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Autore: Euly_Chan    02/10/2012    2 recensioni
Sono Louise e oggi vi dirò addio.
Genere: Angst, Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Addio. Addio.

Ciao questa è una lettera che voglia lasciare ai miei amici, e ai miei famigliari, ma in generale a tutto il mondo, sono Louise Venemburg è un mese che ho compiuto i diciassette anni, la mia vita era normale, non mi potevo lamentare dei miei genitori, ne di mio fratello, il mio ragazzo era sempre dolcissimo, e la mia migliore amica sempre presente per me, poi... Da sei mesi tutto è cambiato.
Mio padre ha perso il lavoro, mi sono chiesta cosa avesse fatto di male? Cosa io avessi fatto di male per essere ripetutamente picchiata da mia madre, per lo stress che aveva in corpo, solo io potevo sentire l'odio che quella donna metteva in ogni colpo, ogni livido che avevo sul corpo era per mano sua.
Ho sempre saputo di essere nata sbagliata, sono sempre stata una sagoma per tutti, non ho mai desiderato niente in particolare, non mi sono mai drogata, non ho mai fumato, non sono mai scappata di casa, allora perché? Perché deve capitare a me tutto questo?
Papà non vuole farmi del male, ma anche se vede che la mamma mi tratta male, non fa comunque niente, troppo preso a pesare a come faremo a tirare avanti senza soldi.
Le notti le passo a piangere rannicchiata nel mio letto, quando finalmente riesco ad addormentarmi ho solo incubi, svegliandomi al mattino, con la speranza che non sia mai successo niente, la mia vita è un incubo.
Mio fratello è distrutto, ha appena scoperto di avere il cancro, e che senza dei particolari medicinali morirà tra poco, ma mio padre non se li può permettere, e lo stato che ci dovrebbe aiutare fa finta di niente, mio padre ha ricominciato a bere, non riesce a sopportare il fardello della sua "famiglia".
I giorni passano ma le cose possono solo peggiorare, io cerco di non fare capire al mio ragazzo quello che succede, non voglio farlo soffrire, e senza che nemmeno io me ne accorga, non parliamo più fino a notte fonda, non chattiamo più per delle ore ridendo e scherzando, non ci vediamo più ogni giorno anche solo, per darci un veloce bacio e lasciarci con un dolce sorriso.
Lui mi dice semplicemente "Scusa, non è più come prima, credo che sia meglio finirla qui", io non posso fare altro che scappare, non posso andare a casa lì ci sarebbe solo un altro inferno anche più spaventoso di questo, l'unica mia ancora di salvezza è la mia migliore amica, corro da lei in preda alle lacrime, lei mi vede e mi ospita a casa sua.
Sono quasi invidiosa di lei, perché? I suoi genitori sono così felici? Perché suo padre lavora, e anche sua madre? Mentre i miei no? Perché lei è così bella? Perché lei è così brava? Perché lei non ha lividi? Perché?
Cos'ho fatto di male per meritarmi questo? Cosa mi succederà?
Sono invidiosa di lei, non è giusto...
Me ne vado da casa sua, abbassando lo sguardo, l'unica persona che ora mi voglia bene, e che mi è accanto, io la odio?
Che persona sono?
Entro in casa, mi guardo allo specchio, non sono più io, sono solo l'ombra di quella che ero una volta, in quello specchio non vedo la solita Louise, quella che sorride davanti alle avversità e le affronta, vedo solo un guscio vuoto, che vuol far credere di essere pieno, ma è solo un guscio che deve essere riempito.
Passano i mesi, io mi rinchiudo sempre più in me stessa, non esco più con le amiche, non posto più foto su facebook, non sto più a parlare al cellulare, anche solo per raccontare la giornata.
Ora io lavoro non posso essere un peso per la mia famiglia, ho lasciato la scuola, anche se per me è stato davvero difficile, avrei davvero voluto diventare una veterinaria, ma purtroppo non posso, ora faccio la cameriera in un ristorante, non è brutto come lavoro, i colleghi sono tutti gentile, e il mio datore di lavoro è sempre carino con me.

Poi quella data 21 gennaio 2011 
Il giorno del mio compleanno, doveva essere il giorno più felice della mia vita, avevo finalmente compiuto diciassette anni, tra poco avrei avuto la maturità, sarei diventata maggiorenne, ma...
Rimasi al ristorante fino alle due di notte circa, ormai la mezzanotte era passata, e quindi era arrivato il giorno del mio compleanno ero felice.
Ma non potei gustarmi la mia felicità, che il mio datore di lavoro mi aveva messa con le spalle contro il muro, voleva stuprarmi, io cercai di liberarmi dalla sua morsa.
Una, due, tre volte, ma senza successo lui mi teneva salda, e io come una stupida lo guardavo e tremavo.
Senza esitazione iniziò a toccarmi ovunque, riuscì a tirargli un calcio nel basso ventre e scappare, corsi, corsi più forte che potevo, arrivai a casa per fortuna, casa mia era a pochi kilometri, dal ristorante.
Cercai di spiegare a mia madre quello che era successo, lo dissi a tutti, ma nessuno mi crebbe, pensarono che mi ero inventata tutto per attirare l'attenzione...
Come potevano dire questo? 
Le lesione dovute alle botte che mi dava mia madre aumentavano di giorno in giorno, lentamente mio fratello si spense, finché mio padre non lo portò all'ospedale per farlo curare e con gli ultimi risparmi rimasti gli allungammo la vita, ma non di molto.
Seduta di fianco a mio fratello non potevo che pensare, che sarebbe stato meglio se fossi io quella che stava male, e non lui, che quando ero triste mi abbracciava forte con la sua innocenza e dolcezza.
Iniziai un nuovo lavoro in un bar, odiavo quel lavoro la gente mi giudicava in continuazione, le persone non facevano altro che guardarmi dall'alto in basso, sentivo che parlavano male di me, quelle che prima chiamavo "amiche" erano diventate le mie peggiori nemiche.
Quello che prima chiamavo "Amore" era diventato, quello che mi derideva.
La mia vita era orribile, non ce la facevo più, l'unica cosa che mi rincuorava era la mia migliore amica, che ogni volta che stavo male arrivava con un sorriso a cercare di aiutarmi, mi veniva tutte le sere a prendere in bar, per non farmi rimanere da sola.
Fino a quella sera...
Quella sera non la vidi arrivare, distrutta dal lavoro tornai a casa da sola, sentivo un peso sul cuore, solo la mattina dopo scoprì che mentre mi stava venendo a prendere aveva avuto un incidente ed era morta sul colpo.
Quello fù il "colpo di grazia" non riesco a vivere su questa terra, porto solo male a tutti, questo sono le mie ultime volontà...

Mamma, papà vi prego fate in modo che la mia morte non sia inutile, sono sicura che la gente si accorgerà della nostra famiglia con la mia morte, così riusciranno a guarire mio fratello, voi potrete vivere felicemente, e io veglierò sempre su di voi.
Non pensate mai che è colpa vostra perché non è affatto così è solo un mio errore, dico che la fortuna è come una ruota, gira per tutti, ma questa volta la fortuna mi ha saltato, nella mia vita ho avuto tanti dolori, ma solo negli ultimi tempi, perché ho sempre vissuto bene, quindi sono felice di come siano andate le cose per me.
Chiedo perdono per essermene andata senza avervi avvertito, ma non riesco davvero più a stare su questa terra.
Presto raggiungerò la nonna, che da piccola mi cantava sempre la ninna nanna prima di addormentarmi.
Sono sicura che soffrirete per la mia morte, ma sono altrettanto sicura che siete forti e che riuscite a superarla.
Papà troverai di nuovo lavoro, smettila di bere sei la persona più gentile che abbia mai conosciuto, mi hai sempre tratta da principessa, ti ricordi vero? Quando da piccola mi mettevi in testa quella piccola coroncina che tanto amavo, e mi dicevi che io ero la tua principessina?
Questo è uno dei più bei ricordi che tengo stretti nel mio cuore.
Fratellino, so che spesso ti ho trattato male, è vero che spesso ci picchiavamo e io ti facevo del male, ma è altrettanto vero, che ti ho sempre amato, ti ho sempre voluto tantissimo bene, come solo una sorella può volerne al suo fratellino, i tuoi occhioni azzurri devono sempre essere vivi, non devi mai perdere la lucentezza che hai negli occhi, e il tuo sorriso deve sempre restare sul tuo viso, non perderlo mai, perché possono portarti via qualunque cosa, ma non il sorriso.
Mamma, perdonami, non sono riuscita a guarire il tuo cuore infranto, ti ho solo dato dolori su dolori, anche tu, ti prego sii forte, sei sempre stata una donna forte che sapeva rialzarsi, quindi anche se sei caduta rialzati come solo tu sapevi fare.
Addio a tutti, raggiungerò la mia migliore amica, oggi è un giorno di pioggia, sembra quasi che gli angeli piangano per me, non amareggiatevi prima o poi mi raggiungerete anche voi.

Louise Venemburg, 21 febbraio 2011


WAAA SONO LE DUE DI NOTTE E IO DOMANI HO SCUOLA! Porca puzzola çAç mi sorge una domanda D: l'ispirazione a me viene solo di notte?
Mi sa di sì D: sinceramente è la prima volta che scrivo una storia originale, e sinceramente mi sa '-' che ho pure sbagliato D: cosino, cioè non mi ricordo come si chiama çAç
Si sto sclerando D: ma sapete com'è mi metto a scrivere una lettere di suicidio completamente inventata, e presa da non so dove 'O' quindi FUCK MONDO! Vado a letto ahaha :'D
Recensite :3 mi raccomando u_u notte a tutti D:


   
 
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