio farlo. Non voglio distruggere l’unica
persona che probabilmente ha provato un minimo sentimento di affetto nei miei
riguardi. O forse solo misera compassione. Ma pur sempre qualcosa.
Ma questo
coltello sembra quasi chiamarmi a gran voce.
Lo afferro.
Lo giro. Lo guardo. E penso. Come sempre penso.
Immobile, non
so per quanto tempo ho mantenuto questa posizione, rimango seduto con il
luccicante coltello in mano. Forse sarebbe ora di finirla qui.
In pochi
minuti potrei non esserci più. Ma nulla mi trattiene in questo mondo. Watari è forte, se la saprà cavare. E nessun caso è troppo
complicato da risolvere: l’FBI dovrà iniziare a
riflettere da sola. Senza più L.
Gli esseri
umani sanno essere ottusi e inconcludenti. E questo mi disturba. Mi disturba
essere diverso. Ecco cosa sono sempre
stato. Diverso, strano.
Nessuno mi
capisce. E sono stanco di essere solo.
Niente mi
tocca. Nulla mi affascina. Mi sento come un robot. Forse lo sono veramente.
Solo i robot non hanno emozioni. Non ricordo nemmeno qual è stata l’ultima
sensazione che ho provato. Rabbia? Paura? Curiosità? Davvero non lo so.
Il coltello è
sempre nella mia mano. La morte non mi spaventa. Tsk,
neanche lei mi terrorizza ormai. Penso sia ora di finirla.
Avvicino la
lama al mio polso. Manca poco alla conclusione della vita di L. Ma nessuno piangerà la mia morte. Lo so. Nessuno mi
conosce, nessuno mi considera, nessuno mi ama. E io non amo nessuno.
Addio mondo.
Addio esseri umani. Addio natura. E addio mie care fragole.
Chiudo gli
occhi e avvicino completamente la mano al mio polso. E’ giunta l’ora.
“Ryuzaki!” la voce roca di Watari
mi blocca. Apro gli occhi e li punto al computer dove
una grande W occupa lo schermo.
“Dimmi Watari” tengo sempre la lama a contatto con il polso.
“La polizia
giapponese richiede il tuo aiuto. Si tratta del caso Kira”
continua Watari aspettando una mia risposta. “Di cosa
si tratta?” chiedo con poco interesse.
“In poche
settimane ha ucciso centinaia di delinquenti. Nessuno è in grado di fermarlo.
Solo tu” conclude Watari.
Che fare? E
se anche questo fosse un semplice caso la cui soluzione è a portata di mano e
che solo quegli stolti non sono stati in grado di trovare? Sono stanco di
vincere così facilmente.
“Allora Ryuzaki?” chiede Watari
impaziente.
Sospiro
profondamente e allontano la lama luccicante dal mio polso. E va bene. Mi
accingo a studiare il mio ultimo caso. Risolto questo sarà l’ora della mia
fine. “Watari. Di alla
polizia che ha l’aiuto di L” rispondo chiudendo la comunicazione.
Sappi, o
uomo, che questa è l’ultima volta che ti aiuto. L non è il tuo schiavo. Prima o
poi sarò libero, e tu dovrai cavartela da solo.
Sono nato per
essere libero. E ci riuscirò.
FINE
One-shot incentrata sull’adorato L. Ho ancora il cuore a pezzi. Ma parlare di lui è in
qualche modo sollevante.
Ringrazio chi
ha letto questa piccola ff e anche chi sarà così
gentile da lasciare una recensione.
Alla
prossima, se ci sarà!!