L’aria vibrava nella piccola stanza.
La luca flebile filtrava attraverso
la finestra socchiusa.
La ragazza passò una mano tra i capelli corti,
spostando delle ciocche che le ricadevano sulla fronte.
Fronte
spaziosa.
Seduta scomodamente tra le coperte ruvide fissava un punto nascosto
nell’ombra della camera.
Nascosto.
I suoi sensi erano tesi, come quando,
nel mezzo di una missione, avvertiva l’angoscioso presentimento del
pericolo.
Era sensibile. Lei.
Avvertì un fastidioso brivido percorrerle la
schiena.
Deglutì a fatica prima di voltarsi, stampandosi sulle labbra un
falso sorriso.
Falso.
I suoi capelli neri erano come una macchia su quel lenzuolo.
Immobili,
sottili.
Il suo sguardo scese lungo la linea del suo viso, per osservare poi
le sue iridi scure.
Si chiese perché non smettesse di fissarla.
Increspò
il bel sorriso falso, abbassando lo sguardo.
- merda…- disse infine, voltando
di nuovo il viso.
Attese qualche istante un suono, una risposta, un
cenno.
Nulla.
Si alzò, mostrando la pelle lattea della schiena
nuda.
- Sakura…- la ragazza si voltò verso il giovane che la fissava con una mano
nei capelli, nello sguardo la solita aria annoiata.
- Allora…che vuoi?...-
rispose lei, scrutandolo severa.
Il ragazzo si sedette sul letto sfatto,
lasciando scivolare la coperta sul torace nudo, sospirando rassegnato.
Sakura
trattenne il respiro.
Mai aveva pensato che l’insopportabile ragazzo che
conosceva da bambina sarebbe diventato l’uomo che ora giaceva su quel
letto.
Sul suo letto.
Avvertì una fitta allo stomaco, come una ferita che
torna ad aprirsi.
Sospirò.
- non c’è bisogno che tu dica niente…- gli
disse semplicemente, sorridendo.
- Meglio così- rispose lui, portando le mani
dietro la nuca.
Scese nuovamente il silenzio tra i due giovani.
Il ragazzo seguiva con lo sguardo le crepe nel soffitto.
Stava cominciando
ad annoiarsi, ma, considerando chi lui fosse, ciò era normale.
Provò ad
ignorare la ragazza che si muoveva nella stanza, concentrandosi sul mobilio
colorato, sulle pareti spoglie, sulle foto strappate.
Era una stanza sospesa
tra l’infanzia e la maturità.
Sospesa.
Come sospesa era la sua
padrona.
Si chiese perché si trovasse lì.
Perché due come loro avessero
finito per cercarsi.
E per trovarsi, pensò amareggiato.
Perché a Nara Shikamaru quella situazione non piaceva.
Non piaceva
trovarsi nella stanza della Haruno.
Non gli piaceva il suo profumo
melenso.
Non gli piaceva la sua voce acuta.
Eppure…
Si abbandonò di
nuovo sul letto, socchiudendo gli occhi.
- e tra Ino e Temari…hai finalmente
preso una decisione?...- la voce di lei gli risuonò nella testa.
- Mmm… - si
sforzò di rispondere, ancora preso nel suo torpore
- Voi femmine siete delle
pettegole, oltre che delle scocciature…- aggiunse infine, aprendo gli
occhi.
Sakura si fingeva indaffarata.
Raccoglieva i vestiti che erano stati
gettati con foga nella stanza qualche ora prima.
I loro
vestiti.
Raccoglieva le armi che erano state usate fino a qualche ora
prima.
Le loro armi.
Raccoglieva quel po’ di orgoglio che le era
rimasto.
Come se fosse possibile, pensò lui, guardandola.
- e tu…hai scelto se iniziare a vivere o continuare a rincorrere qualcuno che
non tornerà?!- riprese lui, attirando l’attenzione di Sakura, che, intanto,
indossava uno dei suoi vestiti carminio.
- Anche voi ragazzi sapete essere
delle grandi scocciature…- rispose, sorridendo di un sorriso falso.
Lui
increspò le labbra come a lei piaceva.
Di un sorriso amaro, oscuro.
Un
sorriso che a lei piaceva.
Un sorriso che non era il suo.
Shikamaru si alzò in piedi, rivestendosi velocemente.
Sentì sulla pelle lo
sguardo di Sakura fissare il suo corpo, ma, quando tentò di rispondere a quello
sguardo, lei si voltò.
- non dovremmo farlo più…è stata una pazzia…- la voce
di lei fu un sussurro, tanto flebile da essere quasi impercettibile.
- È
questo che volevo dirti…- l’interruppe lui, allacciandosi il gilet
- …anche
le volte scorse..- aggiunse, fremendo lievemente.
Sakura gli si
avvicinò.
Shikamaru scrutò nei suoi occhi, cercando di ricordare tutte le volte che
l’aveva vista piangere.
Vi cercò una lacrima, una sola, che potesse
spiegargli il perché non riuscisse ancora ad andarsene da quella
stanza.
Eppure…
Nei suoi occhi scorgeva solo un’immensa
solitudine.
Tanto grande da non poterla afferrare.
Sconfinata.
Sterminata.
Ed era quella solitudine che gli rendeva così difficile il dirle
addio.
Le passò un dito sulla guancia morbida.
Evocò il volto di Ino. No…. troppo
sottile.
Evocò il volto di Temari. No…il suo era troppo duro.
- Grazie
Shika…- disse lei, lasciandogli un bacio sulla guancia.
Il ragazzo arrossì
leggermente e la ragazza scoppiò in una risata.
- che c’è Shikamaru?!...
arrossisci per un semplice bacio dopo quello che abbiamo fatto?- gli disse,
portando le mani sui suoi fianchi.
Lui restò serio, sgranando, infine, i
piccoli occhi.
Sakura aveva detestato, un tempo che ora gli sembrava troppo lontano, quel
ragazzo.
È solo un Debole. Codardo. Incapace.
Non come L’uomo che
amerò. Non come l’uomo che amo.
Non come Sasuke.
Sakura scosse il
capo.
Aveva sempre sbagliato tutto.
- sai…che hai ragione
Shikamaru?!...è tutto così noioso..-
Ma era stato Shikamaru a scegliere di
sacrificarsi, quando era stata la follia del ragazzo che amava, a portarli via
dal villaggio.
Era stato Shikamaru a rischiare, per renderle quello che non
aveva mai avuto.
Era stato Shikamaru a rimanere accanto a lei
quando…
- ..no noiosa sei tu…- le disse lui, avvicinandosi alla porta.
Portò una
mano sulla maniglia gelida, nonostante l’aria calda e soffocante che riempiva la
stanza.
Un’aria che era impregnata di loro.
Delle loro voci roche, del
loro sudore.
Si voltò un’ultima volta a fissare la giovane amante.
- spero
di…-
- si lo spero anche io…- l’interruppe lui, con il solito tono
distaccato, prima di aprire la porta e sparire.
Sakura represse un gemito.
Si sarebbero rivisti.
Questo era
ovvio.
Si avvicino al letto sfatto, gettandovisi, immergendo la testa nelle
coperte.
Pensò al fragore della battaglia della notte prima.
All’odore del
sangue.
Alla speranza che quel sangue non fosse delle persone che
amava.
Ai nemici che aveva ucciso.
Ai volti esanimi che
aveva osservato incurante.
Alla corsa.
All’affanno.
A LUI. Uchiha
Sasuke.
Lui che mieteva vittime con sguardo spento.
Lui che si era
rifiutato persino di affrontarla, per lasciarla sola ancora una volta.
A
Shikamaru che l’aveva trovata.
A Shikamaru che l’aveva scossa, risvegliata.
A Shikamaru.
Spalancò i grandi occhi Sakura.
Doveva smetterla di tornare in quel
labirinto.
Si alzò in piedi aprendo la finestra.
L’odore della vita aveva
già iniziato ad inondare il villaggio…anche se ormai debole, stremato.
La
guerra era anche questo.
Lo so...il pairing è assolutamente
assurdo!...ma...bhe almeno ho tentato! ^^"..spero che il tentativo non vi sia
dispiaciuto troppo..
Grazie a tutte coloro che hanno letto questa ficcy e un
grazie enorme a coloro che lasceranno una recensioncina, anche piccina
piccina!
p.s. volevo ringraziare tutte coloro che hanno recensito le mie
altre ficcy!...mi date la voglia di scrivere! spero che almeno un pò ne valga la
pena...
Un mega bacione!
Roberta