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Autore: Raven Callen    02/10/2012    7 recensioni
Una carrozza percorre le strade fangose.
Al suo interno l’avvocato Duncan Kipps si sta recando in quello sperduto paesino della brughiera inglese, per svolgere il compito affidatogli dal suo studio legale.
Un compito come tanti. O forse no?
Genere: Azione, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale
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Silenzio.
L’unica colonna sonora di quel sinistro luogo, di quell’inquietante paese, di quell’agghiacciante costruzione nei pressi della palude è il silenzio, per l’appunto.
Soprattutto nella “casa stregata”, dove tutto è immobile, ingannevolmente fermo da millenni.
Non c’è neppure un filo di vento.
Silenzio.
 
Poi eccolo, il vento.
Un soffio, cupo, gravoso, che risuona nell’aria.
E, nella grande stanza dell’edificio fatiscente, si ode un suono.
Un rintocco.
Poi un altro.
Grazie a mani invisibili alcune bambole di porcellana lì presenti, vecchie e segnate dal tempo, prendono vita e muovono alcune timide note, che poi aumentano sempre di più di intensità.
Le note di un carillon si levano in aria a spezzare il silenzio.
Esse si riversano per tutta la villa, innocenti all’apparenza ma che donano all’atmosfera un tocco di inquietante timore.
 

Una carrozza percorre le strade fangose.
Al suo interno l’avvocato Duncan Kipps si sta recando in quello sperduto paesino della brughiera inglese, per svolgere il compito affidatogli dal suo studio legale.

 
Infine, accompagnata dalla musica, risuona una cantilena.
Una voce di bambina.
 

- Alle sei della sera.
C’è una nuvola nera,
un tremor freddo d’ossa.
È lei, la strega s’è mossa.-

 
Foto sbiadite di quella che sembra una normale famigliola volano per la stanza.
Una in particolare, dove si vede ,da una finestra, una figura dai contorni sbiaditi, indefiniti.
Pezzi di carta, tende e piccoli mulinelli di polvere si muovono al passaggio di un’entità misteriosa.
 

L’uomo, occhi di un gelido celeste acquamarina e una cresta alla moicana acconciata sopra i capelli neri, esce dal suo mezzo di trasporto e rimane sorpreso dall’aria che tira.
Tutto si aspettava, ma non lo spettacolo a cui si trova di fronte.       

 

- Qualcuno già dice
Che la città sia spacciata,
Ma la casa in palude
È ancor più stregata.-

 
Dalla cittadina a pochi kilometri dalla dimora abbandonata si levano grida e pianti.
Pianti di madri, di padri, di famiglie intere.
C’è odore di morte nell’aria.
Tutti sanno, anzi temono, che un’antica leggenda si porti a compimento.
Una leggenda, o meglio, una maledizione.
Da una finestra appannata dal tempo una figura esile dalla pelle leggermente ambrata si protende ad ascoltare quelle grida, a percepire quell’odore.
È lei, la strega, la donna maledetta. È nuovamente qui.
 

Kipps fa il suo ingresso, con passo diffidente, in quell’oscura dimora. Si incammina per le stanze, i corridoi, le scale.
Tutto è come dovrebbe essere: una vecchia, polverosa, casa abbandonata.
Eppure c’è qualcosa che non va.
Duncan ha la sensazione di essere osservato.

 

- nessun sa cosa viene a cercare.
Ma lei continua a tornare.-

 
È tornata, lei, o il suo fantasma.
È tornata, un’altra volta. Pronta a portare morte e distruzione.
Nessuno conosce il motivo della sua comparsa, cosa cerchi di comunicare.
Si sa soltanto che porta disgrazie, e che si deve averne paura.
 

Ormai è in cima ad una lunga scalinata di gradini polverosi e consumati dall’usura di coloro che li hanno percorsi.
La sensazione è sempre più forte. Ora è un chiaro segnale di pericolo, di allarme.
Se mai l’uomo volesse provare a fuggire, temo non sia più possibile.

 

- nel buio si sente un fruscio leggero…-

 

Un suono, alle sue spalle, come di stoffa smossa.
Con uno scatto, dettato dalla paura apparentemente ingiustificata che lo sta assalendo, si volta.
E la vede.

 

- Eccola, è lei…-

 
Flash di urla, fiamme che bruciano e distruggono, bambine senza volto sotto una pioggia incessante, attraversano la mente dello stolto che ha osato avventurarsi in quel luogo di perdizione.
Ma è solo un attimo.
 

Una figura femminile, avvolta nel suo abito nero, di tenebra.
Si staglia con fierezza in cime alla gradinata.
I suoi occhi scuri, neri come il nulla, inchiodano quelli acquamarina del giovane.
Sul volto di lei si allarga, a macchia d’olio, un sorriso agghiacciante.
Un sorriso che precede, che rivela il futuro immediato, a cui non si può sfuggire.
Un sorriso sanguinario, che solo un fantasma può sfoggiare senza il rischio di impazzire.
Il sorriso di un morto, di un essere sovrannaturale.
Di una creatura che non dovrebbe esistere.

 

- la donna…….-

 

Il momento è giunto.

 
 

- ……in nero.-

 
La filastrocca della bambina termina, e con lei anche le malinconiche e stridenti note.
Unico suono ora è rimasto quello del vento.
Poi, pian piano, anch’esso si placa.
Non rimane che il silenzio.
 
Nella casa non si sentono suoni, non si sente nulla.
Non c’è più nessuna figura umana all’interno di quella spaventosa villa.
 
Nessuna persona viva.

Nessuna.

Non più…

 






Angolo della pseudo-autrice:

Ehm.. salve *spunta con cautela dal suo angolino*
Sono una nuova autrice, fresca di giornata, e questa (da quel che avete potuto leggere) è la mia prima fanfiction.
Spero che sia almeno decente, come primo lavoro, e spero anche in un vostro commentuccio.
Vi avverto che lo spunto della storia l'ho preso dal trailer del film "The Woman in Black" e non dalla trama (il film non l'ho visto, ahimè) quindi ho personalizzato un po' la storia a seconda dei miei gusti. Arrivederci *si tuffa nella sua trincea, pronta al lancio di pomodori*
 
  
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