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Autore: Hikary    02/10/2012    0 recensioni
[Blood Diamond]
{Maddy, Archer, Benjamin ~ Archer/Maddy ~ missingmoment}
« Buonasera. »
« Insonnia, Miss Bowen? »
« Solo pensieri. »
« Posso aiutarla a districarne qualcuno? »
« In realtà sono tutti piuttosto chiari. Ma oggi non é una buona giornata per tirarli fuori. [...] ...a me basta che arrivi il giorno in cui saremo tutti un po' meno incasinati. »
[...] « Ah, ma certo.
Quel giorno. »
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia, questo missing moment, bizzarra, fuori tema e nonsense, stava nella mia testa da tanto tempo e nelle bozze del mio cellulare da troppo.
E quando le bozze sono piene, o finisco per trasferirmi in un altro stato [DONE √] oppure devo proprio mettere insieme una fic – perché c'é quel buio, perché é sempre stata l'Africa sin dai tempi di ER, perché lo so che questo film l'ho visto solo io, eppure non mi pesa, non costrigo nessuno a vederlo, é lui a trovarti, non devi cercarlo.. :')

Al “ martedì in cui usciamo alle 10
e non ci sono compiti per il giorno dopo”
...sì, é nato tutto da lì :')


Il giorno più lungo

Gli aveva preso la mano.
No, non nel patio, parlando di stupidaggini e dando un senso alle proprie vite, dopo.
L'aveva afferrata e stretta, forte, chiudendo gli occhi.
Con il cuore che batteva ancora più forte.
Era un passo davanti a lui, immobile. E ovviamente, Danny aveva parlato...!

« Maddy...? »

Perfettamente calmo, non sorpreso, né impaziente o perplesso, quasi piatto, Cristo Santo!, dannatamente calmo, come sempre, come tutte le volte che non capiva niente – niente di quello che c'era da capire. Certo, sapeva uscire vivo da una sparatoria ed era piuttosto abile nel contrabbandare diamanti, ma arrivare a capire che era proprio il caso di non fare domande – solo di ricambiare quella stretta oppure girare i tacchi e andarsene – era troppo, vero?

« Per la cronaca, ci tenevo a farti sapere, se domani dovessimo morire, che non tutti gli americani sono dei rifiuti umani ossessionati dal pathos hollywoodiano; e che non tutti quelli che non lo sono – tipo, che so, io – sono ipocriti idealisti... »

Non capiva bene perché ci tenesse a sottolienarlo, perché avesse bisogno di convincerlo che lei era diversa dagli altri. A Danny non era mai importato, anzi, pareva proprio insistere sul concetto opposto: non ho bisogno di essere “ diverso”.

Non ho bisogno che tu sia diversa.

Ad ogni modo l'aveva lasciata blaterare un altro po', ben attento a trattenersi dal ridere per non farle il solletico mentre le posava un bacio dopo l'altro sul collo.



Le mancava la sua voce, da quando Danny aveva posato la testa sulla sua spalla e chiuso gli occhi.
“ Nel caso morissimo domani”, le aveva sussurrato poco prima di addormentarsi. “ Se domani starò per morire, penserò a te”.
E lei ci credeva, ovviamente, come una stupida.
Si tirò a sedere, cercando di ricordare quando fosse iniziata quella conversazione, finita che conversazione più non era.
Ma non ci riusciva.
Era stato nel patio, poche ore prima? Quando aveva accettato di aiutare lui e Solomon? Forse, addirittutra, quel giorno davanti ad una birra e a quell'idiota di Clinton?
Forse l'aveva in testa da sempre, cercava solo qualcuno che rispondesse nel modo giusto?
La risposta giusta, proprio quando non voleva più sentirla.
Sospirò e chinò il lo sguardo su di lui. Non le importava che fosse bello, ma questo non le impedì di ammirarne i lineamenti del volto con insolita calma. Se si fosse azzardata, con un bacio o un semplice tocco, a svegliarlo, avrebbero dovuto parlare. Non aveva voglia di parlare, proprio lei che viveva di parole.
Trovò l'indumento più vicino – la camicia di Danny – e se la infilò.
C'erano talmente tante parole in sospeso tra di loro che svegliarlo adesso sarebbe stato comunque troppo tardi.
Uscì in punta di piedi.



Le piaceva l'aria fresca contro le gambe nude.
Camminò fino al patio, senza prestare troppa attenzione a quella scelta.
Là seduto, vi trovò Benjamin.
Incurante del proprio aspetto – forse perché lui e Danny sembravano capirsi, in un modo tutto loro, e lei era ancora abbastanza stordita da potersi definire “ innamorata” o qualcosa di molto simile – andò a sedersi accanto a lui.

« Buonasera. »

Il tono cordiale di Benjamin le fece capire che non si era affatto sbagliata.

« Buonasera. »
« Insonnia, Miss Bowen? »
« Solo pensieri. »
« Posso aiutarla a districarne qualcuno? »
« In realtà sono tutti piuttosto chiari. Ma oggi non é una buona giornata per tirarli fuori. Non é la notte giusta. Ci penserò...poi... »

Si strinse le ginocchia al petto; faceva più freddo o era solo una sua impressione?

« Cosa non va? »
« Il mondo. Ma... » agitò una mano per scacciare quella risposta, prima che Benjamin potesse interromperla. « ...a me basta che arrivi il giorno in cui saremo tutti un po' meno incasinati. »

“ Tutti” erano, si capiva, lei e Danny.
Ergo, impossibile.

« Ah, ma certo. Quel giorno. »
« .. “quel giorno” ? »
« E' il giorno più lungo di tutti: quello delle cose che non puoi fare, perché non c'é tempo, non é il momento, che devi rimandare ad “ un altro giorno” - ed é quel giorno, il giorno. C'é spazio per tutto, non finirà mai; ma il guaio é, Miss Bowen, che non comincerà nemmeno. »
« Non é oggi, immagino. »
« No, non é oggi. Né domani. Non é mai quel giorno. Però va benissimo per sognare. »

Maddy sospirò.
Si vedevano tantissime stelle in Africa, più che in qualunque luogo fosse mai stata. Se ognuno di quei dannati puntini gialli le avesse dato un solo istante della propria vita, avrebbe avuto di che regalarne.
Stupide stelle egoiste.

No, che pensiero stupido.
Stupido quasi quanto credere a certe promesse.

« ...e per illudersi? »
« E per illudersi, sì. »
« Fa male? »
« Fa sempre male. Deve solamente decidere da cosa vuole farsi ferire – rimpianto o rimorso? »
« Sono più un tipo da rimpianto. Ma questa volta credo sceglierò il rimorso. »

Si alzò com'era venuta, in silenzio e senza spiegazioni, raggiungendo la porta d'ingresso a passi piccoli e rapidi. Proprio allora, Benjamin la richiamò.    

« Miss Bowen! »
          
Maddy si voltò, sorpresa, e nel cogliere un'irrazionale scintilla di speranza in quegli occhi verdi, a Benjamin tornò in mente il suo vecchio maestro alla scuola del villaggio, che parlava di menzogne e bugie. Le menzogne, diceva, sono quelle parole false che, se smascherate, lasciano sgomenti e feriti. Le bugie sono come piccoli desideri che non si ha il coraggio di esprimere, perché non potranno mai avverarsi, a cui tutti fingono di credere per un po', come in un tacito accordo.
Le menzogne sono bestemmie, le bugie sono preghiere; se guardi con attenzione dietro ad una bugia, troverai chi ha bisogno di un abbraccio.

Ma a Maddy Bowen, in quel momento, non serviva l'abbraccio di un vecchio insegnante idealista.

« Una cosa la dovrebbe sapere. »
« L'ascolto. »
« Quel giorno, come ogni giorno, ha anche una notte. »
« Una notte infinita e irraggiungibile, immagino. »
« Affatto. E' una notte come tante, però é ammesso barare, fingere che duri in eterno e dimenticarsi del mattino. Se é per illudersi, per qualche rimorso, le conviene usare quella. »

Si domandò, guardandola affrettarsi dopo un “ grazie” sussurrato, se avesse capito davvero qualcosa e se quella conversazione avesse avuto un qualche senso.



Lo svegliò il balzo sgraziato con cui Maddy aveva provato a scavalcarlo per riprendere il proprio posto. Danny si stropicciò gli occhi, mettendola a fuoco in pochi secondi – forse perché conosceva a memoria ogni centimetro del suo viso?

« Sei andata in giro? »
« Solo due passi e una chiacchierata con Benjamin. »
« A che proposito? »
« Organizzazione produttiva del tempo. »

Danny le lanciò un'occhiata di sbieco.

« Oppure ti sei alzata con un occhio chiuso, non vedevi un accidenti e hai dato una bella testata contro lo stipite della porta. »
« Buona la seconda. » rise lei.

Guardò l'espressione di Danny farsi ancora più perplessa; e di colpo si sentì bene.
C'era tutta la notte davanti a loro, prima di ripartire domattina. Anzi, non c'era nessun “ domattina”,, solo un tempo infinito in cui fare tutto e niente.

Che faresti se avessi tutto il tempo del mondo?

« Hey, ti andrebbe di ...dormire? »

Senza aspettare una risposta, si accoccolò accanto a lui e chiuse gli occhi. Ma poiché Danny continuava a tacere, dopo un po' non resistette.

« Che dicevi a proposito di domani? »
« Non pensiamoci adesso, Maddy. Buonanotte. »

Scioccante, perfetta e insostenibile battuta semi-conclusiva della loro conversazione, a conferma delle teorie su Benjamin, sul tempo e sul fatto che probabilmente fosse almeno un po' innamorata, per davvero.

L'aveva sentita o lo sapeva e basta?

Quando rispose, lo fece pianissimo, sperando che lui fosse già addormentato e si perdesse quella formidabile caduta di originalità.

« Buonanotte Danny. »


Notes
( Premetto che al di là delle statistiche sulla droga nelle università londinesi – DAI GOLDSMITHS, CHE PUOI FARE DI MEGLIO! :D – io non mi faccio prima di scrivere su Maddy).


[1] Quando Maddy e Archer si incontrano per la prima volta sono in un bar e Maddy sta guardando in tv un servizio sul Sexgate.
[2] Ci sono quelle frasi poetiche che vanno di moda al liceo – sui diari, sui muri, sulla lavagna nell'intervallo... - e che io odio con tutto il cuore, vedi tale “ meglio fare e poi pentirsi che pentirsi di non aver fatto” ...al di là del fatto che le odio – già detto? - e mi viene voglia di rispondere cose del tipo “ preferisco vedere chi c'é nel cespuglio prima di sparare, grazie” ( ANA LUCIA THIS WAS FOR YOU AND YOU ONLY), diciamo che mi ha fatto pensare a quanto non sia d'accordo. Non so se questo abbia influenzato il mio interpretare Maddy, ma io intendo letterelmente quanto ho scritto: per come si presenta, per come si concede agli altri/si tiene sulle sue in alcune cose più che in altre, la vedo molto cauta, quasi diffidente, tranne che in questo caso. E qui si arriva a...
[3] IL BUIO.
Tutto ciò deriva dal fatto che tra la scena nel patio e la successiva nel bus c'é un cambio di scena molto marcato, quasi nero, e cala un silenzio di tomba, niente musica, solo il rumore del veicolo e uno scambio di sguardi molto intenso e davvero insolito. Molto pre/post – come se fosse scattato qualcosa la sera e come se tutti e due sapessero qualcosa che gli altri non sanno dopo. Chiaramente tutto dipende da come si vogliono vedere le cose, ma questo e lo sguardo di Maddy quando capisce che Danny non salirà mai sull'aereo, palesemente deluso – su cui posso fare un poema, pure due, ma evitiamo! - sono dettagli non trascurabili.

[4] " Tutto il tempo del mondo" / " All the time in the world" é ( sempre) un omaggio all'ultimo episodio di Alias :')
 
  
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