Titolo:
Til
wrong feels right
Fandom:
Magic
Mike
Personaggi/Pairing(s):
Adam
“Kid”, accenni Mike/Adam (se proprio volete
vederceli),
menzionati Brooke, Dallas, Ken, Tarzan, “Big Dick”
Richie e
Tito.
Warnings:
linguaggio colorito, flashfic, post-movie (ergo,
spoiler!)
Challenge/Prompt:
scritta per la Sfida
#1
della
Staffetta
(@piscinadiprompt),
con il prompt C'est
un devoir quotidien /un costume qu'il faut mettre /pour un
rôle qui
mène à rien {trad.
È
un compito quotidiano/ un costume che bisogna indossare/ per un ruolo
che non porta a niente}
[Être à la hauteur– Le Roi Soleil OST]
Thanks
to:
Fae che ha betato, lasciato opinioni, sparso amore & headcanon
♥
Ogni
sera prima dello show, il copione è identico e Adam lo
interpreta
alla perfezione.
In fondo, è il lavoro che s'è scelto, e gli
piace, gli piace da morire.
È sempre stato uno che si accontenta
di poco, lui, ma quella, oh baby, quello è il sogno di una
vita, lui
e gli altri eccita-passere sono i figli di puttana più
fortunati di
Miami, e chi non vorrebbe essere al loro posto, giusto?
La
giovinezza bisogna godersela, Adam non cambierebbe una virgola di
tutto questo, e fanculo se a volte – solo
a volte - , si
sente addosso quella sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato.
Una
nota stonata in sottofondo, dietro la musica – reale e
immaginaria
– che gli pulsa nelle vene. Un odore nauseante, che lo
colpisce
come un pugno sul naso non appena abbassa la guardia. Un sapore
marcio, sulle labbra di ogni bella ragazza che prima fa bagnare
durante lo streap tease e poi finisce a scopare in qualche hotel di
lusso.
Sbagliato. Sbagliato. Sbagliato.
Adam vorrebbe
non pensare più a niente.
Si
passa le dita tra i capelli, incazzato, quasi a volersi scrollare dal
cervello quella parola.
Fa paura, e in qualche strano modo lo fa
sentire pesante e vuoto allo stesso tempo.
Un ragazzino sperduto,
un cagasotto come lo era neanche troppi mesi prima.
Gli torna in
mente Mike, allora, e questa è davvero la parte peggiore.
Il
senso di colpa prende forma e tutto ciò che è
facile comincia a
diventare fottutamente difficile.
Recitare, ballare, essere
euforico. Brillare e conquistare il pubblico come Dallas gli ha
insegnato. Perfino divertirsi gli sembra inutile. E, di nuovo,
sbagliato.
Questa volta la parola ha un suono concreto, ed è
accompagnata dalla voce bassa di Mike, che gli sussurra all'orecchio
parole piene di un sarcasmo cattivo, di una verità che
ferisce a
fondo.
In quel momento, Adam si rende conto di quanto gli manchi
Mike, averlo al proprio fianco, sempre pronto a proteggerlo da ogni
cazzata che Adam ha fatto, sta facendo e sicuramente farà.
Gli manca
un amico, ma più di ogni cosa gli manca potergli chiedere
scusa.
Dirgli che gli dispiace. Che ha sbagliato.
Ancora, e ancora, e
ancora.
Non pensare a niente diventa quasi impossibile.
Poi,
inaspettatamente, quei pensieri si affievoliscono, soffocati dalle
luci di scena che si accendono, dalle voci femminili che urlano il
suo nome sempre più forte - “Kid!
Kid! Kid!”.
Tarzan
fa una battuta decrepita sul cazzone di Richie, Ken molla una pacca
d'incoraggiamento sul sedere di Tito, Dallas rivolge ad Adam il suo
ghigno da lupo e lo abbraccia stretto. “Non
mi deludere, piccolo.” dice
quell'abbraccio, e suona pericoloso come una minaccia.
"Non
mi deludere, cazzo.” No,
Adam non lo deluderà.
"Tranquillo,
Dallas. Tranquillo, amico.”
Lascia
che Dallas gli prema con forza le dita contro la nuca sudata e gli
schiocchi un bacio sul mento ruvido di barba, prima di
allontanarsi.
Chi ha bisogno di Mike, adesso? Non Adam, no. È il
preferito del boss, è il suo braccio destro, e gli altri
ragazzi
sono come fratelli. Non ha bisogno nemmeno di Brooke, o di chiunque
altro. Ha una famiglia, la migliore del mondo. Il resto è
merda che
può pure bruciare. Adam ne è convinto, mentre
butta giù un sorso
generoso di GHB.
Com'era quella parola di prima? Quella che gli si
insinua sotto pelle e non se ne va... No. No, è una cazzata.
Nemmeno
la ricorda. È così che funziona, è
okay. La droga comincia a fare
effetto. Un respiro profondo e si comincia, dài.
Adam
chiude gli occhi. Kid li riapre.
Sorride al nulla, senza sapere
perché.
Non pensa più a niente.