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Autore: Pervinca_    14/04/2007    6 recensioni
No,non voleva una spiegazione…voleva quella luce…bramava quella pace…non voleva più pensare… Poi lo vide.Un ragazzo,giovane ma di età indefinita,inginocchiato accanto a lei,bianco e splendente,la veste candida come i capelli argentei ,sottili e lunghi e le ali,di piume soffici che spuntavano dalle scapole nude visibili sotto la tunica strappata sul di dietro. Sul candore della sua carnagione diafana spiccavano due occhi viola che la fissavano persi in un espressione di amore profondo,appassionati sì,ma in un modo superiore,distaccato ed intimo insieme. Avvertimento: per il rating ero indecisa visto che è piuttosto violento,spero che R vada bene. E' la prima storia che pubblico,aspetto commenti sinceri visto che dei parenti non mi fido ^^.
Genere: Drammatico, Science-fiction, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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gocce rosse Stava morendo. Davvero.
Hina rise,sentendo il sangue riempirle la bocca. La cassa toracica fratturata le impediva di respirare bene. Rantolava. Ormai però il dolore stava svanendo.Sì,tutto sarebbe svanito. Sputò altro sangue. La carne lacerata della ferita sulla schiena le faceva male,bruciava. Sentiva il liquido scuro proveniente da essa macchiare quel che rimaneva delle sue vesti e colare sul pavimento,per poi cadere da qualche parte. Plin,plin.Gocce rosse.
Hina sentiva il dolore andarsene,portando via con sé tutto…tutto…non voleva aprire gli occhi.
Cosa si doveva fare in punto di morte?Ah,già ricordare.Bene,avrebbe ricordato. Non bisognava forse seguire la procedura?
I suoi amici,la sua famiglia,quello sì che faceva male. Più della ferita al fianco. Il suo volto.Andrej.Quanto l’aveva amato….e lui l’aveva tradita. Era uno di loro. Lui l’aveva uccisa.
Eh no,questo non lo poteva proprio accettare. Stava morendo.Per quello stronzo.Per quello stronzo che le aveva rubato il cuore e ora anche la vita. Le aveva tolto tutto.
Pensò alla sua sorellina,non la vedeva da anni,pensò a Yicho,il suo migliore amico…non li avrebbe più rivisti…
Il loro ricordo si sarebbe disperso nel vento…
Il suo ricordo sarebbe svanito…
Mai più,per sempre….parole…
Solo parole…così effimere…inconsistenti….
Ma capaci di ferire…di amare…di uccidere…
Sentì lacrime miste a sangue scenderle lungo il viso,bruciandole le ferite del volto…altro dolore…se ne stava andando…aprì gli occhi…nero…tutto nero…buio.
Provò a muoversi e il dolore tornò.Hina gridò e si contorse aumentando ancora la sua sofferenza. Voleva solo che tutto finisse presto…presto…il sangue caldo ricominciò a fluire dagli squarci della carne,che ormai si stavano infettando. Sentì la presenza di qualcuno accanto a lei. Una presenza ostile.Il suo corpo premette contro la grata. Erano tornati…bene…sorrise,altro sangue lasciò il suo corpo martirizzato. Forse stavolta l’avrebbero ammazzata…
Qualcuno le diede un calcio,Hina non si difese. La torturarono ancora e ancora,altro e altro dolore. Hina però sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta…allora rise…rise in faccia ai suoi aguzzini e ai loro ferri,invisibili nel suo buio…non le avrebbero tolto il diritto di morire…dolore,dolore e ancora dolore…lancinante…ma lei ancora non parlò. Ormai non aveva nulla da perdere…urlò con tutto ciò che rimaneva della sua anima…basta…
Infine la lasciarono in pace,agonizzante sulla grata a sentire il suo sangue colare.Plin,plin.
Aprì gli occhi,sempre immersa nel suo buio. Perché non vedeva? Ah…sì…glieli avevano accecati qualche anno prima…o almeno così le sembrava.Non sapeva quanto tempo fosse passato. Ore,mesi,secoli,secondi? Hina non lo sapeva.Il dolore la divorava,strappandole lo stomaco,artigliandole la carne…poi tutto cominciò nuovamente a scivolare via…lontano…scrutò nel suo buio in lacrime,gli ex occhi azzurri ormai spenti fissavano l‘oscurità…una luce…come poteva essere?
No,non voleva una spiegazione…voleva quella luce…bramava quella pace…non voleva più pensare…
Poi lo vide.Un ragazzo,giovane ma di età indefinita,inginocchiato accanto a lei,bianco e splendente,la veste candida come i capelli argentei sottili e lunghi e le ali,di piume soffici che spuntavano dalle scapole nude visibili sotto la tunica strappata sul di dietro. Sul candore della sua carnagione diafana spiccavano due occhi viola che la fissavano persi in un espressione di amore profondo,appassionati sì,ma in un modo superiore,distaccato ed intimo insieme.
Con una mano le sollevò dolcemente il viso coperto da una maschera di sangue ,l’altra mano gliela posò dolcemente sulla schiena nuda,coperta a tratti dai cenci strappati della sua ex camicetta…le stava portando via il dolore,la stava salvando.Hina lo guardò negli occhi e si perse in quel viola intenso…profondo…immenso…voleva affogarci…

- HINA!-

Andrej entrò nella stanza. Oddio,che aveva fatto…guardò Hina,la sua amata Hina riversa sul pavimento della sala delle torture,il corpo prima così perfetto rovinato…il sangue scendeva copioso…Andrej contrastò la nausea e si precipitò su di lei…stava morendo…ed era colpa sua…era solo un maledetto bastardo!
Perché l’aveva venduta al nemico? Per soldi? Per paura?
Sì,era uno stronzo figlio di puttana.
Sentì le lacrime appannargli la vista,il sapore asprigno del vomito riempirgli la bocca…e lui,da fottuto bastardo qual’era scappò via, lasciando la figurina agonizzante e candida a terra ,in preda alle convulsioni nel buio. Scappò via,con gli abiti macchiati di sangue non suo,il plin plin delle gocce rosse rimbombante nelle orecchie,e poi…e poi lo sguardo cieco di Hina,che aveva casualmente incrociato il suo mentre fuggiva. Colpa.Accusa.Rabbia. Ecco cosa vi aveva letto.Ripensò alle parole di Hina qualche giorno prima,quando stringeva ancora il suo corpo caldo e perfetto dopo una notte di fuoco.Le aveva chiesto cos’avrebbe fatto se un’amico l’avesse pugnalata alle spalle.-Una vita di tormenti e una morte di dolore…-ecco cosa gli aveva risposto dopo qualche istante. Lui aveva riso e le aveva chiesto come.
–Troverò il modo,fidati…-detto questo l’aveva baciato.


E ora terrorizzato quella frase gli risuonava nelle orecchie. Hina aveva poteri molto sviluppati e d era molto vendicativa…

Andrei sentì nuovamente quella frase,come se gli fosse stata sussurrata in un orecchio. –Troverò il modo,fidati…- Sì,si fidava.
Il traditore si mise a piangere come un bambino.


Hina guardava l’angelo. Sì,lo avrebbe seguito. –Sì,vengo…-mormorò – troverò il modo…fidati…-Hina sorrise a fatica. Piangeva ancora. Aveva percepito la presenza di Andrej...figlio di puttana…
No,non l’avrebbe perdonato. Lei era una tipa vendicativa…paradiso o inferno che fosse.
Yicho,il suo migliore amico gliel’aveva detto che Andrej era uno stronzo. Perché non gli aveva dato retta? …Yicho…lui sì che le mancherà…avrebbe tanto voluto vederlo per l’ultima volta…
L’angelo l’accontentò. Vide l’amico,con i lunghi capelli bluastri spettinati come al solito,gli occhi verdi gentili e sorridenti. Che strano…guardarlo le faceva male e bene assieme. Lo amo,pensò. Si era vero,lo amava…questo pensiero non la sorprese né la sconvolse.Era un semplice dato di fatto.
E non l’avrebbe più rivisto…quante cose avrebbe voluto dirgli…ma soprattutto una :-Ti amo Yicho…-


-HINA!-

Yicho entrò nelle stanza.Hina era distesa a terra,i capelli già rossi impastati di sangue,le lesioni aperte e infettatate,un’osso spuntava dalla carne della gamba,le ferite,i tagli e i lividi erano innumerevoli su quello che era stato…su quello che era…il corpo dell’amica. Era irriconoscibile.
Ma respirava. A malapena,rantolando e in modo irregolare,ma respirava.
Yicho mandò alle ortiche la procedura militare e si catapultò nella stanza.-HINA!- se ne stava andando…ignorando il sangue di lei che gli inzuppava la divisa si chinò sulla ragazza.
Oddio,cosa le avevano fatto…strinse a sé quel corpo caldo ma così fragile,privo dell’energia che lo caratterizzava…no,non doveva lasciarlo…non l’avrebbe permesso…
-Hina,forza! Conta…uno,due,tre,quattro!- urlò – Forza,continua!Uno,due,tre quattro!-


Che strano,pensò Hina. Ora Yicho si muoveva…le diceva di contare! Che cosa romantica.! E poi ora non le andava proprio…preferiva guardarlo così,senza parlare. nel viola degli occhi dell’angelo…

-HINA!Conta! FORZA!-Yicho era disperato –UNO,DUE,TRE,QUATTRO!FORZA!-in preda al panico ricorse alla respirazione artificiale. Premette forte le sue labbra su quelle fredde della ragazza,sentì il sangue di lei riempirgli la bocca,quel sapore metallico dargli la nausea,ma continuò. –HINA! CONTA,TI PREGO!UNO,DUE,TRE,QUATTRO!-senza neanche rendersene conto sentì le lacrime annebbiargli la vista.


Uh,che strano. Yicho piangeva.Non aveva mai visto un ragazzo piangere…sentì nuovamente le labbra del ragazzo premere sulle sue…l’aria entrava a forza…il grido disperato dell’amico…NO!
Lei non sarebbe morta! Perse il contatto con l’angelo,che cominciò ad allontanarsi,chiamandola…
Ma lei non rispose…l’angelo soffriva ma non rispose…era un’ingrata…ma non poteva,non voleva morire… -Mi dispiace!- disse – Non ancora,un giorno verrò,ma non ancora…-
L’angelo chinò la testa,liberandola dalla prigione dei suoi occhi. Sorrise,aveva accettato la sua decisione. Si alzò in piedi,e con delicatezza le sfiorò la guancia con la mano…una mano fredda e candida…-Aspetterò- rispose,prima di schiudere le splendide ali e volare via…lontano… - ti amo,Yicho…-mormorò,sentendo la sua voce farsi strada lnel mondo reale.




-…mo…cho…- disse il corpo fragile tra le sue braccia.Hina si mosse. Yicho sentì il sollievo abbattersi su di lui come un vento leggero,come l’aria per un’annegato. –Hina!- la abbracciò,pulendosi le lacrime che gli avevano rigato il viso,vergognoso. Lei si mosse debolmente tra le sue braccia,per poi ricadere indietro con un gemito.- Portami a casa…ti prego…-sussurrò. Piangeva. Yicho,ormai del tutto dimentico della prassi, si liberò del fucile e dello zaino,li lasciò in quella stanza che puzzava di morte.
Poi sollevò Hina,prendendola in braccio,come se fosse una piuma,una bambola rotta…Respirava faticosamente.Quando aprì gli occhi,un tempo azzurri come il cielo,Yicho ebbe un sussulto.Oddio…cosa le avevano fatto…erano rossi,insanguinati,colmi di dolore… cosa le avevano fatto….
Sentì il sangue ribollirgli nelle vene…avrebbe ammazzato il responsabile.
La ragazza svenne tra le sue braccia,perdendo del tutto tutto conoscenza.Doveva muoversi,non c’era tempo da perdere.Non era ancora salva.
Sentì la coscienza di lei sfiorargli la mente,come un fruscio.Non riusciva nemmeno a stabilire il contatto telepatico,tanto era debole. Lo fece lui al suo posto.Hina gliel’aveva insegnato tanto tempo prima,quando il potere della bambina che era aveva cominciato a manifestarsi,quel potere schiacciante,pericoloso,per il quale in parte si trovava in quella situazione.
- Hina,resisti,ti prego…- pensò – Stiamo andando via…-
- Yicho…Andrej…- si agitò,mentre si stancava rapidamente.Yicho sentì il cuore sprofondare. Gli stava chiedendo informazioni sul suo ragazzo,lo doveva amare davvero…ma come dirle che era scomparso? – Senti Hina,credo che Andrej stia bene…non stancarti…- cercò di rassicurarla.
- No Yicho!! Lui…lui…ci ha traditi…tutti…mi ha venduta….avverti gli altri…ci ha …traditi…-
Fatto questo ultimo sforzo la ragazza crollò definitivamente,entrando in coma statico*. (NdA= Coma volontario per permettere al corpo di riprendersi un po'. La durata è data dai poteri psichici del soggetto,ma se il risveglio è fatto senza assistenza e in modo scorretto si rischia la morte celebrale. Ovviamente nella realtà non esiste^ ^)

Yicho ci mise un po’ a carpire l’informazione. Poi gli sembrò di esplodere.

Quel figlio di puttana!COME AVEVA POTUTO? COME AVAVE POTUTO TRADIRLI TUTTI,CONSEGNARE HINA A QUEI BASTARDI?COME?
Lo avrebbe ucciso.Davvero.
Si fermò in mezzo al corridoio e posò delicatamente Hina a terra. Sempre telepaticamente avvertì il generale del tradimento,ma senza entrare nei particolari.Voleva essere lui a porre fine a quella patetica vita…
Si tagliò la mano e con il sangue scrisse sul muro immacolato il giuramento. –Ahhhhh!-
Cadde a terra,mentre sopportava il dolore alla spalla. Era tremendo,lancinante…ma era il prezzo da pagare. Dopo qualche istante tutto finì,e sulla spalla percepì uno strano tepore. Si tolse la giacca e si osservò,incuriosito.era la prima volta che faceva un giuramento di morte…Un pentagono rosso spiccava sulla carnagione pallida,guizzante sui muscoli tesi delle spalle. Ormai era ufficiale.O avrebbe ammazzato Andrei di persona,o sarebbe morto lui stesso.
Si rimise la giacca , riprese Hina in braccio e ricominciò la marcia.Doveva portarla al sicuro prima che l’effetto del coma svanisse.
I corridoi bianchi e asettici erano deserti,le luci al neon alle pareti trabalavano sprizzando scintille. I muri,le scale di ferro,le finestre…tutto era segnato dalla battaglia e imbrattato di sangue.Alcune porte spalancate come una chiostra di denti marci davano su laboratori e sale di tortura. Coltivazioni di ibridi e embrioni deformi,tavoli insanguinati e graffiati come quelli di un macellaio si alternavano a stanze pulite e ordinate,con ogni tecnologia.
Strinse più forte il corpo esanime di Hina.
Cosa aveva dovuto subire?Come aveva potuto quel lurido verme portarla in un posto del genere?
Senso di colpa…sentì affiorare anche quello nel suo cuore.
Non avrebbe dovuto permetterlo…avrebbe dovuto controllare meglio Andrei. Certo,aveva sempre pensato che fosse una testa di cazzo,e aveva avvisato Hina. Ma addirittura un traditore…
Avrebbe dovuto capirlo.Sì,avrebbe dovuto,se non si fosse fatto prendere dalla gelosia.
Ci sarebbe dovuto essere quando quel maledetto bastardo l’aveva stordita e portata via,approfittando del suo amore. Era il suo turno di guardia. Ma si era crogiolato nell’autocommiserazione,aveva abbandonato Hina solo perché li aveva visti amoreggiare in ascensore,e il suo stupido cuore ferito non ce l’aveva fatta a sopportare l’idea di vederli ancora assieme,di vedere qul viscido ratto toccare ancora la sua Hina,con quel ghigno compiaciuto sulle labbra.E aveva fatto cambio turno con Julian,quel pivello del secondo anno. Lui,Yicho,che era una vita che stava in quella maledetta accademia si sarebbe accorto dell’inganno. Ma c’era Julian,una recluta inesperta. Ed era colpa sua.
Il vento gli scompigliò i capelli,portando l’odore ormai familiare di morte. Erano fuori,doveva solo attraversare il vasto cortile.C’era sangue dovunque,persino sulle scale antincendio,che cadeva leggermente verso il basso. Plin,plin. Gocce rosse.
Fu allora che lo vide, sulla cima di una di esse.
Andrej,irriconoscibile. Non più il biondine spavaldo e affascinante che aveva irretito Hina,dopo averla “salvata” (ora era certo che si era trattato di un montaggio) da una banda di deficienti,di cui si era comunque liberata praticamente da sola.Ora il suo aspetto rispecchiava quello della sua insignificante anima da traditore.
Era pallido,la tintarella era svanita,i capelli di solito impeccabili erano sporti e spettinati,la divisa strappata e imbrattata di sangue. Il viso scarno era sporco di vomito,gli occhi erano acquosi e velati,aveva l’aria malaticcia. Sembrava veramente un ratto.
Il suo sguardo incrociò quello di Yicho,le pupille dilatate. Era terrorizzato,gli occhi continuavano a spostarsi rapidamente da Hina a Yicho.
-L’hai tradita,bastardo- gli disse con freddezza. Fremeva dalla voglia di stringere il suo collo molle e pallido,di stringerlo fino a sentire le ossa spezzarsi,lentamente,guardandolo in quegli occhi da topo,vederlo spegnersi implorando pietà…
Hina si mosse leggermente,lamentandosi con un fil di voce. Oddio,doveva portarla al campo prima che si svegliasse,oppure avrebbe rischiato il coma permanente. Doveva salvarla.
La morte di quel lurido verme avrebbe aspettato…guardò un’ultima volta verso le scale,e si consolò vedendo un pentagono rosso sangue apparire lentamente sulla fronte del topo di fogna.-Ti ucciderò,l’ho giurato.Per stavolta la scampi,ma non si può fuggire alla morte…- detto questo si aggiustò Hina contro il petto e riprese il cammino. Sentì in comunque lo squittio terrorizzato di Andrej.



Andrej si ritrasse terrorizzato.
” Non si può sfuggire alla morte…”
“Troverò il modo,fidati…”
Erano in due a volerlo morto. Ripensò a hina,stretta tra le braccia del ragazzo. Non gli interessava più,così rovinata. Era come una bambola di porcellana rotta. Però,che spreco…
Yicho però l’aveva salvata anche se ridotta in quello stato.
Ovvio,era pazzo di lei. Quanto si era divertito a farlo impazzire di gelosia, vantandosi in pubblico delle sue prestazioni,prendendolo in giro con fare innocente,chiedendogli con cattiveria consigli su Hina… Si era davvero divertito. Poi,quando aveva toccato hina in ascensore facendo in modo che lui li vedesse era stato il massimo. Ricordava ancora il suo sguardo ferito,da cane bastonato…
E poi,tutto si era anhe volto a suo vantaggio! Se ci fosse stato Yicho al posto di julian,dubitava che il piano avrebbe funzionato. Sì,ne era valsa la pena di conquistare il cuore di ghiaccio di Hina e anche la ginocchiata al basso ventre che lei gli aveva appioppato subito dopo,anche se non aveva notato l’amico.
Però ora Andrej non si divertiva più. Ora Yicho si sarebbe vendicato. “ Non si può sfuggire alla morte…”Rivide lo sguardo gelido del ragazzo.Sì,l’avrebbe ammazzato,ne era certo.Quando poi vide il suo riflesso in un angolo pulito di una finestra il panico si impadronì di lui. Un pentagono rosso brillava sulla sua fronte. “Ti ucciderò,l’ho giurato.” Non stava bluffando. Era vero. Quello era il simbolo di un giuramento,un giuramento di morte.


Yicho correva.Hina non doveva svegliarsi,ormai mancava poco,solo qualche metro…
Le braccia stavano iniziando a dolergli,l’accampamento era in vista. Solo pochi metri…

Hina sentì la propria coscienza cominciare a risvegliarsi. No,doveva continuare a dormire,per poco oppure l’avrebbe fatto per sempre…


Il generale li vide da lontano. Aveva ricevuto il messaggio di Yicho. Andrej Fukira….un’ottimo elemento…un po’ spaccone ma faceva parte dei migliori.Una vipera cresciuta in grembo all’accademia.
Vide Yicho correre con Hina tra le braccia coperta di sangue…merda,si stava svegliando!
-Muovetevi,Kyorada e Aizawa stanno arrivando! Avvertite i maghi,la ragzza è in coma statico,ma si sta svegliando! Voi –disse a un gruppo di ragazzi riuniti accanto al fuoco con delle tazze in mano –Piantatela di poltrire e muovete il culo! Fate copertura! In fretta! Muoversi,muoversi! Allarme generale!-
In quel momento apparvero come dal nulla soldati nemici,armati fino ai denti cavalcando degli enormi esseri mostruosi ì,ibridi in putrefazione,colossi sconosciuti e letali. Su uno di essi c’era Fukira,il bastardo traditore, che aveva ritrovato la spina dorsale e aveva condotto i nemici all’accampamento. Stronzetto bastardo!
-ALLARME! ALLARME! CI ATTACCANO! Alle armi,muoversi,muoversi! TUTTI IN DIFESA!-
Nel polverone causato da quei mostri intravide le due figure dei giovani soldati.
Ora,non poteva fare nulla. Buona fortuna ragazzi,pensò.

Yicho non sapeva che fare. Il suo sguardo incrociò quello tronfio di Andrei. Figlio di puttana… Hina si stava svegliando rapidamente…e anche se fosse resistita in coma non avrebbe saputo proteggerla. Si stavano avvicinando,nemici da ogni parte. Restava solo ua cosa da fare.
Creò uno scudo. Sentì le energie dipanarsi,la polvere volteggiava attorno a loro.
Lo scudo costava molta energia e concentrazione,solitamente era usato solo per pochi istanti. Non ce la faceva più…tutto era sfocato…non doveva svenire…


Hina si svegliò del tutto e il dolore si impossessò nuovamente di lei.Era atroce.
Cercò di calmarsi,lenendo il dolore. Percepì la presenza di Yicho accanto a lei….stava per crollare sovrastato dalla fatica,ma continuava a tenere alzato lo scudo stringendola a sé. Sarebbe morto se avesse continuato.Morto… Hina decise.Così,all’improvviso. Allontanò la presa del compagno ormai debole. Lei invece si sentiva meglio,l’angelo era tornato a illuminare il suo buio nel suo immacolato splendore. – Arrivo- gli disse – Un altro momento,aspetta per favore…un solo istante…una sola eternità…- si alzò sulle gambe fratturate,l’osso della gamba ormai quasi del tutto fuori…ma non importava.
Si chinò,finchè il suo viso non fu all’altezza di quello contratto nello sforzo di Yicho. –Ti amo –gli sussurrò,poi lo baciò. Un bacio lungo,appassionato,un bacio che Yicho,distrutto e sanguinante avrebbe ricordato per sempre. –Addio.- Gli disse.
Poi il sigillo si infranse,l’energia della rabbia,della paura,della passione si fuse con quella di un potere da troppo represso ed esplose…finalmente esplose…


Yicho pensò di sognare. Hina era tornata bella come l’aveva sempre vista,con gli occhi del colore del mare e del cielo,i capelli fiammeggianti che le si agitavano attorno.
Lo scudo sparì, e si sentì sollevare,rinchiuso in una specie di bolla,impotente a fissare la scena sotto di lui.
Hina,in piedi, e attorno a quella visione angelica infuriava la battaglia,il campo era disseminato di corpi mozzati e martoriati,la terra grondava di sangue,membra e cadaveri squartati di indifferente fazione,gli occhi vuoti rivolti al cielo scuro, decoravano i dintorni. Hina brillava,ma non abbastanza da squarciare quell’oscurità. Era come una lucciola persa in una foresta buia…piccola…sola… cosa voleva,cosa poteva,fare?
Yicho sentiva ancora le labbra calde di lei premute sulle sue,il suo calore,il suo sapore speziato, il tepore del suo corpo era ancora presente contro il suo petto. L’amava con tutto se stesso.
Hina avanzava in mezzo alla carneficina,le mostruose cavalcature avversarie la sfioravano pericolosamente,ma lei continuava.
Oddio,cosa cazzo voleva fare ? Yicho sentì il panico invadere il suo cuore.
-HINA!- urlò –HINA!- ma lei non poteva o non voleva sentirlo. Battè i pugni contro le pareti apparentemente fragili della sua prigione,ma invano. –Hina…-

Hina procedeva nel suo cammino,ormai coperta di sangue dalla testa ai piedi,sangue suo e dei feriti che le cadevano accanto. Solo due solchi scavati dalle lacrime non erano tinti di rosso.Rosso,rosso,rosso.
Hina non lo vedeva. Non vedeva altro che l’angelo che la guidava. Stavolta l’avrebbe seguito…passo dopo passo si avvicinava alla morte… M a in fondo cos’era se non l’inizio di un nuovo viaggio? Un viaggio lontano dal sangue…dall’acqua della vita…
E allora perché piangeva? Perché la sua anima continuava ad aggrapparsi alla vita ?
Raggiunse l’angelo. Eccolo,splendido,bello,inumeno…con i suoi occhi viola che spiccavano sulla pelle diafana,gli occhi più belli e tristi del mondo…le porse una rosa,una rosa rossa ,rosso sangue…
- HINA!-
Hina lo sentì,sentì l’urlo disperato di Yicho…lo amava così tanto, con tutto il suo cuore,tutta la sua anima,tutta se stessa…
Ecco perché piangeva.
Si voltò dalla parte da cui aveva sentito provenire la voce. Sorrise tra le lacrime. Sorrise solo per lui.



Yicho la vide,ormai aveva raggiunto il centro della battaglia.
La vide fermarsi,voltarsi e sorridergli. Il suo cuore si fermò per un’istante simile ad un’eternità,mentre si perdeva in quel sorriso,in quegli occhi senza luce pieni di lacrime,in quelle labbra che scoprivano i denti che spiccavano candidi nel rosso della guerra.
- Il sangue è la vita e la morte…Ti amo Yicho…ti amerò per sempre…-La voce di Hina risuonò cristallina nella sua testa,e proprio non riuscì a frenare le lacrime.



Hina prese la rosa,le spine del bellissimo fiore le graffiarono la carne,bevendo avidamente il suo fluido vitale. I petali si dispersero nell’aria apparentemente immobile avvolgendola e rimanendo sospesi fluttuanti attorno a lei. Sentì il dolore del suo corpo terreno,lontano,ovattato,come in mezzo alle nuvole.
- Soffrirò tanto?- chiese all’angelo.
-Solo in proporzione a quanto ami l’ancora che ti lega alla vita. – le rispose.
Yicho… Hina abbassò il capo. Poi decise. Sorrise e rialzò lo sguardo. Piangeva,ma il suo sorriso non vacillava. – Sono pronta.-
Sì ,era pronta a provare il dolore più atroce della sua vita…il dolore di una morte precoce e non voluta…il dolore di un cuore massacrato.


Yicho la guardava a bocca spalancata. Hina si era innalzata sul campo di battagli,in corrispondenza del fulcro esatto,il sangue suo e degli altri che l’aveva coperta durante la sua traversata colava dal suo corpo,per poi fermarsi a mazz’aria dividendosi in una miriade di gocce,circondandola come tanti raggi rossi.
Sembrava il sole…il sole rosso dell’alba e del tramonto. Rimase ferma per un lunghissimo istante, e i residui di sangue ancora aggrappati alla sua pelle si staccarono da lei,lasciandola bianca e splendente,tra un cielo nero e un mare rosso…rosso sangue…
E lei lì,al centro di due ondate di gocce rosse. Lei,il centro del cielo,il centro del fuoco,il centro della sua vita…
-Scusami Yicho…lascerò in vita il bastardo…non avresti dovuto giurare…- la chiara voce di Hina fece capolino nella sua mente – Ma uccidilo,per me e per te.Ti amo…scusa se non l’ho capito prima.-
Poi alle miriadi di gocce di sangue che la circondavano,sangue di tutti,sangue di nessuno…si aggiunse il suo.La sua luce si spense soffocata dal rosso del sangue del suo fluido vitale.Rimase lì,sospeso,tutto quel rosso che copriva il cielo notturno,per un’istante,per un’eternità.
Poi tutto finì. La bolla che l’aveva protetto e imprigionato insieme svanì, e le gocce cominciarono a cadere,in una pioggia,in un’acquazzone di sangue.Plin,plin,plin. Gocce rosse. A nutrire la terra,a fermare la guerra.
Una goccia gli cadde in fronte, e lì stette,per poco,prima di imprimergli un petalo rosso nella carna. Un petalo carminio come il sangue,un petalo solo per lui,un petalo con una parte di lei…
Tutto era finito,i nemici che non erano a terra agonizzanti fuggivano terrorizzati,gli altri si contorcevano come vermi nella polvere. Hina era una persona vendicativa…
Sì tutto era finito.Anche la sua vita,il suo cuore…Hina non c’era più. Mai più sarebbe tornata. Lasciò che le ginocchia cedessero, e cadde a terra,dove cominciò a piangere.
Non gli importava che gli altri lo vedessero,non gli importava che lo schernissero…non gli importava più niente….Hina era morta,svanita nel nulla,il suo mondo era finito. Era solo.
- Ti aspetterò…per secoli o secondi che siano,io ti aspetterò come tu hai aspettato me…-Un sussurrò gli carezzò l’orecchio.Fu l’ultima volta nella sua vita che sentì la voce di Hina.
D’istinto si toccò il petalo carminio sulla fronte.
Yicho,debole e ferito,si rialzò all’alba di un nuovo giorno,una nuova vita per lui,per il mondo. Il suo cuore ormai era sparito…ma l’avrebbe raggiunta. Non era svanita come uno sbuffo di fumo…da qualche parte il suo cuore l’aspettava,nelle mani di colei a cui l’aveva donato. Ma le lacrime salate continuavano a scavargli le gote.ùOrmai,c’era solo una questione in sospeso…il pentagono rosso brillò sulla sua spalla.


Andrej fuggiva. Da quando era scampato al massacro,non aveva fatto altro che esistere nell’ombra. Ormai non sapeva dove trovare rifugio,nessuno voleva aiutare un marchiato,un morto che cammina,come lo chiamavano.
Non era più lo stesso ragazzo alla moda,cialtrone e circondato da ammiratrici e con il suo giro di contatti giusti.
Ormai era solo un ratto,un topo di fogna,schiacciato dal terrore e dal senso di colpa.
Frequentava solo sordidi locali nei ghetti più malfamati,il sonno lo distruggeva,ma le poche ore al giorno nelle quali dormiva sotto l’effetto di alcool scaduto comprato al mercato nero erano popolati da incubi atroci. Non riusciva più a guardarsi allo specchio,crollando di terrore a ogni minimo riflesso,alla vista del pentagono che gli deturpava il volto. Quella era la sua vita,una vita di terrore e di tormento. Aveva fatto bene a fidarsi di Hina…
Ma ora Andrej era stanco,stanco di avere paura,stanco di portare il fardello della colpa di una strage,stanco di vivere… ora,seduto sul tetto di uno di quei palazzoni cadenti,al suo fianco la vodka scadente mezzo vuota,aspettava la sua ora. La luna,coperta dalle nuvole era grande e rossa. Una bella notte per morire,pensò amaramente.
Percepì la sagoma scura che si mosse alle sue spalle.
Una parte del suo cuore gioì.







Yicho si mosse alle spalle del bastardo. Ormai era solo l’ombra del ragazzo allegro di un tempo.Ormai non aveva più il suo cuore. I suoi occhi verdi erano gelidi,contornate da profonde occhiaie evidenti sul volto scavato e malaticcio.La luce della sua vita si era spenta.Nulla aveva più senso. Tranne una cosa.Il suo unico obbiettivo. La vendetta.
La luna rossa,silenziosa spettatrice,seguiva attenta la scena.
Yicho si avvicinò ad Andrej ,che si voltò stancamente a fronteggiarlo. Era ora di finirla,du fuggire,di scappare,di esistere in un mondo senza luce.
- Mi dispiace – disse solo. Poi lasciò che la lama del ragazzo gli trafiggesse le tempie,da cui colò sangue e cervello. Andrej,ormai morto,crollò a terra,con un lieve sorriso sulle labbra. Ora almeno lui era in pace. I pentagoni sparirono.
Yicho crollò a terra,il peso delle notti insonni,delle ferite non ancora guarite,il dolore della sua anima mutilata lo investirono. Mancavano poche ore all’alba. E lui doveva chiudere il cerchio
.

Si recò dove tutto era cominciato,sotto la pioggia di sangue. L’acqua della vita… lì,in quel terreno abbandonato,dove si era consumato un massacro solo qualche mese prima,dove si era immolato il suo cuore,era cresciuto un’albero massiccio,dal tronco possente e nodoso,che al posto delle foglie aveva una chioma di petali rossi,come il sangue.
Il ragazzo raggiunse la spesse radici,intrecciate come a formare un rifugio,e vi si sedette,la schiena curvata dal peso di un dolore troppo grande contro il tronco. Il sole sarebbe presto sorto…e sotto il cielo rosato d’aurora,Yicho si tagliò le vene,donando altro sostentamento all’albero,un’albero che si nutriva di sangue,di passione,di vita…
Ed’eccola,veniva da lui,come un’angelo,rossa come il sangue,rossa come il fuoco,rossa come il suo cuore…
- Hina…-dissè in un sussurro,prima di spirare sorridendo,finalmente in pace.
In quel momento spuntò il sole,scacciando la fredda luna,allagando di vita il mondo,tingendolo di rosso.
Quel sole scarlatto che nasceva da una notte di dolore,per qualcuno apriva gli occhi sulla vita,per qualcun altro sulla fine. E illuminava i corpi di due ragazzi,i corpi dei soldati all’obitorio,l’albero rosso della vita,l’albero rosso della morte.Vittime innocenti della guerra,una guerra di tutti e di nessuno. Giovani che volevano vivere,che volevano amare,che sono affogati nel rosso….il rosso della passione,il rosso della vita,il rosso della morte,il rosso del sangue che unisce e chiude il cerchio…semplicemente nel rosso.
E sempre in quell’alba scelta dal destino,l’albero della vita,della morte,perse tutti i suoi petali,per lasciare il posto a nuovi germogli. Solo un petalo gli rimase,il dono del ragazzo addormentato eternamente alle sue radici.
E quella nuvola rossa volò sul mondo,donando amore,passione,morte,illusione,realtà…portando la vita e il suo rosso…


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