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Autore: Calipso19    01/10/2012    0 recensioni
Come inizio si usa partire dai sogni. E per osservare tutto il suo regno, una principessa non deve far altro che chiudere gli occhi come per sognare.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! 
Questa è la prima storia che pubblico se EFP, ed è stata scritta più di un anno fa. 
Si tratta di un sogno che ho fatto una notte che mi ha svegliato con uno strano senso d'inquetudine e meraviglia assieme che ho subito scritto, per poi dimenticarlo in archivio. Ora lo condivido con voi. 
Spero sia di vostro gradimento!


 

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Non era che l'alba quando la carrozza reale giunse a destinazione, al palazzo reale. Il sontuoso mezzo trainato da due splendidi cavalli bianchi venne trainato attraverso le gallerie che dominavano il piano terra della raffinata architettura del palazzo, un edificio costruito sulla vetta di un colle, bianco di calce e dalle decorazioni ricche ed eleganti. 




A quell'ora del mattino era tutto offuscato dalla nebbia bianca come latte, e le guardie reali stavano ritte e attente pronte per rendere omaggio alla principessa. Ella si trovava nella carrozza, ed era appena tornata nel suo regno, che non vedeva l'ora di vederla. 

Era ancora presto, ma Burne e Tappo erano già nella cucina del palazzo intenti a svuotare con estremo piacere l'enorme pinta piena di birra chiara. 

Erano due umili servitori, il cui dovere era quello di girare il villaggio a bordo di un carretto e di rifornire il palazzo di provviste. Dovevano andare in campagna dai fattori per la verdura, sulle colline più vicine per i frutti e in città per tutte le altre cose di cui la principessa non poteva fare a meno. 

 

- Burne, secondo te vedremo presto la principessa? 

 

- Non lo so Tappo, ma di certo sarà un'esperienza emozionante: dicono che sia bellissima! - rispose Burne. 

 

In quel momento di pace, un urlo ruppe il silenzio: erano le guardie nel cortile del palazzo.

 

- Allarme! Allarme! E' scomparsa la principessa! 

 

E in meno di un secondo, decine e decine di guardie si precipitarono per i corridoi esterni del palazzo, correndo qua e là, come una mandria impazzita. 

 

- Ohibò - esclamò Tappo. - Come hanno fatto a perdere la principessa se fino a un attimo fa si trovava nella carrozza? 

 

- Non lo so, dev'essere scappata! 

 

I due uscirono all'esterno: ormai tutte le guardie si erano precipitate fuori a cercarla. I cortili erano deserti. Il sole stava sorgendo in quel momento, illuminando i raffinati pavimenti di terracotta bagnati di rugiada e l'aria densa di nebbia.

Solo dietro le colonne portanti vi era ancora un pò d'ombra, e a Tappo parve di scorgere una figura nascosta dietro a una di esse.

 

- Burne, c'è qualcosa che non va: c'è qualcuno dietro a quella colonna! 

 

I due si avvicinarono sospettosi. 

 

- Chi sei? Chi va là? Scopriti, vieni avanti! - ordinò Burne. Erano solo due umili servitori, ma era comunque loro dovere difendere il castello. 

 

La figura per un attimo non si mosse. Poi, si avvicinò. Appena uscì dall'ombra e la luce la illuminò, i due riconobbero la figura imperiale della principessa. 

 

- Scusate se vi ho spaventato. - disse lei con la sua dolcissima voce.

 

I due umili servitori non risposero. Rimasero a bocca aperta a contemplare la meraviglia davanti a loro. Era una meravigliosa donna giovane ma dall'aspetto saggio e autoritario, alta e aggraziata. Indossava un lungo abito fucsia di seta pregiatissima e un corpetto d'argento. Al collo e ai polsi portava finissimi gioielli d'argento che parevano gocce d'acqua. E quel viso… quel bellissimo viso perfettamente ovale, senza un'imperfezione, e il mento perfettamente a punta, le sopracciglia arcuate e due splendidi occhi azzurri. Le labbra viola erano chiuse e immobili in una dolce espressione. Sui capelli biondissimi raccolti in un fermaglio d'argento vi era posta una piccola corona di diamante, a forma di fiamma stilizzata, con mille perline e minuscole pietre preziose incastonate. 

Era bellissima.

Quando il silenzio si dilungò, la principessa portò avanti il busto, e la sua espressione serena si trasformò in una sorta di supplica.

 

- Vi prego - esclamò a mani giunte - Non guardatemi così! Sono la principessa ma non sono superiore a una qualunque creatura su questa terra. E non chiamate le guardie per carità: sono sfuggita loro per avere un pò di pace e per salutare con calma il mio castello che non vedo da molto tempo. Voi non immaginate quanto sia duro fare la principessa! 

 

I due servitori annuirono, ancora un pò sorpresi per quell'incontro così particolare, e si inchinarono con riverenza.

 

- Maestà - disse Burne - avete già visitato il vostro regno? 

 

La principessa scosse la testa e chiuse gli occhi. In un attimo ebbe davanti a sè tutto il suo regno, come visto dall'alto, per magia. Il suo invisibile sguardo passò dalla forma a falce dell'isola, dalle punte rocciose delle montagne a nord e delle foreste rigogliose del sud. Le poche isole erano sassi desertici e sul picco dell'isola vi era un vulcano inattivo. 

 

- Oh si - mormorò la principessa, invasa da quella magia - Adesso ho visto tutto. E' magnifico. 

 

E mentre posava un'ultima volta il suo sguardo sulle montagne, una voce aspra e sgradevole interruppe la sua dolce visione oscurandola di nero, come una nube di temporale. Una nuova minaccia all'orizzonte.

 

- Principessa, vi prenderò.

 

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Rubata a un sogno, quindi impossibile da continuare.





 
  
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