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Autore: Rik Bisini    14/04/2007    0 recensioni
Questa storia si è classificata seconda al quarto contest di Acciofanfiction.
È fortemente raccomandata a chi ha già letto "In guerra e tra le pozioni".
Trama: Il Cappello Parlante assegna i nuovi studenti ad Hogwarts a seconda delle qualità che vede in loro.
Qualcuno non intuisce subito quale talento il Cappello abbia deciso di valorizzare o quale aspettativa riponga in lui.
Ma tutti, prima o poi, scoprono che chiarezza cosa era stato visto in loro e che significato abbia la loro collocazione in una Casa.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cedric Diggory, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ravenpuff - la ragazza di Corvorosso

« Cześć. » sussurrò una voce proveniente dall'interno del cappello, direttamente all'orecchio della ragazza.
« Cześć. » ripeté muovendo appena le labbra la ragazza, sulle cui orecchie poggiava un vecchio, logoro cappello pieno di strappi e cuciture.
« Jak się masz? » chiese la voce del Cappello.
« Bene, » rispose mentalmente la ragazza, « ma non sono più abituata a parlare polacco ».
« Peccato, » riprese il Cappello, « mi sarebbe piaciuto cambiare lingua, una volta ogni tanto. Non è il polacco la tua lingua madre? »
« Da piccola, » spiegò la ragazza, senza formulare le parole con le labbra, « con mia nonna, lo parlavo sempre. Ma è morta da tre anni. Mio padre appartiene ad una famiglia di maghi inglesi ».
« La famiglia di tua madre » osservò il Cappello, « è vecchia di secoli. Molto più di quella di tuo padre ».
« Così mi è stato detto. » Confermò la ragazza.
« Devi essere orgogliosa. » L'esortò il Cappello, « Questo ti distingue da molti dei ragazzi che ho smistato oggi. Sì, credo che i Serpeverde ti vorrebbero nella loro Casa ».
« Non credo » precisò la ragazza, « che qualcuno nella famiglia di mia madre sia mai stato ad Hogwarts. Mio padre invece sì. Fu Prefetto di Corvonero ».
« E Corvonero » aggiunse il Cappello, « potrebbe essere adatta anche a te. Vedo che sei intelligente, come tuo padre, e so che hai già appreso molto ».
« Quello che ho potuto. » commentò lei, senza timidezza né compiacimento.
« Vorresti essere smistata a Corvonero? » domandò il Cappello.
« Sono certa che sarei degna di quella Casa. » rispose la ragazza.
« Ben detto. » giudicò il cappello, « Sei consapevole della tua intelligenza, ma io vedo anche altri talenti, che non voglio vadano sprecati. Eppure questo rischieresti tra i Corvonero ».
« Di non far figurare la mia intelligenza? » chiese la ragazza.
« L'intelligenza » osservò il Cappello, « deve essere bene indirizzata, per ben figurare. Ma in te c'è molto contrasto tra quello che sai di essere e quello che senti di essere ».
« Non capisco. » ammise lei.
« In cosa vorresti essere messa alla prova nei prossimi sette anni? » la incalzò il Cappello, « Preferisci imparare quello che conosci già in gran parte o quello che non sai e nemmeno immagini di non sapere? »
« Voglio imparare quello di cui non conosco nulla. » rispose la ragazza, decisa.
« Lo immaginavo. » commentò il Cappello con compiacimento, « Adesso vedo dove la tua determinazione è profonda e per questo so quale deve essere la tua Casa ».
E la successiva parola del Cappello fu udita da tutta la Sala « Tassorosso ».
L'applauso di molte mani salutò la decisione del Cappello e festosa urla di acclamazione accompagnarono la ragazza mentre consegnava il Cappello ad un'insegnante e si dirigeva al tavolo della Casa di Tassorosso. Con la cerimonia dello Smistamento, per lei era iniziata la carriera alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
« Benvenuta, Krims » la salutò un ragazzo più grande di lei, con il distintivo di Prefetto appuntato sulla divisa ed un biondo riccio di capelli che spuntava sotto il cappello da mago. « C'è un posto a sedere lì ».
Krims, una ragazza bionda e magra, dalla morbida pelle chiara e le labbra sottili, il cui viso dimostrava qualcosa in più dei suoi undici anni, raggiunse con calma il punto del tavolo indicatole e sedette al posto suggeritole, senza un cenno o uno sguardo rivolto ai suoi nuovi compagni.
Ricevette un sorriso ampio e caloroso da un ragazzo che sedeva quasi di fronte a lei. Non si degnò di rispondere, né di guardare in quella direzione.
Ma il ragazzo non si arrese e le rivolse la parola.
« Maria Krims. » la chiamò.
Maria finalmente pose i suoi occhi azzurri sul viso ancora sorridente del ragazzo. Nonostante fosse seduto, era evidente che era molto alto. Aveva un viso decisamente infantile, a cui quel sorriso però donava un confortante calore.
« Mi hanno smistato poco prima di te. » le rammentò, « Ricordi il mio nome? Cedric Diggory ».
Maria annuì. « Lo ricorderò ».

« E questo cosa sarebbe? » disse una voce sarcastica, gelida come la segreta in cui queste parole venivano pronunciate.
« Forse non ti è chiara la differenza » continuò la voce, « tra un calderone caldo ed uno freddo ».
Era la voce di un uomo dalla carnagione olivastra, con un lungo naso aquilino e untuosi capelli neri, che si muoveva agitando il suo nero mantello. L'uomo che tutti i ragazzi intenti a mescere liquidi, aggiungere ingredienti, tagliare o mescolare sapevano essere Severus Piton, l'insegnante di Pozioni.
« Possibile che il concetto che qualsiasi composto » e fece una pausa, fulminando con lo sguardo la ragazza mora davanti al calderone, « si ottiene con un minimo di accortezza sulla temperatura a cui si lavora, rimanga del tutto alieno dalla memoria di alcuni di voi? »
Si spostò al calderone vicino.
« Meraviglioso. » disse l'uomo, ma la sua voce faceva intendere che la cosa a cui si riferiva, qualunque cosa fosse, non lo era affatto. « Abbiamo qui un pioniere in fatto di pozioni. Non avvertite anche voi il pestilenziale profumo di aglio che viene da questo calderone? »
Il ragazzo vicino al calderone su cui si era chinato Piton tremava visibilmente.
« Dimmi, Krims, » domandò questi, « perché nella pozione che stiamo preparando non va aggiunto l'aglio, ma il ginseng? »
« Perché, sebbene le radici abbiamo proprietà relativamente simili, » rispose la ragazza che era presso il calderone successivo, « in questa pozione l'aglio neutralizza l'effetto delle squame di salamandra ».
L'insegnante di Pozioni si avvicinò al calderone di Maria.
« Questo calderone è spento. » sottolineò.
« Sì, professore » confermò lei, « io ho finito ».
« Guarda la Corvorosso. » sussurrò maligna una voce nasale alle sue spalle.
L'uomo diede un rapido sguardo alla pozione e sollevò per un istante un sopracciglio.
« Immagino che avere per padre il Responsabile di un Reparto al San Mungo » osservò, « comporti una familiarità con le pozioni più elementari ».
Mosse alcuni passi verso la cattedra.
« Ad ogni modo quella pozione vale dieci punti per la Casa di Tassorosso. » annunciò il professore.
« Ma sono costretto » aggiunse subito con un ghigno cattivo e lasciando che la classe intera tenesse il fiato sospeso, nella successiva pausa di pochi secondi, « a toglierne cinque per quell'esperimento così innovativamente insensato ».
Per la classe si sparse un mormorio di malcontento.
Il ragazzo che aveva messo l'aglio nella pozione si avvicinò a Maria.
« Complimenti, Krims. » le disse con un un velo di ironia. « Peccato che tu non abbia trovato il tempo di fermarmi mentre mettevo l'aglio. Tassorosso avrebbe cinque punti in più ».
E le diede immediatamente le spalle. Maria strinse il mestolo con rabbia.
« Corvorosso. » udì dire dal ragazzo, mentre questi usciva dal sotterraneo.

Alcuni ragazzi erano schierati su due file che si fronteggiavano, nel cortile della scuola. Su una fila erano allineati studenti che portavano sull'uniforme uno stemma bronzo e azzurro, su cui era disegnato un rapace, lo stemma della Casa di Corvonero. Di fronte a loro, i ragazzi avevano appuntato sulla divisa lo stemma giallo e nero di Tassorosso. Cedric era alla destra di Maria.
Madama Bumb, l'insegnante di Volo, camminava tra le due file di ragazzi gettando sguardi ora da un lato ora dall'altro, tenendo un fischieto tra le labbra. Alla destra di ogni studente, adagiata sul terreno, era una scopa di saggina, che non sembrava diversa da qualsiasi altro oggetto privo di poteri magici.
Ma quando Madama Bumb fischiò, i ragazzi dissero in coro « Su! » ed alcune scope si animarono, volando verso la presa del ragazzo più vicino. Cedric prese la scopa comandandò « Su. » una sola volta, in tono quasi amichevole.
Maria strinse la labbra mentre la sua scopa rimaneva ferma a terra nonostante il suo primo richiamo. Disse « Su. » una seconda volta in tono più deciso ed anche lei afferrò la scopa che volava tra le sue mani.
Cedric non era stato il solo ad ottenere obbedienza dalla scopa incantata al primo tentativo. Anche una piccola ragazza di Corvonero, dai capelli crespi e la pelle scura, che si trovava proprio di fronte a Maria, aveva raccolto la sua scopa con apparente facilità.
In generale però alla maggioranza dei ragazzi occorsero più di tre tentativi per richiamare la loro scopa.
L'insegnante di Volo mimò la corretta impugnatura che si doveva utilizzare per afferrare la scopa e mostrò come posizionarsi a cavallo della stessa. Poi ordinò che al suo successivo fischio i ragazzi si spingessero con la punta dei piedi verso l'alto.
Quando fischiò, Maria si sollevò con grazia di un metro abbondante. Intravide alla sua sinistra una compagna che saliva sghemba, a destra invece Cedric si era allontanato dal terreno solo di trenta centimentri e oscillava incerto verso sinistra. Maria fluttuò lentamente al terreno e lo raggiunse mentre Cedric scivolava giù. Cadde sul piede sinistro e la scopa lo seguì a terra, rimbalzando e rovinando proprio davanti ai piedi di Maria.
I Corvonero di fronte a lui risero. Anche la bambina dalla pelle scura tratteneva a stento delle vezzose risatine.
Maria si chinò in fretta a raccogliere la scopa e la porse a Cedric.
« Diggory. » gli raccomandò, « Fai più attenzione, o ci toglierà dei punti! »
Cedric, invece di prendere la scopa, si portò una mano dietro la testa ed iniziò a ridere. Gli rispose una risata fragorosa da parte dei Corvonero e dei Tassorosso più vicini. Solo Maria, perplessa, rimase seria.
« Non credo che sia divertente. » osservò.
Ma la bambina di fronte a lei doveva pensarla diversamente. Ora rideva apertamente, con gli occhi ridotti a due fessure.
Cedric prese con dolcezza la scopa dalle mani di Maria.
« Grazie, Krims. » le disse, nel momento in cui Madama Bumb si voltava verso di loro.
Maria lo trafisse con uno sguardo di disapprovazione.

La Sala Comune di Tassorosso era piuttosto animata dalla presenza di gruppi di studenti di ogni età, intenti in conversazione. Maria sedeva ad un angono di un tavolo, con il "Manuale degli Incantesimi" aperto di fronte a sé, la bacchetta in pugno, le sopracciglia aggrottate mentre muoveva il polso memorizzando le istruzioni del manuale.
« Krims, scusami, devo chiederti un favore. » disse una voce.
Maria riconobbe senza sforzo il proprietario di quella voce, l'unico che le aveva rivolto la parola oltre lo stretto necessario per tutto il primo mese di scuola.
« Diggory? » chiese alzando lo sguardo.
« Grace Madley ed io volevamo preparare Incantesimi, » spiegò, « ma lei è indietro con il tema di Pozioni per domani. Se tu l'aiuti a completarlo, sono certo che finirà in meno di un'ora ».
Maria sgranò gli occhi.
« Dovrebbe essere lei a chiedermi aiuto, non credi? » osservò.
« Sì. » convenne Cedric, « Ma è quello che sto facendo io, per lei e per me ».
Maria posò con delicatezza la bacchetta sul tavolo.
« Perché mai pensi di avere bisogno del mio aiuto? Non puoi chiedere ad un altro? »
Cedric le rivolse uno dei suoi franchi e luminosi sorrisi.
« Certo. Ma la migliore allieva del corso Pozioni tra i Tassorosso del primo anno sei tu. » osservò.
Maria toccò con l'indice l'estremità della bacchetta e la spinse in modo di spostare prima a destra poi a sinistra l'estremità opposta.
« Sono una Tassorosso, Diggory? » domandò Maria, « O piuttosto una Corvorosso, una che doveva andare a Corvonero, invece è finita per sbaglio a Tassorosso ».
« È vero » confermò Cedric, « anche io ho sentito che ti chiamano con quel soprannome. Tutti pensano che le persone più intelligenti vanno a Corvonero, ma evidentemente non è così ».
Maria strinse la punta della bacchetta tra l'indice e il medio.
« Quel soprannome è offensivo, Diggory. A qualcuno sembra che io non voglia appartenere a questa Casa ».
« Ma non è così, giusto? » replicò Cedric, « Tu non vorresti andare via di qui ».
Maria lo fissò con astio.
« La verità, Diggory, » sentenziò freddamente, « è che non ho alternative. Il Cappello mi ha smistata qui. Qui io devo imparare quello che nemmeno immagino di non sapere. E qui devo restare, per quanto a nessuno importi di me ».
« Onestamente, Krims, » osservò Cedric con una punta di rimprovero, « sembra che tu ti trovi bene, seduta in un angolo da sola. Forse dovresti provare a parlare con qualcuno, ogni tanto ».
« Onestamente, Diggory, » replicò con durezza Maria, « se non mi accadesse di essere chiamata Corvorosso più spesso che di essere chiamata con il mio primo nome, potrei anche farlo ».
Il sorriso di Cedric si spense. Il ragazzo alzò lo sguardo riflettendo.
« Sì. » concluse, « penso che Grace possa anche finire il tema da sola ».
Maria impugnò la bacchetta e riprese a studiare l'incantesimo. Eseguì tre volte il movimento descritto, ignara del fatto che Cedric aveva abbassato gli occhi su di lei.
« Fai attenzione a non muovere la spalla, Maria. » disse la voce del ragazzo.
Maria si toccò la spalla destra con la mano senza bacchetta. Poi cercò gli occhi del ragazzo, che ora sorrideva nuovamente. Lo squadrò con un'occhiata in tralice, ma posò la bacchetta.
« Dì a Madley di farmi leggere quel tema. » comandò.
« Solo se poi studiamo Incantesimi insieme, tutti e tre. » propose Cedric.
Maria camuffò un sorriso in una smorfia di disapprovazione e annuì.

Era mattina presto e la biblioteca della Scuola era ancora praticamente vuota. Solo un paio di studenti di Corvonero del settimo anno erano già ad uno dei tavoli, consultando libri in fretta con una pergamena scritta per metà e l'aria di chi la notte ha dormito poco. Madama Pince, la bibliotecaria, non sembrò tuttavia sorpresa di scorgere Maria che attraversava la soglia d'ingresso.
« Krims, buongiorno, » esordì con il tono sommesso che pretendeva che fosse tenuto da chiunque avesse varcato quella soglia, « temo di doverti dare ancora una volta la stessa risposta. Il libro che cerchi non è ancora stato restituito ».
Maria squadrò la libreria più vicina, come se il volume dovesse saltare fuori da essa per quello sguardo. Poi frugò nella sua borsa e ne prese un libro.
« Intanto le restituisco questo » annunciò, nella biblioteca vuota le sue parole erano chiare, sebbene il suo tono di voce imitasse quello di Madama Pince. « Ho letto solo l'indice, le pozioni che spiega sono tutte decisamente semplici ».
« Ci sono anche le pozioni del secondo anno, lì dentro. » puntualizzò la donna.
Maria non replicò e si limitò a posare il libro al tavolo più vicino, uno dei due Corvonero l'osservò per qualche istante.
« Dunque Krims » riprese Madama Pince, « vedo che quel libro ti sta molto a cuore e so che sei una ragazza tranquilla, per cui ti darò eccezionalmente un aiuto. La tua compagna che ha quel libro, una ragazza del primo anno come te, ne deve restituire altri otto. Forse può privarsi di quello che ti occorre, se glielo chiedi gentilmente ».
Maria annuì lentamente.
« Si chiama Victoria Frobisher. » continuò la donna. « È una Grifondoro ».
Maria ringraziò Madama Pince e si diresse immediatamente verso la Sala Grande.

Maria scendeva gli ultimi gradini della grande scalinata che conduceva verso l'ingresso della scuola, quando udì un saluto divenuto ormai consueto.
« Buongiorno, Maria ».
Ovviamente era Cedric.
« Hai già fatto colazione, oggi? » continuò il ragazzo, che si era fermato all'ingresso vicino alla porta della Sala Grande. Fece cenno ai quattro che erano con lui di precederlo al tavolo di Tassorosso e attese di essere raggiunto da Maria.
« No. » rispose Maria, « Sono stata subito in biblioteca e devo chiedere ad una certa Frobisher se può restituire un libro. Spero di trovarla qui ».
« Probabilmente, la cosa più semplice da fare » suggerì Cedric, « è chiedere ad un Prefetto ».
Si incamminarono verso il tavolo di Grifondoro, dove sedevano solo pochi studenti. Uno di loro, un ragazzo dai capelli rossi e le lentiggini, sedeva al tavolo guardando nella loro direzione. Cedric sorrise e gli rivolse immediatamente la parola.
« Scusa, cercavamo un Prefetto di Grifondoro ».
L'altro diede uno sguardo a Maria prima di replicare.
« Oh, temo che siano al momento in infermeria, uno sfortunato incidente ad uno di loro. Gli è piovuta addosso una maledizione Vuotabudella, mentre portava al signor Gazza alcuni oggetti sequestrati in Sala Comune ».
Maria registrò uno strano luccichìo di soddisfazione negli occhi del ragazzo, che contrastava con il suo tono costernato. Cedric invece si rivolse a Maria distogliendo l'attenzione dal loro interlocutore.
« Se i Prefetti di Grifondoro sono in infermeria, » osservò, « possiamo chiedere aiuto a Weasley, mi hanno detto che è molto cordiale ».
« Aspetta un secondo » intervenne una voce alle loro spalle, « fammi capire quello che stai dicendo ».
Cedric e Maria, voltandosi verso la voce, si trovarono apparentemente faccia a faccia con il medesimo ragazzo che era seduto al tavolo.
« Sì, » disse una voce proveniente dal tavolo, quella del Grifondoro con cui avevano parlato in precedenza, « c'è da fare attenzione a quello che dici ».
« Non dovresti » lo ammonì il ragazzo che ne era la copia esatta, « cercare aiuto da 'Weasley' con tutta questa leggerezza ».
« Potresti trovarti in una situazione spiacevole. » confermò allarmato il ragazzo seduto al tavolo.
« Potrebbero indirizzarti da nostro fratello Percy. » aggiunse il ragazzo sopraggiunto, rabbrividendo.
« Fratello? » domandò Cedric, confuso da quella sorta di monologo a due voci.
« Beh, Fred, » commentò il ragazzo al tavolo « qualcuno che lo conosce abbastanza poco da scambiarlo per una persona cordiale ».
« Giusto, George. » convenne l'interpellato « D'altra parte Charlie potrebbe aiutarti ».
« Certo che lo farebbe, » esclamò George, « se riuscissi a farti sentire mentre vola cercando il Boccino ».
« Oppure » osservò Fred, « se fossi in grado di sottrarlo a fauci ed artigli della abominevole creatura che il professor Kettleburn gli ha assegnato come progetto scolastico ».
« Ed ovviamente riuscissi a sottrarle anche te stesso. » puntualizzò George.
« Siete gemelli, vedo. » intervenne Maria con tono disinvolto, « Fred e George Weasley. Di Grifondoro. Penso che possiate aiutarci ».
« Questa è veramente una ragazza sveglia, Fred. » giudicò George.
« Sì, » confermò Fred « centra l'essenziale, e va dritta al punto, senza giri di parole e tortuosi percorsi mentali ».
« Conoscete Victoria Frobisher? » chiese Maria, senza battere ciglio, « Grifondoro, primo anno ».
« Che ti dicevo, George? » insisté Fred, « Nulla la turba ».
« Quella tipa bionda, » rispose George, « con i capelli ricci corti, magra e alta, si sta alzando adesso dal tavolo ».
« Grazie, » disse Maria, chinando impercettibilmente il capo, « vi sono obbligata per la vostra cortesia ».
Fred e George si scambiarono un sguardo di intesa.
« Non ringraziarci, » le raccomandò Fred, « specialmente non in questo modo ».
« Già, » concordò George, « non siamo persone che possano dirsi raffinatamente educate ».
Fred oltrepassò i due Tassorosso e sedette al tavolo con il gemello. Maria individuò la Grifondoro che corrispondeva alla descrizione di George e si diresse verso di lei.
« Divertenti quei Grifondoro. » commentò con condiscendenza, a beneficio di Cedric che la seguiva.
« Certo, sì, » considerò Cedric, « ma mi hanno un po' frastornato ».

La ragazza che era stata indicata come Victoria Frobisher era accando a due Grifondoro, un ragazzo smilzo ed una ragazza più grande un po' tarchiata.
Maria camminò diretta verso di lei, mentre Cedric la raggiunse evitando un gruppo di Serpeverde del terzo anno diretto in Sala Grande, uno di loro lanciò anche un interessato sguardo a Maria.
Quest'ultima non diede mostra di notare né i Serpeverde, né Cedric, né gli altri due Grifondoro. Giunse alle spalle della ragazza bionda e le domandò « Sei tu, Victoria Frobisher? »
L'interpellata si girò. Era decisamente più alta di Maria e per pochi centimetri superava perfino Cedric. Maria ne notò le orecchie a sventola e gli occhi stretti.
« Sì, che c'è? » replicò Victoria.
« Sono Maria Krims, » spiegò l'altra, « ho bisogno di un libro che devi restituire in biblioteca. "Incantesimi complessi per principianti" ».
« Piuttosto interessante » l'informò Victoria, « ne avrei continuato volentieri la lettura, ma mio zio Hector mi ha parlato con tanto fervore dell'allevamento degli Snasi che non sono riuscita a terminare di leggerlo. Interessanti creature gli Snasi, sai quanto è difficile mettere a punto la loro dieta? Ci sono molti pareri discordanti su quale tipo di nutrimento ne enfatizzi le capacità olfattive. Però devo dire che, a parte gli Snasi, il libro che mi ha consigliato zio Hector non mi ha intenzionato più di tanto. Lo zio Ulysse mi ha suggerito invece un volume sui luoghi magici più noti del Paese. Bello, ma credo che per questo genere di cosa i libri non bastino mai, si dovrebbe andare a vedere quesi posti di persona. Leggendo infatti mi è venuta una certa curiosità sulla teoria della Materializzazione ».
Maria fissava Victoria negli occhi con calma e determinazione.
« Una perdita di tempo, » continuò Victoria « il libro che ho trovato è molto tecnico e decisamente non sono in grado di comprendere nulla. D'altronde dopo un mese e mezzo di scuola non sarebbe strano il contrario? Per questo ho preso quel libro sui viaggi magici. Ora che ci penso il libro sulla Materializzazione dotrei anche restituirlo. A proposito, mi avevi chiesto di un libro, giusto? »
« "Incantesimi complessi per principianti" » ripeté Maria inespressiva. Gli altri due Grifondoro si dileguarono con un cenno di saluto a cui Victoria rispose con un rapido sorriso.
« Quello, gia! » esclamò la ragazza, « zia Clizia mi aveva suggerito leggere una completa trattazione sulla costruzione delle bacchette e di altri oggetti magici, ma non prima di aver terminato il libro che cerchi. In realtà come lettura propedeutica non è esattamente quello che mi aspettavo, si direbbe che parli di tutt'altro, anche se devo dire che l'introduzione accenna anche ad incantesimi permanenti sugli oggetti. I miei parenti hanno preso decisamente sul serio il fatto che io sia entrata ad Hogwarts, deve essere perché sono la prima di tutti i miei cugini, non pensi? »
« Direi di sì. » intervenne Cedric con un largo e divertito sorriso, « Ciao. Io sono Cedric Diggory ».
« Piacere mio. » disse Victoria stringendogli la mano, « anche a te occorre un libro che ho io? »
« Sinceramente, » spiegò Cedric, « stavo solo aspettando Maria per la colazione ».
« Ah, capisco. » si scusò Victoria leggermente imbarazzata, « mi dispiace avervi portato via tanto tempo. Allora ciao ».
« E il libro? » insisté con durezza Maria.
« Lo restituisco prima di mezzogiorno, promesso. » rispose Victoria, voltatasi un istante verso la Tassorosso.
« Spero che lo faccia sul serio. » si augurò Maria cupa, « È una tipa stramba ».
« Io la trovo simpatica, invece. » concluse Cedric.

   
 
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